La “libertà religiosa” condannata dalla Chiesa: estratti magisteriali. Radio Spada.
12 Settembre 2024
11 CommentiMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato dal sito di Radio Spada. Buona lettura e diffusione.
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La “libertà religiosa” condannata dalla Chiesa: estratti magisteriali
11 Settembre 2024 | Apologetica e polemica
Presentiamo ai lettori questo intervento inviatoci da Flavio Pisaniello relativo ad alcune recenti polemiche provenienti dal mondo “benevacantista”. Già ieri un post apparso sui social di Radio Spada aveva fatto piazza pulita di alcuni errori di base relativi alla distinzione tra libertà e tolleranza religiosa. Per approfondire il tema del neomodernismo nei testi vaticansecondisti rimandiamo ai capitoli II, III, V di Golpe nella Chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente.
di Flavio Pisaniello
Secondo un recente intervento video circolato nel mondo benevacantiata, chi non promuove la “libertà religiosa” come diritto insito nella natura umana, seguendo il documento Dignitatis Humanae di Paolo VI, sarebbe non cattolico. Non solo: si chiede con sarcasmo se esista un “diritto” a non professare la vera religione, arrivando di fatto a sostenere che chi non ammette il diritto a sbagliare liberamente cesserebbe di aderire alla dottrina della Chiesa. Sono enormità per chiunque conosca vagamente l’insegnamento dei Papi.
Il Cardinale Alfredo Ottaviani, all’epoca Prefetto del Sant’Uffizio, durante le riunioni della Commissione centrale preparatoria del Concilio, si oppose vivamente al cardinale Bea, che voleva assolutamente vedere adottare dal Concilio la libertà religiosa proponendo un progetto intitolato “De libertate religiosa”, mentre il Prefetto del Sant’Uffizio proponeva un testo in netta contrapposizione intitolato “De tolerantia religiosa”. Si vede bene la differenza: “si tollera l’errore nella misura in cui non lo si può sopprimere, ma se si può, lo si deve fare”. Ottaviani ricorda infatti che anche Leone XIII nell’Enciclica “Libertas” parla di tolleranza.
Sentiamo cosa dice il Magistero nel merito:
Papa Pio IX in Quanta Cura: “Con tale idea di governo sociale, assolutamente falsa, non temono di caldeggiare l’opinione sommamente dannosa per la Chiesa Cattolica e per la salute delle anime, dal Nostro Predecessore Gregorio XVI di augusta memoria, chiamata delirio, cioè la “libertà di coscienza e dei culti essere un diritto proprio di ciascun uomo che si deve proclamare e stabilire per legge in ogni ben ordinata società”.
Gregorio XVI nella Mirari Vos, che condanna il liberalismo sostenuto da Félicité de Lamennais: “Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo (…) che va sempre aumentando a danno della Chiesa (…) “Ma qual morte peggiore può darsi all’anima della libertà dell’errore?” Scriveva sant’Agostino”.
Leone XIII in Libertas Praestantissimus: “Dunque, dal momento che é necessaria la professione di una sola religione nello Stato, è necessario praticare quella unicamente vera e che non è difficile riconoscere, soprattutto nei Paesi cattolici, per le note di verità che in essa appaiono suggellate. Conseguentemente i governanti la conservino, la proteggano, se vogliono provvedere con prudenza e profitto, come devono, alla comunità dei cittadini”.
Pio IX nel Sillabo, Proposizione ANATEMIZZATA (dunque non pronunciabile sotto pena di anatema) numero 15: “È libero ciascun uomo di abbracciare e professare quella religione che, sulla scorta del lume della ragione, avrà reputato essere vera”. Vorrei precisare che questa proposizione del Sillabo é un’anatema di quanto propone, non una condivisione dell’ideale esposto!
San Pio X nella Lettera Notre Charge Apostolique in cui condanna il movimento del Sillon: “Non esiste vera civiltà morale senza la vera religione. È una verità dimostrata, si tratta di un fatto storico”.
Pio VI nella Lettera Quod aliquantulum del 10 marzo 1791, ai Vescovi francesi dell’Assemblea Nazionale: “L’effetto necessario della costituzione decretata dall’assemblea è di distruggere la Religione cattolica e con essa l’obbedienza ai Re. Da questo punto di vista si è stabilita, quale diritto dell’uomo nella società, questa libertà assoluta che non solo assicura il diritto di non essere molestati sull’opinione religiosa, ma che dà pure questa libertà di pensare, di dire, di scrivere e anche di impunemente stampare in materia di religione tutto ciò che può suggerire una sregolata immaginazione; diritto mostruoso che all’assemblea sembra derivi dall’uguaglianza e dalla libertà naturale degli uomini. Ma che cosa poteva esserci di più insensato che stabilire fra gli uomini questa uguaglianza e questa sfrenata libertà che sembra soffocare la ragione, il dono più prezioso che la natura abbia fatto all’uomo e che, solo, lo distingue dagli animali?”.
Pio VII nella Lettera apostolica Post tam diuturnitas, al Vescovo di Troyes, in Francia, che condanna la «libertà di culto e di coscienza» accordata dalla costituzione del 1814 (Luigi XVIII): “Altra causa di dolore ancora maggiore per il Nostro cuore e che, lo confessiamo, Ci ha grandemente afflitti, accasciati e angosciati, è il XXII articolo della Costituzione. In esso non solo si permette la libertà di culto e di coscienza, per usare i termini stessi dell’articolo, ma si promette appoggi e protezione a questa libertà ed anche ai ministri in tutto ciò che riguarda i culti. Non sono necessari lunghi discorsi rivolgendoCi ad un Vescovo come lei, per farle riconoscere quale ferita abbia subito, per questo articolo, la religione cattolica in Francia. Stabilendo la libertà di culto senza distinzione, per ciò stesso si confonde la verità con l’errore, e si pone al pari delle sette eretiche e anche della perfidia giudaica, la Sposa santa e immacolata di Cristo, la Chiesa, fuori dalla quale non vi è salvezza. Inoltre, promettendo favore e appoggi alle sette eretiche e ai loro ministri si tollerano e favoriscono non solo le persone, ma anche i loro errori. È implicitamente la disastrosa e deplorabilissima eresia che sant’Agostino ricorda con queste parole: “Afferma che tutti gli eretici sono nella buona via e dicono il vero, assurdità tanto mostruosa che io non posso credere che qualche setta la professi realmente”.
Leone XIII. Enciclica Immortale Dei, sulla costituzione cristiana degli Stati: “E poiché il popolo è considerato non altrimenti che la sorgente di ogni diritto e di ogni potere, è logico che lo Stato si ritenga sciolto da qualunque dovere verso la divinità; che non professi ufficialmente veruna religione; né si creda obbligato a ricercare qual sia tra le molte la sola vera, né ad anteporne una alle altre, né a favorirne una più delle altre, ma tutte le lasci ugualmente libere, fino a che non ne venga danno all’ordine pubblico. Sarà ancor logico… dar piena balia ad ognuno di seguire quella che più gli talenta, ed anche nessuna se così gli piace”.
Pio XII (Allocuz. “Ci riesce”, 1953, sulla differenza tra libertà e tolleranza): “Primo: ciò che non risponde alla verità e alla norma morale, non ha oggettivamente alcun diritto né all’esistenza, né alla propaganda, né all’azione. Secondo: il non impedirlo per mezzo di leggi statali e di disposizioni coercitive può nondimeno essere giustificato nell’interesse di un bene superiore e più vasto”.
Per ulteriori approfondimenti rimando a Il Magistero della Chiesa e gli errori moderni di Mons. Lefebvre e Golpe nella Chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente di don Andrea Mancinella.
Dunque, cari benevacantisti, tutti i Papi regnanti fino al 1958 non erano cattolici? O a fuggire dal Cattolicesimo siete voi? Chiedo per un amico.
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Tag: libertà religiosa, radospada
Categoria: Generale
L’albero da frutta si rapporta agli innesti, l’enunciato ai corollari.
Fra “esiste un mammifero volante” e “mo agito le braccia e spicco il volo” passa la neuro.
Fra “esiste la Verità” e “tutto-tutti-sempre devono sottomettersi ad essa” passa un’altra religione. Più d’una.
Domandina ad amici e conoscenti: vi piacerebbe essere impediti al lavoro, tenuti fuori da uffici e locali, relegati in luoghi miserabili, bollati con apposito marchio d’infamia, presi a insulti e sputi se non ammazzati dai più ributtanti rifiuti in sembianze umane, con l’approvazione esplicita dell’autorità, perché avete rifiutato di ricevere il sacramento 2×1 (battesimo e viatico al trapasso) della religione-unica-vera stabilita dal potere-solo-assoluto? Se, in ossequio alla Dottrina, usassero la forza pubblica per togliervi i figli e affidarli a* loro catechist*?
Il magistero però… Pio VI e Gregorio XVI e Pio IX hanno detto nel 1791 e nel 1832 e nel 1864…
Rivelazione: cattolicesimo non è manicheismo, né letteralismo protestante, né seguire la religione fantasy di Star Trek.
Neppure credere nell’assoluto dell’Idea, e se la realtà/umanità non è d’accordo non ci riempie le fosse. (Chi ha dubbi legga qualcosa in più di wikipedia; sulle crociate, sulle inquisizioni, sulla genesi e il ruolo garantista -no virgolette- di quella medievale, sulla polizia politica in talare che fu quella spagnola all’interno della Prima Guerra Civile europea scatenata dalla Riforma. Sulle procedure, i numeri e le proporzioni, raffrontati alle istituzioni moderne e laiche.)
La Chiesa è sempre rimasta uguale a se stessa, attraverso 20 secoli, un paio di civiltà e un numero infinito di rivolgimenti, perché romanamente ha sempre messo, fra l’immutabile Verità e la prassi/vita, l’adaequatio rei et intellectus. Il suicidio “era”, “è”, sempre “sarà” un peccato mortale. L’omosessualità “non” è conciliabile con la fede e la morale. In una società da trincea con una mortalità infantile elevatissima, in cui ogni paio di braccia era prezioso per la comunità, il suicida era il disertore per eccellenza e meritava essere sepolto fuori dal campo dei santi. Sottrarsi al dovere di procreare per godere della sessualità nel modo più sterile/contro natura, non poteva che essere egoismo e vizio “che grida vendetta”. Psicologia, condizionamenti, traumi e sindromi? Semplicemente, non sapevano e non potevano distinguere.
Idem per la “libertà religiosa”. Quando la religione era il solo collante che impediva la dissoluzione, era necessario che la Verità fosse anche l’unica ammessa. Venuta meno la necessità, immutabile rimane che «ciò che non risponde alla verità e alla norma morale, non ha oggettivamente alcun diritto né all’esistenza, né alla propaganda, né all’azione», “ma” «il non impedirlo per mezzo di leggi statali e di disposizioni coercitive può nondimeno essere giustificato nell’interesse di un bene superiore e più vasto»: trovare un modus vivendi che eviti lo scontro e la rottura definitiva col mondo moderno.
Dalle illusioni di Paolo VI all’emarginazione di Benedetto XVI, questo è stato anche il dramma dei Papi postconciliari.
Bergoglio è la rinuncia fatta marionetta, la modifica in ong e ogm resa nell’inversione tra Dottrina/Dna e prassi/Rna.
Ci dicano adesso gli egopapisti dove stanno il Cattolicesimo, i Papi, la Tradizione e, giacché ci siamo, la ragione.
La libertà di coscienza e , dunque, di religione sono presupposti necessari perché anche chi le nega possa avere il diritto di essere preso sul serio.
Dunque per non avere il coraggio, o peggio ancora per perseguire propri fini, si preferisce non disconoscere l’attuale abusivo/occupante, anzi approfittarne per falciare, con un colpo di spugna, tutti i legittimi Papi, dal 1958 in avanti… e poi chiedere chi è a fuggire dal Cattolicesimo!!! Davvero roba da fine del mondo!
Certo che il brano colorato in rosa è durissimo.
La parola “libertà” resta in un limbo: non si sa se la libertà debba e/o possa essere esercitata o se debba essere sottoposta ad un vaglio superiore che le dice se è lecita o no.
Per il fondamentalismo religioso (ma anche ideologico) “libertà di coscienza” e “libertà di opinione” sono evidentemente da bandire, ragion per cui tanto la coscienza quanto l’opinione non sono affatto libere.
Perciò il fondamentalismo religioso dovrebbe sentenziare a chiare lettere e una volta per tutte che l’essere umano non nasce affatto libero poiché la sua coscienza e la sua opinione devono essere formate secondo che dice l’Istituzione.
La “retta coscienza” di cui parla l’Istituzione è una coscienza formata, perciò limitata dal momento che in sé non ha forma, da contenuti prestabiliti (ciò valendo anche per tutte le ideologie), quindi non è una coscienza libera e non può esprimere una libera opinione.
Se si sostiene che l’essere umano nasce libero deve aversi l’onestà di ammettere che la libertà può volgersi al bene o al male, e che questo è un rischio inevitabile che corrono gli umani.
Il tuo ragionamento è totalmente sbagliato perché parte da posizioni atee e positiviste. L’ottica in cui si fanno queste affermazioni è strettamente religiosa. Quando conosci la Verità (ossia Cristo) e sai bene che è l’unica verità possibile ed esistente, razionalmente parlando non puoi non aderirvi, pena il cadere nel male e nell’assurdo. Dunque in tal senso è fuor di senno parlare di libertà. Fra il bene e il male chi ha senno non può che scegliere il bene e rifiutare il male, non ci sono alternative, qui la libertà non ha più senso. Solo un demonio userebbe la libertà per preferire il male al bene.
Quando parli di “ottica”, dici punto di vista, prospettiva.
Se leggi più attentamente puoi accorgerti che la mia “ottica” è neutra, dunque realistica: il bene e il male esistono realmente e sono strettamente legate alla libertà, la quale si dissolve di fronte ad una qualsiasi costrizione (ed ammesso che la distinzione fra bene e male sia sempre scontata e facile da stabilire).
Mi aspetto che tu, dalla tua “ottica”, confermi che l’essere umano non è creato libero bensì sottoposto ad una proibizione che annulla la sua libertà poiché minacciosamente la costringe a non esercitarsi : «Non mangiatene il frutto, anzi non toccatelo, altrimenti morirete!».
Nel momento stesso della proibizione minacciosa, la libertà si dissolve.
Non si può dire “sei libero MA NON PUOI” e “ sei libero MA DEVI”.
Occorre decidersi: l’essere umano è libero o non lo è.
Personalmente ritengo che non lo sia.
Infatti, se è la Verità che libera l’essere umano, vuol dire che esso non nasce libero, e non lo diventa finché non conosce la Verità, la cui imposizione è il modo più sicuro di allontanarlo da Essa.
Ed ammesso che per conoscere Cristo/Verità sia sufficiente sapere il Catechismo.
Questo è proprio il motivo per cui gli eretici anticonciliari continuano a sbagliare: Dignitatis Humanae non contraddice il magistero preconciliare affermando una libertà contro la Verità (anczi, lo riafferma) ma afferma una libertà di esercizio del culto rispetto allo stato e ad altre autorità civili, a cui i papi preconciliari MAI hanno riconosciuto un diritto PROPRIO di reprimere i culti, salve esigenze di tutela della morale pubblica (cosa che Dignitatis Hiumanae conferma)..
Invito tutti a diffidare dai collage di frasi estrapolate qua e là e giustapposte in modo ingannatorio e ribadisco: si parla di due diversi concetti di “libertà religiosa”.
Caro Flavio, allora perché non vai in una moschea a dire a tutti i presenti..che non hanno diritto di esserci,che il loro Dio non esiste e che solo Gesù é il loro Salvatore?
Perché sei cosí guerriero solo contro Andrea Cionci?
Perché non te la prendi con i tuoi nonni,zii e genitori che hanno abbandonato le chiese a hanno permesso di lasciarle nelle mani di musulmani? Hai paura? Allora taci, taci, perfavore!
Caro Piselliniello , innanzitutto non avertela a male se ti do del tu, non per mancanza di rispetto ma perchè potrei essere tuo nonno. Che per noi cristiani Gesù Cristo sia la ” Via, la Verità e la Vita ” e che di conseguenza ogni altra religione è falsa, è cosa ovvia. Ma da qui ad arrogarsi il diritto di impedire ad altri di professare il proprio credo ce ne corre… Chi sei tu, bamboccio che non sei altro ( te lo dico amorevolmente, da nonno a nipote ) per limitare la libertà a persone che non ledono la tua ? Cristo , quando era su questa terra ha sempre convertito con la sua predicazione ed il suo esempio, i proseliti li ha sempre fatti con la convinzione e mai con la coercizione . Spero tu possa quanto prima renderti conto delle fesseria che hai ” professato ” , anche se indorate con paroloni e riferimenti ad Encicliche , Papi, Canoni e Magisteri ( del resto, dalle mie parti si usa dire che un asino rimane sempre tale anche se si mette in testa la corona del re… ). Dulcis in fundo, Piselliniello , hai mai meditato su cosa saresti in questo momento se anzichè nel ” posto giusto ” fossi stato cresciuto ed educato, , poniamo a Islamabad , o a Nagasaki o addirittura fra i cannibali del Papua-Nuova Guinea ? Che ” merito ” hai se sei cristiano e che demerito ha se uno di Tokyo è buddista? Ci hai mai pensato ?
Evidentemente no… pertanto ti invito a meditarci su anzichè giocare a fare l’ Inquisitore e , prima di scrivere il prossimo articolo , attendi di essere rinsavito.
caro Gladio, mi sa che non hai capito un tubo.
Può darsi