Benedetto non Ha Mai Rimpianto di Essersi Dimesso. Mons. Gānswein.

5 Dicembre 2023 Pubblicato da 21 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, qualche brano dell’intervista che EWTN ha realizzato con mons. Georg Gaenswein, così come è stato riportato da Infovaticana, che ringraziamo per la cortesia.. Buona lettura e condivisione.

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Né “Vatileaks”, né pressioni della lobby LGBT, né complotti vari: Papa Benedetto XVI si è dimesso per pura stanchezza. È quanto ha spiegato in un’intervista il suo segretario, l’arcivescovo disoccupato Georg Gänswein, che ha appreso la decisione di Benedetto di dimettersi durante una conversazione personale, ha dichiarato il prelato forzatamente inattivo alla EWTN.
Il Papa emerito gli ha confessato di aver pregato, riflettuto e lottato a lungo con se stesso fino a giungere alla conclusione di doversi dimettere.
Il segretario ha reagito con stupore: “Ma è impossibile!”, e ha cercato più volte di far cambiare idea al Papa, ma l’intenzione di Benedetto non era quella di discutere, ma di comunicare la sua incrollabile decisione, così Gänswein ha dovuto “ingoiare”.

Significativamente, Gänswein sottolinea che Benedikt non si è mai pentito delle sue dimissioni, e da allora, per i primi due mesi dopo le dimissioni, Ratzinger era molto esausto e non parlava quasi mai.

Poi, a poco a poco, recuperò le forze.
Nella sua residenza nel monastero Mater Ecclesiae, Benedetto – “una persona molto sistematica” – celebrava la Santa Messa e recitava il breviario ogni giorno.
E la liturgia. La liturgia era importante per Benedetto, compresa la Messa tradizionale che è stata celebrata per secoli, così una volta ha promulgato il motu proprio Summorum Pontificum che permetteva la libertà di celebrare la Messa tradizionale in latino senza il permesso preventivo del vescovo. Benedetto voleva raggiungere la pace anche con questo, e “ha funzionato”, dice Gänswein.
Secondo Gänswein, Benedetto ha imparato da lui come il suo successore ha ribaltato il suo lavoro in questo senso.
Chiese a Gänswein di leggergli il testo della Traditionis Custodes e la lettera di accompagnamento di Papa Francesco. Fu lo stesso Gänswein a confessargli la sua preoccupazione che questa decisione avrebbe causato “molti, molti problemi”, Benedetto rispose solo: “Spero che Dio ci aiuti”.

Quando si dimise, non pensava di vivere più di un anno. Nessuno fu più sorpreso di Benedetto di vedere che quell’anno previsto si è trasformato in un tempo più lungo.

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21 commenti

  • Amparo ha detto:

    El Papa Benedicto XVI, lo quiera o no Monseñor Gaenswein, NO HA RENUNCIADO JAMÁS AL OFICIO PAPAL. Si nos atenemos a sus propias palabras: “Permanezco en el recinto de San Pedro DE UN MODO NUEVO”. Él mismo afirmó que su “renuncia” nada tenía que ver con la de Celestino V. Que cada cuál saque sus propias conclusiones.

  • SIMONA ha detto:

    si può precisare a quando risale questa intervista?

  • Margotti ha detto:

    Anche le lettere che il prof. E.M.Radaelli voleva recapitare a Benedetto XVI, non arrivarono mai a destinazione, ma furono “stoppate” dalla segreteria (come precisato dallo stesso professore nei suoi libri sul Papa tedesco e le sue eresie).

  • Carlo ha detto:

    Personalmente, credo che il Monsignore mente, però ammesso ma non concesso che dica la verità, il punto non è la volontà di Benedetto, ma se poteva rinunciare, se aveva la libertà di farlo. Come ha detto Pio xii quando le truppe tedesche entrarono in Roma: “quando il primo soldato tedesco entri in questa stanza, non troverà il Papa, ma solo il cardinale Pacelli.” Cioè, la libertà è una condizione oggettiva del ministero ( o munus, è lo stesso) petrino. Il soldato tedesco non troverebbe il Papa non perché questo non lo volesse, ma perché il cardinale Pacelli non sarebbe più Papa, perché il Papa per definizione dev’essere libero. Quando il CIC definisce che la libertà del Papa è condizione della validità della sua rinuncia, non si riferisce a uno stato soggettivo del Papa: de interioribus Ecclesia non iudicat. La libertà a che si riferisce il Codice è una realtà oggettiva. E è un’ovvietà che Benedetto Xvi non era libero, con spie anche nella camera da letto, bombardamento mediatico ininterrotto, traditori da per tutto nella gerarchia, mafie diverse in azione per impedire il suo governo, ricatti vari venuti dai più alti vertici del potere di questo mondo, quelli innominabili. Dire che Benedetto era libero è una sciocchezza.

  • federico ha detto:

    La figura di quest’uomo rimane per certi versi ancora enigmatica. Servo fedele, o doppiogiochista ricattabile? Conclusione: chi in particolare tra i figli prediletti di Maria, ovvero i sacerdoti, forse ha smarrito (o non ha mai avuto) fede. Come si può infatti mentire su cose così importanti, sapendo che al termine dell’esistenza terrena si dovrà rendere conto in Cielo delle proprie miserie terrene? Non temono il Signore?

  • Cristiano ha detto:

    In presenza del katechon è stato uno dei più raffinati e fedeli ambasciatori dei ‘messaggi’ anfibologici; rimasto solo nella posizione più scomoda e pericolosa dal Vaticano ha iniziato a ribaltare tutto in modo palesemente grossolano scrivendo ‘errori’ che non stanno ne in cielo né in terra …
    Ognuno faccia le proprie considerazioni.
    Ognuno si metta nei suoi panni, rimasto solo circondato dal ‘contesto amichevole’ che ha eliminato un Papa, sparato a quello dopo e costretto alla ‘sede impedita’ il suo contemporaneo…
    Chi ha orecchio….

  • GINO ha detto:

    Anche io ho sempre pensato e detto che mio nonno mi ha lasciato nell’ intenzione, il garage con la macchina dentro, purtroppo la volontà obiettiva espressa nel documento mi dava solo il permesso di utilizzarlo per lavorare.

  • gladio ha detto:

    Ma chissà come mai mons. Gaenswein, simili dichiarazioni non le ha mai fatte a Papa Benedetto vivente, anzi…
    E chissà come mai, sempre mons. Gaenswein è stato trattato a pedate nel deretano da Bergoglio….
    E chissà come mai ha definito ” falsa” e dal contenuto
    ” menzognero” la falsa lettera a don Minutella…
    E chissà come mai, dopo anni di feroci polemiche si decide soltanto adesso a “parlar chiaro”
    E chissà come mai voleva ritirare il suo ultimo libro” nient’ altro che la verità”,ma non lo ha fatto ( oppure non ha potuto) ?
    Già, chissà come mai.

  • Andrea Cionci ha detto:

    Certo che BXVI non si è mai pentito di essersi dimesso. Offrendosi liberamente alla sede impedita li ha fatti fuori tutti.

    • Catholicus ha detto:

      CaronAndrea, quanto ad averli fatti fuori tutti, ci andrei cauto…per ora sembra che Bergoglio stia facendo fuori i pochi chierici filotradiziinalisti che osano uscire allo scoperto. La vittiria finale non potrà avvenire ad opera d’uomo, purtroppo; come lei ben sa ” se i tempi non fossero stati abbreviati, nessuno si sarebbe salvato” dall’ attuale impostura luciferina, politica, incivile ed ex cattolica. Ma i tempi sono stati abbreviati ( e non certo per merito di Ratzinger, né dei suoi predecessori fino a Roncalli, magari per merito di sacerdoti eroici cone Mons. Lefebvre, don Luigi Villa, ecc.), cosicché, ” quando tutto sembrerà perduto…allora Io sarò con voi” ci ha fatto sapere la Madonna, aggiungendo che “alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà”; quindi è Lei, e solo Lei che li farà fuori tutti, caro amico; è piaciuto infatti al Suo divin Figlio. ( e Nostro Signire Gesù Cristo) riservare alla Sua SS.ma Madre, l’ umile Ancella del Signore, il privilegio di schiacciare il capo del setpente infernale, ricacciandolo nell’ Inferno, assieme a tutti i suoi disgraziati collaboratori, celesti e tetrestri…pace e bene, caro Cionci…

      • Fabio ha detto:

        Mons Lefebvre? Quando Giovanni Paolo II e Ratzinger pubblicarono quel capolavoro che è il Catechismo della Chiesa Cattolica lui era già fuoriuscito da tempo, rinunciando alla battaglia.

  • Giampiero ha detto:

    Solo stanchezza? Sarà!? Ma, mi domando, perché mantenere l’abito bianco con tutti gli annessi e connessi?… E a poca distanza della beatificazione della Emmerich poi.
    Insomma, detta così Benedetto XVI passerà alla storia come il papa che più di ogni altro ci ha condotti verso il GRANDE EQUIVOCO. Ma sarà poi così??? Voglio sperare di no. Ho troppa stima del cardinale Ratzinger per accettare un tale epilogo.

  • Terminus ha detto:

    C’est le ”Codice Gänswein” adressé aux biens avisés. C’est sa façon de remuer le caca pour qu’il sente encore plus fort et qu’on remarque encore plus sa présence. Il sait bien que ceux qui doivent comprendre comprendront et que ceux qui ne doivent pas comprendre ne comprendront pas.
    Il suffit de savoir que Benoît XVI a porté l’habit de pape jusqu’à sa mort. Certains croient encore que c’était parce qu’il n’avait pas pu trouver d’autres habits.
    Et après l’assassinat de Jean-Paul Ier et la tentative d’assassinat de Jean-Paul II, il est presque impossible de croire qu’il n’y a jamais eu de complot contre Benoit XVI ni d’autres raisons que son état de santé pour se retirer.
    Difficile de croire aussi qu’après avoir passé autant d’années à ses côtés, Monseigneur Gänswein en viendrait à le tourner en dérision, à le trahir. N’oublions pas qu’il est dans un environnement mafieux.

  • fra Giovanni Maria ha detto:

    Grazie a Marco Tosatti di offrire l’occasione di commentare queste parole dell’ arcivescovo Ganswein. Cosa dire sul fatto che monsignore parla sulla “rinuncia” di Papa Benedetto XVI in modo cosi naturale, in evidente contraddizione ai vari”codici Ratzinger” da lui stesso presentati, come dimostrato da Andrea Cionci? Se la parola del fedele dev’essere il “Si”oppure il “No”, allora l’arcivescovo come pensa di entrare nello stesso cielo dove lo aspetta il santo papa Benedetto XVI?

    • GINO ha detto:

      Un comportamento istituzionale che vuole avere effetto giuridico verso tutto deve avere una norma su cui conformarsi. In base a quale norma esiste il papato emerito a riposo?
      Si ricordi che benedetto XVII non ha emanato norme a riguardo.

      • fra Giovanni Maria ha detto:

        La “rinuncia” non era se no quella al ministero, non al munus. Parliamo dell’uso non equivoco di queste parole nel diritto canonico, e questo uso fa capire che esiste il canone dove, per una valida rinuncia al papato, il papa deve rinunciare al “munus”. Giacché Benedetto ha rinunicato al “ministero”, no ha rinunciato al papato. – Il problema, come nella crisi del Covid, non sono le leggi esistenti o no, ma è l’apparato mediatico apparentemente onnipotente. Legga i santi vangeli, come i falsi Giudei al tempo di Gesù con la loro potenza mediatica hanno cambiato l’opinione del popolo, e addiritura del “presidente” della Giudea, con nome Ponzio Pilato. Il “padre della menzogna” sa come svalorizzare la parola dell’uomo. Fa vincere la quantità sulla qualità. Resistiamo e testimoniamo la verità – Gesù Cristo.

    • Fabio ha detto:

      Guardi che anche Cionci sostiene che Ratzinger non si sia mai pentito della sua rinuncia.

  • d. Tedesco che vive a Roma dal 1994 ha detto:

    Buongiorno signor Tosatti , mi scuso per la franchezza un pò rude con cui mi esprimerò . Ciò che dice mons. Geog Ganswein ,dopo la morte di Benedetto, ha valore solo opportunistico per lui. Come peraltro è sempre stato . Il Papa Benedetto XVI infatti continuò per tutto il suo Pontificato a NON fidarsi di GG e continuò ad avere come vero riferimento di fiducia mons. Clemens , che ….( è meglio non vada oltre …) . Conoscevo bene entrambi .Mi creda , Ganswein dopo il caso Gabriele -Vatileaks è una altra persona . chissà perchè….

    • Terminus ha detto:

      votre commentaire voudrait-il donc dire que ce que Monseigneur Gänswein a dit est le contraire de la vérité, et donc que Benoît XVI a démissionné dans la suite de ”Vatileaks », de pressions du lobby LGBT, et de divers complots ?
      Ce serait bien que vous puissiez nous rapporter de quelconques preuves de ce que vous avancez.

    • Paoletta ha detto:

      Credo che anche Viganò sia dello stesso avviso.

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