Per Allentare la Pressione. Il Matto.

24 Novembre 2023 Pubblicato da 21 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Matto ci invita ad allentare la pressione che incombe su ciascuno di noi immergendoci nella natura. Buona lettura e diffusione.

 

PER ALLENTARE LA PRESSIONE

Cito da: finestresullarte.info

«Sulla trabeazione dell’arco di trionfo di Villa Durazzo-Pallavicini a Genova Pegli, una scritta rappresenta allo stesso tempo un monito e un invito:

VALETE URBANI LABORES / VALETE PROCUL ANIMI IMPEDIMENTA / ME SUPERA CONVEXA ET SYLVAE ET FONTEIS / ET QUID QUID EST ALIORA LOQUENTIS NATURAE / EVEHAT AD DEUM

 

ADDIO, PREOCCUPAZIONI DELLA CITTÀ / STATE LONTANI AFFANNI DELL’ANIMA / IL CIELO, I BOSCHI, LE FONTI / E TUTTO CIÒ CHE DI SUBLIME ESISTE NELLA NATURA / MI ELEVANO A DIO

 

[…] Siamo dunque invitati a lasciarci alle spalle la città e a calarci nella natura incontaminata per cominciare a recuperare il nostro spirito».

* * * * *

Chi volesse documentarsi di più in merito alla storia della Villa, scoprirebbe che il suo ideatore Ignazio Pallavicini (Milano, 1800 – Genova, 1871):

«apparteneva alla massoneria, e il parco si configura, spiegano gli studiosi Silvana Ghigino e Fabio Calvi, come un percorso fedele al motto massonico “Se avrai la forza di perseverare, uscirai purificato e vedrai la Luce”, tanto da divenire “luogo che risponde in tutto e per tutto a questo agognato raggiungimento”. Il visitatore è chiamato a una continua opera di perfezionamento, che passerà attraverso l’abbandono della materialità, la morte, la purificazione dell’anima e arriverà al conseguimento della luce». (finestresullarte.info).

Ora, a mio ecumenico parere, l’argomento è di estremo interesse universale, ragion per cui la massoneria può esserne benissimo ‘espropriata’, visto che anche il Cristiano, come ogni altra seria persona religiosa, ha da compiere un percorso di purificazione che lo renda degno della Luce (Cristo/Spirito Santo). Di qui la lecita assunzione, anche da parte del Cristiano, della scritta sulla trabeazione dell’arco di trionfo della Villa e del relativo percorso, la cui essenzialità certamente non è di sola pertinenza massonica, visto che, per la sua valenza riguardo alla Luce, può essere valida, oltre che per un Cristiano, anche per un Buddhista, per un Islamico, per un Ebreo e via dicendo:

 

il Buddhismo ci parla della “Bodhi”, l’Illuminazione/Risveglio, mentre i Tibetani ci dicono della “Od-Sel”, la Chiara Luce; gli Islamici ci parlano dell’“Anwâr asliyya”, la Pura luce divina, mentre la Cabala ebraica ci dice dell’“Ohr Ein Sof”, la Luce infinita. E, com’è noto, la Luce è Una e Bianca.

 

Ciò che della scritta mi risulta di particolare valore risiede nel fatto che:

 

IL CIELO, I BOSCHI, LE FONTI / E TUTTO CIÒ CHE DI SUBLIME ESISTE NELLA NATURA / MI ELEVANO A DIO.

 

«La Natura mi eleva a Dio», cioè alla Luce. E così, al riguardo, sono andato, sempre con spirito ecumenico, in cerca di frasi e aforismi che qui di seguito propongo, auspicando che possano essere di una qualche utilità per le gentili Lettrici ed i gentili Lettori. Può darsi, infatti, che intrattenervisi con  calma ed attenzione, prendendosi qualche minuto per sé, e lasciando perdere la pressione degli ormai asfissianti «urbani labores», ossia, diciamola tutta, degli sconquassi irricomponibili di questo mondo, possa costituire un sufficiente “surrogato” del percorso nella Villa. Ovviamente, l’invito preliminare è sempre quello che, almeno a me, è assai prezioso: «non voler sapere chi l’ha detto ma bada a ciò che è detto» (Imitazione di Cristo).

 

Sediamo allora ciascuno nella propria camera dopo aver chiuso la porta, ed iniziamo il nostro percorso meditativo e poetico, avvalendoci della facoltà immaginativa di cui siamo dotati – facoltà che vede, ascolta, gusta, odora e tocca! – e che si situa oltre il pensare, perciò oltre il complicato e rumoreggiante mondo delle parole e dei concetti. Non prima, però, di aver seguito il consiglio di Lao Tze:

 

«Fai che il tuo cuore sia come un lago: con una superficie calma e silenziosa e una profondità colma di gentilezza» (immagine stupenda!).

 

* * * * *

«Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri».

San Bernardo

 

«Dio scrive il Vangelo non solo nella Bibbia, ma anche su alberi e fiori e nuvole e stelle».

Attribuito a Martin Lutero

 

«La natura, il vicario di Dio onnipotente».
Geoffrey Chaucer

«La natura è piena di genio, piena di Divino, cosicché neppure un fiocco di neve sfugge alla sua mano modellatrice».

Henry David Thoreau

 

«Vedete, voi non siete stati educati a stare da soli. Andate mai a fare una camminata per conto vostro? È molto importante uscire da soli, sedersi sotto un albero * – da soli, senza nessun libro, senza nessuna compagnia – e osservare una foglia che cade, ascoltare lo scorrere dell’acqua, il canto dei pescatori, osservare il volo di un uccello e i vostri stessi pensieri che si rincorrono nello spazio della mente. Se siete capaci di stare da soli e osservare queste cose, allora scoprite ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, e che non potranno mai essere distrutte.

Jiddu Krishnamurti

…………………………

 

* nota nipponica del Matto – SEDERSI SOTTO UN ALBERO: l’ideogramma YASUMI, che significa RIPOSO, mostra proprio un uomo e un albero, di cui Fosco Maraini scrive in “Ore giapponesi”: «Chi fu quel geniale poeta che pensò di simboleggiare un simile concetto unendo l’essere più inquieto e più travagliato, l’inventore di tutte le fatiche, di tutti i lavori, di tutti gli affanni, il povero uomo che crea sudando le civiltà senza sapere perché, a quell’altro essere invece supremamente stabile, sereno e saggio, l’albero?». A ben vedere, dunque, YASUMI-RIPOSO vale CONTEMPLAZIONE! Ovvero: STATO INTERIORE DI NON BELLIGERANZA, caparra del Regno dei cieli.

…………………………         

 

«Mi capita di allontanarmi dal mondo pieno di polvere e vado in cerca di alberi di alloro. Nella valle regna il silenzio. Percorrendo un sentiero non vedo altro che un piccolo taglialegna. Man mano che avanzo il paesaggio cambia, ma vento e foschia mi seguono ovunque. Se vuoi sapere dove trova il piacere un eremita, sappi che la sua gioia sta nel vento incontaminato che soffia sotto i pini».

Tami no Kurohito.

 

«Quanto più uno vive solo, sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c’è nulla di più bello e più grande del compiere gli obblighi della propria vita quotidiana, semplicemente e naturalmente. Dall’erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo; c’è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti».

Rabindranath Tagore

 

«Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il paradiso. Natura è tutto ciò che noi udiamo: il passero, il mare, il tuono, il grillo. O meglio, la natura è armonia. Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità».
Emily Dickinson

 

«Se desideri conoscere il divino, senti il vento sul viso e il sole caldo sulla tua mano».

Buddha

 

«La natura è la differenza tra l’anima e Dio».

Fernando Pessoa

 

«La luce della luna inonda l’intero cielo da un orizzonte all’altro; quanto può riempire la tua stanza dipende dalle tue finestre».

Jalal ad-din Rumi

 

«Lo spirito per la conquista dei beni materiali ha corrotto l’uomo vero, ricco del dono di amare la natura e la vita, che usava contemplare lo scintillio delle stelle e amava il verde degli alberi, amico delle rocce e delle onde, ove, tra silenzi e ritmi, le forze misteriose dello spirito penetrano nell’anima».

Adriano Olivetti

 

«Non sforzarti di spostare gli alberi: un uomo saggio cammina tra essi.

Il rispetto per l’ambiente e per ciò che accadeva naturalmente in Natura: quello era il fondamento di tutti i popoli originari. Armonia, convivenza, non conquista e sopruso.

Tutte le piante sono nostri fratelli e sorelle. Ci parlano, e se ascoltiamo possiamo sentirli.

 

Quando sei nato, tu hai pianto e il mondo è stato felice. Vivi la tua vita in modo che, quando te ne andrai, il mondo piangerà e tu sarai felice».

Detti dei Nativi Americani

 

«Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane».

Gabriele D’Annunzio

 

* * *

Da inguaribile filonipponico qual sono, non potrei non concludere con tre  delicatissimi componimenti contenenti un “kigo”, ovvero un riferimento alla natura ed alla stagione in cui il poeta si trova nel trasumanante momento dell’ispirazione. Già! Cosa sarebbe la vita senza i momenti illuminanti dell’ispirazione? E a che varrebbe il vivere senza il Mistico e il Poetico che mettono in comunicazione la Terra con il Cielo?

«Il silenzio
penetra nella roccia
un canto di cicale».
Bashō

 

«Nella sera luccica
il ventre delle trote
nell’acqua bassa».
Uejima Onitsura

 

«A coglier violette

venni in questo

campo di primavera.

Ma andar via fu duro,

sicché vi passai tutta la notte».

Yamabe no Akahito

 

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21 commenti

  • stefano raimondo ha detto:

    Il Matto e gli altri frequentatori del blog conosceranno già, comunque ricordo a tutti l’atto di abbandono a Gesù di don Dolindo Ruotolo, funzionale allo scopo emergente dall’articolo. (Si trova e si scarica facilmente in rete). Per me è stata una scoperta recente e sorprendente, sto imparando a non fare progetti e a non preoccuparmi oltre misura, anche la stessa via di un cristiano: sto imparando a “deflettere”, in qualche modo mi sarà indicata da Gesù. Saluto Il Matto e vado a leggere qualcosa dell’arco di trionfo del Pallavicini.

  • stefano raimondo ha detto:

    Mi fanno ridere quelli che mi dicono: perché sei tutto solo? Come se essere soli in qualche frangente della giornata fosse qualcosa di negativo o di strano… Le persone non riescono più a stare da sole e quindi vedono quasi con compassione chi sta vivendo dei momenti da solitario (inconsapevoli che magari proprio quei momenti sono i più belli della giornata). Anche Gesù ogni tanto “ricaricava le batterie” e se ne stava tutto solo soletto.

    Mi è piaciuto insomma il pensiero di Krishnamurti: ringrazio il mio amico Nippo per avermi fatto conoscere la riflessione suddetta. Per dare il mio contributo, qui sotto un breve pensiero che non si riferisce allo star da soli ma che credo abbia una certa attinenza col tema generale dell’articolo.

    L’atteggiamento di preghiera è originario e naturale, non soltanto negli uomini, ma anche in animali e piante; potremmo cercarlo anche nella materia – nei suoi tessuti, nelle sue vibrazioni. (Jünger – Due volte la cometa).

  • Adriana 1 ha detto:

    Matto,
    ” Siediti al sole, abdica. E sii il re di te stesso. ” (F.Pessoa).

  • unaopinione ha detto:

    Ehi … io ho seguito il consiglio de “Il Matto” e mi sono fatto una passeggiata immaginativa per il sentiero del parco che sta vicino a casa mia (pur restando seduto nella mia comoda poltrona) …
    cosa ho visto che non avevo mai visto prima! … folletti che mi facevano inciampare per diletto, draghi che volavano in alto nel cielo, ufo che sfrecciavano fra gli alberi, alberi che si inchiavano quando passavo ed altri che per dispetto mi sbarravano la strada e mi costringevano a cambiarla, trappole che sembravano aspettarmi per catturarmi, un grosso Serpente appeso ad un ramo che mi minacciava che se non avessi smesso di scrivere male di Lui mi avrebbe morso, un lupo che mi ha avvertito che il mondo in cui sarei ritornato al termine della passeggiata é pieno di suoi simili seppur travestiti da uomini, fuochi infernali che sembravano provenire dal sottosuolo e le cui fiamme sembravano gioire tanto piú mi avvicinavo a loro … e alla fine un branco di diavoli che mi inseguivano e che mi hanno costretto a fuggire dal parco e a ritornare nella realtá …
    e quando sono ritornato in me, tutto sudato, ho raccontato minuziosamente e vividamente tutto alla persona che mi stava acccanto in quel momento, facendogli venire pure l´idea che pensavo che tutto quello che stavo raccontando mi era realmente successo. Questa, sentito il tutto con pazienza e notando pure l´agitazione in cui mi trovavo, mi ha infine detto: “Tu devi essere proprio matto … chi potrá mai credere ad una storia insensata come questa? E poi, ammettendo che esista, perché ti sei avventurato in una mondo cosí assurdo e pericoloso?”
    Io ci ho pensato un poco e alla fine ho risposto: “A dire il vero qui su questa poltrona mi sento perso in questa noiosa quotidianitá materiale e per sfuggirle mi sono creato nella mente tutto questo mondo di fantasia”.
    La persona, accennando un sorriso di accondiscendenza: “A che scopo fare tutto questo? Non potevi farti una reale passeggiata nel parco qua vicino come fai sempre ed evitare tutto questo stress? Lá è sicuro che tutte queste cose non accadranno mai”.
    Io: “Ecco, sí, avrei potuto farlo … ma il fatto è che solo chi è disposto a credere all´impossibile puó sperare di credere a Dio”.
    Fine della storiella che spero che sia piaciuta.
    Morale? Mi sfugge.

  • Paolo Mayer ha detto:

    E’ la massoneria che scimmiotta la Chiesa e non viceversa.

  • Cristina ha detto:

    “Tutto ciò che esiste di grande e di bello,da qualunque parte provenga,viene da DIO”(San Domenico).”L’Uomo è la gloria di DIO”(San Cipriano).”Rimango ad Atene perché sono gli uomini che mi insegnano”(Socrate)

    • lL MATTO ha detto:

      Ottimo. Grazie.

    • lL MATTO ha detto:

      Qualcuno direbbe che l’aspetto violento e maligno della Natura è il riflesso di ciò che alligna nella coscienza corrotta degli Umani. In altri termini ciò che ci accade intorno è la conseguenza di ciò che abbiamo dentro. Impossibile che qualcuno possa dire “ah no! Io non c’entro nulla!”. Volenti o nolenti siamo TUTTI in relazione per mille motivi: “nessun uomo è un’isola” (Thomas Merton). sSi tratta di un argomento complesso e drammatico. GGrazie per il contributo.

  • Giampiero ha detto:

    Ok sig.Matto, a chi le scrive però non è mai sfuggito il volto sinistro di madre Natura ( prendo in prestito un aggettivo alla moda), quel volto che spesso, troppo spesso ,vediamo tramutarsi in matrigna. Sofferenza, dolore, lotta, sono le costanti che vediamo convivere con l’ordine, alla bellezza, la bontà. Innegabili anche questi altri aspetti. Ciò a cui aneliamo non è che il superamento di questo presunto o almeno apparente dualismo. Il N.T. non per nulla parla di nuova creazione, di palingenesi, di un mondo che geme e soffre nella sua gestazione. Il mistico ne coglie già una prefigurazione nella contemplazione dell’attuale. Ricordiamoci poi che la presenza del male, simboleggiata nell’A.T. dal serpente, precede il peccato originale dei progenitori. Forse il mito della “caduta degli angeli” può aiutarci a comprendere certa dualità a livello cosmico , dualità che , soprattutto se colta, sperimentata e vissuta, fa però da sprone alla nostra autotrascendenza. Un cordiale saluto.

    • Adriana 1 ha detto:

      Giampiero,
      Interessante l’osservazione sulla guerra tra gli Angeli, ( ed Enoch è pure venerato tra Etiopi e gli antichi Slavi ).
      Nella descrizione più nota del Genesi, ad ogni
      ” creazione”, “Dio” si mostra soddisfatto e afferma che quanto creato “è bene”…Compresa la vegetazione… Però- evidentemente- qualche (un?) albero è male, un male “nella” natura addirittura antecedente al più intelligente delle creature create: ossia al Nahash.
      Allora…come la mettiamo?

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