Gotti Tedeschi. Le Ragioni del Crollo della Civiltà Cristiana (e dell’Occidente…).

18 Maggio 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo del prof. Gotti Tedeschi, apparso su Il Pensiero Cattolico, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Ettore Gotti Tedeschi: prof. Don Alberto  Strumia e la spiegazione alla crisi della civiltà cristiana (considerata  da molti teologi morta e sepolta, che persino ormai  puzza un po’ …)

Un cattolico di criterio oggi non può non  preoccuparsi  del crollo della civiltà (occidentale e cristiana ) ed è costretto a chiedersi come e perché ciò sia avvenuto. Molti affermati intellettuali son convinti di saper spiegare perché  una civiltà sorge e declina fino a morire. Taluni son convinti che sia legata al ciclo  del  progresso tecnico scientifico. Altri son più cauti e scettici  sul significato stesso di  progresso e impatto su civiltà. Abbiamo letto libroni sul crollo della civiltà egizia, etrusca, romana, vichinga…  Siam stati costretti a leggerci le interpretazioni più o meno suggestive sul crollo della civiltà occidentale (che non tutti, ”prudentemente“,  hanno più chiamato cristiana… ) .Le interpretazioni più famose  di questo declino o crollo son state  imposte dal cosiddetto  pensiero politicamente corretto dominante, cercando  di non fare “moralismo”… .  Per esempio  Oswald Spengler (nel 1918) nel suo Tramonto dell’Occidente , spiega il declino dell’occidente grazie  alla perdita della fede …, ma quella illuministica . Paul Hazard  ( nel 1935 ) ,nella sua Crisi della coscienza europea, si avvicina al vero (fuochino, diremmo) senza sprecarsi troppo, individuandola nella trasformazione da una  società  fondata sui doveri a quella fondata solo sui diritti. Sottovalutando  un po’  il fatto che chi  proprio ha diritti maggiori (ignorati però) è la dignità della creatura umana. Frederic Nietzsche ben prima dei due colleghi citati  ( intorno al 1885) non si limitò a spiegare, bensì a profetizzare  il declino dell’Occidente. Anticipando la ineluttabilità  di  quello che stiamo vivendo oggi con il Transumanesimo: malthusiano e ambientalista. Ma il nostro Frederic porta  altre tesi molto forti, affermando che il declino dell’occidente era obbligato ed auspicabile, proprio perché fondato su radici cristiane (lui lo riconobbe!)  e perché il cristianesimo ha corrotto ed indebolito la civiltà intera . Interessante capire Nietzsche per capire i tempi che stiamo vivendo. Solo pochissimi, meno  conosciuti  e magari anche poco convinti , han tentato di spiegare che  il crollo della civiltà cristiana è dovuta alla negazione di Dio.

Se io dovessi scrivere il perché la civiltà cristiana è crollata, scriverei perché non ha saputo mantenere fuse Conoscenza e Sapienza.  Ma perché non ha saputo farlo?  Questo è il punto chiave.  Perché?

Ciò che  determina il crollo di una civiltà  come quella cristiana  è certo il  crollo dei valori creduti e vissuti. Certo ma perché ciò è avvenuto?  Perché?  Ed eccoci alla risposta .

Il prof. don Alberto Strumia ( teologo tomista  , fisico e matematico) propone una riflessione fondamentale per rispondere ai “perché” . Perché la religione si è degenerata, la Verità è stata corrotta, le Leggi Naturali ( come primario criterio di Verità) son state negate e contraddette , la razionalità  andata persa.  Ciò ha influenzato il crollo dei valori e infine il crollo della stessa civiltà . La storia degli ultimi 50 anni in proposito è esemplare, se si volesse  capirla analizzando le cause, anziché solo gli effetti. Il prof. Strumia propone queste riflessioni in due libri (Cosa è una religione. Cantagalli 2006   e  Scienza e Teologia a confronto. Fede & Cultura 2014) .

Confesso che dopo averli letti (soprattutto Scienza e Teologia a confronto) ho scoperto quante considerazioni ci son state “tenute nascoste“  o confuse , grazie a un preteso dialogo fra scienza e fede  spesso troppo superficiale, accomodante,  insufficiente a rafforzare la fede  verso quelle  tesi scientifiche  orientate a svalorizzarla  ( si pensi solo al tema Evoluzionismo) . Leggendo detto libro si intuisce (almeno  io l’ho intuito  così ) che  il declino della civiltà cristiana inizia  grazie  alla crescita del pensiero scientifico,  che è però  prevalso intimidendo il pensiero teologico e filosofico, grazie soprattutto all’indebolimento della ragione.

Ed il famoso   dialogo  tra scienza e fede  ha visto  la fede  sempre più  in posizione subalterna, intimidita, subordinata alla Scienza , che non vuol sentir parlare di “fiat Lux”. Così , nell’ansia dei teologi di  ricercare l’unità del sapere, si è  imposta una  ricerca ossessiva di “concordismo”, cioè di ricerca da parte dei teologi di accostamento e identificazione della Creazione  con il big-bang della cosmologia scientifica .

La Sapienza ha dovuto conformarsi alla Conoscenza. Perché mai ? Ed allora a che serve ?  Indebolendo  il carattere scientifico della Teologia, si è indebolita la  filosofia, si è indebolita  la ragione, e si è indebolita la fede .  Come non intendere ora  perché la civiltà cristiana è considerata da tanti teologi morta, sepolta e  comincia persino a puzzare  ? Ne parleremo a Bassano in agosto.

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1 commento

  • il Matto ha detto:

    «Il declino della civiltà cristiana inizia grazie alla crescita del pensiero scientifico, che è però prevalso intimidendo il pensiero teologico e filosofico, grazie soprattutto all’indebolimento della ragione».

    Considerando questa frase m’è sovvenuto che c’è una parola che indica il responsabile dei tramonti delle Civiltà: “pensiero”.

    Ecco: il pensiero è … pensiero, e aggiungere “scientifico”, “teologico” e “filosofico” non modifica in nulla, ed anzi complica la faccenda. Il pensiero in sé è il problema umanamente ostico e tragico. Che esso sia suscitato da una fede religiosa, oppure da un fede scientifica o filosofica – perché una cosa è certa: nessun pensiero può nascere senza la fede in qualche oggetto quale che sia – il gioco non cambia: il pensiero può assumere indefinite (o infinite?) forme e perciò è inevitabile che tali forme entrino in conflitto, e le guerre che hanno devastato e devastano il mondo ne sono la prova inconfutabile. Da cosa nascono i conflitti, i contrasti e, le inimicizie se non dal pensiero?

    I messaggi religioso, filosofico e scientifico muovono dai rispettivi pensieri che una volta esternati entrano in conflitto.Perciò il pensiero (e le parole che esso suscita) è portatore di un conflittualità che in quanto tale vede l’affermarsi del più forte.

    Al pensiero più debole, che è quello cristiano, non resta che ri-pensarsi, ovvero esercitare un’autocritica onde individuare un nuovo modo di esternarsi e quindi un … nuovo pensiero! Pertanto, per fare un solo esempio, opporre ostinatamente il pensiero della Creazione al pensiero del big-bang, ovviamente provocando l’ostinata opposizione del pensiero del big-bang al pensiero della Creazione, lascia il tempo che trova se non peggiore. Opporre mito a mito è cosa inutile e controproducente.

    Forse è opportuno – azzardo un rimedio – abbandonare il pensiero che deduce (e obbliga a dedurre) in favore del pensiero che induce, quindi non un pensiero granitico che si presenta come inconfutabile bensì un pensiero più delicato, sottile, lepido, in una parola sapiente, che, soprattutto, stimoli alla libera ricerca ed alla scoperta personale.

    Non soltanto, allora, un pensiero che scende e s’impone dall’alto sul basso, bensì anche e soprattutto un pensiero che invita a partire dal basso verso l’alto.

    Del resto, l’albero non può protendere la sua chioma verso il cielo senza che essere ben radicato in terra.

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