Dilexi Te. In Anteprima su Messa in Latino il Testo. E un Commento: Fine di un Ciclo o Continuazione?

9 Ottobre 2025 Pubblicato da 11 Commenti

  
  

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo commento, pubblicato da Messa in Latino, a cui va il nostro grazie, sull’esortazione apostolica “Dilexi te” di papa Leone XIV. Se volete leggere il testo completo dell’esortazione cliccate sul collegamento. Buona lettura e meditazione…

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IN ANTEPRIMA il testo dell’esortazione apostolica “Dilexi te” del Santo Padre Leone XIV sull’amore verso i poveri

Riportiamo di seguito il testo integrale dell’Esortazione Apostolica “Dilexi te” del Santo Padre Leone XIV sull’amore verso i poveri, firmata e della quale era stata annunciata la pubblicazione sabato scorso (QUI su MiL) e che sarà presentato fra poco presso la Sala Stampa della Santa Sede.

A «volo d’uccello» premettiamo alcuni nostri brevissimi commenti, rinviando a post successivi l’analisi del documento:
  1. il testo è totalmente «bergogliano»; addirittura papa Francesco diventa quasi «l’io narrante» («come Francesco dice ecc.»), è come se fosse l’ultimo documento del suo predecessore. Ha voluto, ci pare, concludere il «ciclo di Francesco», un po’ come la prima lettera enciclica di papa Francesco con il testo, di fatto, di Papa Benedetto XVI;
  2. l’Esortazione Apostolica è stata firmata il 4 ottobre: in ricordo di papa Francesco e non del Santo?
  3. è stata scritta, sembra, da mons. Vincenzo Paglia sulla traccia di un suo precedente volume: secondo noi quasi neppure revisionata da Papa Leone XIV, salvo alcune riflessioni personali, soprattutto in coda all’Esortazione Apostolica (lo dice di fatto al n. 3);
  4. doveva essere una Enciclica, considerata la lunghezza ed il numero di note, poi derubricata ad Esortazione Apostolica (QUI e la fotografia in calce Nico Spuntoni);
  5. già i nomi dei presentatori di oggi dicono tutto: card. Michael Czerny S.I. (Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale) e card. Konrad Krajewsky (Prefetto del Dicastero per il servizio della carità);
  6. il punto 86, che riprende la costituzione conciliare Gaudium et spes, dove si cita la parte sulla proprietà privata «colui che si trova in estrema necessità ha il diritto di procurarsi il necessario dalle ricchezze altrui» è estrapolata, a nostro parere, dal contesto della GS stessa: autorizza de facto l’esproprio proletario?
  7. l’impianto è quasi «socialista» e filo Teologia della Liberazione?
  8. n. 12 sui moltissimi poveri: ma la povertà non è costantemente diminuita, come riferiscono tutte le fonti economiche, compresa la FAO?
  9. «Gesù Messia povero» (18 e 19): non ci pare;
  10. «Una Chiesa per i poveri» (35): speriamo non solo;
  11. «Gesù migrante» (73): non ci pare;
  12. è evidente un assist molto forte a favore dei «movimenti popolari» (81);
  13. ci pare ci siano forzature su San Giovanni Paolo II sui poveri (87);
  14. buone e valide espressioni sui «poveri spirituali» (114);
  15. buona ed efficace l’esortazione nella parte riferita all’elemosina (115-118).
Concludendo con una nostra domanda: si tratta dell’ultimo documento di un ciclo (speriamo finito), o il continuamento tout court del pontificato di Papa Francesco?
 
La Redazione

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11 commenti

  • Don Pietr Paolo ha detto:

    Cari amici,
    vedo che anche l’Esortazione Dilexi te è diventata per taluni la nuova “prova del complotto”.
    Appena leggono la parola povero, gridano al “socialismo”.
    Appena trovano una citazione del Concilio, gridano al “tradimento”.
    Appena compare la parola misericordia, partono in processione con l’incenso a don Minutella.

    Ma la fede cattolica, mi spiace ricordarlo, non si misura a like o a scomuniche fai-da-te.
    Leone XIV non ha scritto un’appendice del bergoglismo, ma un richiamo al Vangelo più scomodo di tutti: quello dell’amore operoso.
    E no, non è marxismo dire che la proprietà privata è ordinata al bene comune — lo insegnava san Tommaso, che non mi risulta avesse la tessera del partito.

    Chi teme che Dilexi te “apra ai poveri” forse ha paura che Cristo stesso gli bussi alla porta.

  • Mario ha detto:

    Predilezione bergogliona per i poveri, riedizione della maramalda e truffaldina “opzione preferenziale per i poveri” degli anni ’70? No, grazie!
    Di fronte al Signore essere materialmente poveri o ricchi conta ben poco. Infatti sulla terra ebbe anche amici ricchi e potenti, come Lazzaro di Betania, Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea… E Lui stesso, nato poveramente in una grotta o stalla che dir si voglia, non è appartenuto ad una famiglia di pezzenti bensì a quella di un onesto artigiano, che allora era una posizione da ceto medio. Anche gli apostoli non erano pezzenti, a cominciare da Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, proprietari di una “azienda” di pesca che riforniva anche il sommo sacerdote.
    Dunque quello che conta non è la ricchezza o la povertà ma la volontà di seguire il Signore prontamente, compresa la carità, materiale ma ancora più spirituale. Se la Chiesa dovesse abbracciare le teorie marxiste si allontanerebbe dall’insegnamento di Cristo, riducendosi a fare sindacalismo e assistenza sociale, proprio quello che è il bergoglionismo, così lontano dalla vera dottrina sociale della Chiesa praticata fin dai tempi apostolici, quando vennero istituiti i diaconi per provvedere con giustizia ai poveri della Comunità Cristiana, e non altri; e non risolvere i mali del mondo, cosa utopica che sfocia non nel preteso paradiso in terra ma in un inferno in cui la malvagità sguazza sovrana.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Però c’è un però. Leone XIV sembra dimenticare di essere un Papa e come tale guida spirituale dei cattolici. Nel suo documento la parola preghiera compare 12 volte ma sempre vista come cosa inutile se non accompagnata dalla sollecitudine materiale per i poveri. Non c’è un minimo accenno al dovere dei cristiani di pregare con fervore e con fede il Signore perchè se li ama tanto da prediligerli, intervenga per porre fine allo scandalo dello sterminio dei poveri operato persino in suo nome, proprio, tra gli altri, da quello che si considera il suo popolo eletto. Un capo della chiesa che dimentica l’efficacia della preghiera di supplica nelle tribolazioni e di esortare i fedeli a pregare, mi sembra uno scandalo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Prima impressione, che spesso è quella che conta. A parte qualche sbavatura e qualche cedimento alla tentazione di fare della demagogia, mi pare che la carrellata storica su quanto fatto e detto dalla Chiesa nei secoli passati a favore dei poveri e dei sofferenti e l’esortazione ai cristiani di oggi ad essere più attenti al problema della povertà, più generosi nel dare concretamente aiuti materiali e spirituali e nel combattere la cupidigia opprimente che non guarda in faccia a nessuno pur di arricchirsi e per mezzo della ricchezza massimizzare il potere, valga davvero la pena di essere letta attentamente e considerata positivamente da tutti.

  • Angelo ha detto:

    Dallo IL, Castiglione-Mariotti: dīlĭgo, is, lexi, lectum, ĕre
    In una sua accezione sta anche per “dividere”, “spaccare”.

  • Ruggero Romani ha detto:

    “tempore necessitatis omnia sunt communia” comunista anche San Tommaso d’Aquino?

  • adriano bregolin ha detto:

    L’enciclica è vecchia nel tema ma rivoluzionata nello svolgimento. Cristicentrica, ecclesiale, patristica, biblica, non sociologica non proppagandistica, semplice non ad effetto. Bergoglio li non c’è più

  • Angelo ha detto:

    La vigile attesa di Casalini è da fortezza Bastiani, non disdegna il confronto col sottotenente e poi maggiore e vicecomandante Drogo.

  • Maria Anna ha detto:

    Fine di un ciclo., e nel contempo realizzazione della Visione di S.Giovanni Bosco circa il Papato e di nostra Signora di Fatima (ascensione della Collina in cima alla quale si trova la Croce di sughero)

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Diamogli tempo” …

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