Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo de Il Nord Est, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.
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In Croazia quasi 80 mila firme contro i maschi ultracattolici
Cresce l’opposizione al fenomeno degli “inginocchiati” e dei loro raduni pubblici di preghiera per soli uomini: per i sottoscrittori della petizione è un simbolo del patriarcato
Stefano Giantin
Innocui raduni di preghiera. Oppure il simbolo di un sistema maschilista e patriarcale che non deve più trovare spazio, in un Paese dove sono stati tanti, troppi, i femminicidi, sostengono decine di migliaia di cittadine e cittadini. Sono le due campane che risuonano e fanno discutere la Croazia, dove è tornato prepotentemente d’attualità il fenomeno dei cosiddetti “klečavaci”, letteralmente gli “inginocchiati”.
A far che? Ogni primo sabato del mese, gli adepti – esclusivamente uomini – si ritrovano in sedute pubbliche di preghiera in piazze centralissime come la Trg Jelačić, il cuore di Zagabria, a sgranare il rosario, spesso portando con sé bandiere e drappi con invocazioni alla Madonna. Poi, genuflessi, iniziano a pregare, con le invocazioni trasmesse attraverso altoparlanti. Invocazioni dietro cui si nasconde un movimento ultraconservatore, dalle posizioni politiche sicuramente controverse.
I maschi ultracattolici croati, negli anni passati, hanno infatti espresso la loro contrarietà al diritto all’aborto, auspicato che le donne si vestano in maniera non provocante e si oppongono al sesso prematrimoniale. Rigettano tuttavia con forza le accuse di essere nostalgici del regime ustascia – «siamo apolitici» – e di essere contro le donne – «noi preghiamo per essere migliori uomini, mariti e padri», assicurano.
Ma in Croazia un numero crescente di persone guarda con sempre maggior insofferenza alla testimonianza ostentata dei klečavaci. E sono ormai quasi 80 mila i croati che hanno sottoscritto una petizione, già presentata in Parlamento, per chiedere che le preghiere pubbliche per soli maschi vengano vietate, «in nome delle diciotto donne uccise nel 2025», il titolo dell’istanza, iniziativa dell’attivista e femminista Sanja Sarnavka.
La petizione – nata dopo l’ennesimo femminicidio di una ragazza di 22 anni a Fiume e dopo l’omicidio di una donna incinta e il ferimento di sua sorella – suggerisce un collegamento diretto tra le violenze sulle donne e il sistema patriarcale che viene, più o meno indirettamente, propagandato dai maschi in preghiera. Le donne vengono ammazzate mentre quegli uomini, «protetti dalla polizia e dal loro servizio d’ordine», nelle piazze si augurano che «le donne siano sottomesse ai maschi, umili e silenziose», arringa la petizione.
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2 commenti su “Croazia. A Chi Danno Fastidio i Maschi Cattolici Inginocchiati in Strada in Preghiera?”
viviamo davvero la schizofrenia di satana, al di là di chi crede o no.
Si giustifica l’aborto – eppure si uccidono tante femmine bambine e tutti tacciono e maschi – ma quando avviene un femminicidio tutto il mondo lo viene a sapere, giustamente, GUAI a giustificarlo.
Però, perché l’aborto deve essere difeso? perché si opera, anche, in segreto senza giornalisti?
Perché è maschilista e patriarcale?
O perché la legge di Stato è più importante della legge Divina? 5° comandamento NON UCCIDERE
O perché come cultura occidentale ci siamo svenduti all’ipocrisia omicida?
Mai stato credente e sul cattolicesimo/cristianesimo dissento parecchio….
Ma se fossi croato non esiterei ad inginocchiarmi assieme a loro.