Riabilitare lo Scomunicato Bonaiuti. E allora perché non Marcel Lefebvre? Americo Mascarucci.
20 Giugno 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un articolo pubblicato dal quotidiano dei vescovi, Avvenire. Buona lettura e diffusione.
§§§
Sta facendo molto discutere un articolo apparso sul quotidiano della Cei Avvenire, con cui lo storico Luigino Bruni ha chiesto la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti, il massimo esponente del movimento modernista di inizio Novecento, che fu condannato da San Pio X con l’enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907.
Il sacerdote Buonaiuti fu ridotto allo stato laicale e scomunicato, vivendo molti anni della sua vita in gravissime ristrettezze economiche, poiché essendo antifascista e in virtù del Concordato, non gli fu nemmeno più permesso di insegnare nelle scuole statali.
In verità non è la prima volta che il cattolico progressista Bruni su Avvenire si occupa di Buonaiuti, appellandosi alla Chiesa perché provveda a riabilitarlo, riconoscendo che la severità esercitata nei suoi confronti fu eccessiva e sbagliata; e su questo si può anche discutere, visto che lo stesso segretario di Stato Pietro Gasparri, noto per le sue posizioni liberali, si spese in prima persona nel tentativo di mitigare i provvedimenti imposti nei confronti del teologo che fu colpito dalla forma più severa di scomunica, quella per intenderci che di fatto impediva ad ogni cattolico di poter intrattenere rapporti con lui.
Tuttavia l’ostinazione di Buonaiuti nel restare fermo e coerente nei suoi convincimenti non rese possibile alcuna possibilità di riconciliazione, neanche da parte di pontefici come Benedetto XV e Pio XI più aperti e tolleranti rispetto a San Pio X.
Ma ciò che sconcerta di più è che a pubblicare l’articolo sia stato proprio il giornale dei vescovi, con Bruni che arriva ad accusare i papi pre-conciliari di aver ridotto Buonaiuti in miseria, rifiutando di esercitare nei suoi confronti una qualsiasi cristiana forma di pietà. Chi scrive ha sempre ritenuto un errore giudicare la storia con gli occhi del presente, perché ogni singolo evento va contestualizzato e compreso all’ interno dello spazio temporale in cui si è verificato.
E all’ epoca non era francamente tollerabile un sacerdote che nel tentativo di conciliare la dottrina della Chiesa con la modernità, arrivava a sostenere posizioni molto più in linea con il protestantesimo che con la fede cattolica.
Buonaiuti sosteneva ad esempio l’esigenza di riportare la messa a puro momento di comunione e fraternità, sul modello del cristianesimo primitivo, un banchetto sostanzialmente simbolico, mettendo in discussione la transustanziazione e il dogma della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.
Ma ciò premesso è opportuna una riabilitazione del prete scomunicato? Bruni sta tentando da parte cattolica la stessa operazione tentata nel mondo laico dallo scrittore e storico Giordano Bruno Guerri, e in ambienti cristiani dalle varie comunità di base che vedono in Buonaiuti un anticipatore del Concilio Vaticano II.
Ma è soprattutto durante il pontificato di papa Francesco che Buonaiuti è tornato d’attualità. Lo stesso Bruno Guerri ha più volte individuato il leader modernista come un Bergoglio ante litteram e ha evidenziato come la Chiesa guidata dal papa argentino fosse perfettamente allineata alle sue istanze riformatrici.
Va detto in tutta onestà però che Francesco, in dodici anni di pontificato, non ha mai citato Buonaiuti e in nessuna occasione ha fatto cenno all’ opportunità di rivalutare la sua figura e il suo operato (da non dimenticare un particolare, ovvero che Buonaiuti detestava i gesuiti che furono i suoi più severi accusatori).
Sta di fatto però che il neo modernismo oggi è molto presente e radicato nella Chiesa e finanche nel collegio cardinalizio. Al punto che parlare di progressismo appare fuori luogo di fronte a prese di posizioni radicali come quelle più volte espresse da porporati di peso come il tedesco Marx o il lussemburghese Hollerich che a pieno titolo hanno partecipato all’ elezioni di Leone XIV.
Anche loro nei primi anni del secolo scorso sarebbero probabilmente incorsi nella scomunica al pari di Buonaiuti, come sarebbero stati certamente scomunicati teologi come Rahner o Kung che invece hanno formato generazioni di sacerdoti, vescovi e cardinali che oggi sono ai vertici della Chiesa.
Basterebbe questo a supportare la riabilitazione di Buonaiuti, senza il tentativo di ottenere una condanna postuma di tutti i papi, da San Pio X a Pio XII che hanno continuato a condannare il modernismo e lo stesso Buonaiuti facendolo morire scomunicato (a differenza di Romolo Murri, il padre del cristianesimo socialista che fu invece perdonato da papa Pacelli pochi mesi prima della morte).
Ma nessun pontefice del post Concilio ha comunque ritenuto di dover rivalutare la figura e l’opera del sacerdote modernista o di prendere le distanze dalla Chiesa che lo condannò in un’ epoca in cui i progressi della scienza stavano mettendo in discussione i dogmi della fede, e soprattutto in Italia era dominante una cultura massonica di derivazione risorgimentale che si muoveva nel solco dell’anticlericalismo. E cercare di coniugare fede e modernità non poteva avvenire se non al prezzo di relativizzare la fede o desacralizzare il cristianesimo. Il gioco delle parti di Bruni non funziona.
Non ci fu all’ epoca una parte giusta (quella modernista) e una sbagliata (la Chiesa della Pascendi) ma un contesto storico che rese inevitabili, ed in parte necessarie e condivisibili, certe scelte anche eccessivamente severe. Altrimenti dovremmo riconoscere altrettanta legittimità ai tradizionalisti che chiedono la riabilitazione di monsignor Marcel Lefebvre che a differenza di Buonaiuti non cadde in eresia se non nel suo atto di ribellione all’ autorità papale nel consacrare vescovi. E perché è da ritenere meritevole di perdono chi è stato modernista e da condannare chi è tradizionalista? Buonaiuti combatteva per modernizzare la Chiesa in discontinuità con la tradizione, il secondo per tenerla invece saldamente ancorata alla tradizione rigettando le riforme conciliari.
La figura di Buonaiuti va rivisitata nella sua complessità, partendo dal presupposto che fu controversa e che come tale non può essere analizzata oggi con i paraocchi ideologici come invece tenta di fare Bruni. Bisogna ammettere onestamente che le tesi di Buonaiuti erano imbevute di eresia, ma che la Chiesa durante il Novecento ha comunque compiuto molti passi in avanti fino a riconoscere oggi con l’avvento della sinodalità piena cittadinanza ad una forma di cattolicesimo chiaramente neo modernista (preti sposati, sacerdozio femminile, autonomia episcopale, diritti LGBT, revisione della morale sessuale).
Forse si può analizzare la figura e l’opera del teologo scomunicato con serenità e obiettività, ascrivendo a suo merito il rifiuto di convertirsi al luteranesimo, nonostante i numerosi inviti provenienti dai circoli protestanti. Doti quelle della serenità e obiettività che Bruni però sembra non possedere dando comunque un giudizio di parte e chiaramente improntato a riconoscere soltanto i lati positivi di una figura complessa e discutibile nei suoi molti aspetti, che andrebbero analizzati senza ricercare ad ogni costo una piena ed incondizionata assoluzione che non può sinceramente esserci. Un terreno quello in cui sembra essersi infilato il giornale della Cei davvero insidioso per una Chiesa che con papa Leone è alla ricerca di una sostanziale unità da ritrovare ripartendo da Cristo, e senza quell’ossessiva ricerca del consenso del mondo che sembra ispirare l’operazione Buonaiuti per il tramite del bergoglian zuppiano Bruni.
Americo Mascarucci
§§§
Aiutate Stilum Curiae
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
BIC/SWIFT: UNCRITM1E35
ATTENZIONE:
L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.
QUELLO GIUSTO E’:
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
***
Condividi i miei articoli:
Tag: bonaiuti, lefbvre, mascarucci, scomunica
Categoria: Generale
Non capisco dove il caro Mascarucci vada a parare e il perché di tanto scandalo. Ormai è assodato che la CEI, già prima del sopraffino Bergoglione, fosse abbastanza “di sinistra”, “progressista”, “modernista”, “protestantica” (ad eccezione di qualche vescovo) e come la maggior parte delle conferenze episcopali schierata contro la dottrina e la morale, a volte in forma ambigua a volte in forma più esplicita ma mai dalla parte della Tradizione con la T maiuscola.
Il vero problema è posto dalla natura stessa delle conferenze episcopali, organismi “democratici” che non appartengono alle istituzioni di più alto livello ma che comunque impongono alla massa dei vescovi decisioni pastorali quasi sempre discutibili ma che, per la loro obbligatorietà indiscutibile e non negoziabile, rappresentano un esempio palese di tirannia ideologica e burocratica, a volte anche demenziale.
Per quanto riguarda poi Avvenire, il suo “sole” si è da tempo eclissato, con una diffusione che rasenta il lumicino. Neanche i preti (tranne qualcuno) lo leggono più, nonostante gli arrivi in abbonamento a prescindere, anche se non pagano, e fra i laici lo tengono sottobraccio con evidente soddisfazione solo quei cattoliconi da sagrestia più clericalisti degli stessi preti.
Dunque, che Avvenire con i suoi Luigini Bruni e altri “esperti” di teologia, morale, liturgia, chiesa in genere, società, immigrazione, referendum, si cuocia nel suo stesso brodo. E noi non facciamogli pubblicità gratuita.
Mons. Lefebvre era un sacerdote e vescovo cattolico, Bonaiuti no.
Credo che l’unico criterio sensato per giudicare Bonaiuti e/o Lefebre sia quello di applicare la massima evangelica “dai loro frutti gli riconoscerete”. Ecco, direi che i frutti della modernità sono fin troppo chiari. Se invece qualcuno fosse ancora confuso o incerto lo invito a cercare ed a leggere le statistiche riguardanti sia la dimensione intima che quella pubblica della Fede in Cristo: dalla partecipazione alla Messa a quella concernente i matrimoni religiosi.
Lefebvre ha fatto uno scisma, Bonaiuti no.
… e perché proporre di riabilitare Lefebvre vorrebbe una persona intelligente , di prestigio e di valore . Che , mi pare, nel mondo cattolico conservatore , oggi io non vedo proprio …
O meglio , se ci fosse potenzialmente , verrebbe subito attaccato dalla sua Famiglia Spirituale . Capite cosa intendo vero …
Se lei conoscesse il povero Luigino Bruni , consacrato focolarino , non si potrebbe questa domanda….