Il Giovane Carlo Acutis e la Malaformata Teologia dei Grandi (Andrea Grillo…). Don Mario Proietti
20 Giugno 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di don Mario Proietti, che ringraziamo di cuore. Buona lettura e diffusione.
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𝐈𝐋 𝐆𝐈𝐎𝐕𝐀𝐍𝐄 𝐂𝐀𝐑𝐋𝐎 𝐀𝐂𝐔𝐓𝐈𝐒 𝐄 𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐋𝐀𝐅𝐎𝐑𝐌𝐀𝐓𝐀 𝐓𝐄𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐄𝐈 𝐆𝐑𝐀𝐍𝐃𝐈
𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐠𝐢𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐫𝐩𝐮𝐬 𝐃𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢, 𝐮𝐧 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞𝐮𝐜𝐚𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚
Di don Mario Proietti
Siamo alla vigilia della festa del Corpus Domini, che nella tradizione romana e nel rito antico si celebra il giovedì dopo la domenica della Trinità. È il giorno in cui la Chiesa si ferma, si inginocchia, adora e proclama: “Veramente degno è, veramente giusto è adorarti, o Sacramento dell’amore”. È la festa di Colui che ha promesso: “Io sarò con voi tutti i giorni”, e che ha mantenuto la promessa facendosi Pane vivo.
Ed è proprio oggi, in questo tempo sacro, che un teologo accreditato, Andrea Grillo, pubblica un articolo in cui accusa la devozione eucaristica del Beato Carlo Acutis di essere “vecchia, ossessiva, pesante, concentrata sull’inessenziale”. Si dice che non si voglia colpire lui, ma solo i “maestri” che lo hanno formato. Ma la verità è che si colpisce la sua figura spirituale, la sua testimonianza pubblica, la sua santità. E lo si fa con un tempismo che sa di atto consapevolmente provocatorio, se non addirittura, diciamolo, empio.
Un adolescente che credeva davvero
Carlo Acutis non è un caso clinico da studiare. È un beato della Chiesa cattolica, un ragazzo che ha vissuto la fede con freschezza e verità. Amava l’Eucaristia, non in astratto, ma come centro della vita. L’ha detta con parole sue: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”. E ha camminato su quella strada, con passo sicuro, con la gioia dei semplici, con lo zelo dei santi.
È proprio questo che scandalizza: un ragazzo che ha preso sul serio ciò che molti adulti hanno ridotto a simbolo. Un ragazzo che si è inginocchiato, mentre molti teologi alzano lo sguardo altrove. Un ragazzo che ha adorato, mentre altri spiegavano.
Un attacco alla sua fede, non solo alla sua formazione
Il cuore dell’articolo di Grillo è questo: Carlo sarebbe stato vittima di una “maleducazione eucaristica”, influenzato da adulti con una teologia “distorta”. Ma se questa è la radice del suo cammino spirituale, allora la sua santità è resa sospetta. E si arriva, con sottile ma chirurgica operazione, a insinuare: “Santo sì, ma mal formattato. Da non imitare.”
È un modo elegante per demolire ciò che ha reso Carlo ciò che è. Come se la sua fede fosse una forma di ingenuità. Come se il suo amore per i miracoli eucaristici fosse una fissazione secondaria. Come se fosse diventato beato nonostante l’Eucaristia, anziché grazie a essa.
Miracoli eucaristici: i segni non sono un fastidio, sono un dono
L’articolo liquida la mostra sui miracoli eucaristici curata da Carlo come un’opera di diseducazione. Ma dimentica che i miracoli eucaristici non sono superstizione, né folklore: sono segni, riconosciuti nella storia della Chiesa, documentati, meditati, accolti da santi, teologi e papi. Non sostituiscono il Sacramento, lo illuminano.
Il vero problema, forse, è che oggi fa paura ciò che non si controlla, ciò che non si riduce a schema, ciò che sfugge alla teologia da scrivania. Ma Carlo non era un intellettuale: era un credente. E i suoi miracoli preferiti non erano le ostie incorrotte, ma le anime convertite davanti all’Eucaristia.
Chi è davvero maleducato all’Eucaristia?
L’articolo accusa una “maleducazione eucaristica”. Ma a ben vedere, la maleducazione non è nel giovane che si inginocchia e prega. È in chi si vergogna di farlo. In chi evita le genuflessioni. In chi riduce il Corpo di Cristo a metafora comunitaria. In chi parla dell’Eucaristia senza mai pronunciare la parola “adorazione”.
Carlo ha imparato ciò che la Chiesa insegna da secoli: Cristo è realmente presente sotto le specie del pane e del vino. Questa è la fede cattolica. Questa è la sua pedagogia. E chi la smonta con ironia, rischia di scandalizzare i piccoli e raffreddare i cuori.
Il Popolo di Dio ha già capito: Carlo è un segno
Carlo è amato. Non solo dai giovani. Anche da genitori, catechisti, preti, religiosi, vescovi. Perché la sua fede è vera. Perché ha fatto della Messa il suo centro. Perché ha unito il cielo alla terra senza effetti speciali, ma con una vita santa.
Chi oggi vuole relativizzare questo fuoco, lo fa con la pretesa di salvare la teologia. Ma la teologia senza santità si svuota, e la santità senza adorazione non esiste. Chi ha paura del soprannaturale, non lo screditi: lo contempli, e si lasci cambiare.
Scrivere contro la spiritualità eucaristica di un beato alla vigilia del Corpus Domini è più di una provocazione: è un atto che urta il senso della fede. Forse è il segno di una teologia senza liturgia, di una intelligenza che ha smarrito l’adorazione.
Ma la Chiesa, per grazia, non cammina solo con le idee: cammina con i santi. E i santi, come Carlo, non hanno bisogno di aggiornamenti. Sono già luce. E chi vuole illuminare il loro cammino con una torcia accademica, spesso finisce per fare solo ombra.
Beato Carlo, tu che hai amato l’Eucaristia con il cuore puro, prega per noi.
Fa’ che torniamo a inginocchiarci, a credere, a stupirci.
E a non vergognarci del miracolo più grande: Cristo presente, oggi, sull’altare.
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Tag: acutis, grillo, proietti, teologia
Categoria: Generale
Quando arriva il Paradiso, l’inferno si agita. Lasciamoli al loro triste destino. Però, chi ha messo in cattedra i servi di Satana?
Chiedo scusa, ma perchè definire “teologo” Andrea Grillo? Sarebbe come chiamare “medici” quelli che uccidono gli esseri umani nel grembo delle proprie madri, o in un letto d’ospedale (così detta “eutanasia”, che andrebbe definita più correttamente “suicidio/omicidio”).
costui non va proprio nominato, quando l’occhio cade purtroppo sul suo nome si deve saltare automaticamente alla pagina successiva.
Per molti preti e teologi la S Messa
è “fare eucarestia “(metafora comunitaria del corpo e sangue di Cristo, Il Grillo dice che questo è il vero miracolo) non adorazione del mistero eucaristico . La festa del corpus domine non fu istituita proprio per contrastare questa eresia ? e per questo che abbiamo più bisogno di questa grande festa e di questi santi che adorano e fanno comunione con Cristo e con la chiesa vivente suo corpo mistico .
Non sarebbe il caso che la pontificia Università di sant’Anselmo fosse sottoposta a una bella visita apostolica invece che il rettore si recasse in Austria a Visitare Apostolicamente l abbazia cistercense Heiligenkreuz che non ne ha proprio bisogno .