Netanyahu è un Gangster Internazionale, e Trump il suo Profeta. O Forse è il Contrario?

19 Giugno 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, non stupitevi del titolo così duro. Ma se uno slancio improvviso di saggezza non ferma i giochi, abbiamo in prospettiva imminente un’altra guerra, altri morti distruzioni e un futuro imprevedibile. Con il pretesto – perché questi macellai hanno bisogno di pretesti – di qualcosa che viene sbandierato da Israele dal 1984, che non si è mai avverato, non stava per avverarsi dieci giorni fa, e non si sta avverando adesso, come afferma ufficialmente in un’intervista alla CNN il responsabile dell’Agenzia per il controllo dell’Energia atomica. come potete leggere qui sotto. Ieri, se vi ricordtae, Stilum ha pubblicato la dichiarazione del super esperto italiano dell’AIEA. Che andava nello stesso senso. 

Cliccate per il video.

Rafael Grossi, direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha chiarito in un’intervista alla CNN che finora non esistono prove concrete che l’Iran stesse sviluppando un’arma nucleare: “Non abbiamo osservato alcun movimento strutturato verso la produzione di armamenti nucleari”.

Il video è stato ricondiviso sui suoi social da Christiane Amanpour, giornalista di lunga data della CNN e autrice dell’intervista, ed è andato subito virale proprio per l’enfasi che la giornalista ha voluto dare alla notizia riprendendo il virgolettato di Grossi: “Non abbiamo prove di uno sforzo sistematico per passare a un’arma nucleare in Iran”.

Alla domanda su quanto tempo servirebbe all’Iran per costruire la bomba atomica, Grossi ha risposto che non si tratta di un’emergenza né imminente ma neanche di una prospettiva certa: “Non possiamo nemmeno dire con certezza che si tratti di anni… non lo sappiamo”.

L’idea di sicurezza nazionale per Israele è basata sull’insicurezza dei vicini. E Benjamin Netanyahu già dieci anni fa, tenendo un discorso a un Congresso americano plaudente, giurava e spergiurava che l’Iran era a un millimetro dalla bomba atomica.

Nonostante le tensioni crescenti – tra raid israeliani su impianti come Natanz e Fordow– l’AIEA continua a monitorare, senza asserire evidenze di un piano coordinato per la produzione di armi nucleari.

Ciò non vuol dire che gli ispettori dell’Aiea non muovano critiche anche severe e preoccupate all’Iran ma quello che è evidente è che l’attacco israeliano del 12 giugno non è la reazione ad un pericolo ma una guerra preventiva rispetto a un pericolo ipotetico, forse probabile, ma non presente. Identica alla guerra preventiva di George Bush contro le armi di distruzione di massa dell’Iraq nel 2003 che provocò centinaia di migliaia di vittime. Scatenata, anche quella, su una montagna di bugie.

#iran #war #israel #idf #lies

***

La retorica bellicista diffusa da Trump sui suoi social, tipo il grido all’Iran “Resa incondizionata” appare imbarazzante. Resa di che, a chi, per cosa? Non è l’Iran che ha cominciato la guerra; è stato Israele, alla vigilia dei colloqui fra Stati Uniti e Iran, ammazzando il capo delegazione iraniano oltre a decine di civili innocenti. Quindi? Apploare ogni giorno con maggiore evidenza, a mio  modesto parere, che Trump è ostaggio di una potente lobby filo-sionista negli USA, quella che lo ha appoggiato finanziariamente in maniera generosa per la campagna elettorale, la stessa che ha comprato centinaia di membri del Congresso. Il repubblicano che ha avanzato la proposta di legge di definire antisemita lo slogan “Palestina Libera” ha ricevuto l’anno scorso 700mila dollari dall’AIPAC, la lobby filo Israele. Negli USA quei finanziamenti devono essere dichiarati. Ma ecco qui sotto quello che dice un opinionista molto ascoltato in campo conservatore.

 

COL. MACGREGOR: CARO PRESIDENTE TRUMP: MANTENGA L’AMERICA AL PRIMO POSTO – NON ISRAELE, NON L’UCRAINA

Nelle ultime 72 ore, Israele ha lanciato un attacco preventivo contro l’Iran mentre erano ancora in corso i negoziati tra Washington e Teheran. L’Iran è stato colto di sorpresa.

Ma l’Iran si è ripreso più rapidamente di quanto Israele si aspettasse dal suo momento Pearl Harbor. In meno di 18 ore dopo l’attacco a sorpresa di Israele, l’Iran ha risposto lanciando centinaia di missili balistici, compresi missili ipersonici, sul centro di Tel Aviv e su tutto il territorio israeliano.

Nel frattempo, l’Iron Dome israeliano ha fallito. L’intelligence israeliana ha fallito. Ora Netanyahu sta implorando Washington di intervenire con la potenza militare americana per salvare Israele da una sconfitta certa, una sconfitta che Netanyahu ha orchestrato con l’incoraggiamento di Washington.

Allo stesso tempo, Russia, Cina, Pakistan e gran parte del mondo musulmano si stanno schierando in difesa dell’Iran. Rifornimenti, attrezzature e assistenza tecnica stanno affluendo in Iran. È ora di fare i conti con la realtà: dal 2003 Washington ha bruciato 12 trilioni di dollari in Medio Oriente.

Risultato? 7.000 americani morti. 50.000 feriti, frontiere aperte e 100.000 americani che muoiono ogni anno per avvelenamento da fentanyl. Oggi gli Stati Uniti hanno un debito di 37 trilioni di dollari, una somma che non include il cosiddetto “debito delle agenzie”. 77 milioni di americani hanno votato per il presidente Trump perché ha promesso di porre fine ai conflitti all’estero e di fermare la marcia verso la terza guerra mondiale.

Il mandato di Trump è immutato: proteggere i confini, i porti e le acque costiere degli Stati Uniti. Espellere gli immigrati clandestini, schiacciare i criminali che violentano e uccidono gli americani.

Ripristinare lo Stato di diritto. Ma non versare più nemmeno una goccia di sangue americano per guerre straniere. Un solo attacco israeliano all’isola di Kharg, da dove proviene il 90% delle esportazioni petrolifere dell’Iran, o ai terminal di Bandar Abbas, e l’Iran chiuderà lo Stretto di Hormuz. Si tratta del 20% dell’approvvigionamento mondiale di petrolio.

Ciò significa interruzione delle catene di approvvigionamento e inflazione galoppante. Il prezzo della benzina sale a 7 dollari al gallone dall’oggi al domani. Tutte le famiglie lavoratrici sono schiacciate. I camionisti non possono consegnare il cibo. L’economia crolla. Per cosa?

Perché Israele, che ha iniziato questa guerra folle, possa trascinare gli americani in un conflitto regionale più ampio con il rischio di una guerra nucleare?

Abbiamo 40.000 soldati negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar e in tutto il Golfo Persico. Sono bersagli facili. I droni iraniani Shahed-136 costano 20.000 dollari l’uno. I missili Patriot americani costano 4 milioni di dollari l’uno. Fate voi i conti. Esauriremo le nostre scorte di missili e finiremo in bancarotta, mentre gli americani torneranno a casa in bare.

Il Medio Oriente è sull’orlo del baratro. Ecco cosa deve fare Washington per disinnescare il conflitto:

  1. Chiedere una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Chiedere un cessate il fuoco immediato, chiarendo che Washington si oppone alla distruzione dell’Iran, di Israele e di qualsiasi altro Stato del Medio Oriente.
  2. Esigere che Israele smetta di uccidere i palestinesi a Gaza e ritiri le sue forze da Gaza e dalla Cisgiordania.
  3. Sospendere tutti gli aiuti militari a Israele fino a quando Israele non accetterà di ritirare le sue truppe da Gaza e permetterà agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione di Gaza.
  4. Proporre l’impegno delle forze armate dei paesi non allineati a sorvegliare Gaza e la Cisgiordania.
  5. Proporre che gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l’India e il Brasile convochino una conferenza di pace per arbitrare la disputa tra Israele, l’Iran e i vicini di Israele.

Ho guidato soldati americani sotto il fuoco nemico.

Ho visto molte bare avvolte nella bandiera americana.

Non voglio vederne altre.

I guerrafondai di Washington hanno avuto 22 anni. Hanno fallito. Hanno mentito. Hanno tratto profitto mentre l’America sanguinava. Il tempo è scaduto.

America First significa AMERICA FIRST. Non Israele first. Non l’Ucraina first. Non la NATO first. AMERICA FIRST.

 

***

Infine offriamo alla vostra attenzione questo commento di Fabio Marcelli, a cui va il nostro grazie:

Israele-Iran, l’Occidente getta la maschera e si schiera compatto a difesa del gangster 

Fabio Marcelli

Fabio Marcelli

L’unica strada per la salvezza implica una trasformazione del sistema, col rovesciamento e la cacciata di élites corrotte e criminali. Il tempo che abbiamo non è molto.
 Netanyahu si conferma il principale pericolo per la pace in circolazione, promuovendo una nuova tappa della guerra mondiale attaccando l’Iran, con la piena consapevolezza ed appoggio da parte di Trump e degli Stati Uniti, senza i quali l’aggressione israeliana non sarebbe stata possibile. L’attacco è avvenuto in modo proditorio mentre erano in corso i negoziati sul nucleare, sgretolando in modo forse irrimediabile le garanzie internazionali in un campo nevralgico.

L’inconfessabile scopo di questa offensiva prontamente avallata dai complici internazionali di Netanyahu, con in testa anche Giorgia Meloni, è consentire la sopravvivenza del governo israeliano nonostante il crescente isolamento internazionale e il calo di consensi interno, e soprattutto continuare indisturbato il genocidio in atto da oltre venti mesi contro i Palestinesi. Questi ultimi vengono ora colpiti efferatamente usando le distribuzioni di cibo come esca.

Stavolta non si tratta solo di macellare bambini indifesi ed è clamorosamente tramontato il mito dell’invulnerabilità israeliana. L’Occidente getta la maschera e si schiera compatto a difesa del gangster genocida di Tel Aviv, del suo diritto a continuare il genocidio e di essere l’unico legittimo detentore di armi nucleari in Medio Oriente. Si tratta di situazione di estremo pericolo che può degenerare rapidamente in conflitto mondiale, data la sempre più evidente complicità delle Potenze occidentali con Israele, si tratti di genocidio o di aggressione degli Stati confinanti.

⁠ Israele, in chiara difficoltà di fronte all’efficace risposta iraniana, spiana la strada alla generalizzazione del conflitto supplicando in modo petulante Trump di intervenire. Quest’ultimo non sa più che pesci pigliare e, in preda a spinte contraddittorie provenienti dall’amministrazione, sembra sempre più la caricatura di Biden e forse alla fine, soccombendo ai neocon, si piegherà ai voleri della scheggia impazzita che ha preso la guida dell’Impero proiettando il pianeta verso la catastrofe.

Il terrorista Netanyahu mette in pratica lo sterminio di quelle che egli considera razze inferiori. D’altro canto si tratta di uno sterminio che è nelle corde profonde di tutto il capitalismo occidentale, che vede solo nella guerra e nella morte di massa una possibilità di salvezza. Lo dimostra anche la vera e propria guerra ai migranti intrapresa da Trump su tutto il territorio statunitense, con punte particolarmente acute laddove, come in California, queste operazioni di deportazione di massa incontrano una resistenza, sia pure ancora flebile e disorganizzata.

Con questo spirito autenticamente costruttivo e rivoluzionario dobbiamo accingerci alle prossime fondamentali scadenze di lotta, dallo sciopero generale promosso dall’Unione sindacale di base per il 20, alle manifestazioni del giorno successivo che dovranno a ogni costo svolgersi in modo unitario, dando espressione a un sentimento comune che è proprio del popolo italiano nel suo complesso, contrario a larghissima maggioranza a riarmo, guerra e genocidio.

***

E infine  c’è questo articolo pubblicato da substack.home, che dà un senso economico alla follia a cui stiamo assistendo.

Non sorprende che l’Iran sia ora sotto i ferri per essere smembrato solo poche settimane dopo aver lanciato un nodo critico della Nuova Via della Seta cinese, che aggira i punti di strozzatura di mari, stretti e canali dominati dagli Stati Uniti:

Israele ha colpito l’Iran proprio dopo il lancio di un nuovo collegamento ferroviario tra Iran e Cina. Si dà il caso che rappresenti una minaccia geoeconomica esistenziale per gli Stati Uniti e i loro alleati.

Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)

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La rotta aggira le sanzioni statunitensi e sbloccherebbe l’economia iraniana, permettendole di prosperare come mai prima d’ora, con l’Iran che diventerebbe anche un importante snodo di trasporto eurasiatico fino alla Russia:image1.jpeg

Ora, il “regime” di Khamenei deve essere smantellato perché l’Iran rappresenta un contrappeso troppo grande per i sogni imperialisti dei neoconservatori e, soprattutto, per le profezie babilonesi-messianiche dei loro responsabili.

L’autoproclamato “principe ereditario” dell’Iran ha persino lanciato il suo appello, prodotto dalla CIA, affinché la gente scenda in piazza e rovesci il “regime” proprio al momento giusto

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2 commenti

  • giovanni ha detto:

    Non che i due effigiati siano care persone, tutt’altro, ma il ruolo dei banksters, incappucciati ma non troppo, ormai e’ palese. Sono loro che guidano il ” gioco ” aizzati dal loro fiammeggiante padrone . Lucrano sulla morte degli altri , sia in corpo che in Spirito, per il dominio universale e la perdita delle anime.

  • Disincantato ha detto:

    Silvana De Mari santa subito!!!