Israele ha Aperto il Vaso di Pandora dell’Atomica. La Pugnalata alla Schiena di Trump e Netanyahu.

14 Giugno 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione due elementi di valutazione su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Buona lettura e diffusione.

§§§

Il primo è questo post di Pino Arlacchi:

Israele ha aperto il vaso di pandora dell’atomica
di Pino Arlacchi*
Gli eventi della notte tra il 12 e il 13 giugno 2025 rimarranno nella storia come il momento in cui l’irresponsabilità criminale di Tel Aviv, sostenuta dalla complicità di Washington e dall’impotenza dell’Europa, ha dato un colpo, forse mortale, al maggiore ostacolo verso la guerra atomica: il regime di non proliferazione nucleare stabilito dal Trattato del 1970 (Tnp) e costruito pazientemente nei decenni successivi alla Guerra fredda.
Israele ha commesso un delitto di proporzioni storiche. Bombardando le installazioni nucleari civili di uno Stato parte del Tnp, posto sotto il controllo dell’Agenzia Atomica di Vienna (Aiea), Netanyahu ha violato simultaneamente il diritto internazionale, la Carta Onu e ogni principio di proporzionalità. Ma l’aspetto più grave è che questo atto ha fornito all’Iran la giustificazione giuridica perfetta per ritirarsi dal Tnp e sviluppare armi nucleari in piena legalità internazionale. L’articolo 10 del Tnp permette il ritiro quando “eventi straordinari abbiano messo in pericolo gli interessi supremi” di uno Stato. È difficile immaginare evento più straordinario di un assalto militare. La Corea del Nord invocò lo stesso articolo nel 2003 per molto meno. E tre anni dopo aveva la bomba, in regime di legalità internazionale perché non si è mai riusciti a proibire l’atomica.
L’Iran può ora citare un pesante attacco militare contro la sua sovranità territoriale e le sue installazioni militari legali. Netanyahu ha appena regalato all’Iran la strada legale verso l’arma nucleare. Gli Stati Uniti si sono resi complici di questa catastrofe diplomatica. La dichiarazione del Segretario di Stato Rubio di “non essere coinvolti” nell’attacco è farsesca: Israele non può operare senza il tacito consenso americano. Ma è la minaccia di Trump di altri attacchi “ancora più brutali” se l’Iran non firmerà l’accordo nucleare in discussione a rivelare la vera, demenziale strategia: costringere con la forza l’Iran a firmare un accordo che da adesso in poi non potrà firmare. Se l’Iran dovesse cedere all’ultimatum militare sui negoziati, si creerà un precedente terrificante: qualsiasi Stato nucleare potrà bombardare i vicini per ottenere concessioni politiche o per punirli. Quale fiducia potranno più riporre gli Stati non nucleari in un trattato che non è riuscito a proteggerli dall’aggressione militare proprio mentre rispettavano i loro obblighi internazionali?
L’Iran, nonostante tutte le controversie degli ultimi anni, rimaneva sotto il regime di salvaguardia dell’Agenzia atomica. La bomba atomica era stata oggetto di una fatwa lanciata dai suoi leader supremi. I suoi impianti di arricchimento erano sottoposti a ispezioni internazionali. I suoi scienziati lavoravano in un contesto legale, seppur reso scomodo dalle sanzioni occidentali. Ucciderli significa aver trasformato il nucleare civile in un obiettivo militare, distruggendo – stile Gaza – una delle più importanti distinzioni del diritto internazionale. L’Europa sta assistendo impotente al crollo di un suo capolavoro politico e diplomatico. L’accordo del 2015 che toglieva le sanzioni e reintegrava Teheran nel contesto internazionale era il simbolo del multilateralismo europeo, una prova che l’Europa poteva essere un attore globale autonomo. L’accordo fu stracciato da Trump nel 2018, ma è rimasto in vigore dal lato europeo. Oggi, Francia, Germania e Regno Unito si limitano a timidi appelli alla “moderazione” mentre il loro capolavoro viene distrutto sotto i loro occhi.
Questa impotenza europea non è soltanto strategica, è esistenziale. Se l’Europa non riesce a difendere il multilateralismo quando viene attaccato, quale è la sua ragion d’essere geopolitica? Il precedente è devastante: se uno Stato può bombardare le installazioni nucleari civili di un altro senza conseguenze, il Tnp è carta straccia.
Il Consiglio di Sicurezza, paralizzato dai veti incrociati, starà a guardare come già fece con la Corea del Nord. Il risultato sarà una spirale di proliferazione nucleare che coinvolgerà Arabia Saudita, Turchia, Egitto e altri attori regionali. L’incubo che abbiamo evitato per settant’anni potrebbe diventare realtà. L’Iran ha ora 90 giorni per ritirarsi dal Tnp, e avrà il diritto internazionale dalla sua parte. Un Iran nucleare non sarà più un “regime canaglia”, ma uno Stato sovrano che si difende in un mondo dove la forza sembra avere, al momento, sostituito il diritto.
Netanyahu, Trump e l’Europa hanno appena aperto il vaso di Pandora nucleare. Le conseguenze di questa irresponsabilità ricadranno sulle prossime generazioni.
*ex Vicesegretario generale dell’Onu
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "2nd STAGE FINAL STAGE FINALSTAGE ۲ 90% STAGE 1st STAGE 70% 1"

***

Il secondo è questo commento di Paolo Di Mizio:

LA PUGNALATA ALLA SCHIENA

Di Paolo Di Mizio 
Gli Usa ovviamente sapevano tutto e hanno dato l’assenso all’attacco di Israele. “Senza il loro appoggio forse non avremmo lanciato l’attacco” ha detto poco fa Netanyahu. E ha aggiunto: “Da questo momento in poi spetta a Trump decidere come proseguire”. Più chiaro di così!
E non è un caso, ovviamente, che su 91 milioni di abitanti i missili abbiano colpito e ucciso i 3 o 4 principali negoziatori che trattavano con gli Usa l’accordo sul nucleare.
Trump questa mattina aveva detto: “Noi non c’entriamo in questo attacco. Siamo stati informati, ma non ne siamo parte”. Nel pomeriggio però lo stesso Trump ha scritto sul suo social Truth: “Ora sono tutti morti [riferendosi ai capi del regime, ndr] e la situazione non potrà che peggiorare. I prossimi attacchi saranno ancora più brutali. Devono firmare l’accordo sul nucleare prima che non rimanga più nulla da salvare. L’America produce le migliori armi, Israele ne ha già tante e ne riceverà tante altre”.
Mettendo insieme le informazioni scaturite dalle bocche di Trump e Netanyahu, si evince quanto segue:
♦️1 – L’attacco era totalmente e perfettamente coordinato tra Israele e Usa.
♦️2 – Gli Usa hanno il potere di fermare Israele quando vogliono, ma non lo fanno, né per l’Iran né per Gaza.
♦️3 – Mentre trattavano il piano negoziale sull’energia atomica, gli Usa concordavano con Israele tutte le modalità dell’aggressione all’Iran e anche quali personaggi del regime assassinare attraverso i missili israeliani.
♦️4 – Come rivela Netanyahu, la decisione di andare avanti con l’aggressione all’Iran spetta agli Usa, e per fermare gli attacchi gli Usa chiedono la firma dell’Iran su un accordo nucleare (un po’ come con l’Ucraina: Vuoi le armi? Firma il contratto con cui cedi le terre rare e ti do le armi).
Alla luce di tutto questo, chi si fiderà più di trattare con l’America, su qualunque materia, dazi inclusi, se l’America un attimo dopo averti stretto la mano può pugnalarti alla schiena o metterti il coltello al collo e costringerti a firmare qualunque cosa?

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

***

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , ,

Categoria:

6 commenti

  • José Arturo Quarracino ha detto:

    La frode politica del presidente degli Stati Uniti e il tradimento del suo insediamento sono indicibili e irreparabili. Passò da una magnifica prima presidenza a una disgustosa e abominevole seconda versione. Un altro “cristiano” che dimentica che “nessuno si fa beffe di Dio” (Gal 6,7)

  • Enrico Nippo ha detto:

    Sarebbe interessante un elenco di tutte le stragi e gli ammazzamenti compiuti nella storia “in nome di Dio” o degli dei. Dico TUTTE le stragi e TUTTI gli ammazzamenti.

  • nuccioviglietti ha detto:

    Chiunque abbia ancora (pochi)… minimo di cognizioni geografiche… saprà che uno sputacchio di territorio come stato di Israele può essere reso radioattivo per secoli com meno di dozzina di atomiche… quindi chi prende decisioni in questo paese sa perfettamente che una guerra seria porterebbe ad annientamento fisico di questo stato… ed infatti prende tali decisioni da siti distanti qualche migliaio di chilometri da Israele… fottendosi allegramente di integrità di suoi cittadini!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

    • andreottiano ha detto:

      Per chi ha come unica soluzione la guerra non importa dove e come, sacrificare quelli che sostiene fa parte dell’utile che persegue. L’Ucraina lo dimostra. La provocazione non è degenerata in conflitti potenzialmente devastanti (India-Pakistan, le due Coree, Cina-Taiwan, Kosovo-Serbia, il Libano…) mentre pare precipitare la situazione tra Israele e Iran, dimenticandoci per un momento di Siria e soprattutto Gaza.

      Per chi ha come unica soluzione la guerra è indispensabile coinvolgere gli USA, indebolendo chi negli USA la guerra cerca di non farla (Trump), vecchi amici del “Nobel per la pace” che ne ha fatte più di tutti (Obama).

      Se gli USA riescono a starne fuori, il resto della NATO può fare intelligence e attentati, ma in una guerra vera verrebbe presto sconfitto, anche considerando che la Turchia non si sa bene da chi prenderebbe certi ordini, avendo ben altri interessi rispetto ai dietro le quinte delle sedicenti democrazie occidentali.

      Se Trump riesce a far pulizia del deep state per le oligarchie guerrafondaie e’ finita, anche sacrificando Israele dopo l’Ucraina.

      Sia Israele che l’Ucraina hanno al loro interno persone che si fermerebbero volentieri e anche quei popoli potrebbero risolvere parte del problema che sorge da certi leader prestati al potere globalista.

      Poi ci sono i giganti silenziosi: per esempio la Cina, che tacendo dice moltissimo, facile da capire.

  • andreottiano ha detto:

    Ci sono almeno tre conflitti in atto:

    Uno economico, tra il globalismo colonialista uniformante e il ritorno del sovranismo nazionale.

    Un secondo culturale e morale, tra chi ha ancora scrupoli morali e chi ha azzerato completamente l’etica nel perseguire i propri fini.

    Un terzo spirituale, tra chi attinge la grazia nella scia di Cristo e chi, rifiutato Cristo, attinge dalla sua antitesi tuta la protervia con cui si autogiustifica.

    Due dei tre conflitti agitano i mezzi tipici del mondo: soldi, armi, vizio, ambizione, propaganda.

    Il terzo da un versante usa gli stessi mezzi, mentre la militanza che si oppone si limita alla preghiera e al digiuno, al sacrificio e al portare la croce.

    Chi confida in Trump, Putin , Xi, Netanyahu, Von del Layen o altri protagonisti della storia non può che rimanere deluso: quelli maggiormente nel giusto tra loro sono comunque impotenti contro il Male preternaturale che si agita in molti cuori.

    La stessa Chiesa ne è infestata dopo un dodicennio di apostasia neognostica al massimo livello, dissimulata con carità dai santi e trangugiata per acqua pura da molti indifferenti alle differenze, come ignari o ignavi.

    E adesso? In chi confidare? Nell’uomo o in Dio?
    E quale Dio? Lo stesso che autorizza a bombardare i bambini o quello che dice di tornare come bambini? E tutti questi socialistoidi che pontificano di geopolitica, avranno capito qualcosa?

  • Adriana 1 ha detto:

    https://www.maurizioblondet.it/netaniahu-dio-e-con-noi/
    Come ho già scritto, non c’è nulla di cui meravigliarsi!
    Ai lettori più giovani ricordo il Raid di Entebbe (3-4 luglio 1976) e, particolarmente, un’intervista televisiva ( tenevo ancora la scatola della TV ). Il giornalista chiedeva ad uno dei piloti come avesse osato spingersi in quell’impresa che sembrava disperata. Il pilota- giovane e laico- rispose semplicemente:
    “Sapevo che Dio è con noi!” (Gott mit uns.).
    Oggi, Netaniahu si presenta come un Mosè redivivo. In quell’impresa suo fratello ci rimise la vita.
    C’è da meditare, specie per il flessibile clero cattolico.