Massimo, Scrittore Ritrovato. Benedetta De Vito.

10 Giugno 2025 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Benedetta De Vito, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un autore ingiustamente dimenticato, della nostra storia culturale, a causa del solito Ciccillo….Spero cari StilumCuriali, che vi rendiate conto della fortuna che abbiamo di poter leggere queste chicche deliziose che Benedetta ci offre…Buona lettura e diffusione.

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Mentre il sole splende fuori e dentro il mio cuore – e la notte di luna piena quasi, un disco d’argento rotondo nel firmamento – vi vorrei presentare uno scrittore di razza ingiustamente messo d’un canto e nell’oblio, genero di uno dei “classici” scelto da Don Ciccillo De Sanctis (cioè Manzoni) che tirò un frego, come ho già scritto, tra gli autori italiani: di qua i buoni e giusti, di là, nel dimenticatoio, quelli che reputava di seriebbi. Ma bando alle ciance e avanti. Si tratta, dunque, di Massimo D’Azeglio che, per chi non lo sapesse, sposò in nozze infelici una delle figlie di Alessandro Manzoni e che, nell’Ottocento, dipinse, scrisse e fu poi uomo politico e anche ministro. Certo, lo so, fu uomo del Risorgimento e dovrei starne alle distanze, ma scrittore di pregio lo è e non posso mettermi per storto…

Prima di parlar di Massimo Taparelli dei marchesi d’Azeglio, baffi in su e viso severo, facciamo un pic nic lungo la strada e stendiamo la tovaglia a quadri per parlar di suo papà Cesare, lui sì Marchese, cattolicissimo, fedelissimo a casa Savoia, al punto da portar la famiglia da Torino a Firenze quando nella città della Mole giunse il detestato (anche da me) Napoleone. Massimo studiò dagli Scolopi, da piccolo posò da Gesù Bambino per un pittore, credo, francese, ma doveva avere in uggia suo padre,  lui sì dal carattere indomito e ardente, perché, come un altro fratello, si occupò non del cattolicesimo, ma dei valdesi delle valli… peccato. Uno dei fratelli di Massimo, un gesuita, fondò la Civiltà cattolica e chissà che cosa direbbe oggi a leggerne  gli articoli…

E ora che sulla tovaglia ci sono già i panini, l’aranciata e la crostata di visciole, parliamo dei libri di Massimo. Non del romanzo “Ettore Fieramosca”, considerato il suo capolavoro e  che non ho neppure letto, ma delle sue memorie che sono una delizia. Vi narro un episodio che la dice lunga sull’educazione di quei tempi.

Una sorellina di Massimo, insieme alla sua governante, tornò tardi al desco famigliare e la famiglia riunita aveva già finito di mangiare ed era  stato tutto quanto sparecchiato. Oh il muso lungo della piccina! Ma la mamma di Massimo, Cristina Morozzo della Rocca dei Marchesi di Brianzé, non una qualsiasi di certo, le disse, con un sorriso, che il pasto era pronto per loro due, certo.

Sorriso della bimba e della signorina. Ma – aggiunse – che era servito in terrazzo… e nevicava.

Dopo aver letto i suoi ricordi, tutti quanti scritti in punta di penna, mi sono immersa  nelle sue storielle di vita romanesca all’agro pontino, perché il D’Azeglio, con l’uzzolo di fare il pittore, visse per qualche mese nelle campagne romane, all’ombra dei castelli. Visse a pigione, a Marino, in casa di un certo Checco Tozzi, vestendosi come lui, con il giubbetto di velluto e lo schioppo ad armacollo. Visse e dipinse e si guadagnò il privilegio di vivere, pur già nell’Ottocento, alla maniera dei tempi di Michelangelo.

Belli, vivi, vividi, spiritosi i racconti un poco scapigliati e fatti alla spicciolata senza troppo badare all’ordine. E tra tutti, difficile scegliere, prendo a caso la storietta di lui, Massimo, in lotta con somaro che lo conduceva a caccia di paesaggi. Il somaro, furbo, gli scappava via e lui a rincorrerlo ta i campi, in sudati Mezzogiorni. Poi, al ritorno, in “lingua asinina”, uno scapaccione che voleva dire vai alla stalla…

Ecco qui, è pronto anche il caffè. Zucchero, latte, nero, lungo, al vetro?

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1 commento

  • Marcelo Fernanndo Gerstner ha detto:

    Benedetta, volevo dirti che mi sento identifiicato con il somero del tuo articolo. Anche se ogni giorno mi aiuti a megliorare molto grazie a tuoi mervegliose publicazzioni. Per questo te ringrazio di cuore.

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