Continuismo, Discontinuità. Leone XIV, Timida Speranza per i Cattolici. Renzo Puccetti.
3 Giugno 2025
19 CommentiMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questa riflessione pubblicata da Renzo Puccetti, a cui va il nostro grazie, su Facebook. Buona lettura e diffusione.
§§§
All’inizio del Pontificato di Francesco, per un certo tempo, ci fu una corrente che fu indicata in maniera critica come quella dei continuisti. Erano quelli che, partendo dall’adesione convinta e incondizionata alla dottrina cattolica (sociologicamente erano i cattolici conservatori, mediaticamente erano invece gli ultra-cattolici), si rifiutavano di vedere i numerosi segni di discontinuità di quel magistero rispetto alla dottrina cattolica a cui avevano sempre assentito.
Il Compianto Mario Palmaro già nel 2013 parlava di costoro come “normalisti”.
Il numero di questi segni di discontinuità crebbe però così tanto nel tempo, che fu per costoro sempre più difficile negarli. Quello continuista è stato dunque un “partito” che nel tempo ha visto erodersi il numero di chi in questa posizione si riconosceva. Da un certo punto in poi si è pressoché estinto per rigenerarsi come giustificazionismo. Cominciarono ad ammettere che la discontinuità c’era, ma eccepirono che essa era necessaria.
Oggi in un certo senso a raccogliere la torcia del continuismo è una parte dei cattolici progressisti orfani del precedente pontefice. Si affannano a volere vedere la continuità tra la rivoluzione magisteriale spesso indicata come “Chiesa di papa Francesco” e l’attuale e inizialissimo magistero di papa Leone.
La rivoluzione francese docet: al terrore termidoriano, segue come calmiere la reazione del 18 brumaio.
Posso sbagliare, ma a mio modestissimo parere il continuismo è stato allora un errore di wishful thinking ed è oggi lo stesso errore.
L’avevo già notato, ma il fatto che oggi venga ripetuto da papa Leone è una conferma difficilmente superabile.
Parlando per il Giubileo delle famiglie, l’attuale pontefice ha detto: “Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna”.
Ripeto: non è un ideale, ma il canone, cioè la norma, la regola del vero amore tra uomo e donna.
In Amoris laetitia, nell’esortazione post-sinodale di papa Francesco, la parola ideale compare invece ben 19 volte, spesso per indicare il matrimonio e l’amore coniugale.
Ecco papa Leone oggi ci dice che quella prospettiva era fuorviante e, seppure molto indirettamente, restituisce l’onore ai quattro cardinali che a quella impostazione coraggiosamente resistettero attraverso i dubia (Caffarra, Meisner, Burke e Brandmüller), sopportando l’emarginazione che ne derivò.
In tutto questo che sta avvenendo io colgo una discontinuità evidente ed un ritorno alla dottrina, alla teologia di San Giovanni Paolo II e al magistero di papa Benedetto XVI.
Non credo che papa Leone ribalterà il tavolo apparecchiato dal precedente pontefice, ma spero e ho motivo di pensare che questi segnali realizzeranno una correzione di quella mensa, attuata con molta gradualità, perché egli, diversamente del predecessore, ha molto a cuore di non esacerbare le già grandi e dolorose divisioni tra i cattolici.
Sin dal primo intervento e già nel motto che si è scelto, ha a cuore l’unità dei fedeli da realizzare, mi pare, attingendo alla legge della gradualità che fa parte della più nobile tradizione pastorale.
Lo dico ai fratelli nella fede che portano le ferite degli ultimi 12 anni, sappiate attendere, la Provvidenza di Dio opera con i suoi tempi, fidatevi di un impaziente irruento pentito.
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Tag: continuismo, discontinuità, matrimonio, papa, puccettti
Categoria: Generale
Padre James Martin esorta i cattolici a celebrare il “Mese dell’orgoglio” LGBT.
https://www.lifesitenews.com/news/fr-james-martin-urges-catholics-to-celebrate-lgbt-pride-month/?utm_source=digest-prolife-2025-06-03&utm_medium=email
1. domanda:
” Perché Prevost anziché” scomunicare” James Martin e l’antipapa Bergoglio pro “unioni omosessuali”, ha più volte promesso di portare avanti lo stesso programma?
“SI ALLA LEGGE SULLE UNIONI OMOSESSUALI”.
https://youtu.be/X_9aVWcy4Fs?si=iWcjcHyYQUKEFkXa
2. domanda:
Perché Prevost nomina vescovo di s Gallo (sede della mafia s Gallo) un Grögli, pur sapendo che è a favore dell’OMOSESSUALITÀ e del SACERDOZIO FEMMINILE?
Forse per obbedienza ai veri registi come Reina e Hollerich che lavorano dietro le quinte?
3. domanda:
Perché a nessun cardinale interessa ridare a Gesù il comando della Sua Chiesa, attraverso il legittimo successone di Pietro Benedetto?
Scommetto che i preti del Blog non risponderanno!
Gia pentiti del Prevostismo precox?
A proposito di “continuità” … continua il caos divisivo che dilania l’Istituzione. Le diversità di posizioni non si contano.
” Due rette parallele si incontrano solo all’infinito, quando, ormai, non gliene frega niente “. ( L. De Crescenzio ).
Il punto decisivo è: secondo Prevost, le encicliche di Bergoglio sono magistero della Chiesa o no? È tutto qui.
Per chi la vuole capire è un’ottima domanda, Carlo.
Dunque la continuità con GP.II e B.XVI Prevost la fa con due parole al vento mantenendo le encicliche di Bergoglio?
Il matrimonio cattolico e’ un sacramento, un segno efficace della Grazia. Chi consegna la propria volontà a questa Grazia può attingervi risorse umanamente irraggiungibili e in un certo senso incomprensibili.
Nel Sacramento vi sono un atto di fede e di speranza, ma vi è soprattutto la charis-Caritas, che aggiunge bellezza a quello che altrimenti scade in un contratto.
E, soprattutto, non è affatto un’idea o un ideale, nell’astrattezza di una teoria, ma un canone! Stiamo parlando dell’efficacia delle promesse di Cristo, di Lui presente come garante, di un amore più forte della morte! Stiamo nel mistero che congiunge Cristo e la Chiesa…
Coraggio: abbiamo la Grazia dei sacramenti, dal battesimo al perdono, al pane soprasostanziale, all’unzione che sorregge la prova più dura e che ci conferma come soldati che combattono con fedeltà la buona battaglia, nell’ordine che rifugge ogni spiritualismo disincarnato e santifica anche la carne, dove il Verbo ha abitato tramite Maria.
La Chiesa ha questo tesoro da annunciare e amministrare, malgrado un dodicennio di distrazione. Sia lodato Gesù Cristo, si torna alla missione. Memoriale del sacrificio redentore o come ieri dei martiri africani in Uganda. Il nostro occidente può scuotersi dall’essere solo un tramonto.
C’è vita dove si ama e il matrimonio è amore fedele, indissolubile e fecondo per la Grazia di Dio.
CUANTO MAS HAY QUE SEGUIR ESPERANDO LA RESTAURACIÓN? CUANTO MÁS HAY QUE ESPERAR PARA QUE DE DE BAJA AL ESCANDALOSO TUCHO FERNANDEZ? NOS PIDEN PACIENCIA PERO HAY COSAS QUE SON INSOPORTABLES DIA A DIA.
E’ interessante notare come oggi, paradossalmente, tanto alcuni tradizionalisti quanto certi ambienti ancora legati al bergoglismo si trovino a usare lo stesso concetto di continuità — ma con intenti opposti e per finalità divergenti.
Alcuni tradizionalisti, pur avendo criticato in passato il pontificato di Francesco, oggi parlano di continuità per timore di ammettere una discontinuità dottrinale che li metterebbe in crisi e tendono a interpretare i segnali di correzione come semplici sviluppi armonici, evitando di riconoscere che una vera svolta è in atto.
Dall’altra parte, gli ambienti bergogliani parlano di continuità per mantenere il primato dell’agenda teologico-pastorale inaugurata con Amoris laetitia, Fratelli tutti e Traditionis custodes. Per loro, papa Leone può anche usare un linguaggio più misurato, ma non starebbe affatto correggendo l’impostazione del predecessore: la starebbe solo “sviluppando”, “approfondendo”, o addirittura “applicando con maggiore equilibrio”. Si tratta, in realtà, di una narrazione difensiva, per impedire che emerga chiaramente il fatto più scomodo: la svolta è già in corso.
In verità, questo nuovo “continuismo incrociato” da parte di tradizionalisti prudenti e bergogliani resistenti è frutto dello stesso errore: voler negare che una correzione dottrinale, seppur prudente e graduale, sia realmente in atto.
Ma chi ha occhi per vedere — e cuore libero da ideologie — non può non riconoscere che papa Leone sta riannodando il filo interrotto con il magistero dei papi santi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, non per nostalgia del passato, ma per fedeltà alla verità di sempre.
Ma scusate, la finite di cassare i miei commenti?
Non illudetevi per una frasetta di Prevost. Guardate cosa diceva Bergoglio alla Rota nel 2023:
Il matrimonio secondo la Rivelazione cristiana non è una cerimonia o un evento sociale, né una formalità; non è nemmeno un ideale astratto: è una realtà con la sua precisa consistenza, non «una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno»
Cari fratelli e sorelle, abbiamo evidenziato che il matrimonio, dono di Dio, non è un ideale o una formalità ma il matrimonio, dono di Dio, è una realtà, con la sua precisa consistenza.
Ma qualcuno credeva seriamente che Prevost avrebbe ripetuto e confermato le ca&&ate dette da Bergoglio?
In questo caso su cosa è una famiglia.
Attendo che qualcun altro domandi a Leone XIV se è vera l’altra grande ca&&ata detta da Bergoglio a Scalfari, e cioè che l’inferno non esiste.
Mi devo fidare di un irruento impaziente non certo pentito, uno che con poca memoria ha fretta di esaltare due parole banali. Ma io non mi dimentico quello che ci ha detto un vero papa, Benedetto.
https://m.youtube.com/watch?v=o1NtJ9vVqXs
Davvero rimango basita nel constatare che anche chi prima aveva capito che Bergoglio era un antipapa massone luterano, di fronte al suo successore (che quindi non è il legittimo successore di Pietro Benedetto) ora si lascia abbagliare dalle apparenze, senza considerare minimamente la SOSTANZA DEI FATTI.
A parte la scomunica doverosa a Jmb per ERESIA, IDOLATRIA, BESTEMMIA, SACRILEGIO etc…che non è avvenuta…
Perché Prevost ha nominato il più stretto collaboratore dell’Arcivescovo Paglia, Mons. Renzo Pegoraro come nuovo presidente della Pontificia Accademia per la Vita?
Perché porre al comando l’uomo che ha collaborato dal 2016 con l’anticattolico pro-aborto e pro eutanasia mons. Paglia ?
Sapendo che la massoneria sta cercando di far passare in tutto il mondo la legge del SUICIDIO ASSISTITO, e pure in Italia, sede della Chiesa Cattolica?
Posizioni pubbliche: contraccezione e suicidio assistito
Nel 2022, Pegoraro ha rilasciato un’intervista al Wall Street Journal , affermando che la “contraccezione” potrebbe essere ammissibile in caso di “conflitto tra la necessità di evitare una gravidanza per motivi medici e la salvaguardia della vita sessuale di coppia”.
Ma la Dottrina della Chiesa è inequivocabile: la contraccezione è sempre intrinsecamente un male. Nessuna circostanza, per quanto emotivamente coinvolgente, può renderla buona o addirittura tollerabile.
Nello stesso anno, Pegoraro commentò a La Croix *il suicidio assistito* . Ecco cosa disse:
“Ci troviamo in un contesto specifico, in cui bisogna scegliere tra due opzioni, nessuna delle quali – il suicidio assistito o l’eutanasia – rappresenta la posizione cattolica”, ha detto a Le Croix .
Di fronte alla scelta tra suicidio assistito ed eutanasia, ha affermato che – dato che la legge sarebbe comunque arrivata – il suicidio assistito sarebbe stata l’opzione migliore, con meno abusi:
“Il suicidio assistito è quello che più limita gli abusi perché sarebbe accompagnato da quattro rigide condizioni: la persona che chiede aiuto deve essere cosciente e in grado di esprimerlo liberamente, avere una malattia irreversibile, provare sofferenze insopportabili e dipendere da un trattamento di sostegno vitale come un respiratore.”
Come ha affermato in risposta il cardinale Willem Eijk – egli stesso medico – non c’è “alcuna differenza morale significativa” tra il suicidio assistito e l’eutanasia. Entrambi sono omicidi. Entrambi implicano un’uccisione diretta e intenzionale. Ed entrambi sono totalmente incompatibili con la legge morale cattolica.
https://www.lifesitenews.com/blogs/a-heartfelt-plea-to-pope-leo-xiv-to-make-the-pontifical-academy-for-life-catholic-again/
N. 14 dell’enciclica Humanae vitae (Paolo VI): È “esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione”.
Come hai fatto ben notare, Gabriela, m. Pegoraro esalta la ricerca materiale della soddisfazione sessuale della coppia, cosa che non esiste nella dottrina cattolica ma esiste la morale sessuale cattolica, che è tutta un’altra cosa, sia vista nel matrimonio fra i coniugi che nella educazione dei figli.
In altre parole il Pecorone scelto dal Prevosto in sostituzione dell’altro vuoto a Perdere m.Paglia, avrebbe affermato che “pur di scopare una coppia, che non dovrebbe avere figli per motivi medici, può usare il preservativo”. Mezzo anticoncezionale che la Chiesa non approva, neanche per motivi sanitari.
da “Sessualità umana, Verità e Significato” – Pontificio Consiglio sulla Famiglia, 8.12.95:
“Nella stessa misura in cui nell’uomo si indebolisce la castità, il suo amore diventa progressivamente egoistico, cioè soddisfazione di un desiderio di piacere e non più dono di sé.”
“Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna”.
E io pensavo che per un cattolico il matrimonio fosse il canone dell’amore tra il marito e la moglie.
perfettamente veritiero: è interessante notare come oggi, paradossalmente, tanto alcuni tradizionalisti quanto certi ambienti ancora legati al bergoglismo si trovino a usare lo stesso concetto di continuità — ma con intenti opposti e per finalità divergenti.
Alcuni tradizionalisti, pur avendo criticato in passato il pontificato di Francesco, oggi parlano di continuità per timore di ammettere una discontinuità dottrinale che li metterebbe in crisi. Costoro tendono a interpretare i segnali di correzione come semplici sviluppi armonici, evitando di riconoscere che una vera svolta è in atto.
Dall’altra parte, gli ambienti bergogliani parlano di continuità per mantenere il primato dell’agenda teologico-pastorale inaugurata con Amoris laetitia, Fratelli tutti e Traditionis custodes. Per loro, papa Leone può anche usare un linguaggio più misurato, ma non starebbe affatto correggendo l’impostazione del predecessore: la starebbe solo “sviluppando”, “approfondendo”, o addirittura “applicando con maggiore equilibrio”. Si tratta, in realtà, di una narrazione difensiva, per impedire che emerga chiaramente il fatto più scomodo: la svolta è già in corso.
In verità, questo nuovo “continuismo incrociato” da parte di tradizionalisti prudenti e bergogliani resistenti è frutto dello stesso errore: voler negare che una correzione dottrinale, seppur prudente e graduale, sia realmente in atto.
Ma chi ha occhi per vedere — e cuore libero da ideologie — non può non riconoscere che papa Leone sta riannodando il filo interrotto con il magistero dei papi santi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, non per nostalgia del passato, ma per fedeltà alla verità di sempre.
Don Pietro Paolo,
grazie di aver riconosciuto l’integrità di Prevost e la sua continuità coi grandi Pontefici Woitila e Ratzinger.
Solo i giornali di sinistra cercano strenuamente di ravvisare continuità con Bergoglio.
Altri commenti qui mi paiono deliranti e paranoici: molti commentatori qui non li leggerò più