Sdegno per Spari sui Diplomatici; ma Altri Massacri a Gaza. La Vergogna Italiana dei Visti Negati a Due Studentesse.
22 Maggio 2025
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento di valutazione su quanto si sta perpetrando in Medio Oriente, con la complicità del nostro governo, e di una buona parte della stampa. Buona lettura e condivisione. Noi non vogliamo e non possiamo tacere.
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Questo post di Infosubmarine:
Le IDF hanno sparato 7 “colpi di avvertimento” contro un gruppo di 25 diplomatici che stavano visitando Jenin, nella Cisgiordania occupata illegalmente da Israele. Il gruppo era sul posto nel contesto di una missione ufficiale, organizzata dall’Autorità palestinese, per mostrare quanto grave sia la situazione umanitaria nella zona. Secondo i militari israeliano la delegazione avrebbe “deviato dal percorso approvato,” e a quel punto i soldati avrebbero aperto il fuoco per fargli prendere le distanze — ma il video del momento in cui vengono esplosi i colpi mostra che i diplomatici in quel momento in realtà stavano rispondendo a domande della stampa. I colpi sono stati sparati mentre la delegazione era fuori dai cancelli di un campo profughi, ma nessuno dei presenti aveva cercato di entrare — e i militari non hanno preso in considerazione di avvicinarsi e parlare con i diplomatici, se effettivamente c’era un problema.
L’incidente ha provocato un’ondata di indignazione in tutto il mondo: diversi paesi, tra cui il Canada, la Danimarca, la Francia, il Portogallo e anche l’Italia, hanno convocato i rispettivi ambasciatori israeliani per chiedere chiarimenti.
Nel frattempo, la strage a Gaza non si ferma: nel corso della giornata di mercoledì sono state uccise 93 persone, e dall’alba di oggi sono state uccise altre 14 persone, tra cui 10 sfollati che avevano trovato rifugio in un magazzino.
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Questo post di Giuseppe Salamone:
L’umanità non sanno più nemmeno dove stia!
Delle giovani studentesse di Gaza sono in attesa dal 2024, ripeto dal 2024, dei visti per poter venire in Italia e usufruire della borsa di studio all’Università di Siena.
Hanno completato tutte le procedure nei tempi previsti ma non riescono a lasciare Gaza perché le autorità italiane non rispondono alla richiesta di rilascio dei visti.
Più volte è stato contattato sia il Consolato Generale a Gerusalemme sia l’Ambasciata italiana al Cairo, nell’ambito della procedura di rilascio del visto. Nessuna risposta!
Ne parliamo adesso su YouTube ( “Giuseppe Salamone”) con Giovanna Cavallo e Paola Cucchetti. È vergognoso il silenzio su questa vicenda.
Vergognoso!
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Questo post di Inside Over:
Anche voi vi siete chiesti “ma è possibile che proprio ora Israele, nonostante il genocidio in corso a Gaza, si sia piazzata al secondo posto dell’Eurovision?”
Ebbene, per cercare di rispondere a questa domanda Francesco Spallino ha fatto una piccola indagine e ha scoperto che l’adv sul canale youtube Vote #04 New Day Will Rise (la canzone della cantantante israeliana Yuval Raphael) comparsa sui device di moltissimi utenti, è stata sponsorizzata dall’IGAA (Israeli Government Advertising Agency), un’organizzazione statale che si occupa della gestione centralizzata delle campagne pubblicitarie governative.
L’IGAA è la stessa organizzazione governativa israeliana che ha finanziato contenuti diffamanti verso l’UNRWA nel 2024 e che aveva già attirato critiche per l’uso estensivo di fondi pubblici in campagne percepite come propaganda, in contesti legati alle operazioni militari israeliane a Gaza.
E avete presente la pubblicità apparsa a Times Square a favore della cantante israeliana? Ebbene, è stata rilanciata dal Ministero degli Affari Esteri israeliano, dal Consolato Generale di Israele a New York e dall’organizzazione USA no profit StandWithUs (SWU), che ha più volte ricevuto fondi da parte del governo di Tel Aviv.
Dal momento che l’IGAA utilizza fondi pubblici israeliani ed è un’organizzazione governativa, sembra evidente che il governo di Tel Aviv tenga particolarmente al posizionamento dei propri artisti all’Eurovision. Partecipare al contest significa far legittimamente parte del mondo democratico ed Israele, ora più che mai, con un genocidio in corsa, è fortemente interessata a non essere considerata un Paese pariah, come è capitato alla Russia.
Eurovision ribadisce la sua neutralità e apoliticità fin dalle prime righe del regolamento. A questo punto, la domanda sorge spontanea: quali sono i valori inclusivi ed apolitici che sostiene di portare avanti l’Eurovision?
👉🏻 Leggi l’articolo completo di @francescospallino. link nelle stories.
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Un post di Repubblica denuncia quello che accade a Roma:
Prima gli insulti, poi le finte recensioni negative. Charlotte, pasticceria a pochi passi da piazza Re di Roma, inizia a vendere la Gaza Cola, bevanda che sostiene la ricostruzione della Striscia. Tutto inizia quando Charlotte pubblica su Instagram il post per annunciare la sua ultima iniziativa: “Da oggi nella nostra pasticceria troverete in vendita una nuova bevanda, la Gaza Cola”. La bevanda è “al 100% di proprietà palestinese e il suo profitto è destinato al sostegno di progetti umanitari, tra cui la ricostruzione dell’ospedale Al Karama”. E da lì giù con i commenti e con le recensioni negative. “Ci sono andato un paio di volte — scrive qualcuno su Google — ultimamente hanno iniziato con la propaganda anti-Israele. Non raccomando di andarci perché non accolgono tutti allo stesso modo ed entrano in politica col loro cibo”.
L’articolo completo di Valentina Lupia su Repubblica
#Gaza
#cocacola
#gazacola
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E anche questo post de L’Espresso Settimanale:
Mentre a Gaza procede il massacro della popolazione palestinese – dopo l’approvazione del nuovo piano del governo di Netanyahu che prevede l’occupazione dei territori della Striscia e il trasferimento di più di due milioni di civili tra il corridoio di Morag e il confine con l’Egitto – in Cisgiordania continuano le violenze, gli attacchi dei coloni e la sistematica pulizia etnica. Anche se i territori hanno caratteristiche diverse, la cifra comune, sempre più evidente, è proprio quella dell’occupazione. Si tratta di una strategia sempre più esplicita, ben riassunta nel commento del ministro delle finanze Bezalel Smotrich all’approvazione del piano: «Finalmente occuperemo la Striscia di Gaza – ha dichiarato il ministro – Smetteremo di avere paura della parola “occupazione”».
Una paura che in Cisgiordania le forze israeliane non hanno da anni. Nella regione di Masafer Yatta, dove è stato girato il documentario “No Other Land” e dove vive uno dei co-registi, Basel Adra, proprio questa settimana è stato completamente cancellato un villaggio in cui vivevano più di 150 persone. Il villaggio di Khallet ad-Daba’a, spiega Mohammed Hurraini, attivista del movimento locale di resistenza nonviolenta Youth Of Sumud, si trova in un punto strategico, «che collega il villaggio di Um Fagarah con gli altri villaggi della zona». Per questa ragione, subisce continui attacchi ed «è circondato da colonie e da un numero crescente di avamposti illegali. Stanno cercando di soffocare questi villaggi e di rendere la vita qui insopportabile, di spingere la gente ad andarsene». Attaccare questo villaggio, in particolare, significa isolare centinaia di persone, distruggere ogni possibile rete e connessione tra le comunità.
L’articolo completo di Matilde Moro è sul sito de L’Espresso
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Tag: diplomatici, foglio, fusarpo, gaza, governo studentesse, jenin, visti
Categoria: Generale
Assistito senza batter ciglio oltre centomila civili morti ammazzati… questi si indignano per quattro mortaretti in presenza diplomatici!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Interessante che la difesa di Israele è una unanimità da parte della cosiddetta destra. Da Milei a Meloni, da Bolsonaro a Marine Le Pen, da Trump a Orban, il coro di laude alle azioni della Idf è un unisono senza nessuna dissonanza. E la difesa dei valori tradizionali è tra le mani di un ex-kgb e del segretario del pcc.