La Questione della “Fratellanza” con Persone di Altre Fedi, e Quella della Verità. Marian Eleganti.

22 Maggio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Marian Eleganti, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla fratellanza universale. Buona lettura e condivisione.

§§§

La questione della fratellanza con persone di altre fedi

L’idea di fratellanza tra tutti, indipendentemente dal loro credo, purché siano persone di buona volontà, si è affermata nella Chiesa, non solo tra cattolici e protestanti, ma anche tra questi (cattolici e protestanti) e i seguaci di altre religioni. Trovo tutto ciò molto preoccupante, per non dire sbagliato!

Preferirei parlare di amicizia se questi rapporti meritano questo nome in singoli casi, il che generalmente non è il caso.

Preferirei parlare del nostro prossimo, che il Vangelo ci comanda di amare (anche il nemico).

Ma di fratelli e sorelle? Di fratelli? Che tipo di fratellanza è questa, ad esempio, tra Cristianesimo e Islam, che perseguita o sopprime la fede cristiana nella maggior parte dei Paesi in cui essa è diffuso? È dimostrato che i cristiani sono i più perseguitati nei paesi islamici. Ma anche nella Cina comunista le cose non vanno molto meglio. La cosiddetta “unificazione patriottica” sotto XI Jinping in Cina è il tentativo riuscito di soggiogare e sinicizzare (reinterpretare e rimodellare) la Chiesa cattolica, che molti non vedenti vedono ancora come una conquista.

Che sfortuna! Credi davvero nella benevolenza del Partito Comunista Cinese, dell’Islam o dell’Ebraismo ortodosso nei confronti del Cristianesimo in generale e del Cattolicesimo in particolare? Anche l’induismo è diventato ultimamente molto più aggressivo nei confronti dei cristiani. Quante chiese cattoliche sono state incendiate dai nostri cosiddetti “fratelli” in Francia, ad esempio? Quanti preti cattolici sono stati uccisi? Succede ogni anno. Quanti credenti sono stati accusati e condannati a morte o semplicemente massacrati da bande terroristiche islamiche, ad esempio nei paesi africani? A Gerusalemme può succedere che, in quanto cristiano, tu venga trattato con aperto disprezzo dagli ebrei ortodossi. L’elenco è lungo. Qui sto solo dando qualche esempio. In quale bolla o mondo parallelo si muove il discorso sulla fratellanza universale, confrontato con i fatti globali delle relazioni interreligiose?

Come possiamo noi cattolici parlare indiscriminatamente in questo contesto dei nostri “fratelli e sorelle”, tra cui esponenti militanti della loro religione o ideologia? Non credono in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, la via, la verità e la vita, l’unica porta che conduce al Padre. Combattono contro questo credo e contro tutti coloro che vi aderiscono.

In ogni caso, il numero dei martiri cristiani non sta diminuendo. Come possono i loro persecutori essere miei fratelli e sorelle, miei fratelli? Non è possibile. Con questo non intendo sminuire il Vangelo del Buon Samaritano. Né pongo limiti alla carità, che include anche i nemici. Ma non chiamo questi ultimi miei fratelli e sorelle, almeno finché non soddisfano i criteri della fede, la rifiutano, la combattono – a volte fino allo spargimento di sangue – o la tollerano solo al prezzo di una discriminazione e di un’oppressione di massa. Anche Giovanni dice in modo abbastanza esplicito nel prologo del suo Vangelo che Gesù Cristo ci ha dato il potere di diventare figli di Dio e che ciò richiede un concepimento dall’alto: in spirito e verità. Quindi non lo siamo per natura, ma a causa della fede in Gesù Cristo e del battesimo, che Egli ha reso condizione di salvezza.

Parlare di fratellanza universale è irrealistico, per non dire sentimentale. Sulla nostra bocca è una specie di captatio benevolentiae ingenua e benintenzionata di chi appartiene ad altre fedi, ma i fatti parlano contro. Ogni loro errore diventa “socialmente accettabile”. In ogni caso, questo discorso non si ritrova sulla bocca di altri nel contesto interreligioso, o lo si ritrova solo sporadicamente, almeno secondo la mia percezione. Tuttavia, vorrei dire che ho parenti e amici musulmani e che li ho avuti fin dalla mia giovinezza.

La situazione è diversa tra i battezzati. Non c’è bisogno di spiegarlo. Ma anche in questa relazione non esiste vera unità se non nella verità. E quest’ultima è cattolica romana. Questo deve essere detto molto chiaramente. Ciò non deriva dalla mia arroganza, dalla mia presunzione, dalla mia psiche o da alcun estremismo che possa essermi attribuito, ma dalla fede della Chiesa cattolica romana. Chiesa, nella quale crediamo, e che confessiamo nel Credo. Ciò significa che abbiamo chiamato il problema con il suo nome, cosa che generalmente si evita. Se lo si esclude, la tanto decantata unità non è altro che discordia, contraddizione e disperata eterogeneità di credenze, splendidamente colorate come presunta “diversità”. A ben guardare e strutturalmente, questa modalità ecumenica è tutt’altro che un’unità nella verità.

Non credo nell’amore senza verità. Non è l’amore ma la verità che ci unisce, così come non è l’amore ma la verità che ci divide.

Tutto questo discorso sulla fraternità e sulla diversità si basa quindi sull’esclusione della questione della verità per raggiungere migliori relazioni. In relazione a coloro che appartengono ad altre fedi, ciò significa la relativizzazione della pretesa di assolutezza di Gesù, l’esclusione della sua unicità e normatività per tutte le persone; e in relazione agli altri cristiani significa la relativizzazione della necessità salvifica della Chiesa cattolica romana, la sua visibilità, il suo significato salvifico universale e la sua mediazione, i suoi sacramenti e, ultimo ma non meno importante, la relativizzazione o il declassamento del suo papato a primato d’onore con massime concessioni.

Ripeto la mia tesi: se non hai una verità, puoi fonderti con tutti ed essere gentile con tutti senza che ciò ti faccia male. Può includere qualsiasi cosa. L’esclusività e l’unicità appartengono ormai al passato. Anche questo lo si desidera. Ma non appena la questione della verità viene posta in tutta la sua ampiezza e portata, essa conduce alla polarizzazione, all’allontanamento, al rifiuto e al martirio o alla conversione nel senso migliore del termine: l’accettazione della fede cattolica, del battesimo, della Chiesa cattolica romana.

La Chiesa nella sua visibilità, unicità, cattolicità e apostolicità, nei suoi sacramenti, nella sua successione apostolica e nella sua unità sub Petro et cum Petro (Papato). La spada divisiva della verità, che Gesù Cristo ha rivendicato per Sé e con cui si è identificato, taglia le famiglie, secondo le Sue parole. Non accusiamo Gesù di essere privo di amore. Siamo d’accordo con Lui che Egli è la verità, e che questo è rifiutato da molti. Da qui il discorso sulla spada. A differenza di Maometto, Gesù non conosce la violenza. Disse che questa spada doveva essere riposta nel fodero (e questo proprio a Pietro, che avrebbe dovuto garantire la veridicità della fede tradizionale). A questo proposito, non ci si può aspettare alcuna concessione o consenso da parte di altre religioni, a meno che non si convertano alla verità divina rivelata, così come è rivelata in Gesù Cristo.

Ma anche per i cristiani che sono separati da noi, non c’è vera unità se non si convertono alla Chiesa cattolica romana, come hanno sempre fatto i convertiti, e non ritornano all’unità con Pietro e il suo successore. Su questa roccia Cristo ha fondato la sua Chiesa.

Il suo potere delle chiavi significa, in senso biblico, autorità su tutta la casa, nella giurisdizione latina, non solo presidenza onoraria, né solo primo nell’amore, ma roccia e garante vincolante dell’unità nella piena verità della fede tradizionale.

Per i cristiani separati si tratta anche di riconquistare i sacramenti perduti, la successione apostolica e la vera unità di fede che non riescono a trovare neanche tra di loro.

Vieni Spirito Santo!

I colloqui consensuali non risolveranno il problema.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

***

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , , ,

Categoria:

12 commenti

  • stefano raimondo ha detto:

    Non siamo tutti fratelli.

  • Mimma Gattaino ha detto:

    E’ indubbio che Dio salva tutti gli uomini di buona volontà, a qualunque credo appartengano, purché siano in buona fede
    Lo insegna san Tommaso.
    Oggi però la Chiesa cattolica suggerisce un’altra cosa: che tutte le religioni portino a Dio.
    Tale affermazione rende nullo il Sacrificio di Cristo da cui derivano i Sacramenti, strumenti di salvezza e rende insignificante la esistenza stessa della Chiesa Cattolica .
    Sicché si assiste al fenomeno per cui tanti cattolici , per motivi vari, diventano musulmani o buddisti o protestanti di varie sette.
    Conosco tanti passati ai Testimoni di Geova.
    Chiedo dunque al gentile Torreggiani se creare questa confusione sia innanzitutto giovevole all’anima di chi ne è vittima e poi se sia giovevole alla Chiesa stessa.
    Non so se ci rendiamo conto della gravità delle nostre affermazioni.
    Se siamo cattolici, abbiamo il dovere di ubbidire ad litteram al Vangelo che ci chiede di annunciare a tutti i popoli ciò che Cristo ci ha detto.
    Amare il prossimo è un altro discorso e non c’entra proprio con l’assunto che stiamo discutendo
    Non ci chiede di sostituirci a Dio nel decidere come salvare quelli che non sono cattolici.
    Ieri ho visto sul web una scena che mi ha sconvolta.
    Un uomo indiano è stato torturato dai suoi concittadini musulmani perché cristiano.
    Gli hanno rotto le costole, sfondato il cranio e conficcato chiodi nelle parti intime, nei piedi e nelle mani. Notare lo spregio chiaro del Crocifisso
    Baloccatevi pure con l’ecumenismo e altre scempiaggini.
    Quando questi casi accadranno in Italia ne riparleremo.

    • Simone Torreggiani ha detto:

      La ringrazio per aver espresso il suo punto di vista e la sua preoccupazione su questo tema, che è molto importante per tutti, cattolici e non.

      Premetto che io stesso sono nato e cresciuto nella Chiesa Cattolica Romana ricevendo Battesimo, Penitenza, Santa Eucaristia, Confermazione… salvo poi allontanarmi dalla Chiesa per esplorare altre vie e conoscere ad altre religioni, studiare altre tradizioni, sperimentare con altre pratiche spirituali ecc.
      Di recente, avendo ripreso a studiare la Bibbia e alcune profezie mariane che riguardano il nostro tempo, mi sono riavvicinato alla Chiesa Cattolica: più con il cuore, con lo studio e con la preghiera (Ave Maria, Padre Nostro, Gloria, Salve Regina, lettura delle Sacre Scritture, del Catechismo, della vita dei Santi ecc.) che con le celebrazioni liturgiche e i sacramenti, a dire il vero.
      Diciamo che al 98% mi sento ‘compatibile’ con la Chiesa Cattolica, e credo che sul restante 2% sia possibile (a Dio piacendo) trovare una via di chiarimento e riconciliazione.

      Non credo che sia errato, da parte della Chiesa, sostenere che tutte le (vere) religioni portino a Dio: se non portassero a Dio non sarebbero neppure religioni, ma inganni di satana da smascherare e rigettare totalmente.
      Tuttavia credo che sarebbe un grave errore da parte della Chiesa (in virtù di questa consapevolezza) sostenere che ‘una via vale l’altra’. Per esperienza posso dire che non è affatto così: per ciascuno di noi c’è UNA via maestra che è davvero gradita a Dio, da percorrere con fervore e dedizione; poi ci sono altre vie che volendo uno può esplorare per un po’, ma sarebbe deleterio e dispersivo volerle percorrere tutte assieme o ‘amalgamare’ a quella davvero gradita al Cielo.
      Dunque credo che la Chiesa Cattolica debba sostenere fortemente la SUA via diffondendo e praticando il Vangelo, pur rispettando, tollerando e dialogando con le altre religioni, ma senza ‘disperdersi’ in questo confronto, ossia rimanendo se stessa.

      Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto.” Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta.” Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: ‘Mostraci il Padre?’ Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Giovanni 14, 6-10)
      Poi:
      “In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.” (Giovanni 14, 20-21)

      Queste profonde verità, se distorte e intese faziosamente, possono indurre a saltare ad errate conclusioni del tipo: “Solo chi crede in Gesù Cristo potrà conoscere Dio. Quindi chiunque predica altre vie sta solo allontanando le anime dalla salvezza ed è nostro nemico.”

      Tuttavia Gesù stesso ci rivela, in pratica, come avvicinarci a Lui, ossia osservando i suoi comandamenti.
      Dunque se un buddhista, un indù, un mussulmano, un taoista, un ebreo e persino un agnostico o un ateo realizzano, in qualche misura, l’ ‘ideale cristiano’, sono di fatto più cristiani di chi inneggia a Cristo dicendo: ‘Signore, Signore’ ma poi si fa gli affaracci suoi in violazione dei comandamenti.

      Poi sul ‘come’ Gesù si manifesterà alle tante anime così diverse fra loro ma a Lui (di fatto) fedeli non sta a noi giudicare.

      Chi distorce l’insegnamento della propria religione per fomentare odio e divisioni nei confronti delle altre di fatto viola i principi cardine della propria religione, che se ne renda conto oppure no. Per questo un vero credente indù non si abbasserebbe mai a commettere le efferatezze che lei ha descritto nei confronti di un cristiano (o di chiunque).

      Dal mio punto di vista (avendo vissuto in Asia per diversi anni e avendo conosciuto varie tradizioni, religioni e culture) ho notato con preoccupazione che è in atto nel mondo una crescente corruzione di TUTTE le vere religioni; essa sta provocando divisioni, intolleranza, disprezzo, odio, violenze e abusi in comunità miste che prima convivevano molto più pacificamente.
      La cosa grave è che molti tra i ‘sommi sacerdoti’, pontefici, rabbini, imam, guide spirituali e quant’altro ‘tollerano’ (di fatto) il diffondersi di tali ingiustificabili violenze spesso commesse a danno delle minoranze religiose, ma anche da minoranze deviate nei confronti delle altre confessioni.

      Dunque la risposta sana a questo ‘odio del diverso’ non è combattere le altre religioni, ma combattere la corruzione all’interno della propria religione e allo stesso tempo dare aiuto e sostegno agli uomini di pace delle altre religioni. Ciò non significa aprire le frontiere e favorire le migrazioni di massa che destabilizzano le nazioni, che questo sia ben chiaro!
      Non significa neppure minimizzare sulle violenze o ‘lasciar fare’ in nome di un distorto concetto di ‘tolleranza e inclusione’.
      Occorre non fare di un’erba un fascio e impegnarsi per ripristinare una guida legittima e saggia ai vertici della propria Chiesa, e al contempo aiutare le altre Chiese a fare lo stesso.
      Ad esempio: vi sono molti rabbini che condannano con fermezza le efferatezze compiute dall’IDF a Gaza; se noi cristiani favorissimo l’ascesa di queste correnti sane all’interno del mondo ebraico ne beneficerebbero tutti.
      Lo stesso dicasi per la Chiesa Cattolica ecc.

      • Mimma Gattaino ha detto:

        Apprezzo molto, gentile amico, le sue precisazioni.
        Purtroppo però le efferatezze contro i cristiani non sono casi isolati di violenza .
        È chiaro che il rapporto con Dio è, alla fine, una scelta personale, all’interno di qualunque comunità religiosa .
        Ma non credo nelle buone intenzioni delle altre religioni.
        Se conosce un poco il francese, la prego di ascoltare le conferenze e le trasmissioni TV dell’ Abbe Pages, di Parigi.l, grande esperto di islamismo.
        Corano alla mano, egli dimostra che l’intento dell’ Islam è uccidere gli infedeli , infiltrandosi ,fingendosi pacifici nelle nostre patrie.
        Alla luce delle sure coraniche che invitano i musulmani a purificare il mondo dai ” trideisti” , come sprezzantemente chiamano i cattolici per via della fede nella Santissima Trinità, egli dà una spiegazione inedita della parabola del grano e della zizzania , sostenendo proprio ciò che Lei paventa: che il Nemico ha seminato tra il buon grano della Chiesa, la malerba con cui dovremo convivere , senza tentare di sradicarla, fino alla fine dei tempi.
        Si può non essere d’accordo con l’Abbe, ma i fatti gli danno ragione , specialmente in Francia.
        Non sono i Capi ,che sfilano come santoni pacifisti ad Assisi o ad Abu Dhabi , coloro che pagano di persona.l o che fanno la storia.
        Quanto a me, ripeterò fino alla morte ciò che il Padreterno mi detta.
        ” Io sono il Signore. Non ce n’è un altro.
        Lo giuro sul mio nome. Tutti i popoli verranno e si piegheranno davanti a Me”.
        Gesù ha riscattato tutti gli uomini, di ogni lingua, razza e nazione e Lui solo è Via Verità e Vita.
        Ma moltissimi di questi uomini non lo sanno.
        Sono redenti da Cristo., non dal Buddha né da Allah e quel poco di opere buone che le altre religioni raccomandano non sono altro che semina Verbi, piccole luci che il Maestro concede a tutti perché lo cerchino nella vita terrena.
        I cattolici hanno l’obbligo di farglielo sapere, di facilitare questa ricerca e spiegare dove conducono queste luci, perché hanno ricevuto questo mandato dallo stesso Signore, poco prima che ascendesse al Cielo.
        Per rispettare quest’ordine gli Apostoli hanno dato la vita e , dopo di loro, innumerevoli missionari.
        L’ ecumenismo modernista, di fatto, ridimensiona o addirittura ridicolizza in modo blasfemo tutti i martiri di Cristo.
        Una cosa intollerabile e abominevole, almeno per una vecchia signora come me, fedele alla santa Madre Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.
        Da bambina, con le mie compagne Beniamine di AC. sciamavamo per le piazze, nella Giornata Missionaria Mondiale, offrendo mazzi di violette alle signore messinesi , per racimolare offerte da inviare agli amati Padri di tutti gli Ordini , spersi per foreste e deserti a portare Cristo a tutte le genti.
        Oggi il proselitismo è icpnsiderato nvadenza ed errore perché ognuno arriva a Dio coi suoi canali personali.
        Sarà. Non certo per me.
        Aggiungo solo, prima di chiudere, che questa prateria attraversata da tutti questi canali rigorosamente privati e protetti è più arida più inquinata e più violenta del mio tempo delle viole.

        • Simone Torreggiani ha detto:

          Ho studiato a lungo la Bibbia, ma sul Corano devo ammettere la mia quasi totale ignoranza; vista l’importanza del rapporto tra cristiani e musulmani in Occidente (in particolare qui in Europa) penso che sarà bene colmare questa mia lacuna leggendomi il Corano nella sua interezza e meditando sull’insegnamento di fondo che trasmette. Fatto questo sarà più facile formulare un giudizio complessivo sul suo contenuto.
          Purtroppo è molto facile travisare i testi sacri selezionandone soltanto alcuni passaggi ‘controversi’ per giustificare faziosamente ogni sorta di ingiustizia. Basti pensare a chi affibbia arbitrariamente l’etichetta di ‘Amalek’ ai Palestinesi per poterli espropriare e massacrare ‘secondo la (presunta) volontà di Dio’, violando così diversi comandamenti cardine della propria Legge (non uccidere, non rubare, non prestare falsa testimonianza, ecc.). Lo stesso Gesù accusò i farisei di trovare ogni sorta di pretesto per ‘adattare’ la Legge ai propri personali comodi (Marco 7, 6-13).
          Possiamo ingannare gli altri e pure noi stessi, ma a Dio non sfugge nulla e darà a ciascuno quel che davvero si merita…
          Il profeta Maometto aveva la massima stima per Gesù e lo considerava un fratello. I musulmani considerano Gesù un grande profeta e anche loro venerano Maria, Sua madre.
          Gesù, pur essendo giudeo, non disprezzò affatto i samaritani; tutt’altro, nonostante vi fossero incomprensioni e inimicizia tra i due popoli. Lo dimostra la parabola del buon samaritano (Luca 10, 25-37) e l’incontro di Gesù con la samaritana (Giovanni 4, 4-42); inoltre Gesù soccorse la cananea, una pagana, e la lodò per la sua fede (Matteo 15, 21-28). Lo stesso fece con il centurione (Luca 7, 1-10); inoltre mangiò a casa dei pubblicani, protesse l’adultera ecc.
          Se Gesù fosse qui tra noi nella carne credo che il suo messaggio per noi tutti sarebbe un forte richiamo al rispetto reciproco, alla tolleranza e alla pace.
          Chi fomenta l’odio, cercando di far credere ai cristiani che i musulmani sono loro nemici (e viceversa) non è un uomo di pace, ma un lupo in veste d’agnello, che segue l’antico stratagemma del ‘divide et impera’. Occorre quindi guardarsi da questi falsi profeti che distorcono le verità di fede per mettere i popoli gli uni contro gli altri.
          Se un musulmano Dio lo chiama Allah e professa che non c’è altro Dio all’infuori di Allah, in pratica sta affermando la stessa verità che afferma lei stessa, quando cita la Bibbia:
          “Io sono il Signore. Non ce n’è un altro. Lo giuro sul mio nome. Tutti i popoli verranno e si piegheranno davanti a Me.”
          Su una cosa quindi siamo d’accordo: Uno solo è Dio ed è onnipotente e misericordioso.
          Ora io mi chiedo…
          Solo perché alcuni lo chiamano Jahvè, altri Geova, altri Signore Dio, altri ancora Allah, altrove lo descrivono come l’ ‘uno e trino’ Sat Chit Ananda dell’Induismo (o con la Trimurti), altri con il Tao, altri non ne parlano affatto ma in pratica indicano un cammino per conoscerlo (il Buddha richiama il ‘Figlio di Dio’, anche se il Figlio dell’uomo non è lo stesso…) ecc.
          Mi chiedo appunto se questo diverso modo di descrivere e visualizzare ciò che sta oltre le parole e le immagini giustifichi l’inimicizia tra i fedeli delle varie religioni, quando tutte cercano di realizzare l’unione tra umano e divino ed esortano alla pace, alla misericordia e all’armonia?
          Non sarà piuttosto satana che, per invidia, semina odio e divisione per farci combattere tra noi e smarrire così la via di ritorno alla Patria Celeste?

  • Giovanni ha detto:

    Le due ” fratellanze ” sembrerebbero sovrapponibili, ma la scaltrezza del demonio sta nell’ uso dei particolari…..

  • Simone Torreggiani ha detto:

    Se si vuole ridurre il Cristo a un Figlio dell’uomo divinizzato, ‘comprimendo’ la sua divinità nella persona di Gesù di Nazareth, allora ha ragione mons. Marian Eleganti: non c’è conciliazione tra cattolicesimo romano e altre chiese cristiane, né tanto meno tra cattolicesimo romano e altre religioni: o sei dei nostri, con il nostro Maestro e secondo la Nostra comprensione del divino insegnamento, oppure sei contro la verità, quindi (in ultima istanza) dannato.
    Se invece ci si apre alla dimensione spirituale, considerando il Cristo come Figlio di Dio in primis (senza volerlo limitare a un ‘tal dei tali’, per quanto sublime sia stata la grazia della Sua incarnazione) allora la conciliazione e la fratellanza spirituale con altri autentici ‘ricercatori della verità’ di tutte le provenienze diviene non solo possibile, ma inevitabile: nel pieno riconoscimento del fatto che, come si dice, ‘le vie del Signore sono infinite’.
    Perché Gesù spesso parlava del suo ‘sé fisico’ in terza persona, affermando ad esempio: ‘il Figlio dell’uomo deve… ‘ (Lc 9, 22)’?
    Mentre invece non parlò affatto in terza persona e definendosi uomo quando affermò: ‘Io sono la via, la verità e la vita’?
    Sono relativamente pochi i fedeli delle varie religioni che riconoscono che in Dio (comunque lo si voglia chiamare e concettualizzare…) siamo già tutti in comunione e in unione, pur non essendone pienamente consapevoli. Per questo le diversità vengono percepite come limiti insuperabili, cose da combattere, da sradicare, da sottomettere ai canoni della propria setta ‘strappando’ il maggior numero di anime dalle ‘grinfie’ delle altre (presunte) false religioni.
    D’altro canto trovo che “l’ibridazione” delle varie religioni per voler ‘simulare’ questa unione di tutti in Dio sia quanto mai deleteria, se frutto di una forzatura umana. È una grande grazia invece quando tale comprensione viene da Dio, una grazia che spesso è concessa praticando il proprio culto nella sua specificità con devozione, fedeltà, umiltà e carità.
    In questo senso credo che il messaggio di tolleranza e rispetto del Concilio Vaticano Secondo andrebbe ‘metabolizzato’ a dovere da tanti cattolici, per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità.

  • Mimma Gattaino ha detto:

    Condivido ogni parola e ringrazio per l’intelligente esposizione della questione.
    Siamo tutte creature di Dio, ma si diventa fratelli solo in Cristo, con Cristo e per Cristo, il Quale solo ci conduce al Padre.
    Ad Enrico ripeto ancora che la verità è fondamentalista per sua natura.
    Non esiste vero amore senza la verità.
    Se dici di amare il fratello e non lo avvisi ( per non spaventarlo, poverino…) della vipera che ha sotto la sedia, che amore è il tuo?

  • il Matto ha detto:

    «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

    C’è qualcosa di più di ogni fondamentalismo religioso. Si tratta di un amore superiore a quello tra fratelli e sorelle.

  • creazionista ha detto:

    Storicamente i più grandi persecutori dei cristiani sono gli ebrei, da Gesù a S. Stefano agli imperatori romani da essi sobillati ecc. ecc. fino agli ebrei delle ONG che ci stanno riempiendo di islamici per farci scannare la regia è pressocché sempre ebraica.
    https://t.me/doncurzionitoglia/1278

  • R.S. ha detto:

    La fratellanza massonica è la dittatura del relativismo.
    Lo stiamo sperimentando da tempo.

    Amare il prossimo fa parte del comandamento nuovo di Gesù. Fa solo parte del comandamento nuovo (che non è l’undicesimo=10+1, ma compie gli altri), perchè sarebbe impossibile amare così senza quel “come io ho amato voi”.

    La novità consiste nell’andare oltre la natura umana e questo è possibile solo perchè il divino ha preso carne per santificarci con la grazia.

    Allora siamo fratelli perchè figli di Dio, capaci di amare “come Gesù ha amato”. Senza di Lui non combiniamo niente.