Il Nuovo Leone Riuscirà a Scacciare i Lupi? José Antonio Ureta, Tradizione Famiglia Proprietà.
16 Maggio 2025
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo commento pubblicato su Tradizione Famiglia Proprietà, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.
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Il nuovo Leone riuscirà a scacciare i lupi?
Immagine generata con l’intelligenza artificiale (ChatGPT – DALL·E), modificata con Canva Pro
di José Antonio Ureta
In poco più di due settimane, la Chiesa, che sembrava immersa nelle convulsioni dell’agonia, ha mostrato un’insospettata vitalità, rivelando la sua origine divina e l’assistenza permanente dello Spirito Santo.
I media liberal si erano compiaciuti nel sottolineare che, nonostante il pontificato populista e modernizzante del defunto Papa Francesco, l’emorragia della pratica religiosa nella Chiesa cattolica non si era arrestata, né si era fermata la chiusura delle chiese dovuta al continuo calo delle ordinazioni sacerdotali, alla corrispondente diminuzione delle entrate per mantenere le sue attività liturgiche e caritative, e, ancor peggio, alle lotte intestine provocate dall’“apertura” del pontefice argentino. Questi analisti prevedevano che presto la grande istituzione che aveva plasmato la cultura e la civiltà occidentale e influenzato il mondo intero con il suo pensiero sarebbe caduta nell’insignificanza…
E invece no! La convergenza di oltre cento Capi di Stato per i funerali di Francesco e la presenza a Roma di oltre 1.500 giornalisti per coprire le congregazioni generali del collegio dei cardinali, il conclave e l’elezione del nuovo papa, hanno attirato l’attenzione di milioni di cattolici e non cattolici nei cinque continenti. Ai loro occhi, l’istituzione millenaria fondata da Gesù Cristo è apparsa nello splendore dei suoi giorni migliori. E ne sono rimasti affascinati.
Lo scrittore boliviano José Andrés Rojo lo ha espresso bene sulle pagine del quotidiano spagnolo di sinistra El País:
“Qualsiasi laico che si avvicina a questo processo resta abbagliato dai protocolli che lo regolano. L’attenta gestione del tempo, la disposizione accurata delle figure, degli spazi e dei colori, le vesti dei protagonisti, le informazioni rilasciate con il contagocce, lo spettacolo… I leader del nuovo ordine si sono precipitati in Vaticano per imparare dalla Chiesa cattolica. Non che siano interessati alle sue omelie o speculazioni teologiche, né ai suoi comandamenti; ciò che vogliono capire è come operano i suoi splendidi cerimoniali. E così imparare a conquistare gli affetti del gregge e suscitare emozioni per condurlo verso quella nuova età dell’oro che promettono con tanto fervore.”
Per ventiquattro ore, infatti, gli occhi del mondo intero si sono concentrati sul gabbiano che si posava con orgoglio accanto alla piccola canna fumaria installata dai dipendenti vaticani, dalla quale sarebbe uscita la fumata — nera o bianca — a indicare l’esito dei misteriosi scrutini della più aristocratica elezione del mondo odierno democratico.
132 elettori, per lo più scelti dal defunto sovrano secondo criteri piuttosto eccentrici, hanno partecipato al conclave, senza neanche aver avuto modo di conoscersi intimamente nei concistori periodici, come si faceva un tempo. La difficoltà aggiuntiva della loro provenienza da 77 paesi, con culture e interessi pastorali molto diversi, faceva presagire un processo lungo per eleggere qualcuno in grado di ottenere il consenso di almeno i due terzi di questo eterogeneo corpo elettorale: un’eterogeneità aggravata dalla divergenza teologica tra i prelati progressisti, desiderosi di proseguire l’avventuroso “cambio di paradigma” intrapreso da Papa Francesco, e coloro che vedevano la sua apertura allo Zeitgeist come un tradimento del messaggio evangelico, al punto che non pochi osservatori avevano ipotizzato uno scisma.
Ancora una volta, tutte le aspettative sono state disattese. In appena quattro scrutini è stato eletto il 267° successore di San Pietro. L’arcivescovo di Algeri, un prelato ultra-progressista, ha dichiarato che, dopo un momento iniziale di “espressione delle differenze” nei voti, “si è presto raggiunta un’enorme unanimità”. A suo dire, il voto “avrebbe potuto concludersi prima”, lasciando intendere che già al terzo scrutinio il cardinale Robert Vincent Prevost aveva quasi raggiunto la maggioranza qualificata necessaria. Una scelta che ha contraddetto sia i pronostici dei bookmaker sia i desideri segreti di quanti auspicavano un successore che proseguisse l’avventura bergogliana e de-occidentalizzasse ulteriormente la Chiesa cattolica verso le periferie del Sud globale.
Ispirato dalla prudenza, che richiedeva una figura capace di unire una Chiesa profondamente divisa dalla linea pastorale e dallo stile autoritario di Francesco, affinché potesse tornare a guidare i fedeli e illuminare le coscienze nel caos geopolitico attuale — e, si spera, anche ispirato dallo Spirito Santo — il collegio dei cardinali ha scelto una persona sconosciuta al grande pubblico, ma che incarnava i tratti che il cardinale Timothy Dolan auspicava, parlando ai microfoni della NBC prima di salire sull’aereo a New York:
“Mi piacerebbe vedere qualcuno con il vigore, la convinzione e la forza di Giovanni Paolo II. Mi piacerebbe vedere qualcuno con l’intelligenza di Papa Benedetto. Mi piacerebbe vedere qualcuno con il cuore di Papa Francesco… qualcuno con lo stesso stile di Francesco, quel calore, quel cuore, quel sorriso, quella bontà, quell’abbraccio, magari con un po’ della chiarezza nell’insegnamento di Giovanni Paolo e Benedetto, più raffinatezza nella tradizione della Chiesa, e più approfondimento nei tesori del passato per ricordarci cosa Gesù si aspetta da noi oggi.”
Il recupero delle tradizioni della Chiesa è stato ben rappresentato fin dalla prima apparizione di Leone XIV sul balcone, che nulla ha lasciato a desiderare per i cuori innamorati degli splendori della pompa papale: mozzetta e stola ricamata, croce pettorale e processionale in oro, nessuna improvvisazione personalistica, ma un discorso scritto, pronunciato con tono sobrio e con una marcata nota religiosa, centrato sulla predicazione di Cristo risorto e sull’affidamento filiale del suo ministero petrino alla Madonna. Una devozione mariana confermata il giorno seguente dalla sua visita inaspettata al santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, l’affresco ispiratore, dai tratti orientali, trasportato dagli angeli dall’Albania alle porte di Roma, cuore della devozione mariana dell’Ordine agostiniano, al quale il nuovo Papa apparteneva.
Il primo sermone di Leone XIV ai cardinali, nella Cappella Sistina, è stato anch’esso un richiamo a ciò che Gesù si aspetta da noi oggi. Commentando il contesto dell’episodio evangelico della confessione di San Pietro, il suo successore ha sottolineato che è avvenuto in un contesto simile al nostro, cioè “un mondo che considera Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso” e che “non esiterà a respingerlo e a eliminarlo” quando la sua presenza diventa scomoda; oppure un mondo che lo considera uno che dice cose giuste come altri grandi profeti e lo segue “almeno finché possono farlo senza troppi rischi e inconvenienti”, ma che “lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi”. Secondo il nuovo Papa, questi due atteggiamenti sono molto attuali: “incarnano infatti idee che potremmo ritrovare facilmente – magari espresse con un linguaggio diverso, ma identiche nella sostanza – sulla bocca di molti uomini e donne del nostro tempo”. Anche tra i battezzati, non mancano coloro che riducono Gesù “a una specie di leader carismatico o di superuomo” e che finiscono per “col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”.
Questa visione dello stato dell’umanità è l’antitesi dell’ottimismo beato che ha presieduto alla convocazione, alle discussioni e alle scelte pastorali del Concilio Vaticano II, basate sull’idea che l’umanità si stesse muovendo verso i valori del Vangelo, e che quindi gli anatemi non fossero più necessari e bastasse una presentazione positiva di quei valori. L’immagine della Chiesa militante doveva essere sostituita da quella della Chiesa pellegrina, in cammino mano nella mano col mondo verso un Regno escatologico dalla collocazione incerta — in questo mondo o nell’altro.
Nulla di tutto ciò si ritrova nella visione del nuovo Papa. Di fronte a un’umanità che disprezza, ignora o svaluta Cristo, egli ci chiama a “testimoniare la fede gioiosa in Cristo Salvatore” e a ripetere con San Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”. Un compito che il suo successore riconosce di aver ricevuto come un tesoro, affinché “col suo aiuto, ne sia fedele amministratore”, in modo che la Chiesa “sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo”. Siamo ben lontani dalla Dichiarazione di Abu Dhabi e dalle scandalose affermazioni di Singapore secondo cui tutte le religioni sarebbero vie verso Dio…
È ancora presto per sapere fin dove il nuovo Papa porterà questo programma missionario, ma una cosa sembra chiara: la sua elezione rappresenta un ritorno all’ordine. Speriamo che ciò non si limiti solo all’aspetto esteriore — giacché, come diceva Victor Hugo, “la forma è la sostanza che affiora” — ma anche sul piano dottrinale e disciplinare, affinché l’immensa confusione seminata dal pontificato precedente, con le sue dichiarazioni azzardate e i documenti controversi come Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans, possa essere dissipata, e cessino le persecuzioni verso chierici, intellettuali e fedeli emarginati e sanzionati per la loro fedeltà all’insegnamento morale della Chiesa o al suo rito liturgico immemorabile.
Spiegando la scelta del nome Leone, il nuovo pontefice ha dichiarato che una ragione era in memoria di Leone XIII, che gettò le basi della dottrina sociale della Chiesa in risposta alle sfide della Rivoluzione Industriale, così come oggi essa affronta le sfide della nuova rivoluzione digitale. Un’altra spiegazione potrebbe essere il suo affetto per Leone XIII, che nacque nei pressi di Genazzano, fu educato dagli Agostiniani e fu colui che inserì l’invocazione Mater Boni Consilii nelle Litanie Lauretane.
Secondo Le Figaro, il cardinale serbo Ladislav Nemet ha condiviso una battuta che circolava tra i cardinali e offriva un’altra spiegazione per la scelta del nome Leone (“Leo” in latino): “Finora abbiamo avuto Francesco, che parlava con i lupi. Ora abbiamo un leone che scaccerà i lupi.”
Speriamo che lo faccia davvero, dissipando una volta per tutte il “fumo di Satana” entrato nella Chiesa ai tempi di Paolo VI, e ponendo fine al “misterioso processo di autodistruzione” che ha condotto alla crisi attuale. Possa Leone XIV andare oltre le intenzioni dei cardinali elettori (che forse lo hanno scelto come figura di consenso) e riportare davvero la pace nella Chiesa.
Speriamo sia la vera pace di Sant’Agostino — cioè “la tranquillità dell’ordine”, che presuppone l’eliminazione più radicale possibile dei fattori di disordine dottrinale e disciplinare dilaganti in ogni ambiente cattolico, e in particolare in Europa. Con questa speranza, uniamoci alle voci delle migliaia di fedeli che, ai piedi della loggia di San Pietro, hanno acclamato Leone XIV con un fragoroso: “Viva il Papa!”.
Fonte: Voice of the family, 14 maggio 2025.
Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.
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Tag: famiglia, leone, proprietà, tfp, tradizione, ureta
Categoria: Generale
Dicastero, chiedo venia.
Alla sedicente “Signora di tutti i popoli”,
che di cattolico, a ben vedere, non ha né il tono né il contenuto:
Le sue invettive grondano disprezzo per la Chiesa, il Papa, e per tutti i fedeli che non si piegano ai suoi deliri pseudoprofetici. Lei invoca l’annullamento “ex tunc” del pontificato di Francesco come se bastasse un colpo di bacchetta per cancellare decenni di vita ecclesiale, sacramenti, nomine, canonizzazioni. Una posizione assurda, non solo priva di senso canonico, ma profondamente scismatica.
Chi le ha messo in testa che il Papa, per essere vero, debba piacere a lei? Leone XIV è stato eletto legittimamente, secondo la normativa in vigore, da un conclave validamente convocato, e ha accettato canonicamente l’ufficio. Le sue sono chiacchiere da bar travestite da zelo. Nessuna rivelazione privata, nessuna “sensazione” spirituale, nessun “fiuto da segugio profetico” può sostituirsi all’elezione canonica e alla ricezione universale da parte della Chiesa.
Lei insulta, dileggia, accusa di essere “incocconati” e “fessi” i fedeli che restano nella comunione della Chiesa e che non sono in “comunione” con lei. Ma sappia che i veri stolti sono coloro che seguono lei e che si credono più puri del Corpo di Cristo, come se il Signore avesse deciso di farsi rappresentare solo da isterici e qualche crociato della tastiera.
Il suo odio per Leone XIV è lo stesso rancore isterico che ha vomitato su Francesco. Cambia il bersaglio, non la sostanza. In lei non c’è fede, ma frustrazione travestita da profezia. Ha scambiato l’Inferno che “ride” con il suo stesso ego che sghignazza.
Se davvero ama la Chiesa, la smetta di vomitare scemenze. Se non ci riesce, almeno taccia. Non sarà certo lei, con le sue filippiche da tribunale eretico, a smascherare l’Anticristo: si sta già autodenunciando abbastanza.
don Pietro Paolo
Sacerdote cattolico romano
Tanto per chiarire un poco di piú la situazione al mi pare indignatissimo don Pietro Paolo:
“La respuesta del Papa León XIV a José Enrique Escardó, presidente de la Red de Sobrevivientes Perú: “Cuenta conmigo, ¡Fuerza y vamos adelante!””
https://www.infobae.com/peru/2025/05/13/la-respuesta-del-papa-leon-xiv-a-jose-enrique-escardo-presidente-de-la-red-de-sobrevivientes-peru-cuenta-conmigo-fuerza-y-vamos-adelante/ (in spagnolo)
Et bien, je dois conclure que je suis systématiquement SENSURÉ par la modération lorsque j’écris sur Léon XIV ou sur un autre cardinal.
Dans ce cas, je prends ma pension !
C’est étrange !
Le commentaire que je viens d’envoyer apparaît reçu par la modération alors qu’un autre que j’ai tenté d’envoyer à trois reprise est systématiquement chaque fois inapparent, absorbé par le néant, comme s’il était systématiquement rejeté par la modération.
C’est étrange !
Le commentaire que je viens d’envoyer apparaît reçu par la modération alors qu’un autre que j’ai tenté d’envoyer à trois reprise est systématiquement chaque fois inapparent, absorbé par le néant.
C’est étrange !
Plusieur articles d’aujourd’hui font référence à Benoît XVI et présentent des photos de son pontificat en ignorant Bergoglio comme s’il n’avait jamais existé
Maurizio Blondet: “Ci sará senza dubbio una spiegazione ragionevole”.
https://www.maurizioblondet.it/ci-sara-una-spiegazione-ragionevole/
Io: “Certo che c´é. Eccola”.
Una volta i Papi, e qui parlo prima del 1958, davano udienza ai Santi ma certamente non ai satanisti. E se Gesú fosse improvvisamente apparso ad uno di questi Papi e lo avesse esortato a cederGli la sedia su cui sedeva al fine di esercitare i suoi diritti di Dio, questi si sarebbe subito alzato per cederGliela.
Oggi i papi danno udienza ai satanisti (*) ma dubito che la diano ai Santi. Se peró Gesú apparisse improvvisamente ad un papa di oggi con la pretesa di sedersi sulla sedia su cui sta allegramente “sinodalizzando”, questi non solo si rifiuterebbe di cederGliela ma forse Gli risponderebbe anche: “Questa sedia non ti appartiene piú … abbiamo deciso che qui si deve sedere collettivamente tutta l´umanitá ma non piú tu … il tuo tempo é passato … tu non piaci piú al mondo …”.
Al che Gesú, preso atto della nuova situazione, fa alcuni passi in avanti per prendersi la Croce che pur Gli appartiene e che sta alle spalle della sedia su cui siede il papa. Ma il papa Lo ferma. Al che Gesú gli domanda: “Perché non posso portarmela via se io sto ancora lassú e non ho alcuna intenzione di scendere?” Al che il papa Gli risponde: “La Croce rimane qui … ci serve per ingannare meglio la gente”. E detto questo lo fa scacciare dalla Sua chiesa allo stesso modo di come Gesú aveva scacciato a suo tempo i cambiamoneta dal Tempio di Suo Padre.
Il cattolico che vuole bene a Gesú e che ha assistito a questa scena che fa? Rimane laddove c´é una sedia papale con tanto di croce a corredo ma dove non c´é piú Dio o segue Dio fuori dall´edificio?
Ad ognuno la propria decisione.
(*) Nell´articolo di Blondet si vede una foto del cardinale Prevost insieme al satanista José Enrique Escardó. Se il Cardinale si sentiva a proprio agio a suo tempo con un tale personaggio non vedo come non possa sentirsi a suo agio ora da papa (tanto che risponde ai suoi messaggi ora che é papa).
Nota: e cosí prendo posizione circa la legittimitá o meno dell´attuale papa.
X un’opinione
È vero: ci sono gesti, silenzi e frequentazioni che turbano e scandalizzano. Ed è giusto interrogarli, esaminarli e giudicarli alla luce della verità cattolica. Tuttavia, che un Papa conceda un’udienza – anche a persone dal passato oscuro – non significa approvarne la condotta, né condividerne le idee o manifestare complicità. Le udienze pontificie, specie in contesti pubblici o ufficiali, non sono atti di canonizzazione morale; spesso non sono nemmeno frutto di piena conoscenza del vissuto di chi viene ricevuto.
Mi chiedo allora: quali dubbi si possono nutrire su Leone XIV, quando egli stesso proclama con chiarezza:
«Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre»,
ponendo Cristo al centro della vita della Chiesa e invitando i fedeli a una fede autentica e vissuta?
Se – come insegna il Vangelo – l’albero si riconosce dai frutti, e se Cristo è il frutto dell’annuncio di Papa Leone, ne consegue che il nuovo Pontefice non può avere nulla a che fare con i satanisti. Satana non lavora per Cristo, né proclama la sua divinità.
Come si può, allora, ritenere che un Papa che afferma pubblicamente la centralità salvifica di Gesù e ne difende la trascendenza sia complice dei nemici di Cristo?
E anche ammesso – per assurdo – che un incontro o una fotografia risultino sgradevoli, nessun gesto esteriore ha il potere di invalidare un pontificato.
Perciò, a chi evoca l’immagine simbolica di un Cristo cacciato dalla sua Chiesa, rispondo con le parole del Vangelo:
«Le porte degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18).
Cristo non è stato espulso dalla sua Chiesa: è presente, talvolta nascosto, crocifisso nel cuore di chi prega, veglia e spera.
La vera fedeltà non si manifesta nella fuga, nella rabbia o nel giudizio personale, ma nella pazienza di chi resta ai piedi della Croce.
Chi oggi afferma: “Dio non è più lì”, dovrebbe forse domandarsi se non sia piuttosto lui stesso ad aver perso la capacità di riconoscerlo nei segni che la Tradizione – non la moda – ci ha trasmesso nei secoli.
La Chiesa cattolica – questa mia e nostra Chiesa – anche se umiliata, anche se ferita, è l’unica Chiesa di Cristo.
Ed è solo lì, e non altrove, che il Signore ha promesso di rimanere fino alla fine del mondo.
Mi pare che lei non abbia dato risposta al quesito finale che pur ogni cattolico sará chiamato a dare nel futuro (io oggi): “Papa Leone XIV ha confermato che continuerá sulla strada della “sinodalitá”.
Ció mi pare che voglia dire che per papa Leone XIV, Gesú é al massimo un compartecipante, forse di rango superiore, ma non piú il Re assoluto della Sua Chiesa (visibile).
Se si giudicasse il tutto in termini secolari mi pare che si possa dire che c´é stato un Colpo di Stato.
Io, che mi considero fra le ultime persone degne su questa terra sono pronto a seguire convintamente Gesú, succeda quel che succeda.
E lei, sacerdote cattolico romano? Rimane presso un siffatto papa o segue Gesú per vedere almeno dove lo portano?
Nota: il fatto che portino Gesú via con la forza é frutto della mia fantasia. In realtá basterebbe che papa Leone XIV, sempre nella mia fantasia, aggiungesse : “Laggiú c´é la sedia che ti abbiamo riservato. Se ti va di collaborare con noi occupala, altrimenti non abbiamo bisogno di te”.
È vero: ci sono gesti, silenzi e frequentazioni che turbano e scandalizzano. Ed è giusto interrogarli, esaminarli e giudicarli alla luce della verità cattolica. Tuttavia, che un Papa conceda un’udienza – anche a persone dal passato oscuro – non significa approvarne la condotta, né condividerne le idee o manifestare complicità. Le udienze pontificie, specie in contesti pubblici o ufficiali, non sono atti di canonizzazione morale; spesso non sono nemmeno frutto di piena conoscenza del vissuto di chi viene ricevuto.
Mi chiedo allora: quali dubbi si possono nutrire su Leone XIV, quando egli stesso proclama con chiarezza:
«Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre»,
ponendo Cristo al centro della vita della Chiesa e invitando i fedeli a una fede autentica e vissuta?
Se – come insegna il Vangelo – l’albero si riconosce dai frutti, e se Cristo è il frutto dell’annuncio di Papa Leone, ne consegue che il nuovo Pontefice non può avere nulla a che fare con i satanisti. Satana non lavora per Cristo, né proclama la sua divinità.
Come si può, allora, ritenere che un Papa che afferma pubblicamente la centralità salvifica di Gesù e ne difende la trascendenza sia complice dei nemici di Cristo?
E anche ammesso – per assurdo – che un incontro o una fotografia risultino sgradevoli, nessun gesto esteriore ha il potere di invalidare un pontificato.
Perciò, a chi evoca l’immagine simbolica di un Cristo cacciato dalla sua Chiesa, rispondo con le parole del Vangelo:
«Le porte degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18).
Cristo non è stato espulso dalla sua Chiesa: è presente, talvolta nascosto, crocifisso nel cuore di chi prega, veglia e spera.
La vera fedeltà non si manifesta nella fuga, nella rabbia o nel giudizio personale, ma nella pazienza di chi resta ai piedi della Croce.
Chi oggi afferma: “Dio non è più lì”, dovrebbe forse domandarsi se non sia piuttosto lui stesso ad aver perso la capacità di riconoscerlo nei segni che la Tradizione – non la moda – ci ha trasmesso nei secoli.
La Chiesa cattolica – questa mia e nostra Chiesa – anche se umiliata, anche se ferita, è l’unica Chiesa di Cristo.
Ed è solo lì, e non altrove, che il Signore ha promesso di rimanere fino alla fine del mondo.
Grazie per l’intervento, caro UNAOPINIONE, vecchio amico del Blog. Come avrà notato l’efficiente copertura mediatica di JMB si è trasferita sul Prevosto, nuovo abusivo titolare del vescovato di Roma, che come Bergoglio crede di poter fare il papa col solo Ministerium donatogli all’unisono da cardinali appezzottati (da un papa appezzottato) e da traditori recidivi che già avevano tramato contro Benedetto nel 2013: i cd. “prìncipi della Chiesa” che in gran parte non conoscevano affatto (e non conoscono ancora) l’ex anti-vescovo e anti-cardinale di nomina bergogliferina, ma eletto in cambio del loro status quo e dello stipendio da 5k euri sine die.
Dunque la grandezza mediatica del de cuius la si ritrova amplificata nelle “virtù” di questo altro anti-papa ancora vivo per il momento (vedasi notizie da Erba). Superlaureato e pure profeta, che dicitur il giorno prima del conclave, avesse confidato al fratello, profezia della elezione e il nome che avrebbe preso. Ciò dimostra che non ha bisogno del mancato Munus. Persino un noto direttore di radio scismatica un padre livido, un tempo spaventato dal fatto che Bergoglio gli avesse ventilato di toglierli l’emittente tanto che, obtorto collo, lo aveva affiancato nella propaganda vaccinale via etere: a tutto si era piegato, cooperando ogni santa (si fa per dire) mattina all’omicidio in diretta, al male vaccinale, pur di non perdere l’anteprima di commentare i segreti della Gospa, ma fino a rendersi complice della morte e gravi infermità tramite vax di uomini e donne cattolici e relativi bambini e feti uccisi nel seno delle madri. Ora, fuori pericolo dell’estro variabile bergogliferino, sta riversando a reti unificate un omaggio sperticato al micio americano, preanunciando che questo sarà addirittura il vescovo vestito di bianco che darà il sangue sul monte del 3° segreto di Fatima.
Possiamo constatare che le voci che cercano di descrivere il nuovo anti-papa sono poche o silenziate e quelle che filtrano si spera siano solo malignità: una fra queste le origini familiari siculo mafiose e un ben altro cognome del prevosto.
La gente ormai teleguidata prima si accontentava del panem et circenses, ora viene nutrita di falsa propaganda senza sollazzo alcuno, cioè di speranze vane, che fanno di un galoppino di Bergoglio un santo senza ancora un solo atto decente di magistero, a parte le chiacchiere.
Cosa succererà quando gli illusi tradizionalisti scopriranno che le varie eresie, le encicliche, cattiverie ed epurazioni rimaranno valide e operative?
Tutti dimenticheranno le lodi, le dichiarazioni d’amore e il loro vibrante french osculum infame al nuovo anticristo… negheranno tutto!
X Signora di tutti i Popoli (che non rappresenta né i popoli né la Chiesa)
Lei non è una “Signora di tutti i popoli”: è solo una voce amara che cerca seguaci per la propria rivolta.
Leggere ciò che scrive è come entrare in una nebbia tossica fatta di calunnie, sentenze arbitrarie e teologia da retrobottega. Lei accusa, insinua, diffama, scomunica a comando e si autoproclama vestale della vera fede. Ma di cattolico nei suoi scritti non c’è nulla: solo disprezzo per il Papa, per i cardinali, per i sacerdoti… in pratica, per tutta la Chiesa. Una “fede” così non viene da Dio.
Quello che scrive è un cocktail tossico di odio, teorie cospirative, abuso di linguaggio religioso e presunzione spirituale. Lei scomunica chiunque non corrisponda ai suoi gusti personali e grida all’“antipapa” come se il discernimento del Munus spettasse ai blog, con la solita minestra riscaldata, e non alla Chiesa. Il Papa è stato eletto validamente da cardinali legittimi. Punto.
Sparare nomi falsi, allusioni mafiose, accuse da romanzo noir, su Fatima e sul 3° segreto non la rende una profetessa: la rende solo una fonte di scandalo. Il suo linguaggio non viene dallo Spirito di Verità, ma da un’anima avvelenata che confonde la fede con il furore ideologico.
“Cosa accadrà quando i tradizionalisti si accorgeranno che le epurazioni e le eresie continueranno?” Risposta: accadrà che i veri cattolici – tradizionalisti o meno – resteranno fedeli alla Chiesa di Roma e non ai vostri malumori.
Chi annuncia un nuovo anticristo in ogni papa che non approva, finirà per vedere Cristo solo dove ha posto se stesso come unico criterio. E chi semina odio mascherato da zelo, raccoglierà divisione mascherata da profezia.
I veri cattolici restano con Cristo e con la sua Chiesa, quella vera, non quella che ognuno si ricostruisce in base ai propri rancori.
Le sue accuse cadono una ad una, e alla fine rimane solo la sua rabbia. E la solitudine di chi ha preferito essere giudice piuttosto che discepolo.
Verissimo cara Sara!
Se poi si modificasse anche totalmente un documento qualsiasi del magistero della chiesa bergogliferina (non necessariamente uno di esclusiva emissione dell’anti-papa) vorrebbe dire che tale riadattamento viene da un’altro magistero illegittimo, da un altro anti-papa che in qualche modo attesta la piena leggittimità e validità di ogni atto emesso dal predecessore.
Solo dichiarando completamente nulli e invalidi ex tunc le azioni del pontificato bergoglio si ha una base su cui ragionare, su cui sperare e ricostruire.
Ma il falso Prevosto da antipapa che vantaggio ne avrebbe ad annullare la sua nomina cardinalizia e la sua stessa elezione papale? Dovrebbe semplicemente dichiarare che non è papa, ma è evidente (mancanza di onestà a parte) che pensa la sua chiesa già sostituta della vecchia, troppo vecchia Cattolica Apostolica Romana passata ormai di moda. Restano però i fedeli da incocconare con le chiacchiere, i fessi che sognano la rivoluzione restauratrice della tradizione, che è come sperare nella conversione di Satanasso per amore della loro fede stupida. Il “papa amore” lo hanno chiamato e se gli crescessero corna decametriche sulla zucca come a Pinocchio sul naso ad ogni bugia, non se ne accorgerebbero… e l’Inferno si scompiscia dalle risate ma che misero bottino sottrarre anime di rinfanciulliti!!
Si prenda una camomilla.
Alla sedicente “Signora di tutti i popoli”,
che di cattolico, a ben vedere, non ha né il tono né il contenuto:
Le sue invettive grondano disprezzo per la Chiesa, il Papa, e per tutti i fedeli che non si piegano ai suoi deliri pseudoprofetici. Lei invoca l’annullamento “ex tunc” del pontificato di Francesco come se bastasse un colpo di bacchetta per cancellare decenni di vita ecclesiale, sacramenti, nomine, canonizzazioni. Una posizione assurda, non solo priva di senso canonico, ma profondamente scismatica.
Chi le ha messo in testa che il Papa, per essere vero, debba piacere a lei? Leone XIV è stato eletto legittimamente, secondo la normativa in vigore, da un conclave validamente convocato, e ha accettato canonicamente l’ufficio. Le sue sono chiacchiere da bar travestite da zelo. Nessuna rivelazione privata, nessuna “sensazione” spirituale, nessun “fiuto da segugio profetico” può sostituirsi all’elezione canonica e alla ricezione universale da parte della Chiesa.
Lei insulta, dileggia, accusa di essere “incocconati” e “fessi” i fedeli che restano nella comunione della Chiesa e che non sono in “comunione” con lei e seguono le strampalate teorie. Ma sappia che i veri stolti sono coloro che seguono lei e che si credono più puri del Corpo di Cristo, come se il Signore avesse deciso di farsi rappresentare solo da isterici e da qualche crociato della tastiera.
Il suo odio per Leone XIV è lo stesso rancore isterico che ha vomitato su Francesco. Cambia il bersaglio, non la sostanza. In lei non c’è fede, ma frustrazione travestita da profezia. Ha scambiato l’Inferno che “ride” con il suo stesso ego che sghignazza.
Se davvero ama la Chiesa, la smetta di vomitare scemenze. Se non ci riesce, almeno taccia. Non sarà certo lei, con le sue filippiche da tribunale eretico, a smascherare l’Anticristo: si sta già autodenunciando abbastanza.
Da incorniciare!
No seamos cándidos. Prevost cuando era Obispo de Chiclaya en el Perú , durante la farsa pandémica, impuso la confesión con e celular o teléfono móvil (telefónico), violando gravísimamente el sigilo sacramental ( puede haber incurrido en excomunión latae sententiae). Además realizó un vídeo público recomendando a sus diocesanos como un acto de caridad (sic) que pusieran el hombro para inyectarse la “dichosa vacuna milagrosa”. Más aún, como Prefecto del Dicasterio para los Obispos, destituyó a Monseñor Strickland, Obispo de Tyler en Texas.
Esto es lo que hay, y lo demás son cuentos chinos.
Che brodazza melensa. Lupo non mangia lupo.
“È ancora presto per sapere fin dove il nuovo Papa porterà questo programma missionario, ma una cosa sembra chiara: la sua elezione rappresenta un ritorno all’ordine”.
“Sembra chiara”, sembra …
È un illuso chi spera che l’antipapa stabilito dalla chiesa massonica di satana possa sanare la Chiesa dai danni provocati dal suo predecessore Jmb.
In REALTÀ trattasi sempre e solo di un BURATTINO nelle sue mani.
Domanda:
Crede che Prevost proseguirà l’apertura al mondo Lgbtq+ tracciata da Francesco con la dichiarazione «Fiducia supplicans» che permette la benedizione delle coppie dello stesso sesso?
Card. Hollerich
«“Fiducia supplicans” è un documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, dunque un atto ufficiale della Chiesa. È MOLTO DIFFICILE CHE VENGA RIMOSSO. Potrebbe essere riadattato, ma non annullato».
https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2025/05/13/news/il_cardinale_hollerich_leone_durera_piu_a_lungo_di_trump_continueremo_a_benedire_le_coppie_gay-15144603/
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Ma il Magistero per la Dottrina della Fede ha cambiato la benedizione alle coppie da omoSESSUALI a omoAFFETTIVE.
Dunque nessuna benedizione ai sodomiti.
Le pare poco?
Chi di dovere alla Santa Sede è riuscito a cambiare l’oscena benedizione alle unioni omoSESSUALI in benedizione alle unioni omoAFFETTIVE.
Nessuna benedizione ai sodomiti, dunque.
E la bomba che Bergoglio aveva tentato di sganciare sulla dottrina è stata abilmente disinnescata.