Partiti, Fazioni, Tendenze nella Chiesa il Giorno Dopo l’Elezione di Leone XIV. Analisi di Anonimo.
12 Maggio 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, grazie alla cortesia di Annarosa Rossetto e a quella di un suo anonimo amico offriamo alla vostra attenzione questo quadro molto interessante sugli schieramenti nella Chiesa a fronte dell’elezione di Leone XIV. Buona lettura, meditazione e diffusione,
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Interessante analisi di un amico:
L’elezione di Papa Leone XIV giunge in un momento ecclesiale di rara e acuta tensione, quasi un punto di non ritorno psicologico per il corpo cattolico. Comprendere la portata della dialettica, talvolta aspra diatriba, che ne è seguita richiede una lucidità che trascende la mera cronaca. Chi si scandalizza di fronte a tale fermento, tacciandolo di irriverenza o divisione fine a se stessa, dimostra una carenza nelle basi minime di ecclesiologia e di psicologia delle dinamiche gruppali. La Chiesa, nella sua bimillenaria storia, non è mai stata un monolite privo di tensioni interne; anzi, è proprio attraverso crisi e dibattiti che ha spesso affinato la sua dottrina e la sua prassi pastorale. Parola d’ordine: mantenere la calma nella discussione.
Il pontificato di Bergoglio ha agito come un catalizzatore, o per usare una immagine più appropriata, come “un’accetta” che ha brutalmente messo a nudo e radicalizzato correnti preesistenti, ma spesso sopite o mascherate da un’etichetta di facciata. Bergoglio, con uno stile manicheo, ha tracciato una linea netta: da una parte i “buoni” (neomodernisti progressisti, fautori di una Chiesa “in uscita”, misericordiosa fino alla relativizzazione di alcuni paletti dottrinali) e dall’altra i “cattivi”, etichettati come “rigidi”, “indietristi”, custodi di una tradizione vista come ostacolo. Questa polarizzazione ha generato un’atmosfera di “lotta fratricida”, un periodo oscuro in cui le categorie del “nemico interno” hanno avvelenato il dibattito.
In questo scenario da guerra di trincee, l’elezione di Leone XIV e il suo primo impatto sono stati un capolavoro di ingegneria comunicativa e di posizionamento strategico. Apparendo “scientificamente studiato” per collocarsi esattamente al centro dello spettro ecclesiale, ha disorientato ogni fazione. Nessun appiglio immediato, nessuna chiara vittoria per alcuno.
I modernisti si trovano divisi: c’è chi esulta vedendo una possibile stabilizzazione delle riforme bergogliane in una forma più “digeribile” universalmente, e chi teme una frenata o un annacquamento del Magistero di Francesco. Simmetricamente, i tradizionalisti sono spaccati: alcuni sperano in un cauto ritorno all’ordine e alla chiarezza dottrinale, altri sospettano una “terza via” che sia solo un modernismo più astuto e mascherato. La domanda che serpeggia, angosciante per molti, è: Leone XIV rappresenta la continuità, la rottura, o l’inaugurazione di una “terza cosa”, un paradigma ancora indecifrabile? Il mondo cattolico è, senza dubbio, psicologicamente destabilizzato.
I Tiepidi:
Definizione: Coloro che vivono una fede prevalentemente emotiva e personale, con scarsa cultura ecclesiologica e teologica. Per loro, “l’importante è la conversione del cuore”, e un Papa vale l’altro fintanto che predica l’amore.
Situazione Psicologica: Questo gruppo è, paradossalmente, tra i meno turbati a livello cosciente, ma forse il più manipolabile a livello inconscio. L’apparente “centralità” di Leone XIV potrebbe inizialmente rassicurarli, promettendo una tregua dalle lotte che percepivano come distanti e fastidiose (per i “tiepidi” le divisioni interne non erano provocate da Francesco ma da chi lo criticava). Tuttavia, la loro stabilità emotiva dipende dalla semplificazione. Se Leone XIV, nel suo presunto tentativo di mediazione, dovesse sollevare questioni complesse o richiedere un discernimento più maturo, potrebbero sperimentare un disagio inedito, una sorta di “crisi del semplicismo”. La loro fede, poco strutturata, potrebbe vacillare di fronte a un pastore che non offre slogan immediatamente consolatori ma invita a una riflessione più profonda, smascherando la superficialità del loro “basta volersi bene”.
I Bergogliani di Ferro:
Definizione: Fautori radicali dell’agenda mondialista di Bergoglio: dialogo interreligioso spinto, sincretismo, sinodalità permanente, accoglienza indiscriminata (“todos, todos, todos”), forte enfasi su tematiche sanitarie, ecologiste, immigrazioniste e un’apertura di fatto alle istanze LGBTQ+.
Situazione Psicologica: Vivono uno stato di acuta ansia e sospensione. La “centralità” di Leone XIV è un enigma che li terrorizza e li illude al contempo.
Gli speranzosi (o illusi): Interpretano ogni gesto di Leone XIV che non sia una palese sconfessione di Bergoglio come una continuazione “strategica”, più diplomatica, della “rivoluzione”. Si aggrappano a parole chiave, a silenzi interpretati come assensi.
I delusi (o realisti): Temono che il “centro” sia in realtà un ritorno mascherato a posizioni pre-bergogliane, un tradimento della “primavera della Chiesa”. La mancanza di un appoggio esplicito e continuativo alle loro parole d’ordine genera frustrazione e il timore di aver perso l’inerzia del cambiamento. La loro psicologia è caratterizzata da ipervigilanza e dalla ricerca spasmodica di conferme o smentite.
Gli Una-cum:
Definizione: Tradizionali/conservatori che, pur criticando aspramente Bergoglio per dichiarazioni o atti ritenuti ambigui, eterodossi o dannosi, ne hanno sempre riconosciuto la legittimità papale (“una cum Papa nostro Francisco” nella liturgia), sostenendo la necessità di una “disobbedienza filiale” su specifici punti.
Situazione Psicologica: Cautela e speranza combattuta. Anni di opposizione interna, spesso dolorosa e isolante, li hanno resi scettici.
La speranza: L’apparente “normalizzazione” portata da Leone XIV potrebbe essere vista come una boccata d’ossigeno, il segno che le loro critiche non erano vane. Potrebbero sperare in una graduale correzione delle “derive” bergogliane.
Il sospetto: La “centralità” potrebbe essere solo una facciata, un modo più astuto per portare avanti un’agenda modernista, magari epurata dagli eccessi più plateali di Bergoglio. La loro psicologia è quella di chi è stato scottato: attendono prove concrete, non solo parole, e sono pronti a ricominciare la critica se necessario. L’ambiguità li logora quasi quanto una posizione apertamente ostile.
I Benevacantisti:
Definizione: Un gruppo eterogeneo che ritiene invalida l’elezione di Bergoglio (e quindi il suo pontificato un “antipapato”). Le motivazioni variano: alcuni puntano su vizi di forma nella Declaratio di Benedetto XVI (quindi Benedetto XVI è l’ultimo Papa); altri, partendo dalla premessa “papa eretico ipso facto deponitur”, giudicano Bergoglio decaduto per questioni dottrinali. Riconoscono la validità del Concilio Vaticano II, pur con diverse sfumature di critica riguardo all’ambiguità di alcuni testi.
Situazione Psicologica: L’elezione di Leone XIV, avvenuta in un conclave convocato dopo la “fine” del pontificato di Bergoglio, non risolve il loro problema fondamentale se questo non ha prima affrontato la questione della validità della rinuncia di Benedetto XVI o la legittimità dei cardinali creati da Bergoglio.
Se Leone XIV non affronta la “questione Benedetto”, per loro è semplicemente un altro anello nella catena di una crisi di autorità. La sua “centralità” è irrilevante rispetto al vizio d’origine che inficia la sua stessa elezione.
Vivono in uno stato di attesa messianica di una soluzione canonica o di un intervento divino che chiarisca chi sia il vero Pontefice. La destabilizzazione per loro è cronica, e Leone XIV è solo un nuovo attore in un dramma che non vede la sua conclusione. Potrebbero analizzare i suoi atti per scorgere segnali di una possibile “consapevolezza” della crisi istituzionale, ma con scarso ottimismo.
I Sedevacantisti:
Definizione: Ritengono che la Sede Apostolica sia vacante da decenni, generalmente dal Concilio Vaticano II (o dalla morte di Pio XII), accusando il Concilio di aver introdotto eresie e sovvertito la fede e la liturgia cattolica. I papi post-conciliari sono quindi usurpatori.
Situazione Psicologica: Per loro, Leone XIV è semplicemente “un altro di loro”, un altro modernista a capo di quella che considerano una “nuova chiesa” e non la Chiesa Cattolica. La sua “centralità” o le sue politiche sono irrilevanti, se non come ulteriore conferma della loro tesi.
Non c’è destabilizzazione specifica causata da Leone XIV; la loro rottura psicologica ed ecclesiale è avvenuta molto tempo fa. Provano, forse, un misto di amarezza nel vedere la “chiesa ufficiale” continuare su una strada da loro giudicata fallimentare, e una sorta di auto-conferma della correttezza della loro posizione radicale. La loro psicologia è quella di chi si considera un “resto fedele” in attesa di una restaurazione miracolosa e completa. Osservano gli eventi con distacco critico, senza aspettarsi nulla di positivo dall’establishment vaticano.
I Movimenti Ecclesiali:
Definizione: Numerose realtà composite e spesso carismatiche, caratterizzate da un forte senso di appartenenza, una spiritualità specifica e, talvolta, una notevole capacità di mobilitazione e influenza. Ufficialmente, molti di questi hanno manifestato un convinto appoggio al pontificato di Bergoglio, sebbene al loro interno le divisioni siano state spesso accese, seppur gestite con la logica del “i panni sporchi si lavano in casa” per preservare un’immagine di unità e lealtà.
Situazione Psicologica Pre-Leone XIV (sotto Bergoglio): L’appoggio a Bergoglio non è stato monolitico né privo di calcolo. Per alcuni movimenti, l’enfasi bergogliana sulla “Chiesa in uscita”, sulla “misericordia” e su una certa flessibilità pastorale ha rappresentato un’opportunità di espansione o di consolidamento, allentando controlli percepiti come eccessivi. Tuttavia, è cruciale notare una dinamica psicologica peculiare: la rinuncia di Benedetto XVI è stata interpretata da settori significativi di alcuni movimenti quasi come un “intervento divino”. La direzione che il pontificato ratzingeriano stava prendendo, con una crescente attenzione alla correttezza liturgica, alla fedeltà dottrinale e a una possibile “stretta” sugli abusi (anche liturgici), era vissuta con apprensione. Questa “stretta” veniva percepita, per dinamiche interne e di auto-preservazione del proprio modus credendi, quasi come una “persecuzione” diretta, una minaccia alla loro specificità e autonomia. L’avvento di Bergoglio, con il suo stile meno “normativo”, fu dunque un sollievo per costoro, permettendo il perpetuarsi di prassi consolidate. All’interno, però, membri più sensibili alla tradizione o alla coerenza dottrinale hanno vissuto con disagio questo allineamento, creando fratture silenziose ma profonde.
Situazione Psicologica con Leone XIV: L’elezione di Leone XIV e la sua studiata “centralità” gettano i movimenti in uno stato di vigile attesa e calcolo strategico.
Ansia da Incertezza: La principale emozione è l’incertezza. Leone XIV continuerà la linea di “tolleranza” di Bergoglio, magari con più ordine formale? Oppure riprenderà, seppur gradualmente, il cammino di “normalizzazione” e controllo che si temeva da Benedetto XVI? Questa ambiguità è fonte di ansia, specialmente per quei movimenti che hanno prosperato grazie a una certa “deregulation” o che hanno conti aperti con la disciplina ecclesiastica.
Riemersione delle Tensioni Interne: La “pax bergogliana” (spesso imposta o di facciata) all’interno dei movimenti potrebbe incrinarsi. Le fazioni interne, precedentemente silenziate o messe a margine, potrebbero vedere in Leone XIV un’opportunità per far sentire la propria voce, specialmente se il nuovo Papa dovesse dare segnali di maggiore attenzione alla dottrina o alla liturgia tradizionale. Il “lavare i panni sporchi in casa” diventa più difficile se la “casa madre” (il Vaticano) cambia orientamento.
Strategie di Adattamento: I movimenti sono spesso organismi resilienti e abili nel navigare le acque della politica ecclesiastica. Si assisterà probabilmente a un’attenta analisi dei primi discorsi e atti di Leone XIV, cercando di decifrarne l’orientamento per calibrare la propria postura pubblica. Alcuni potrebbero tentare un “accreditamento preventivo”, sottolineando la propria fedeltà e disponibilità, sperando di influenzare o ingraziarsi il nuovo Pontefice.
Timore della Perdita di Privilegi/Autonomia: Per i movimenti che hanno goduto di particolare favore o autonomia sotto Bergoglio, la preoccupazione dominante è quella di perdere status, influenza o la libertà di gestire le proprie attività (incluse quelle liturgiche o formative considerate immodificabili) senza eccessive ingerenze. La “centralità” di Leone XIV potrebbe significare un ritorno a un maggior controllo da parte della gerarchia diocesana o della Curia Romana, scenario temuto.
Dissonanza Cognitiva per i “Fedelissimi” di Bergoglio: Quella parte di movimenti che si era sinceramente e profondamente identificata con la “rivoluzione” bergogliana potrebbe sperimentare una forte dissonanza cognitiva. Se Leone XIV dovesse discostarsi significativamente dal predecessore, dovrebbero scegliere tra la fedeltà al “carisma bergogliano” e la tradizionale sottomissione al Papa regnante, generando lacerazioni interiori e comunitarie.
In sintesi, i movimenti ecclesiali, con la loro complessa psicologia di gruppo che intreccia fervore spirituale, dinamiche gerarchiche e istinto di autoconservazione, sono attori cruciali la cui reazione alla “centralità” di Leone XIV sarà un indicatore importante del futuro equilibrio (o squilibrio) ecclesiale. La loro capacità di adattamento e la gestione delle proprie tensioni interne saranno messe a dura prova.
Leone XIV, con la sua mossa calcolata, ha gettato l’intero spettro cattolico in uno stato di profonda incertezza psicologica. Ha rotto gli schemi consolidati nel pontificato precedente, costringendo ogni fazione a interrogarsi e a ridefinire le proprie aspettative e paure. La “terza cosa” che potrebbe emergere non è ancora chiara: potrebbe essere un tentativo di sintesi superiore, una restaurazione mascherata, una nuova forma di progressismo più cauto, o semplicemente una lunga fase di stallo e ambiguità.
Ciò che è certo è che la Chiesa si trova in un crocevia psicologicamente estenuante, dove la mancanza di punti di riferimento chiari esaspera le tensioni e rende il discernimento un esercizio spirituale e intellettuale quanto mai arduo e necessario. La vera sfida per Leone XIV non sarà solo governare, ma permettere alle anime di ritrovare un equilibrio senza cadere nelle semplificazioni del passato o nelle illusioni del futuro.
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Tag: chiesa, fazioni, leone xiv, rossetto
Categoria: Generale
“alcuni puntano su vizi di forma nella Declaratio di Benedetto XVI”.
Non ci sono vizi di forma, semplicemente Benedetto XVI ha inteso rinunciare al “ministero”, “all’esercizio attivo del ministero”, lo specificò apertamente e chiaramente.
“Gesù rispose: Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno” Mt.24
Grazie dott.Tosatti, questo articolo arricchisce il Blog con una delle migliori sintesi e studio giornalistico, senza interferenze endogene ed esogene. Inoltre da una buona idea dell’attuale situazione “cattolica” e una intelligente psicologia dei vari “gruppi ecclesiali”, visti nella loro conformazione ideologica e in relazione col “punto di riferimento” col quale dovranno presto confrontarsi: il papa.
Devo far notare agli amici lettori che quel “papa” qui è visto più come Capo di Stato regolarmente eletto, potente leader di una organizzazione religiosa, ma sottace che trattasi anche di un padre spirituale, che alleva e protegge le anime dei suoi figli, portatore di valori ma pregno di una rappresentanza divina che si esplica ben oltre la promozione religiosa. Questa lacuna è una carenza strutturale che non può inquadrar bene le attese di quei gruppi ecclesiali nel caso quel “capo spirituale” non fosse legittimo ma un falso papa: ciò farebbe di lui un capo di stato “di fatto”, senza un riscontro nel reale della sua prerogativa divina, non potendo egli corrispondere alla volontà di Cristo di essere un ponte fra Dio e uomini.
In altre parole l’articolo parla sempre un papa chiamato “Leone XIV”, ma omette invero di considerare reale la possibilità che sia invece un ANTIPAPA, il cui nome non ha importanza.
Alla luce di questa carenza espositiva, quei “gruppi” potrebbero essere riconsiderati sotto altre visuali interne, che variano dalla più sincera reiezione della falsa dignità papale all’opportunismo, alla indifferenza, alla compiacenza o complicità nella ricerca di poteri terreni. Se quel papa fosse invece un antipapa, allora tutto l’articolo fallirebbe l’obiettivo di precorrere i futuri accadimenti: sarebbe solo un bel giornalismo da rivista patinata che non introdurrà ai futuri FATTI, non intravedrà conseguenze: un mucchio di parole senza successivi riscontri, che già ora non possono soddisfare. Non c’è più un papa canonico sempre accettato con rispetto e amore, non per colore o nazionalità, pregi o difetti, origine tradizionale o progressista, ma perchè concreta in sè l’indissolubile legame con la Chiesa (Comunione Ecclesiale) ed insegna con scienza infusa un dottorato di fede e morale alle anime… no, c’è invece un pagliaccio che fa ridere o piangere in base al ruolo che qualcuno del mondo gli suggerisce volta per volta, una marionetta senza il Munus, che non può riferire alla gente ciò che Dio non ha messo nel suo cuore ma ciò che Davos gli detta per telefono.
In verità un papa vale l’altro, se legittimo, pur nella sua diversità dai precedenti, nella differente santità o peccaminosità: è il Vicario di Cristo e basta per la nostra salvezza. Ma oggi si deve dire che un ANTIPAPA vale l’altro; su questa indebita presenza bisogna ragionare.
Tutti guardiamo alle parole, alle pose, se quadrano o meno col Vangelo, ma dimentichiamo che Satana è maestro di inganno e omicida di anime e corpi. Dimentichiamo i FATTI: che denunciano i falsi cardinali e papi; che nella Chiesa ci sono forze potenti e pericolose (compresa la Curia); la violenza contro Benedetto che riuscì a non abdicare; gli inviti di Prevost ai cattolici ad autocondannarsi con feti abortiti, ingannati e spinti al dio vaccino: atto di amore letale, che proprio lui ha messo al di sopra di Dio (bisogna diminuire Cristo per far crescere il dio vax!). Potrei continuare ma nessuno mi ascolterà se parlerò di fatti, di canoni, di cose reali… ma se vi ingannassi con sorriso disarmante o mettendo con furbizia al collo lo stinco di Padre Pio? Siete degli ingenui amici miei che guardate all’esteriorità e a parole melliflue e da ciò pensate di poter decifrare il cuore dei vostri demagogici imbonitori! Guardate alle opere, analizzate i fatti, leggete i documenti, piuttosto di ascoltare le sensazioni, i sogni e le vane speranze.
Risposta da un cattolico fedele alla Chiesa
“Signora….”, come sempre, lei sembra smarrire il sentiero dell’equilibrio ecclesiale, rischiando di trasformare una legittima inquietudine in giudizi temerari e divisione.
La Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica, rimane tale anche quando attraversa momenti di grande prova, confusione dottrinale e crisi di autorità. Ma proprio nei tempi oscuri, il fedele cattolico è chiamato non a disperdere, ma a custodire con pazienza e discernimento la comunione ecclesiale, evitando il pericolo di farsi giudice della legittimità dei pastori, prerogativa che spetta unicamente a chi, nella Chiesa, ha autorità per valutare canonicamente tali questioni.
Chi afferma che il Papa regnante — oggi Leone XIV — sia un antipapa, si assume una responsabilità gravissima davanti a Dio e agli uomini. È vero: la storia conosce casi di antipapi. Ma è anche vero che la distinzione tra il dolore per le debolezze umane nella Chiesa e la negazione della legittimità del Papa è essenziale per non cadere nel laccio dello scisma.
La fedeltà non è cieca. Ma neppure può fondarsi su teorie personali, suggestioni emotive o letture complottistiche, per quanto articolate possano apparire. I canoni della Chiesa sono chiari, e fino a prova contraria Leone XIV è stato eletto secondo le norme vigenti del conclave e riconosciuto come tale dal Collegio cardinalizio e dal sensus fidei di tutta la Chiesa.
La sofferenza non autorizza la ribellione. Al contrario, ci chiama alla preghiera, alla penitenza e al discernimento, come hanno fatto i santi in tempi di tribolazione. Santa Caterina da Siena, che pure ammoniva i papi del suo tempo, mai dubitò della loro legittimità. San Vincenzo Ferrer, pur appoggiando un antipapa per errore, lo fece nell’obbedienza alla Chiesa e si ravvide non appena questa lo chiarì.
Lasciamoci condurre dallo Spirito Santo e non da logiche mondane. Il demonio si traveste da angelo di luce e può insinuarsi tanto nella sovversione dottrinale quanto nel rigido “tradizionalismo” autoreferenziale che distrugge dall’interno.
Chi ama davvero la Chiesa, soffre con lei, prega per lei e attende, come Maria ai piedi della Croce, la Resurrezione che viene sempre dal Cuore di Cristo, non dai calcoli umani.
Invito pertanto i lettori a vigilare affinché l’amore per la verità non diventi causa di scandalo o di frattura. La Verità è Cristo, e Cristo non abbandona mai la Sua Sposa.
Similes cum similibus. Stia con la sua chiesa: non ho qualcosa da spartire con lei. Far polemica low level, dietro ad un paternalismo luciferino di prete scismatico, non interessa la scrivente che NON è una fedele della sua antichiesa; poi non arzigogoli facendo finta di rispondere a me, che non le ho chiesto nulla: lo fa per ingannare i lettori, confondendo un antipapa col vero papa, una antichiesa con la Chiesa. Stia al suo posto, provi a far perdere le sue vecchiette nello “scisma”… termine che è un po’ come diaballo, dividere: schisma, separare ma più schifoso, viscido: onomatopeico in italiano, rende uno scivolare, strisciare fuori come un verme o serpente, nascosto nella Chiesa. Ticonio docet. Quindi lei ha scelto di avallare ciò che è anticristico. E se lo tenga stretto questo sdrucciolo leone ruggente ma lei si salva solo se in buona fede… e se la ha confermata con ricerca della verità o con “lo dicono tutti gli abitanti pacifici dell’universo”, come sembra per -le sue inconsistenti spiegazioni- che io non le ho richiesto e che, al momento del suo giudizio, per il Cristo saranno una presa per i fondelli… La salvezza si suda col Purgatorio: almeno col pentimento per paura della pena, se non la si guadagna con l’amore.
La scrivente, al contrario, deve rispondere come può INNANZITUTTO alla propria Coscienza e a quel poco amore che dice di portare a Dio, ma almeno non deve rubare stipendi che, le ricordo, vengono da chi lavora, paga tasse e ha famiglia, e se sono certamente dovuti alla vera Chiesa, non lo sono agli scismatici che vivono a sbafo di una carità che non meritano e che la falsa chiesa ha rubato e investito in azioni Pfizer e sprecato a vescovi e cardinali davvero… degni. Meglio lasciare l’8×1000 allo Stato (che è tutto dire!) che a lei e Prevost. E questa carità è offesa e rubata, lo ricordo ad ogni consacrato/a che tradisce di fatto la Verità esaltandola a parole nelle omelie e catechesi, e pensa che tanto così fan tutti e che forse se la scampa tacendoLa.
Dunque dicevo, al contrario, nel mio status, con le mie possibilità, per l’appartenenza alla Chiesa, per le responsabilità verso i fratelli che si correlano con me, finchè mi sarà possibile non cesserò di onorare la Verità. Lei ne faccia pure a meno, ma per il futuro, se possibile per un rimasuglio di carità, ammesso che sappia cosa significhi detta Virtù, e qui, visto che non da alcun contributo al tema posto dall’articolo in epigrafe, eviti se ci riesce di darmi fastidio: mi eluda come sa fare altrove. Grazie.
Signora, che di signora ha ben poco dato quello che vomita fuori da quella bocca , come lei si ostina a dire cose non vere e a traviare la gente con una pertinacia che davvero ha del luciferino , nei contenuti come nei modi, così chi ha a cuore la Chiesa deve come può fare sentire l intera storia , fornire le nozioni e l spiegazioni, così da cercare di evitare alla gente di finire fuori dalla Chiesa , dietro a lei e a chi disgraziato vi riempie le menti e il cuore di questo pasto avvelenato. Lei chiama in causa chi , come don Pietro ribadisce le cose come stanno e come ci si deve comportare, ogni volta che sproloquia. Lei, e chi come lei, avete già fatto una infinità di danni, a voi e agli altri. Non può pensare di intraprendere una battaglia e non trovare niente ad ostacolarla né alcuno. Questo finto zelo cade misero già per come si rivolge ad un sacerdote dimenticando l ammonimento di Dio a santa Caterina. E per come si rivolge a chiunque non concorda con la sua storia deviata, con la sua chiesa dove lei capisce tutto e Dio non è influente, si vede che si Cristo e di Dio si riempie solo la bocca ma non segue niente di quanto hanno detto. E questo basta da solo a sconfessarla, perché abbiamo duemila anni a confermare che chi lavora per Cristo e con Cristo, somiglia a Cristo. I suoi marchi al momento sono di ben altro soggetto. Torni a Cristo, perché dove si è messa non è la Chiesa.
Non so preoccupi di insultarmi, eventualmente, si risparmierà ulteriori peccati, che male non fa. Buona serata.
sedicente “Signora di tutti i popoli”,
Come le ho più volte detto, Il suo pseudonimo già tradisce la sua megalomania spirituale: non più semplice battezzata, ma portavoce dell’intera umanità, in odore di profezia privata e con toni da visionaria millenarista. Ma più che una messaggera del Cielo, conferma ancora una volta di assomigliare e di essere la controfigura amara di una Cassandra da tastiera, che confonde la propria rabbia per zelo e la propria superbia per coscienza.
Scrive con disprezzo, accusa senza fondamento, insulta con eleganza solo apparente: la sua è una retorica infiocchettata di pseudo-teologia, zeppa di espressioni che fanno pensare più a un trattato apocrifo che al Vangelo. Il termine “luciferino” che lei usa per giudicare il prossimo le ritorna indietro come uno specchio: chi calunnia, chi semina il sospetto, chi offende in modo velenoso, più che un angelo della luce si comporta da portavoce dell’Accusatore, quello con la maiuscola, il cui mestiere è proprio quello di separare, dividere, insinuare.
Parla di “scisma”, ma è lei che si autoesclude dalla comunione ecclesiale. Si trincera dietro una coscienza soggettiva – “devo rispondere innanzitutto alla mia coscienza” – e in nome di questa si erge a giudice di papi, vescovi, preti, fedeli, finanza vaticana, carità ecclesiale, persino delle intenzioni interiori degli altri. Più che una figlia della Chiesa, si presenta come figliastra offertasi in sposa a colui che è il nemico per eccellenza.
Chi crede nella Chiesa non la abbandona, non la disprezza, non la bestemmia dicendo che è “antichiesa”. Cristo ha sposato la sua Sposa per sempre. Offendere la Chiesa visibile, sacramentale, apostolica, è offendere Cristo stesso. Lei invece pontifica da sola, chiude le porte della salvezza, pronuncia anatemi, disprezza l’8×1000 come se fosse il prezzo di Giuda , ma intanto non si rende conto di essere diventata proprio ciò che finge di combattere: una voce che divide, un’eco sterile di accusa senza carità.
Vuole che la si eviti? Non c’è bisogno. Capisco che, davanti alla verità , ha paura di perdere chi ha irretito con le sue menzogne e l’abbandoni. Dove prenderebbe poi i fondi per sostentarsi e mantenere le strutture che ha costruito con il sangue delle persone ingannate?. La sua è la voce della confusione e si smaschera da sola. Non è un interlocutore, ma un monologo. Il suo stile è lo stesso di altri: parole dure, accusatorie, moralisteggianti, con lo stesso lessico e la stessa falsificazione di concetti teologici. Che sia lei o “un’altra”, il maestro è comune: non è Cristo, ma lo spirito dell’insubordinazione.
Io, intanto, e tanti altri restiamo con Pietro, restiamo con la Chiesa, anche nella tempesta. Lei continui pure ad “onorare la Verità” come la intende lei. Noi preferiamo restare uniti alla Verità fatta carne, che ha detto a Pietro: “Tu sei roccia, e su questa roccia edificherò la mia Chiesa.” Non la sua. Non la mia. Ma la Sua, quella di Gesù Cristo.
Les deux derniers conclave sont tout à fait du style de la farce de Médjugorje.
Les trois évêques successifs du lieux ont toujours proclamé que la manifestation n’est pas surnaturelle. Mais la commission Ruini a prétendu que les sept premières apparitions étaient authentiques tout en reconnaissant que toutes les autres jusqu’à présent sont fausses. Et la farce continue
De même, ils prétendent que l’élection de Bergoglio était valide mais tout en admettant que ses oeuvres étaient fausses. Et la farce continue.
Fameuse hiérarchie catholique ! Difficile de s’y faire !
Dans l’article :
https://www.marcotosatti.com/2025/05/12/non-credo-che-leone-xiv-continuera-nei-pasticci-del-pampero-augusto-sinagra/
Le Professeur Augusto Sinagra déclare à propos de Léon XIV:
”Egli parla 5 lingue e parla benissimo la nostra lingua italiana ma quel che più conta è che legge e pronuncia correttamente la lingua latina”
Peut-on espérer qu’il sera capable de lire et comprendre correctement la vraie Declaratio faite en latin par le pape Benoît XVI le 13 février 2013 ?
Qui a ”construit” le prétendu pape Léon XIV ?
https://www.benoit-et-moi.fr/2020/2025/05/11/faiseur-de-pape-lhomme-derriere-lascension-du-cardinal-prevost/
Si tratterebbe del cardinale Giuseppe Versaldi (foto), non elettore (è nato nel 1943), italiano, nominato vescovo e poi cardinale da Benedetto XVI, già prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, figura di equilibrio e di governo, che ha saputo, negli anni, costruire attorno a Prévost una rete di protezioni e credibilità , ed è stato lui a farlo conoscere silenziosamente all’episcopato italiano, a garantirne l’autorevolezza nei palazzi, e a promuoverne la figura come alternativa seria, spirituale e affidabile al centralismo diplomatico incarnato da Pietro Parolin , il quale si è trovato di fronte a un muro compatto formato da cardinali americani, africani e sudamericani, confermando il vecchio adagio romano “chi entra nel Conclave da Papa ne esce da Cardinale”.
Il vescovo Versaldi non fu solo un promotore, ma un vero e proprio regista dell’ascesa di Prévost. Ed è qui che entra in gioco il cardinale americano Raymond Leo (beh, beh) Burke, citato sopra.
Burke, che apprezzava la sensibilità liturgica e la chiarezza dottrinale di Prévost, riconobbe in lui un’alternativa sobria e ortodossa agli eccessi degli ultimi anni. La sua preferenza, condivisa da altri americani come i cardinali Sean O’Malley e Joseph Tobin , contribuì a sbloccare una situazione di paralisi tra i nostalgici del “grande ritorno” e coloro che erano a favore della “grande inversione”. Prévost, convinto pacifista e costruttore di pace, dotato di un vero spirito missionario, rappresentava la terza via.
Conclusion :
Les bénévacantistes peuvent plier bagages. Il n’y a plus que Dieu qui pourra les confirmer dans leur raison et leur bonne foi.
Souvenons-nous des disciples d’Emmaüs : ils pensaient que tout était fini alors que tout venait de commencer.
Merci beaucoup et félicitations à Anna rosa Rossetto et à Un Ami pour cette analyse magistrale, formidable, remarquable et très utile.
Il faut bien en tirer la conclusion que l’Eglise catholique romaine apparaît désormais universellement divisée en autant d’Eglises qu’il y a de courants.
Bergoglio a réussi sa mission de briser l’Eglise une, sainte, catholique et apostolique.
Et ce n’est pas le ”chef-d’œuvre d’ingénierie de communication et de positionnement stratégique, apparemment « conçu scientifiquement » , le prestigieux prestidigitateur Léon XIV qui va pouvoir recoller les morceaux avec des tours de magie encore plus grands que ceux de Bergoglio.
Le fait que le cardinal Burke et le cardinal Sarah ainsi que l’évêque Schneider, l’évêque Müller et l’évêque Prévost admettent la validité de l’élection de Bergoglio nous oblige à nous demander s’ils croient encore vraiment en Dieu Trinité et à sa Sainte Église.
Car il faut vraiment qu’ils ne croient plus en Dieu pour admettre qu’un pape puisse se conduire comme un serviteur de Satan, allant jusqu’à nier le dogme de l’Immaculée conception, Mère de la Sainte Église en disant que la Sainte Vierge n’est pas née sainte, mais qu’elle l’est devenue par la suite. Et aussi d’imposer en conscience le célèbre ”acte d’amour” (injection covid19) qui meurtrit l’àme et le corps des fidèles.
Sont-il vraiment justifiés d’avoir garder le silence face à ces graves dérives hérétiques de Bergoglio et face aux graves accusations de Monseigneur Vigano ?
Ces personnages ne nous ont pas donné un témoignage véritable de la foi en Jésus-Christ comme l’ont fait les apôtres et de nombreux martyrs.
Il en est de même pour les 108 évêques nommés cardinal par Bergoglio. Ce sont de simples humanistes dont la foi est légère et facile, ce ne sont pas de véritables apôtres de Jésus-Christ.
Le fait qu’ils justifient Bergoglio les rend systématiquement complices de son faux pontificat et de ses graves erreurs hérétiques.
Est-ce que Léon XIV va enfin daigner répondre correctement aux ”dubias” déposées en 2016 par le cardinal Burke à propos d’Amoris Laetitia ?
Il y a désormais une nouvelle catégorie de ”sédévacantistes ”, ce sont ceux qui ne reconnaissent pas Bergoglio et Prévost comme successeurs légitimes de Saint-Pierre. Mais ceux-là sont justifiés par la Sainte Écriture :
2Th 2/9-12 : ”Sa venue à lui, l’Impie, aura été marquée, par l’influence de Satan, de toute espèce d’œuvres de puissance, de signes et de prodiges mensongers,comme de toutes les tromperies du mal, à l’adresse de ceux qui sont voués à la perdition pour n’avoir pas accueilli l’amour de la vérité qui leur aurait valu d’être sauvés. Voilà pourquoi Dieu leur envoie une influence qui les égare, qui les pousse à croire le mensonge, en sorte que soient condamnés tous ceux qui auront refusé de croire la vérité et pris parti pour le mal.”
1Th 5/4-6 : ”Mais vous, frères, vous n’êtes pas dans les ténèbres, de telle sorte que ce jour vous surprenne comme un voleur : tous vous êtes des fils de la lumière, des fils du jour. Nous ne sommes pas de la nuit, des ténèbres. Alors ne nous endormons pas, comme font les autres, mais restons éveillés et sobres.”
Apoc 17/4 : ”La femme, VÊTUE DE POURPRE ET D’ÉCARLATE, étincelait d’or, de pierres précieuses et de perles ; elle tenait à la main une coupe en or, remplie d’abominations et des souillures de sa prostitution.”
Apoc 18/4 : ”Puis j’entendis une autre voix qui disait, du ciel : ” Sortez, ô mon peuple, quittez-la, de peur que, solidaires de ses fautes, vous n’ayez à pâtir de ses plaies !”
Analisi dettagliata e precisa… Leone si trova in un bel casotto. Le posizioni sono troppo contrastanti e radicate per poter essere “mediate” da chicchessia. L’unità della Chiesa o è fondata su Gesù Cristo o non è. Verità e menzogna non possono stare insieme, sono già una vera menzogna.
Il plauso unanime dei media che contano a questo nuovo papa (che differenza abissale con gli attacchi scomposti ricevuti da Benedetto fin da subito!) è un segnale che questo papa piace ai poteri forti e forse è anche stato concordato tra cardinali appartenenti a diversi “loggiati”.
Cristo ha assicurato che i suoi apostoli e veri discepoli sarebbero stati perseguitati. Chi non viene perseguitato è affine al Potere e un suo strumento.