Conclave. Cosa Vorremmo, e Cosa Possiamo Ragionevolmente Sperare che Accada. Luigi Casalini.

6 Maggio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo commento di Luigi Casalini, che ringraziamo per la cortesia, sulle aspettative e i possibili esiti del Conclave. Buona lettura e condivisione.

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Futuro Conclave imminente, la Messa è finita? “#sedevacante #conclave

In questi giorni di attesa e riflessione, mentre il Collegio Cardinalizio si prepara al Conclave che inizierà il 7 maggio 2025, emerge, dopo i turbolenti anni di Papa Francesco, la necessità di un Papa che guidi con forza e autorevolezza la Chiesa. Ma soprattutto serve un candidato che sappia convogliare i numerosi voti necessari all’elezione. Sappiamo che tali candidati sono assai pochi e che tra questi molti sono nemici della Tradizione cattolica.

In questo frangente così complesso, a due giorni dall’inizio del Conclave, è assolutamente necessaria una buona dose di realismo. Fatto salvo ogni possibile sviluppo, determinato dallo Spirito Santo, è necessario riconoscere (come più volte ricordato da Papa Benedetto XVI) che il Papa viene eletto dai Cardinali, e poi lo Spirito Santo gli dona il “Carisma di Pietro”.

Pertanto è necessario partire dalla crudezza dei numeri.

La maggioranza qualificata è raggiunta con 2/3 degli elettori; se confermate le presenze attualmente previste in 133, tale maggioranza è di 89 voti; 133-89 ‎ = 44

Se non ci sono almeno 45 voti compatti, nessuno potrà bloccare nessuno e solo con 45 voti si è di impedimento a raggiungere il quorum previsto. Sì è certi di avere 45 voti?

Per quanto tempo potranno resistere?

Allora, per evitare un pericoloso ulteriore “scivolamento a sinistra”, un’irrecuperabile deriva progressista, i cui sviluppi potrebbero essere imprevedibili e potenzialmente letali, non ha più senso trovare un sano accordo “di compromesso”?

Il meglio è nemico del bene ed in questo momento, in hodiernis adiunctis, il bene potrebbe essere un Papa sanamente dentro il “centro della Chiesa“, diplomaticamente capace, liturgicamente ortodosso e tollerante, senza particolari originalità, e capace di pacificate internamente la Chiesa. Abbiamo bisogno di una Chiesa “pacificata“, estranea a quella completamente DIVISA ed in “guerra civile” di questi ultimi dodici anni.

Certamente tra i possibili profili che rispondono a questa esigenza c’è il Segretario di Stato Parolin, con lui il Patriarca di Gerusalemme Pizzaballa, il Cardinale di Budapest Herdö, quello di Colombo Ranjit e l’olandese Eijk.

In questa rosa va cercato Pietro, se si vuole il bene possibile, prima del meglio impossibile. E se vogliamo evitare lo tsunami della Chiesa, dopo il terremoto di Bergoglio.

Occorre pertanto sostenere, a mio parere, un candidato, magari di compromesso, ma che sia capace di preservare l’unità della Chiesa, difendere la tradizione liturgica e dottrinale, e guidare i fedeli con equilibrio e saggezza.

Ogni altro scenario rischia di condurre a un punto di non ritorno per la Tradizione che ha sostenuto la fede cattolica per secoli.

La possibilità che vinca il fronte dei modernisti bergogliani è abbracciare, umanamente, l’ABISSO. Basti pensare che, degli ultimi 21 cardinali creati, circa 16 hanno fatto dichiarazioni pubbliche, in qualche modo, a favore dell’omosessualità. Vogliamo avere un Romano Pontefice il cui motto sarà “non si torna indietro” e avanti con la rottura bergogliana?

Occorre una capacità di mediazione tra anime diverse della Chiesa e fedeltà al Magistero che chiedono un candidato per succedere a Papa Francesco che sappia gestire con equilibrio le tensioni, gravissime, di oggi.

Non possiamo ignorare il pericolo che si profila all’orizzonte. Negli ultimi anni, la Messa in rito antico, regolata dal Motu Proprio Traditionis Custodes, è stata oggetto di restrizioni sempre più severe. Alcuni ambienti progressisti spingono per una sua completa soppressione, vedendola come un ostacolo alla modernizzazione della Chiesa. Senza un pontefice equilibrato, il rischio è che la Messa Tradizionale venga definitivamente abrogata, privando milioni di fedeli nel mondo di una forma di culto che ha nutrito la spiritualità cattolica per millenni.

Allo stesso modo, la Divina Rivelazione, pilastro della fede cattolica, è sotto pressione. Temi come il celibato sacerdotale, l’ordinazione delle donne o la benedizione di unioni omosessuali sono al centro di dibattiti che potrebbero portare a un superamento della dottrina perenne.

Sono pochi, attualmente e salvo sorprese, i candidati con un profilo autorevole (e in grado di raccogliere i voti necessari) con un profilo moderato ma fermo, in grado di preservare l’integrità del Magistero, evitando derive che potrebbero frammentare la Chiesa. Un pontificato guidato da una figura meno equilibrata potrebbe cedere alle pressioni di un’agenda progressista, con conseguenze irreversibili per l’unità e l’identità cattolica. Se non si nominerà un candidato degno ci sarà non uno scisma, ma disintermediazione tra la gerarchia e il popolo cattolico.

E il problema è l’assenza di alternative possibili: il Conclave del 2025 si presenta come il più variegato e multipolare della Storia, con 133 cardinali elettori provenienti da 71 Paesi, ai quali in 12 anni è stato impedita da Francesco la conoscenza reciproca. Tuttavia, questa diversità rende improbabile l’emergere di un candidato alternativo a quelli indicati ut supra, capace di raccogliere i due terzi dei voti necessari (89).

Preghiamo la Mater Boni Consilii che guidi i porporati in Conclave.

Ave Maria

QUI gli altri nostri post sulla Sede Vacante e sul Conclave 2025.

QUI gli altri nostri post sulla morte del Santo Padre Francesco e sui commenti al suo pontificato.

QUI la versione italiana di Cardinalium Collegii che da ottime informazioni sui papabili e su cosa pensano sui temi principali di dottrina e liturgia.

Luigi Casalini

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9 commenti

  • Mario ha detto:

    Il compromesso un “male minore”? “L’ottimo è nemico del bene”. Il bene dunque meglio dell’Ottimo, cioè meglio della Verità, meglio di Gesù Cristo?
    Il bene consisterebbe nel compromesso, ovvero in un Papa che mantiene la riserva indiana della Messa in latino, mentre su tutto il resto porta avanti la rivoluzione franciscana?
    Questa è la filosofia non solo errata ma disfattista di Casalini e del suo blog Messainlatino, che pure in passato qualche merito ha avuto. Una filosofia miope a mio giudizio, una filosofia che, oltretutto, ha paura di confrontarsi con posizioni differenti, visto che spesso sotto molti articoli di Messainlatino non è possibile commentare, oppure i commenti vengono pesantemente censurati, se non coincidono con le opinioni del/dei proprietario/i del “marchio”. Scelte legittime ma a mio giudizio discutibili, un vero boomerang.

  • G. D. ha detto:

    Cristo non può affidare il primato di GIURISDIZIONE ad un antipapa stabilito in un conclave INVALIDO costituito da cardinali scismatici della setta massonica dell’antipapa JMB.
    Ma solo in un valido Conclave costituito unicamente da cardinali di S. R. Chiesa (che riconoscono cioè il legittimo ultimo Romano Pontefice stabilito da Cristo: BXVI che mai ha rinunciato al papato.

    A ribadirlo è l’inalscoltato papa S.GPII nella C. A. UNIVERSI DOMINICI GREGIS:

    […] Se, invero, è dottrina di fede che “LA POTESTÀ DEL SOMMO PONTEFICE DERIVA DIRETTAMENTE DA CRISTO”, di Cui egli è Vicario in terra, È PURE FUORI DUBBIO CHE TALE SUPREMO POTERE nella Chiesa GLI VIENE ATTRIBUITO « CON L’ELEZIONE LEGITTIMA, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale ».

    GRAVISSIMO è, pertanto, l’ufficio che incombe sull’organismo a tale elezione deputato.

    BEN PRECISE E CHIARE DOVRANNO ESSERE, di conseguenza, LE NORME CHE NE REGOLANO L’AZIONE, affinché l’elezione stessa avvenga nel modo più degno […]

    Confermando, pertanto, la norma del vigente Codice di Diritto Canonico (cfr can. 349 C.I.C.), nella quale si rispecchia l’ormai millenaria prassi della Chiesa, ribadisco ancora una volta che il Collegio degli elettori del Sommo Pontefice è costituito “unicamente” dai Padri Cardinali di SANTA ROMANA CHIESA. (non del cardinali della setta scismatica dell’antipapa Bergoglio).

    GLI ELETTORI DEL ROMANO PONTEFICE
    33. Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta “unicamente” ai Cardinali di Santa Romana Chiesa.
    ————
    Se qualcuno dunque affermerà che il beato Pietro Apostolo NON è stato costituito da Cristo Signore Principe di tutti gli Apostoli e capo visibile di tutta la Chiesa militante, o CHE NON ABBIA RICEVUTO DALLO STESSO SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO un vero e proprio PRIMATO DI GIURISDIZIONE, ma soltanto di onore: SIA ANATEMA!
    Papa Pio IX – Pastor Aeternus

    http://www.vatican.va/content/pius-ix/it/documents/constitutio-dogmatica-pastor-aeternus-18-iulii-1870.html

  • giovanni ha detto:

    La rivoluzione procede sempre cosi: col compromesso. Fra i fedeli a Cristo e gli atei non puo’ esserci. Questo Conclave e’ assolutamente dirimente. Fra Dio e mammona bisogna scegliere.

  • VITTORIO PATATONI DA RADIO CAPOLUOG ha detto:

    Svuotare immediatamente la barca piena di acqua e ripararla, questo dovra’ fare il futuro Pontefice;
    nel caso venga eletto un incapace o un traditore della Legge il naufragio sara’ certo: assisteremo poi alla resa dei conti finale pero’ .
    Comunque preghiamo lo Spirito Santo: un tempo spettacolare ci aspetta: chi vivra’ vedra’.

  • Faramir ha detto:

    Dopo Papa Francesco, un Papa francescano: il patriarca Pizzaballa.
    Ho avuto l’occasione di incontrare questo prestigioso frate francescano, alcuni anni fa, quando non era ancora vescovo e mi aveva fatto una bellissima impressione.
    Per me sarebbe la scelta più apprezzata.

  • Terminus ha detto:

    La requête de Josef Steifert ne sera pas suivie par le cardinal doyen Gian Battista Ré car celui-ci fait partie du système corrompu qui contrôle son pouvoir.
    Mais sa lettre ouverte ne restera pas sans effet car elle confond la mauvaise foi des cardinaux qu’il implorait d’agir par amour de Dieu et de la vérité.
    Et ce dernier refus de faire toute la lumière n’empêchera pas Dieu de le faire à leur place afin que soit sauve sa promesse : ”Et les portes de l’enfer ne prévaudront pas contre elle”

    Déjà, Bergoglio est décédé, juste au lendemain de la fête de Pâque par laquelle on célèbre la résurrection de Notre Seigneur Jésus-Christ et son triomphe sur le mal (Un signe ? Un avertissement de plus ?).

    Bergoglio ne peut plus nuire à l’Église. Mais tout n’est pas fini pour autant car il reste son terrible héritage diabolique et ses nombreux héritiers antichrists disséminés dans le monde entier, jusqu’à la tête de l’Église et dans les oeuvres antichrists de la ”Bête à sept têtes surgie de la mer”.

    Tous les catholiques bien avisés sont conscients qu’il est désormais impossible de surmonter un tel anéantissement de l’Église par les simples moyens humains du petit reste des fidèles car les apostats ont étouffé tous les témoins, les ”deux témoins” annoncés par le chapitre XI de l’apocalypse et qui dénonçaient leur apostasie. Mais ceux du petit reste sont remplis de certitude que les divines promesses ont déjà commencé à s’accomplir :

    ”Alors l’Impie se révélera, et le Seigneur le fera disparaître par le souffle de sa bouche, l’anéantira par la manifestation de sa Venue.” (2Th 2/8).

    Le décès de l’usurpateur n’a donc été que le début de l’anéantissement de sa personne et de ses oeuvres maléfiques, le signe et le début de la manifestation de la Venue du Seigneur. Le reste ne saurait pas manquer de suivre.

    Tous ces beaux cardinaux sont dans l’illusion, en dehors de la vérité, de la réalité et du temps.
    Ils feraient bien d’écouter le sermon menaçant que le Président Poutine vient de faire en prévision des célébrations de la victoire le 09 mai prochain.

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      Caro Terminus, che bello rileggerti!
      Ma permettimi di precisare che è difficilmente attuabile la procedura, ammesso che la si voglia esperire con così grave ritardo, con la quale Seifert, Viganò o chiunque altro, cerchi di dimostrare un’eresia pregressa alla nomina di Bergoglio: che fosse già eretico è indubbio, ma tale anacronistico mezzo giudiziale non è adatto per annullare in tempi rapidi il pontificato passato, per annullare ex tunc la sua nomina ed interrompere il conto alla rovescia del Conclave (interruzione che non può giustificarsi nel regime ordinario di un pontificato considerato storicamente legittimo). Ma mi sono espressa già qui: https://www.marcotosatti.com/2025/05/05/lettera-aperta-del-prof-josef-seifert-al-card-decano-gian-battista-re-esaminare-laccusa-di-eresia-a-bergoglio/#comment-260630
      L’articolo di Casalini è quello di un deluso bergogliano ma legittimista e la sua ricerca di accordi fra anti-cardinali per una soluzione pro-tradizionalismo diviene una inattuabile speranza di salvare il Depositum Fidei, poichè cerca un compromesso con un sistema di fatto antipapale stabilizzato e incontrastato, con una gerarchia priva di fede e con anti-cardinali privi di consapevolezza e dignità personale e gerarchica: solo Dio salva atraverso un vero papa.
      Dunque il tutto porterebbe ad un anti-soluzione, ad un pasticcio senza il sale dello Spirito, senza che operi il Munus. Avremo non un papa ma un uomo che governerebbe con LE SUE SOLE FORZE: non sarebbe più il Cristo a guidare la Sua Chiesa…
      Un conclave con cardinali illegittimi può forse darci un papa legittimo?? Semplicemente nominerà un antipapa: magari una brava persona, magari un’amico dei tradizionalisti, magari ammiccherà ai sedevacantisti e piacerà ai FSSPX, forse sarà pure santo se santi si possa divenire contro la verità e la giustizia… ma NON sarà un legittimo papa. Meglio un peccatore come papa che un santo come antipapa o no?? Quello che fa la differenza per la salvezza delle anime e per la conservazione del Depositum Fidei è l’assistenza Divina concessa ad un papa vero e canonico, non le capacità personali nei compromessi e nella diplomazia… anche l’anticristo di Solovev era un grande uomo.
      Quanto a quei cardinali sordi al loro dovere, di nomina pre-2013, la loro presenza assieme a quelli falsi non vàlida assolutamente il conclave anzi denuncia la loro più completa indifferenza al fatto che Bergoglio fosse illegittimo… sono scismatici di fatto! L’unica speranza che questa gentaglia scismatica ma di nomina valida, nel futuro possa convertirsi alla verità e dichiarare che è morto un papa ma nella persona di Benedetto e riuscire ad eleggerne il successore nei modi e nei tempi previsti dalla Universi Dominici Gregis.
      Caro fratello TERMINUS, invece avremo un altro anti-papa e il piccolo resto di Gesù (non certo di don Minutella) continuerà ad esistere nella più completa discrezione ma a tenersi ben distante dall’antichiesa.

  • R.S. ha detto:

    Il “compromesso” è un termine compromettente.

    In un certo senso sarebbe il male minore, dunque un male.
    Una negoziazione, che evoca i mercanti nel tempio.

    D’altro canto il negoziare è anche indice di comporre le controversie e le liti: l’arbitrato è decisivo e se ad arbitrare è Dio si può pensare che l’accordo abbia in sé del buono.

    Dato che almeno una delle parti dà l’impressione di “usare dio come una scusa” è difficile che l’arbitro venga rispettato in ugual modo dai contendenti, portando a pensare che ad arbitrare siano dei potentati assai compromessi di loro!

    Contratti preliminari dunque, promettendosi qualcosa… C’è da fidarsi, visto che non paiono bastare i voti pronunciati da dei consacrati in larga parte spogliatisi del sacro?

    Eppure c’è un interesse comune: la salvezza delle anime, la vita eterna, il mandato ricevuto da Cristo, evitare la dirompenza di uno scisma, ridare un vero pastore al gregge.

    Persino nel matrimonio sacramento, il vincolo tra Cristo Sposo e la Chiesa sposa, si parla di compromesso e di consenso.

    Attenzione però che in questo caso non significa affatto il venire a compromessi con la propria coscienza, ovvero quello scendere a compromessi che relativizza l’Assoluto e fa recedere -almeno parzialmente- dai principi di fede e dalla Verità. Il vivere di compromessi scadrebbe nel vivere di espedienti e si ricadrebbe nel relativismo, il quale è meno appariscente, ma ugualmente pericoloso dello scisma.

    Viviamo nella dittatura del relativismo e servirebbe un pastore capace di indicare e testimoniare l’esistenza di valori non negoziabili.

    L’autore indica cinque nomi: pur non potendo permettermi di giudicare anime e personalità di cui so qualcosa solo per sentito dire, mi pare di cogliere una grande diversità di storie personali e di modi di intendere la Chiesa, perciò quei cinque nomi sarebbero un ventaglio che va dal compromesso più vergognoso a quello più santo.

    Il compromesso in ogni caso è il traguardo di un percorso condiviso, delicato e paziente: la fretta è la sua peggior nemica o il miglior modo di dimostrare che il compromesso difficilmente è buono, perché, ricattato, costretto etc.

    Serve tempo. I 45 necessari a prendersene, pregando prima di negoziare, sono più facili da aggregare dei 90 che potrebbero ripetere il disastro del 2005, quando Benedetto XVI fu ingabbiato nella morsa di chi lo odiava votando per lui. Direi che come cattivo esempio basta e avanza.

    Nel 2013 è arrivato il prodotto di quel disegno, ma è disinnescato proprio dall’apparente vittoria, che ha precipitato la Chiesa nel marasma. Finiamola!

    Serve coraggio. Non abbiate paura, Cristo ha vinto il mondo.