Conclave. Eijk e Sarah Danno il Tono alla Prima Congregazione. Sarah il più Applaudito. InfoVaticana.
29 Aprile 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre nelle Congregazioni e fuori si intrecciano dialoghi trattative e giochi per arrivare a un papa la settiamna prossima, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Infovaticana, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.
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Mentre gli italiani si agitano e gli spagnoli si fanno notare per la loro assenza, due voci risuonano forti nell’aula del Sinodo: quella dell’olandese Willem Eijk e quella dell’africano Robert Sarah. Il tono generale tra i cardinali sorprende per la sua serenità.
Lunedì è stato un giorno importante in questo pre-conclave che sta lentamente ma inesorabilmente prendendo forma. E non per manovre, perdite o movimenti di blocco, ma per quello che dovrebbe contare di più: il contenuto degli interventi. E tra tutti quelli ascoltati nella Congregazione Generale di ieri, due si sono distinti chiaramente per profondità, chiarezza e accoglienza: quello del Cardinale Willem Eijk e quello del Cardinale Robert Sarah.
Eijk, arcivescovo di Utrecht, ha parlato con la sobrietà che lo caratterizza, ma anche con una forza dottrinale che non ha lasciato nessuno indifferente. Una diagnosi chiara, senza drammi: una Chiesa disorientata in Europa, senza direzione morale o liturgica, vittima della propria confusione interna piuttosto che delle minacce esterne. Ciò che più colpiva era il suo tono: né disfattista né allarmista, ma profondamente realistico. Molti hanno commentato che Eijk ha detto ad alta voce ciò che la maggior parte delle persone pensa in silenzio.
Sarah, da parte sua, non ha deluso. Il suo discorso è stato, secondo diverse fonti, uno dei più applauditi della giornata. Parlando con fermezza, serenamente, con quel suo stile che fonde un vigore africano contenuto alla spiritualità monastica. Non ha fatto politica, non ha fatto nomi, non ha cercato notorietà: ha semplicemente ricordato che la crisi attuale si supererà solo con il ritorno a Dio, al silenzio, all’adorazione, alla verità. Parole grosse, che tuttavia non suonavano magniloquenti. Sembravano necessarie.
Mentre queste due voci si sono levate con autorità, il resto del quadro era più diffuso. Gli italiani sono ancora nervosi, distribuiscono nomi senza riuscire a generare consenso o entusiasmo. E gli spagnoli – in blocco – rimangono dispersi. Non ci sono interventi in sospeso, nessuna proposta chiara, nessun minimo tentativo di leadership. È come se avessero accettato di giocare all’irrilevanza.
Ciò che ha sorpreso tutti è il buon tono generale. Dopo anni di tensioni, sospetti, divisioni e silenzi imbarazzanti, le congregazioni sono sorprendentemente cordiali. Ci si ascolta a vicenda. Si applaude. Si sorride persino. Potrebbe essere una tregua momentanea. O forse, quando Francesco è morto così bruscamente, i cardinali hanno avvertito la vertigine di dover ricostruire, questa volta con più umiltà.
In ogni caso, se c’è una cosa che ha chiarito lunedì, è che ci sono voci che possono ancora spiccare il volo. E che i cardinali, quando vogliono, siano ancora in grado di parlare come pastori, non come manager.
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Tag: conclave, eijk, infovatican, sarah
Categoria: Generale
Un Grazie a Sarah e a Eijk le loro parole di Verità ,serene e autorevoli, fanno bene sperare per la Chiesa: Esse aiutano, i suoi fedeli, a credere che “le porte degli inferi non prevarranno su di Essa”
Ma non dovrebbe esserci il segreto con scomunica LAtae Sententiae per chi lo rompe?
E quindi automaticamente scomunicato rende nullo il voto e quindi l’elezione?
È mai possibile che non riescano a starsene zitti?
Magari eleggessero Sarah!
Sarah, Viganò o Burke sarebbero i nomi che più sarebbero indicati se davvero si volesse tornare alla cattolicità per come è sempre stata conosciuta fino a prima del Concilio Vaticano II. Dubito, però, che ciò avverrà!