Il “Cantico delle Creature”, e perché Papa Francesco Aveva il Nome Sbagliato. Joachim Heimerl.
25 Aprile 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, padre Joachim Heimerl, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un grande santo, e sul pontefice che ha preso il suo nome. Buona lettura e condivisione.
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Il “Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi.
Oppure: perché Papa Francesco aveva il nome sbagliato.
Di P. Gioacchino Heimerl di Heimthal
Negli ultimi anni ho scritto molto su Papa Francesco. Dopo la sua morte mi sembra ancora più importante confrontarci con l’altro Francesco, con il “vero” Francesco, se vogliamo, con il santo originale e non con colui che ha semplicemente preso il suo nome.
È opportuno ricordare che esattamente 800 anni fa Francesco d’Assisi scrisse il suo testo più famoso: il “Cantico di Frate Sole”.
A questo punto il santo era quasi cieco; Un’operazione agli occhi, piuttosto comune a quei tempi, aveva peggiorato ulteriormente la sua situazione.
In quest’ottica, il “Canto del Sole” è la sua eredità spirituale e, naturalmente, un testo molto personale che, come tutti i testi, ha anche un contesto storico-culturale.
Dal “Cantico delle Creature” si nota che Francesco conosceva molto bene la poesia francese del suo tempo; In sostanza si tratta di una tipica poesia d’amore altomedievale, il canto di un uomo il cui cuore è infiammato d’amore.
Certo, si tratta di un amore soprannaturale, ma non è questo il punto principale. Ciò che conta è che Francesco sia così pieno di questo amore da lodare Dio come un trovatore francese.
Il “Cantico del Sole” è il canto di lode di un cantante completamente innamorato di Dio.
Tutto ciò che egli, mezzo cieco, riesce ancora a percepire, lo rende testimone, insieme a Sorella Luna” e “Frate Sole”, della sua esperienza d’amore, finché alla fine l’intera creazione diventa lo specchio di colui che la sua anima ama.
In questo contesto, Francesco non descrive un’esperienza della natura, ma tenta piuttosto di descrivere un’esperienza mistica di Dio nel linguaggio figurato del Medioevo. Non gli interessa nient’altro.
Chi pensa che il “Cantico delle Creature” sia un poema naturalistico ha capito poco Francesco, così come ha capito poco la poesia dell’Alto Medioevo nel suo complesso.
Per questa sola ragione, il “Cantico delle Creature” non può essere reso proprio da quei “pagani del clima” che popolano la chiesa oggi e credono che la nostra salvezza dipenda dal “salvare” l’ambiente.
– No, non è così e, a differenza di Papa Francesco, San Francesco non l’avrebbe mai vista in questo modo! Francesco non è un “eco-santo”, non è uno che blatera di ambiente “fraterno”, ma uno che è infiammato da colui che è il grande sconosciuto nella Chiesa di oggi: il nostro unico Salvatore, Gesù Cristo.
Tutto ciò che è stato creato è stato creato dal nulla per Cristo, e tutto sarà perfezionato per mezzo di Cristo. Questo è esattamente ciò che San Francesco esprime nel suo “Cantico delle Creature”. Tutto ciò che è terreno qui è solo un riferimento a Dio, ma non è mai ciò di cui si tratta realmente. La natura rimane meramente simbolica e non ha alcuno scopo in sé.
Papa Francesco, d’altro canto, la pensava diversamente e la sua enciclica “Laudato sì” è rimasta solo un omaggio fallimentare al “Cantico delle Creature” del suo presunto modello.
Mentre il testo di San Francesco d’Assisi si rivolge all’Amato divino, il Papa omonimo ha fatto tutto il possibile per attuare nella Chiesa un nuovo eco-paganesimo, permeato di buona parte della teologia della liberazione sudamericana.
Nell’ultimo tratto della sua vita, San Francesco riusciva a malapena a vedere la luce naturale del sole, ma la luce interiore del suo ardente amore per Cristo illuminava l’intero cosmo – e questa esperienza è l’unico punto focale del suo “Cantico delle Creature”; è un’opera di poesia spirituale e non profana.
Chiunque conosca Francesco d’Assisi sa che quest’uomo non è un santo che si lascia maltrattare facilmente. Non è adatto come omonimo di un papa “di sinistra” o come figura di spicco dei “salvatori del clima” della Chiesa. Lui è ciò che tutti noi siamo destinati a diventare: qualcuno che si è innamorato di Cristo e che ha cantato una canzone d’amore quando ha scritto il Cantico delle Creature.
Vorrei che ci unissimo tutti nel cantare questa canzone d’amore.
– Tuttavia, secondo Goethe, il canto che si ascolta oggi in chiesa è per lo più solo una “canzone cattiva, una canzone politica”, e per questo dobbiamo ringraziare anche Papa Francesco.
Senza dubbio non ha capito il Santo di Assisi e la scelta del nome è rimasta, nella migliore delle ipotesi, un cliché kitsch.
Jorge Mario Bergoglio non aveva nulla in comune con il trovatore di Assisi. Il “Papa dei poveri” non ha raggiunto mai lo splendore spirituale del “Poverello”, il cui “Cantico delle Creature” descrive ancora, dopo 800 anni, la tenerezza della sua esperienza di Dio.
In realtà, il santo non si schierò mai a favore della “giustizia sociale” e del socialismo ecclesiastico; e il Papa che ha preso il suo nome, “Francesco”, era solo un falso profeta.
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Tag: bergoglio, cantico delle creature, francesco, heimerl
Categoria: Generale
San Francesco non era animalista e tanto meno ambientalista green ma innamorato di Dio e della sua creazione che è una cosa buona.
Condivido in pieno.
Ho sempre detto e scritto lo stesso pensiero. Lei lo ha fatto in modo sublime.
La mia rottura con l’amato San Francesco è seguita ad un convegno dei miserabili frati di Assisi che aveva un titolo significativo: FRANCESCO E L’ECOLOGIA
AMEN
Condivido, tranne Fratello Luna e Sorella Sole, conseguenza dalla traduzione dal tedesco.
A mio parere, Francesco d’ Assisi ha lasciato al mondo -attraverso l’ esempio indiscusso della Sua personale purezza, un Atto di Lode a Dio riconoscibile nella Celeste Creazione che nessuno nessuno nessuno riuscirà a distruggere. Mai e poi mai. Caro padre Joachim La ringrazio