Intervista a L’Echo di Bruxelles. Un Pontificato Divisivo, che non Facilita la Scelta del Successore.

23 Aprile 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questa intervista che L’Echo di Bruxelles ha realizzato con chi scrive queste righe. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

Da 45 anni Marco Tosatti racconta luci e ombre del Vaticano. Di base a Roma, fino al 2008 è stato vaticanista del quotidiano nazionale La Stampa. All’indomani della morte di Papa Francesco, analizza per L’ECHO gli scenari che attendono una Chiesa cattolica in subbuglio e fortemente disorientata.
Che tipo di Chiesa lascia Papa Francesco?
L’eredità del Santo Padre è una comunità cattolica in tutto il mondo e un Vaticano molto confuso e frammentato, con visioni antagoniste e persino inconciliabili. Il suo pontificato non ha certo rappresentato un periodo di unificazione. In un certo senso, ha esacerbato le divisioni e le rivalità dottrinali e politiche all’interno della Chiesa.
A cosa pensa in particolare?
Potrei citare diversi documenti importanti che ha firmato e che hanno suscitato polemiche molto virulente all’interno del mondo cattolico. L’esortazione apostolica post-sinodale Amoris leatitia del 2016, ad esempio, ha aperto la strada all’accesso ai sacramenti per i divorziati coinvolti in una nuova unione. Diversi cardinali hanno quindi scritto a Francesco per esprimere le loro perplessità. Egli non ha mai risposto

Le stesse reazioni violente hanno seguito la sua dichiarazione Fiducia supplicans del 2023, in cui prevedeva di benedire le coppie considerate dalla Chiesa “in situazione irregolare”, in particolare le coppie omosessuali. La reticenza dei vescovi africani fu immediata e molto violenta…

Tuttavia, è stato un pontefice che ha fatto di tutto per promuovere l’apertura e il dialogo in tutto il mondo…
Sì, ma anche in questo caso è stato accusato di aver distorto i precetti dei Vangeli. Penso, ad esempio, alla Dichiarazione di Abu Dhabi, co-firmata nel 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb. Ha aperto la strada al pluralismo religioso. Eppure nei Vangeli leggiamo che “Cristo è l’unico Salvatore”. Gli impulsi e le decisioni di Francesco hanno profondamente destabilizzato la Chiesa. E ora dobbiamo fare i conti con le conseguenze del suo pontificato.

È per questo che viene spesso descritto come un Papa “rivoluzionario”?
Sì, alcuni ammirano il suo lato “rivoluzionario”, altri lo accusano semplicemente di essere stato un “eretico”. Personalmente, penso che il suo pontificato sia stato costellato da importanti dichiarazioni di intenti in termini di riforma, ma i cambiamenti strutturali sono stati molto rari. Penso in particolare al posto delle donne nella Chiesa, alla lotta contro gli abusi sessuali e la corruzione, e alla crociata abortita, promessa già nel 2013, per ripulire le finanze vaticane.

In altre parole?
Questa riforma economica, fortemente voluta da Francesco, si è rapidamente impantanata. Il cardinale George Pell, incaricato dal Papa di guidare questa grande “pulizia”, aveva spesso espresso il suo disappunto. Anzi, a volte è stato disconosciuto dallo stesso pontefice. Francesco sta quindi lasciando questo importante compito a chi sarà nominato come suo successore.

Alla luce di tutte queste divisioni, quale sarà l’esito del prossimo conclave?
Mi piacerebbe saperlo io stesso! Ricordiamo quello che diciamo prima di ogni elezione papale: “Chi entra in conclave come papa esce come cardinale”. In effetti, l’esito di questa elezione secolare molto spesso smentisce le previsioni. Forse tra quindici giorni, nel corso delle prossime votazioni, prevarrà un candidato capace di conciliare le anime progressiste e tradizionaliste del Vaticano. Un candidato che sia una sorta di punto di equilibrio e di mediazione, capace di far uscire la Chiesa dalla grave crisi dottrinale, spirituale, politica e vocazionale di cui soffre da diversi anni.

Molti cardinali stranieri sono stati accostati alla successione di Francesco…

Sì, ed è importante sottolineare che il pontificato di Francesco coincide con un calo molto significativo delle vocazioni. Ma il successo di un papa si misura proprio dal numero di nuovi sacerdoti ordinati: giovani ispirati dal carisma e dalla forza spirituale del pontefice che governa da Roma. Oggi la maggior parte delle vocazioni nasce in Africa, Asia e America Latina. Potremmo quindi prevedere, o addirittura auspicare, l’elezione di un Papa africano o asiatico… Sarebbe un simbolo di slancio vitale, di rinascita della Chiesa. Ma non è così che si fanno le scelte in conclave.

Quale logica prevarrà dunque in questa prossima elezione?
Un conclave è un processo eminentemente politico, influenzato dal peso di interazioni segrete, giochi di potere e misteriosi equilibri di potere. Francesco ha creato 108 dei 135 cardinali elettori. Potremmo quindi immaginare l’elezione di un pontefice progressista, capace di seguire la direzione indicata durante l’ultimo pontificato. Ma i cardinali creati dal Papa spesso non si conoscono tra loro. Questo renderà più difficile il lavoro delle prossime “congregazioni generali”, così come l’individuazione del successore al soglio di Pietro.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

***

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , ,

Categoria:

5 commenti

  • Rosario ha detto:

    Non condivido l’analisi del signor Tosatti: il pontificato di Papa Francesco non è stato più divisivo rispetto ai precedenti. Anche quello di Benedetto XVI lo fu, e in misura ancora maggiore. Forse l’autore ha dimenticato le polemiche e le divisioni generate dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, che causarono disordine e crearono fazioni ben più ampie rispetto a quelle attribuite a Papa Francesco. Un aspetto cruciale sottolineato da Papa Francesco riguarda la riforma liturgica post-Concilio Vaticano II, che egli ha definito irreversibile. Continuare a sperare in un ritorno alla Messa Tridentina è inutile: ciò non accadrà. Anzi, è più probabile che il Messale di Pio V venga progressivamente abbandonato.

  • Pietro ha detto:

    Francesco è stato un Papa legittimo e nei suoi documenti non appare con evidenza nessuna eresia, per cui non è stato eretico.
    Il problema è stato pastorale. Un esempio eclatante è il documento, che lui non ha scritto ma approvato, Fiducia supplicans, in cui, pur affermando che le coppie omosessuali sono illegittime e rappresentano un disordine morale, e perciò sono materia di peccato mortale, permette di benedirle in quanto coppie, dando di fatto la percezione che così possano essere riconosciute e considerate come una sorta di piccolo matrimonio.
    Francesco non ha cambiato il catechismo, né avrebbe potuto farlo senza rischiare davvero l’eresia, ma ha cambiato molte prassi nella Chiesa.
    In certi casi, quando si trattava di tradizioni umane o leggi ecclesiastiche, ha fatto bene, ma quando le nuove prassi possono indurre all’errore e perciò al peccato, è devastante. Un vero scandalo. Questa, beninteso, è solo una mia opinione personale, che conta per quello che è.

  • GMB ha detto:

    Abbiamo assistito alla ricerca spasmodica dell’apprezzamento da parte del “mondo”, cioè dei media opulenti progressisti occidentali, da parte di un pontefice che pur si definiva amico dei poveri e dei popoli dimenticati del mondo. Bella contraddizione.

  • Orso Garibozzi ha detto:

    Il principio di connivenza comincia col dire “colpa di tutti…. Colpa di nessuno” e termina col dire ” ognuno coltivi il suo orticello … E non vada a mettere il naso in casa degli altri” .
    Ma si può anche cambiare in ” colpa di tutti… Nessuno assolto” e seguitare con ” ognuno PULISCA a casa propria… E non s incazzi se poi, si prende pure la paternale”. Allora il principio di connivenza diventa quasi un principio di penitenza.
    Chi vuole portare la croce di Cristo nel posto meno eroico e gratificante ossia nella Chiesa?
    Alla morte di JMB fioccano le analisi e le proposte
    Molto giuste e molto corrette, e molto profonde. Ma manca forse davvero qualcosa di convincente.
    Post scriptum leggero : ma a JMB il viatico l avrà ricevuto da vivo o glielo hanno in articolo mortis? Dici così perché Ignazio “Ingrato” continuava a dire che JMB sta meglio , che stava sempre meglio , che era quasi guarito, che tra un po’ avrebbe pure partecipato ai mondiali di tango…. E poi è morto , JMB intendo non quella trombetta di Ignazio. E la cosa fa pensare🤔. O Ignazio porta “sfiga”o conta un mucchio di balle. Ma della professionalità di Ignazio Trombetta Ingrata siamo assolutamente certi. E quindi non resta altro che … 😁😁😁

  • R.S. ha detto:

    La Chiesa cristiana cattolica dovrebbe identificarsi inscindibilmente con la fede in Cristo e testimoniarlo.

    In questi ultimi tempi (vivendo semplicemente le parrocchie, con l’abbandono massiccio dei praticanti, le fantasie pastorali e il dissacrare luoghi e liturgie) qualche dubbio sulle priorità è lecito.

    Annusando l’aria si avvertono questi odori e profumi:

    -la colpa è dell’avidità e del vizio diffuso degli uomini:
    -la colpa è di chi i peccati li considera fragilità;
    -la colpa è di chi è troppo rigido con i peccatori;
    -la colpa è tutta di uno (Bergoglio);
    -meno male che c’è stato quel santo di Francesco o sarebbe stato molto peggio;
    -colpa delle dimettendosi di Benedetto XVI;
    -colpa del Concilio Vaticano II e dei Papi successivi;
    -lo sbaglio è ritenere la Chiesa qualcosa di divino quando invece è solo umana e piena di tresche;
    -il problema è il vuoto spirituale diffuso;
    -il problema è che non si prega abbastanza Dio, facendo solo mozioni psicologiche invocando azioni umane;
    -il guaio è un’ignoranza dottrinale spaventosa;
    -il guaio è chi ancora vorrebbe insegnare una dottrina.

    Chi avrà ragione? E’ certamente una croce, ma anche una Grazia, aver vissuto questa prova.

    Serve un Papa, ma serve prima una conversione della Chiesa a Cristo. Una conversione al munus, prima di esercitare a vanvera il ministerium.

    Sapranno i cardinali darsi un ordine degno della missione? O interverrà il Padrone della messe? Questo ultimo pontificato ha fatto strage di vocazioni: un disastro quasi planetario, ma specialmente da noi.

    E’ tempo di passare dalla depressione alla vera gioia e dalla falsa misericordia a quella vera. Il tempo è creatura di Dio, che è eterno. Nella storia la grazia, nell’eternità la gloria.

    Dalla Sede impedita (de facto e de iure) ad una Sede tutta dedita al suo specifico! In ballo ci sono un oggetto e un effetto.

    Rileggo ancora l’introduzione di Benedetto XVI al libro del Card. Sarah: “La forza del silenzio” (Cantagalli 2017).
    E’ meglio rimanere in silenzio ed essere che dire e non essere… (!!!)

    C’è chi tace per banalissima ignavia, la banalità del male.
    C’è chi tace perchè gli va benissimo così.
    Tacciono in tanti, ma non è la stessa cosa.

    E’ tempo che torni la voce.