Gesù Condannato come Bestemmiatore…contro il Politically Religiously Correct Sinedriale. R.S.
19 Aprile 2025
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro blog. R.S., ha scritto questo commento che ci sembra degno di essere portato all’attenzione di una platea più ampia dei partecipanti al nostro forum. Buona lettura e condivisione.
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La condanna di Gesù fu come bestemmiatore.
Non bestemmiava Dio, ma l’interpretazione di Dio religiosamente e politicamente corretta del suo tempo.
Un “segno dei tempi” stabilito sinedrialmente.
Interrogato da Caifa, il sommo sacerdote, se Egli sia il Cristo, Gesù risponde citando il passo della profezia di Daniele (7,13). Di questa celebre profezia c’è ampia traccia nell’Apocalisse di San Giovanni: la Rivelazione mira alla Parusia.
Nel processo contro Gesù si vuole condannarlo legalmente, ma le false testimonianze accusatorie sono contraddittorie. Caifa allora si rende conto che la trama architettata non funziona e prova ad essere più diretto:
“Ti scongiuro per il Dio vivo di rispondere, diccelo: sei tu il Cristo, Figlio di Dio benedetto?” (Mt 26,63; Mc 14,61).
“Sì, lo sono; e vedrete il Figlio dell’uomo assiso alla destra della potenza di Dio venire sulle nubi del cielo”.
Ecco: “Ha bestemmiato! Non servono testimoni. Avete sentito?” “È reo di morte!”.
Il sinedrio dei sacerdoti e dei dottori della Legge ha però bisogno di Cesare.
Pilato, rappresentante l’imperatore, cerca di non giungere alla condanna tergiversando in molti modi, dai più diplomatici (liberare un prigioniero per la Pasqua) ai più cruenti (flagellazione).
Alla fine il problema rischia di diventare proprio la fedeltà di Pilato a Cesare:
”Se rimetti costui non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re si mette contro Cesare”.
“Devo crocifiggere il vostro re?”.
Risposta: “Non abbiamo altro re che Cesare”.
La “fede” dei Giudei ha abdicato: se il re è Cesare significa che lo scettro e il trono non sono più di Giuda.
Dopo la risurrezione di Lazzaro la politica aveva già abbracciato la teologia.
”Verranno i romani e ci toglieranno “il luogo” (cioè il tempio) e la nazione” (Gv 11,48).
Gesù e i suoi miracoli sono diventati un problema politico e di potere comune a farisei, sadducei e zeloti. Eppure non si tratta solo di politica, perché il sommo sacerdote vuole difendere la legge e il tempio, quindi la religione, insieme al potere e al popolo.
C’è di mezzo qualcosa di grande, di nuovo: il vecchio culto del tempio di pietra è giunto al termine.
È giunto il momento della nuova adorazione di Dio “in spirito e verità”. Caifa non è pronto.
”Non capite nulla; non capite che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo e non vada in rovina la nazione intera” (Gv 11,50).
Parole che Caifa aveva detto ispirato dalla sua carica di sommo sacerdote e non da se stesso.
Dio parla tramite i sacerdoti anche quando sbagliano.
L’indegno interprete della carica compie le scritture:
“Sulla cattedra di Mose si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere!” (Mt 23,2).
Caifa è “profeta” pur agendo politicamente, ragionando secondo il mondo e il pragmatismo della concretezza. Infatti la morte di un singolo (in croce) salva il popolo.
ll male minore è mondanamente giusto per chi ragiona da terra, ma la sapienza di Dio la osserva dal Cielo.
Paradossalmente, nell’integrità della rivelazione e dando compimento alla legge, Gesù è aperto al resto del mondo. Gesù redime tutta l’umanità: ha una “funzione vicaria” che eccede i confini di chi si è impadronito di YHWH.
Nell’Antico Testamento l’idea della funzione vicaria appare in Mose, dopo l’idolatria al Sinai del vitello d’oro: “Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato… Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!” (Es 32,32).
In quel frangente funziona in parte: “Cancellerò dal mio libro solo colui che ha peccato contro di me” (Es 32, 33), ma in qualche modo Mose rimane tuttavia il sostituto che intercedendo cambia il destino del popolo.
E’ anche la figura del servo sofferente di Isaia.
I figli di Dio dispersi non sono più soltanto Ebrei, ma figli di Abramo nel significato profondo sviluppato da Paolo.
Le accuse contro Gesù nel processo religioso sono di natura teologica. La pretesa messianica è rivendicazione della regalità su Israele. Per questo l’espressione “re dei Giudei” del titulus fatto scrivere da Pilato (acronimo ebraico YHWH !!) rivela il mistero.
“Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”
“Io (lo) sono. E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza venire con le nubi del cielo” (14,62). Vi echeggia Es 3,14: “Io sono colui che sono”.
“Tu l’hai detto; anzi io vi dico…” (Mt 26,64).
Gesù non contraddice Caifa; lo fa dire a lui!
In Luca è così:
“Tu dunque sei il Figlio di Dio?”
“Voi stessi dite che io (lo) sono”.
Un sommo sacerdote compromesso con il mondo, capofila di un sinedrio che incita il popolo ad indicare per unico Re l’imperatore pagano (diminuendo l’alleanza con Dio) dice la verità, profeticamente sul Servo Sofferente del sacrificio di croce.
Un potere religioso inadeguato a servire Dio, fa crocefiggere ai poteri mondani il Messia atteso, secondo la Parola di Dio, ipocritamente rispettando il sabato.
Segni dei tempi, sinedrialmente e sinodalmente.
C’è chi usa abiti religiosi per torturare la fede in Dio.
Ma la via e la verità sono la vita.
I giochetti falliscono e la città dell’uomo, divenuta Babilonia, viene distrutta con il tempio rimasto vuoto.
La Gerusalemme celeste scende dal Cielo, risorta, sposa del Cristo risorto, abitata dal corpo mistico del Signore.
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Categoria: Generale
Buongiorno, approfitto del suo accenno, in un suo commento precedente, alla “grazia di Dio che libera (dall’Egitto e dalla morte)”, per riportare una piccola riflessione che mi ha suscitato un suo denso intervento dei giorni scorsi, che ho letto in ritardo.
Gentile R.S., colpisce il richiamo di questo giorno, il 14 di Nisan al “giorno 14 del mese” che si riferisce all’immolazione dell’agnello senza macchia, il cui sangue preserverà i primogeniti degli israeliti, secondo le prescrizioni del Signore a Mosè per la cena pasquale. (Esodo, 12, 1-8. 11-14).
Buona Pasqua a tutti!
JMB: “la mia chiesa è costituita da blasfemi, apostati e persecutori dei cristiani”
… https://www.sabinopaciolla.com/papa-francesco-i-blasfemi-gli-apostati-e-i-persecutori-dei-cristiani-fanno-parte-della-comunione-dei-santi/
APOCALISSE di San Giovanni (18)
2. L’ angelo gridò a gran voce:
‘E’ caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d’ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita…
Poi udii un’altra voce dal cielo:
‘USCITE, POPOLO MIO, DA BABILONIA
PER NON ASSOCIARVI AI SUOI PECCATI
E NON RICEVERE PARTE DEI SUOI FLAGELLI.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Ma oggi, solo i veri cristiani hanno il coraggio di uscire dalla Babilonia dell’impostore JMB, e obbediscono all’ ultimo papa stabilito da Cristo BENEDETTO XVI, seguendo il suo umile esempio e mettendo in pratica le sue parole profetiche del 1969 sulla futura Chiesa SPIRITUALE di Gesù Cristo:
«… Alla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto…Non sarà più in grado di abitare gli “EDIFICI”…
🔥 SARÀ UNA CHIESA PIÙ “SPIRITUALE”… povera e diventerà la Chiesa degli indigenti»…
http://www.korazym.org/65921/la-profezia-di-ratzinger-del-1969-sul-futuro-di-una-chiesa-della-fede-e-quel-piccolo-gregge-di-credenti
Finché non tramonta il giudeo-cristianesimo …
“Finché non tramonta il giudeo-cristianesimo.”
Nulla di serio, cioè da prendere in considerazione logico-critica nell’articolo. O si crede o si ragiona: senza pensare di essere proprio io, quello che ci vede dentro bene. “Non basta una vita”, scriveva Max Weber, per capire la storia della cultura giudaica.
Mi basta sottolineare che la citazione di Daniele, (profeta neppure totalmente accolto nel canone ebraico e per di più solo nei Kètuvim (Scritti), non nei Nèviim, cioè nei Profeti d’Israele): “ED ECCO CON LE NUBI DEI CIELI COME FIGLIO DI UN UOMO VENIENTE ERA” non vuol dire che Daniele intenda “un alcunché” della stessa “sostanza” dell’anziano dei giorni “un veniente era fino all’anziano dei giorni”. Caifa aveva ben compreso l’unzione regale di Betania e fu profeta di salvezza del popolo, diciamo, alla “Aman” secondo il libro di Ester.
Purtroppo per soli tre decenni scarsi.
Con quello di Gerusalemme, fu distrutto in pari tempo dai Romani anche il tempio di YHWH costruito in suolo egiziano secondo la profezia del profeta Isaia XIX, 19 dal sacerdote Onia.
E un egiziano di Cirene aveva aiutato Gesù a portare la croce. Parola secondo un Marco che è presente sul monte degli Ulivi e ne cita per nome i figli nativi egiziani che ben conosce. Ecc…
Due millenni e la chiesa sinodaliana assomiglia tanto alla mentalità sinedriale dei tempi della passione. Non generalizziamo: non tutti allora e non tutti oggi… il problema è il passaggio dalla grazia di Dio che libera (dall’Egitto e dalla morte) alla rilettura mondana che ingabbia anche vantando libertà.
Gesù dice:Padre perdonali perché non sanno quello che fanno fare agli ingannati. Diverso il caso di chi sa bene quel che fa… il vitello d’oro incombe sulla fede che non è salda., allora come oggi, in tanti che dirigono la rotta della barca di Pietro.
Invece nella Talmudica Rai,sono i romani non i giudei ad aver ucciso Gesu’.
https://x.com/CesareSacchetti/status/1913490702425632931
Invece in RAI TALMUDIZZATA SONO I ROMANI AD AVER UCCISO CESARE,NON I GIUDEI.
NON SIA MAI EH…