S’I Fossi Giorgia….Tre Cose che Chiederei oggi a Trump. Mario Adinolfi.
17 Aprile 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo commento di Mario Adinolfi, a cui va il nostro grazie, pubblicato su Facebook. Buona lettura e diffusione.
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TRE COSE CHE CHIEDEREI A TRUMP FOSSI MELONI
di Mario Adinolfi
Giorgia Meloni incontrerà oggi Donald Trump alla Casa Bianca ed è il primo leader occidentale ad essere ricevuto a Washington dopo la tempesta scatenata il 2 aprile con l’annuncio dei nuovi dazi americani. Questo è un indubbio successo della nostra diplomazia e accresce lo status internazionale della Meloni stessa. Leggo su tutti i giornali che il ruolo che la nostra premier dovrebbe svolgere è quello di una sorta di ambasciatrice Ue per favorire un vertice tra Trump e Ursula Von der Leyen.
Mi auguro davvero che la Meloni non sprechi la sua occasione così. C’è chi non vuole capire che la relazione tra Usa e Ue come l’abbiamo vissuta negli ultimi anni è finita, frantumata dal ciclone Trump. Di più: di fatto l’Ue come entità unitaria, semmai fosse esistita, non esiste più.
Nessuno crede che la politica estera comune la possa dettare Kaja Kallas con le sue deliranti interviste russofobiche, la Kallas è espressione di un piccolo paese baltico che ha meno abitanti delle Marche. Porta nelle sue interviste le paure ataviche di una estone, non le esigenze continentali.
Ecco, Giorgia Meloni alla Casa Bianca faccia vedere di che pasta è fatta un’italiana “donna, madre e cristiana”.
E chieda a Trump tre semplici cose, che Trump può dare.
La prima è un maggiore impegno per chiudere la guerra in Ucraina, esercitando una pressione esplicita su Putin che arrivi ad una sorta di ultimatum per ottenere un reale cessare il fuoco. Non sono tra coloro che scioccamente rimproveravano a Trump di non aver fermato la guerra “in un giorno” come aveva promesso in campagna elettorale. Ovviamente le questioni sono complesse. Ma fossi Giorgia Meloni uscirei in conferenza stampa alla Casa Bianca dicendo di aver messo a disposizione l’Italia e la stessa città di Roma come luogo dove aprire un tavolo di mediazione permanente, potendo contare su un impegno concreto per la pace manifestato sempre dal Vaticano e da Papa Francesco personalmente.
La seconda cosa da chiedere a Trump è un trattamento di favore, un intervento speciale a favore dell’agroalimentare italiano. Gli americani adorano il nostro cibo e non meritano di pagarlo il 20% in più, anche perché in loco già costa caro. L’azzeramento dei dazi su pomodoro, olio, pasta, vino e parmigiano potrebbe essere persino negli interessi di Trump stesso e inoltre l’impatto sui conti sarebbe modesto: l’intero comparto agroalimentare italiano ha un export che vale 8 miliardi di dollari, i dazi al 20% rappresenterebbero un gettito di 1.6 miliardi a cui Trump può agevolmente rinunciare. La Meloni incasserebbe una vittoria operativa di straordinaria perché simbolica importanza, da sbandierare al ritorno a Roma.
La terza cosa che chiederei a Trump se fossi Meloni è il coraggio per compiere gli interventi concreti contro l’ideologia gender che hanno caratterizzato questa amministrazione e purtroppo non hanno caratterizzato tre anni di governo italiano.
Se la conferenza stampa finale si dovesse tenere nello studio ovale, direi platealmente alle telecamere che noi il 5% del Pil sugli armamenti non potremo mai permettercelo e manco il 2%, quindi a quegli ordini non obbediremo compensando però con l’acquisto di gas liquido americano e favorendo anche l’acquisto di armi americane dai partners europei.
Sulle armi non ci allineeremo dunque alle richieste Usa, lo faremo invece nello smantellamento dell’ideologia gender omaggiando Trump per aver tracciato una strada che seguiremo.
Il ministro dello Sport che nessuno conosce ma si chiama Abodi impedirà per decreto che nelle nazionali femminili possano esserci atleti nati maschi; il ministro della Salute che si chiama Schillaci fermerà ogni intervento sui minori con i bloccanti della pubertà che preparano alla transizione sessuale; il ministro dell’Istruzione che si chiama Valditara cancellerà le carriere alias nelle scuole; il ministro Crosetto vieterà l’arruolamento di militari trans perché soggetti a pesanti e continue assunzioni di farmaci, incompatibili con la stabilità emotiva richiesta al soldato.
Fossi la Meloni, nello studio ovale renderei omaggio a Trump per il coraggio dimostrato su questo terreno e gli chiederei la forza per imitarlo. Trump è un vanitoso, apprezzerà l’elogio e questo lo renderà incline ad accettare i nostri no sul comparto difesa, tanto la capacità militare è e resterà sempre poca cosa.
Dopo aver visto Trump la Meloni si incontrerà a Washington anche con il segretario al Commercio, Howard Lutnick.
A lui porrei la questione dell’inutile escalation della guerra commerciale alla Cina, proponendo l’Italia come nazione disponibile a favorire un dialogo proficuo al posto di uno scontro permanente al calor bianco.
Infine quando venerdì la premier sarà rientrata in Italia vedrà a Palazzo Chigi il vicepresidente Jd Vance e all’appuntamento farei venire anche il ministro alla Natalità, Eugenia Roccella, che ha battuto per tre anni consecutivi il record negativo di nascite.
Vance potrà spiegare a entrambe come se si limita l’aborto fino quasi a cancellarlo, come hanno fatto 21 Stati americani, si ottengono maggiori nascite (per la precisione sessantamila in un anno in quei 21 Stati).
Vance resterà in Italia per tutte le vacanze di Pasqua e suggerisco di ascoltarlo bene, anche sul tema della libertà d’espressione da tutelare in Europa, assai compressa in particolare per i cattolici antiabortisti e impegnati nella lotta all’espansione dell’ideologia woke e gender.
Da questa amministrazione americana c’è molto da prendere e a schiena dritta su ciò che non ci conviene possiamo anche dire i nostri no, non siamo vassalli ridotti all’obbedienza e non si va a Washington a baciare le chiappe a nessuno.
Allo stesso tempo credo sia utile riconoscere l’importanza del ciclone Trump, dargliene serenamente atto per costruire un rapporto di reciproca fiducia che poi potrà servire anche a questa malandata Europa di cui non conviene farsi ambasciatori.
La Meloni rappresenti gli interessi dell’Italia e chieda ciò di cui ha bisogno l’Italia. Quelli di oggi alla Casa Bianca saranno solo i primi minuti di una lunghissima e fondamentale partita. Vediamo di iniziare bene.
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Categoria: Generale
Di Gaza e dei crimini ebraici in medio oriente non se ne parla per niente…vabbè.
Ottima Giorgia Meloni. Orgoglioso di lei. Speriamo che le buone intenzioni manifestate da ambo le parti si concretizzino in qualcosa di fattivo.
Pessimo Adinolfi che, nel parlare sbrigativamente di “paure ataviche di una estone” dimostra vieppiù di essere un povero italiota, ignorante di storia e versato solo nell’eccesso di cibo e di divano.
L’Estonia ha tutte le ragioni – direi plurisecolari – per essere preoccupata di cosa fa il proprio vicino russo. Per certi paesi la “russofobia” è pressoché fisiologica e solo un monumento al colesterolo come lui non arriva a comprenderlo. Atteggiamento supponente da sfaticato a carico dello Stato. Non fate sapere a Donald Trump che abbiamo ancora personaggi del genere nella Penisola.
“S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo.”
Povera Italia, oppressa e derisa, e povero Cecco, Mario vorrei dire!
Ma cosa dici? Pensi davvero che la cucurbitacea al governo farà una sola cosa di quelle che (dici) faresti tu?
Caro Adinolfi, una persona onesta, con dignità e libera da legami sopranazionali, le tue tre proposizioni può provare ad attuarle senza l’aiuto di nessuno e senza il placet di altro leader estero… mai sentito parlare di Sovranità Nazionale o di indipendente stato democratico?
Adinolfi, ma dove vivi? Credi che la anguria indigena sia salita al potere senza l’appoggio, il plagio e il placet delle elite del mondo? E credi che quella donna possa disporre di poteri senza prima avere l’ordini dall’alto? Ma tu credi che possa opporsi alla Governance Mondiale senza essere subito delegittimata, ridotta al silenzio e se necessario eliminata lei e famiglia? Quello che farà sarà usare il sua poltrona per interessi personali: quello le sarà concesso, ma altro non può e soprattutto non vuole.
E poi Mario caro, vorrei vedere cosa faresti tu: quanto a parlare sei bravissimo.
Perchè non ci dici cosa faresti al posto di Bergoglio?
Non certo questo:
‘ s’i’ fosse papa, sare’ allor giocondo,
ché tutti cristïani imbrigherei.’
…ma per favore, Cecco lo avrebbe fatto veramente ma tu, neanche le ‘donne giovani e leggiadre torresti’!!!
E un maggiore impegno per chiuderne anche un altro di massacro? Quello no? Sarebbe troppo?
Buon giorno, la seguo sempre volentieri ma, in questo articolo, trovo che la prima richiesta messa nei termini da lei proposta: “un maggiore impegno per chiudere la guerra in Ucraina, esercitando una pressione esplicita su Putin che arrivi ad una sorta di ultimatum per ottenere un reale cessare il fuoco” sia poco attuabile. La diplomazia russa non è “abituata” agli ultimatum tipo trumpiani, ha uno spessore culturale, che purtroppo, in USA non conoscono e ritengo che i muscoli li irrigidirà ulteriormente visto, anche, che a livello economico si trovano in una situazione migliore rispetto a quella del periodo di Gorbaciov e Eltsin.
Situazione migliore rispetto al periodo Eltsin ci vuole poco. La loro economia è comunque debolissima e se si guarda alla situazione pro capite (quindi al netto dei pochi ricconi oligarchi) è a dir poco tragica.
Chiedere di avere il supporto usa affinche si mandi definitivamente a fancubo la UE?
Chiedere di rimuivere il cocainomane ukraino con la forza,anziche’ fare pressioni a Putin?
Dire alla nutellara della garbatella di non firmare il trattato OMS per il 19 maggio?
Emanare una legge che vieti le influenze straniere( tipo ONG) e’ difficile per la melonara? Anziche’ decretare i femminicidi come piu’ gravi degli omicidi?
Adinolfi se ti devi sveglare,fallo in toto.
No, la prima cosa da chiedere a Trump sarebbe quella di proseguire nella lotta al deep state Usa e con gli arresti dei loro interpreti. Se si fa pulizia in casa Usa, a cascata ci liberiamo del potere dell’anglosfera anche noi e finalmente crollerebbe la demoniaca struttura su cui si regge la Ue. Torneremo liberi.
Non lo farà mai perché, come spiega Dugin, è il deep state ad aver cambiato orientamento e ad aver messo un Trump al posto dei conservatori moderati. Sul “tornare” liberi poi mi sai sapere quando mai lo siamo stati :-DDD
Io invece suggerirei di fare il contrario di quanto propone Adinolfi
Invece di chiedere , io offrirei tre cose a Trump . Ma non le spiego in questa sede.