Giovedì Santo, l’Amore Folle di Gesù Cristo. Meditazione di un Sacerdote Diocesano.
17 Aprile 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Sergio Russo, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questa meditazione di molti anni fa pronunciata da un sacerdote diocesano. Buona lettura e meditazione.
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UN MONDO DI PAZZI…
Uno dei pericoli maggiori per i consacrati, particolarmente per i sacerdoti, è l’abitudine. Abituarsi, infatti, a Dio e alle cose che riguardano Dio, è tra i danni più dannosi che potrebbe avvenire su di noi. Ci stupisce l’umiltà che ha Dio per lasciarsi prendere dagli uomini, e ci spaventa ancora di più l’ora in cui Dio chiederà conto del modo in cui è stato trattato.
Perché Dio si lascia prendere così, da uomini peccatori e sempre indegni? Se Dio manifestasse apertamente e in modo sensibile la sua grandezza e maestà, chi oserebbe avvicinarsi e rimanere soltanto un attimo al suo cospetto? Nessuno! E Dio sa meglio di noi quanto noi abbiamo bisogno di Lui: siamo noi ad essere bisognosi di Dio e non Dio ad avere bisogno di noi. Perché sia possibile la comunicazione, la comune unione di Dio e l’uomo, agisce Dio avvolto nell’umiltà
Dio ha preso l’umiltà mosso dal suo amore per gli uomini Poiché ci ha amati, si fece umile, si fece carne, si fece vittima, si fece agnello e pane, si fece erba per le pecore e prato verdeggiante, si fece fonte d’acqua, si fece soave brezza ed ombra in mezzo al deserto. Si fece infine medico e medicina, amante – amore – sposo, si fece… Che cosa non fece il nostro Dio per noi? Umilio sé stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. (Fil 2,8).
Così dice il Vangelo di oggi: avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. (Gv 13,1).
Che significa sino alla fine se non che non ha mollato lungo il cammino ed è arrivato alla fine? Che altro significa sino alla fine se non arrivare agli estremi, anzi, oltrepassare gli estremi? Ha oltrepassato i limiti del senno mentale, ed è precipitato nell’abisso della pazzia. Sì, il suo amore per noi è pazzesco, soltanto Lui è stato capace di amare in quel modo. Quale modo? Lavare come uno schiavo i nostri piedi, permetterci di mangiarlo come cibo, lasciarsi prendere come un brigante ed essere crocifisso come un peccatore.
Il suo amore per noi ha raggiunto questi livelli quasi inimmaginabili. Per poter lavarci i piedi come uno schiavo, Lui prese la forma di servo nell’incarnazione (Gv 13,4ss; Fil 2,6-7); perché possa essere mangiato, inventò l’Eucaristia (Lc 22,14-20); perché sia preso come un brigante, rinunciò alle schiere di angeli e rimase muto come agnello portato al macello (Mt 26,51-56; Is 53,7); perché sia crocifisso come un peccatore, prese su di sé i nostri delitti e fu schiacciato per le nostre iniquità. (Is 53, 5-6).
Man mano che ci addentriamo nell’abisso dell’amore di Gesù Cristo, scopriamo quanto generosa sia stata la sua bontà, quanto misteriosa la sua misericordia, quanto pazzo sia divenuto per noi. Se a noi sembra pazzesco l’amore di Dio, ciò accade forse perché non sappiamo amare. L’amore, infatti, e solo l’amore, è capace di queste cose per il bene dell’amato. Chi ama veramente, questo lo sa, e quanto più grande e il suo amore, tanto meno guarda a sé stesso e solo pensa al suo amato.
L’amore è pazzesco solo quando arriva agli estremi, ma la sua pazzia ha certamente una logica perfetta, ed è più saggia della saggezza umana.
Sarebbe uno sbaglio, e abbastanza grosso, cercare la ragione dell’amore di Cristo in noi. Sarebbe più saggio invece stupirsi che ci abbia amato, e riconoscere che lo fece solo perché è buono. Come tradire quindi un amante cosi tenero, come dimenticare un sacrificio cosi generoso, come giudicare sbagliata un’umiliazione cosi travolgente? Ebbene, all’amore di Dio occorre rispondere con amore, e alla pazzia divina bisogna rispondere con altrettanta pazzia.
Se vi sembra pazzesco che Dio vi lavi i piedi, non è anche pazzesco permettere a Iddio che ci lavi i piedi? E tuttavia, a tale pazzesco amore divino si risponde, per soddisfarlo… con una pazzia simile!
Se vi sembra pazzesco che Dio si lasci mangiare dai peccatori, non è pazzo pure chi osa avvicinarsi a Dio per mangiarlo? E tuttavia lo si placa, tale pazzesco desiderio, con la pazzia della comunione.
E se ancora vi sembra pazzo il Signore che affronta la morte in croce, non risulta anche pazzo chi rinnova quotidianamente questo Sacrificio sull’altare e chi si mette sotto l’ombra della croce per trovare la vita eterna? E tuttavia Cristo lo ha comandato: fate questo in memoria di me! (1 Cor 11,25).
Non è facile trattare con un pazzo, perché occorre capire la sua pazzia per riuscire a comunicare con lui. Chiediamo la grazia di diventare pazzi d’amore per Cristo, affinché Cristo comunichi liberamente ed abbondantemente con noi
Un Sacerdote diocesano
Roma, 28 Marzo 2002, Giovedì Santo
(a cura di Sergio Russo)
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Tag: giovedì santo, meditazione, russo
Categoria: Generale
San josemaria escriva spesso usava il termine pazzo
Pazzo d amore ! , pazzamente innamorati !
Grazie per questa meravigliosa preghiera. È proprio così,il vero amore è sempre pazzia.
Mistero…
L’Assoluto è tale non avendo un perché .
Se lo potessi spiegare non sarebbe l’Assoluto.
Più superbo ancora, se lo spiegassi io sarei l’assoluto.
Gesù e’ Dio, eppure DOVEVA morire in croce.
Un incontro che le Scritture preparano secoli prima.
Gesù lo dice a Pietro che sfodera la spada.
Gesù, IO SONO, si consegna a chi lo arresta.
Mistero…
Chi cerca di essere preciso spiega alcuni dettagli.
Ma non si può spiegare il perché del mistero.
La croce di Cristo ci affaccia sulla redenzione.
L’Eternita’ fattasi tempo salva dal tempo aprendo l’ eternità che il Male ha separato dalla vita…
Anche il Male è un mistero, per cui non si trova il perché al dolore innocente.
Eppure la croce lo consola: c’è il paradiso!
Beati gli afflitti perché saranno consolati…
La redenzione passa dalla croce dell’Innocente condannato da chi se ne arroga il diritto vantandolo attribuito da Dio, ma senza riconoscere quel Dio IO SONO, nelle Scritture di cui si appropria per farne potere mondano… Gesù lo fa dire all’accusatore: sei il Cristo? Tu l’hai detto! E citando Daniele 7 si sente accusato di bestemmia e reo di morte.
Il potere politico viene cooptato con il ricatto nella follia dei sacerdoti che urlano “non abbiamo altri che Cesare”… il capovolgimento….
Il paradiso oltrepassa il mistero del Male attraversando il mistero della croce. Colei che ha dato vita alla carne del Verbo, piena di grazia e senza macchia di peccato, corredime afflitta, consolata e consolante…
Mistero. Non si spiega, si contempla.
Apre la porta al paradiso, la comunione con zL’Assoluto.
Povera la chiesa in uscita, priva di via, verità e vita. Scambiata con un ospedale da camposanto, riempito dai suoi atti di amore che hanno ridotto il cristianesimo a non riconoscere altri che Cesare…
Bravo don Silvio!
Ci sono ancora sacerdoti diocesani che credono in Dio ? Ed il suo Vescovo non lo ha ancora punito ?