Il Papa in Poncho, l’Accompagnatore in Maniche di Camicia e l’Insopportabile Chiesa in Jeans. Benedetta De Vito.
12 Aprile 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Benedetta De Vito, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla recente uscita di papa Bergoglio. Buona lettura e condivisione.
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Gentile signor Strappetti,
perché, quando ha portato a spasso Francesco in maglia della salute e coperta a righe (come le divise dei campi di concentramento), non indossava la giacca del suo elegante completo? Non sapeva, forse, di essere nella Casa del Signore, nel Tempio Santo dove ogni ginocchio dovrebbe piegarsi nell’adorazione del Dio nascosto? Non sa che la Chiesa ha il suo codice di decenza? E che per entrarci, in Chiesa dico, bisogna vestire con rispetto, modestamente e ben coperti? Dovrebbe saperlo se, come la chiamano, è “l’angelo custode” del Pontefice. Immagino che se andasse in visita, mettiamo, al Quirinale, non andrebbe certo in maniche di camicia…
Quando ero giovane l’etichetta mi stava stretta, lo ammetto purtroppo (quanto cieca ero!) e la criticavo, oggi che i capelli sono sparsi di zucchero a velo, so che la forma è sostanza e che l’ordine (così si chiamano gli Ordini religiosi e non disordini…) è il senso dell’armonia della Legge del Signore che tutto regola con Sapienza eterna e infinita. Lei, con quella sua spavalda camicia e la cravatta raminga, era una macchia in tale disegno divino di meraviglia. E così pure il vecchietto che portava in carrozzella: non avrebbe mai e poi mai dovuto mostrare il Papa così, ma sempre ricamato nella eterna regalità di Pietro! In profumata semplicità, come dovrebbero fare tutti gli infermieri con gli anziani, anche quelli che non siedono sul soglio petrino.
Ma il Signore sa contraddire a modo Suo le sciocchezze umane e mandare il Suo messaggio ai ciechi. Infatti il bambino biondo, bellissimo, che avete fatto avvicinare per combinare una scenetta a beneficio dei media, interdetto, lui, puro, vero, ha detto chiaramente: “Non è il Papa!”, e se n’è andato via, senza voltarsi indietro, sconcertato, ma saldo nella sua verità (che veniva dall’alto). Era la voce dell’innocenza, della purezza, della Verità. Forse anche dello Spirito Santo…
Che voi, in nome del finto pauperismo, del buonismo al sapore di finto arcobaleno (quello di Satana) imponete con i vostri spropositi, che sono tutt’opposti all’umiltà di cui vi ammantate davanti ai ciechi condotti da altri ciechi. Ma io ci vedo benissimo. E sa qual è la mia risposta all’ennesima pantomima woke vaticana, all’insopportabile chiesa in blue jeans che ci avete apparecchiato? Per il Triduo pasquale, invece di andare nella chiesa vicino a casa mia dove la solennità va a venti all’ora, andrò invece a Santa Maria Maggiore dove splende la devozione e la liturgia è adamantina e fa gioire il mio cuore, stretto a Lui. Come una medicina omeopatica, sarò lì al Triduo. E anche oggi – e quanto avrei voluto che ci fosse anche quel bimbo biondo di San Pietro – la Santa Messa delle otto di mattina, mi ha concesso, in santa umiltà e ordine stirato con l’appretto, nella musica celestiale dell’organo suonato da un dolcissimo frate dell’Immacolata, di onorare il Re dei Re, come si deve e si dovrebbe.
Con un saluto
Benedetta de Vito
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Tag: papa, poncho, strappetti
Categoria: Generale
Oggi è mercoledì santo. Ho il ricordo preciso e vivo di lontani mercoledì santi, di quando ero trasgressivo ragazzino e indefesso chierichetto, di un rumore che veniva fatto battendo i piedi sul legno degli stalli del coro durante il mattutino o uffizio delle tenebre in chiesa.
Da grande ho appreso che tale rito nella liturgia cristiana sarebbe proveniente da quello della Sinagoga, in cui tutte le volte che leggendo il libro del canone biblico (sia ebraico che cristiano cattolico quindi!) si nominava il nome di Aman anche dagli ebrei si faceva rumore e strepito. E ciò è ben attestato.
Ma in seguito ho voluto approfondire il perché di tale coincidenza.
E tutto riporta al libro biblico di Ester.
Infatti per gli ebrei lettori della LXX la figura storica immediatamente associata alla croce non fu quella cristica attribuita a Gesù, ma ad Aman.
E per molti ebrei di lingua greca e forse anche per altri, l’esecuzione di Aman era una crocifissione.
Anche Michelangelo la rappresenta nell’angolo estremo in alto a destra nel famoso giudizio universale della Sistina.
Mentre muore in croce anche Gesù sembra diventare un Aman. Un altro Aman o addirittura sostituirlo.
Tanti cervelli si sono quindi chiesti: ma chi era Paolo se non un esperto lettore della LXX?
Come ha potuto associare il nucleo concettuale “gentile-peccatore-fuori dalla legge” alla croce (o all’essere appesi), alla “maledizione” e all’idea di “redenzione” senza la cosciente certezza di evocare la figura di Aman?
E Aman, dove lo scoviamo? Nel libro di Ester!
E al centro di questo libro abbiamo dunque una crocifissione inscindibilmente legata ad una vicenda di salvezza e redenzione. E nella tradizione rabbinica Ester e Mardocheo sono chiamati Salvatori e Redentori e questa crocifissione, guarda caso, avviene a Pesach.
Ma che libro biblico è Ester?
Schalom Ben-Gurion scagliò contro questo libro biblico un attacco durissimo e lo pubblicò proprio a Gerusalemme in un pamphlet in tedesco in cui proponeva la “esclusione del libro di Ester dal canone biblico e l’abolizione dal calendario ebraico della festa di Purim”.
Scriveva inoltre: “Festa e libro sono indegni di un popolo disposto a realizzare la propria rigenerazione nazionale ed etica con enormi sacrifici” (Kritik des Esther-Buches. Eine Theologische Streitschrift. Headit, Jerusalem 1938, p.5).
Non certo fa bel esempio nel canone cattolico, così come Finees in Nm 25!
A proposito di inutilità censura!
Caro Rolando,
la questione è senz’altro interessante. Da non dimenticare che Aman (di cui parla anche Dante) fu un Agaghita- ossia un discendente del noto Agag, re degli Amalechiti, quella stirpe/tribù maledetta dagli Ebrei per comando di Yhwh in quanto aveva osato assalire a tradimento la retroguardia di Mosè in Esodo…
Pare che Netaniahu in una missione diplomatica in Russia, a Putin (intento, allora, a caldeggiare la pace con la Siria), avesse dato la seguente risposta; “E’ sempre Amalek”. Putin, alquanto sbalordito, l’aveva buttata in scherzo: ” E’ passato un bel po’ di tempo da allora…”senza incontrare il minimo assenso dalla controparte.
Un problemino mio concerne la stirpe degli Ofidi. Per guarire dai serpenti infuocati nel deserto, Mosè fa “innalzare” su un palo un serpente di rame (Num.21;4-9). In Giovanni (3; 14-17) Gesù è paragonato a quel serpente salvifico… e poi c’è Aman, l’Agaghita…
Adriana1 carissima, anche tu vedo che poni argomenti e spunti di riflessione assai interessanti.
Il sibilo del serpente…. ishk ίσχ[υρός]….
Il più “astuto” degli animali… e una…Divinità pure lui…
Separata Energia! Canta(vano) il venerdì santo in greco: Άγίος ίσχυρός di fronte al cadavere.
Caro Rolando,
a proposito dei pennacchi della Sistina et alia…qualche informazione “interessante” si trova nel libro: ” I segreti della Sistina” di Roy Doliner e Benjamin Blech, Rizzoli ed.
P.S. Anche per gli Egiziani i serpenti “buoni” hanno il significato di “forza” (energia), “vitalità” ( e riproduzione eterna), “rinnovamento” ( materiale e spirituale )….” Siate astuti come serpenti ” (vedasi Ester e Giuditta qui affrescate).
Mi sembra che Ben Gurion confidasse piuttosto sulle “spade” che sull’inganno- specie femminile…eppure nell’A.T. abbiamo anche altre donne che si servono in guerra del “dolo”: Rahab, per es., e Giaele…(oltre ad Ester e Giuditta).
Carissima Adriana1, tu inoltre parli di un ipotetico riportare la dottrina “alla semplicità (?) delle origini”!
“guidato in questo suo fare dall’ animus soavemente ispirato del “fanciullino””.
Purtroppo il Piccolo Bambino, necessitato per Natura a disilludersi, diventa adulto e solo da adulto comprende la necessità di una purga che si chiama Relativismo. Pur continuando ad amare, incurante di doli, il Piacere e la Bellezza dell’eterna poesia:
“INCIPE, PARVE PUER: QUI NON RISERE PARENTI,
NEC DEUS HUNC MENSA, DEA NEC DIGNATA CUBILI EST.”
Carissimo Rolando,
infatti, James Barrie, che conosceva- secondo me-, assai meglio del Pascoli la natura infantile, chiamava il suo Peter Pan il: “Tragico eroe”. Esente da ogni relativismo, Peter si sorprende ed addolora ogni volta ai reiterati trabocchetti di Capitan Uncino, come se lo colpisse per la prima volta.
Tutti gli altri…sono bambini alquanto convenzionali…un po’ di moccio e un po’ di lagrime, come insegnava un certo tenerume e un certo devozionismo vittoriano.
Caro Rolando,
dai quali versi- seguendo Quintiliano- si evidenzierebbero un presente ed un futuro sconsolanti per il povero puer: quello di una famiglia “disfunzionale” e di una “malevolenza divina” assicurata…
Davide Scarano,
di quali avverbi parla? L’unico avverbio: “pubblicamente”, è riferito alla sua sosta nel W.C. di piazza Duomo ( che più evidente ed ostentata di così è difficile immaginare ).
Davide Scarano,
di quali avverbi parla?
Ottimo, a quando il prossimo articolo in stile (buona) novella 2000?
Stimatissima Benedetta De Vito,
il tuo intervento mi ha riportato alla mente un parroco di tanti anni fa che nell’omelia del giorno di Pasqua all’apice dell’autoesaltazione gridò: “Davanti a Dio o ci si inginocchia o si trema”.
Lo so, lo so! TERRIBILIS EST LOCUS ISTE.
Ma che dire del Golgota dove la vittima della crudeltà umana è nuda sulla croce?
Erano molto più saggi i cosiddetti “Pagani” che costruivano i templi per il Dio ed essi pregavano e sacrificavano fuori, davanti ad esso. Così anche gli ebrei a Gerusalemme.
Giustamente nelle chiese cristiane regna il Crocifisso, scandalo per i Gentili, ma conforto a chi soffre, a chiunque si sente inchiodato.
“Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei Cieli.
“BENEDETTO” (era) COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE ‼️
Osanna nell’alto dei Cieli.
Santa Domenica delle Palme;
Cara GABRIELA tu la canti così:
“Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell’universo”
Ma non è così!
Is 6,3: “QODESH QODESH QODESH YHWH SeBAOT”.
Is 1,9: “Se YHWH SeBAOT non ci avesse lasciato un resto, saremmo come Sodoma e Gomorra”.
Questo “resto” non può essere la Sua gloria che investe tutto l’Universo, se prima non è un esercito di guerra che conquista e sottomette l’Universo!
Come la mettiamo?
Dio vuole che andiamo da Lui in libertà o prigionieri?
Responde mihi?
Scusate, ma Pietro come si vestiva? Indossava forse dei paramenti?
Signor Gino, nessuno ha parlato di paramenti, sì di dignità e rispetto per la casa del Signore. Si chiede questo ai turisti, tanto più al Papa ed ai suoi accompagnatori (sempre laici!). Lasci stare Pietro. Saluti e Buona Domenica delle Palme.
Caro Gino,
ma non ricordi che, in una occasione documentata dal vangelo, quando Pietro vide Gesù su lago di Genezareth, s’accorse di essere nudo e cercò di che coprirsi il sesso. Ovviamente lavorava alla pesca completamente nudo ed assieme ad altri!
Mica lo dico io! Lo dice il Vangelo ed anche quello della Natura.
È la Legge che crea il Peccato, dice San Paolo!
Grave dimenticanza di sottolineatura:
Pietro lavorava completamente nudo già da Primo Papa.
Non me lo invento io! Lo documenta la Parola di Dio.
Quanta scarsità di fede!
non so chi, a codesta uscita, ha tirato fuori quanto mai a sproposito la parola umiltà.
Granzie per l’articolo ben chiaro e diretto a ciò che è il sacro e il vero nella casa del Signore.
Più che un Papa è un abile commediante, che sa come tenere la scena e… rubarla agli altri, anche a Gesù Cristo di cui si stava celebrando il sacrificio. Vergogna a lui, assatanato di potere e di fama immortale. Ma sarà ricordato dalla storia come uno degli antipapi oppure perfino come uno qualunque degli anticristi.
Infatti i due episodi, avvenuti a breve distanza ed entrambi pianificati, sono estremamente emblematici dell’ oltraggioso intento di “interrompere” la Celebrazione prima e poi di un “abominevole e desolante” ingresso/ comparsa(ta) dentro la stessa Basilica di S.Pietro! I tempi stringono…anche per chi, nonostante tutto, continua a non voler vedere…
nell’attesa e nella salda certezza del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria Vergine Santissima e del NSGC!
Osanna al Redentore!
“I tempi stringono…”
Infatti non dappertutto gli orologi segnano la medesima ora. Non dappertutto il tempo, se esiste, va alla medesima velocità!
E l’uomo che non può sottrarsi neppure alle proprie necessità, sa perfino stabilire un’ora per Dio!
Suvvia un po’ di umiltà ed abbandono dinnanzi al Suo Ineffabile Mistero.
Mica vorrai spiattergliarGli in faccia dottrine costruite da mani d’uomo? Mica vorrai farGli tu la carta d’identità!
Sempre carta è.
Un’ora per Dio…per affrettare quella di un uomo!
E se Dio avesse solo papi Francesco per l’avvenire?
Caro Mario, ricordi la bellissima opera “Pagliacci”?
Anche nel commediante si consuma un tragico sacrificio!
…………………..
… e pensare che il demonio veste Prada!
Spero sempre, per il papa, che il modo trasandato di presentarsi gli sia somministrato a sua insaputa. Certo che il prete del mio paese lo supera di gran lunga (short e t-shirt in estate o tuta da metalmeccanico stropicciata carta zucchero con sopra giubba rossa imbottita d’inverno): magra consolazione, ma ormai siamo giunti in fondo alla cima, arrivata dalla fine di (un) mondo. Speriamo che almeno i capi (quelli indossati), siano puliti:
e mi sovviene nella mente un antico proverbio che riguarda la casa del diavolo; e di questi tempi preghiamo piu’ che mai che termini presto questo travaglio.
Signora grazie per il suo disgusto che condivido presto il Signore farà scorrere l’acqua e il prodotto fecale sparirà nella fogna infernale
Si “annichilirà” o continuerà a puzzare tale prodotto?
FACTUM INFECTUM FIERI NEQUIT.
Strappetti: (co)nome omen.
Bravissimo, il bambino!
Egli giustamente non ha trovato nulla di strano sull’esibizione di un vecchio in carrozzella.
Invece, chi è che grida allo scandalo? E’ chiaro: gli “equilibristi”, che si ostinano a considerare Bergoglio papa! Il problema è SOLO loro.
Adesso vi scandalizzate tutti in nome della forma è sostanza…Ma dove eravate quando, nei primi tempi del suo pontificato, in visita a Milano, Bergoglio estrinsecò pubblicamente una sua “urgenza fisiologica” profittando di un WC chimico collocato- tra i tanti per i turisti- in piazza Duomo? Allora lo “straordinario” WC venne circondato da una folla di fedeli followers che accompagnarono lo svolgersi della “sacra” impresa con entusiastici canti religiosi, e tutti trovarono il gesto papale, molto simpatico e “pop”.
Cara Adriana1, troppa “santità” cioè “separazione” da tutta la realtà, come ben pennella Dt 23.12.19, fa perdere il bene dell’intelletto, quello umano s’intende!
Dalle mie parti si diceva, a proposito delle umane, necessarie e benefiche necessità: “No ghe re, no ghe papa che ‘ste robe no le fàssa”.
Perfino l’angelo maschio Gabriele arriva sudato ed affaticato per la corsa a toccare Ezechiele!
Non va dimenticato il biblico panino infarcito di sterco che il profeta deve mangiare su comando di Dio!
Non parliamo poi del “letamaio della LXX” secondo i suoi rigidi avversari di sempre!
Cara Signora Adriana, va bene sorridere sui siparietti, però chiedo un po’ più di prudenza nell’utilizzo del grado degli avverbi. Non ero fisicamente presente e molto probabilmente non sarei stato nel novero di quei “tutti”. Infine “est modus in Rebus”. Nell’episodio da Lei riportato non si capisce se il papa abbia dichiarato le sue urgenze durante una funzione religiosa oppure durante un momento conviviale: direi che questi particolari fanno la differenza.
Gentile DAVIDE SCARANO,
quale differenza?
Visto che dalle mie parti la saggezza popolare decreta:
“Tempo, cul e siòri i fa quel che i vol lori!”.
Da piccolo, mi raccontava un mio amico, si era preso un immeritato ceffone dal padre perché aveva scoreggiato mentre il padre stava parlando col Vescovo!
Immeritato! Infatti a scoreggiare, era stato proprio il padre e con tal furbizia tentò, maldestramente di ingannare il Vescovo.
Caro Rolando,
tu vedi Francesco I come una figura di Papa, auspicato da tempo, in grado di togliere i lacci e i lacciuoli della dottrina per riportarla alla semplicità (?) delle origini, guidato in questo suo fare dall’ animus soavemente ispirato del “fanciullino” pascoliano. Ecco allora che appare conseguente applaudire ogni sua mossa che sembri parificare la sua umanità a quella di un qualunque componente del “pueblo” sofferente. Una sola domanda: tu pensi che il trattamento medico a lui riservato- nella medesima , o analoga situazione- sia paragonabile a quello adoperato per un comune pensionato?
ADRIANA 1, Tesoro caro!
Il mio punto di vista su Papa Francesco, il mio modo di pensare di lui, si riduce solo ad un grande punto interrogativo. Il mattino depone della giornata più o meno. Ma a questo livello gli intrighi sono forieri di imprevedibili tramonti.
I suoi gesti, le sue parole spaziano a 360 gradi. Colpiscono quelle inusuali. Per quanto mi riguarda, in primis, quelle dette a mia zia, suora missionaria allora 97enne e morta a 101 sul campo di martoriate terre africane. Una zia con cui avevo grande confidenza e stimavo moltissimo per il suo, secondo me, sincero e disinteressato altruismo verso tutti senza distinzione di dottrina di pensiero. Anzi, di queste non ne voleva sapere. Diceva di non aver risposte e di avere ogni notte ed ogni giorno con sé il suo Signore.
A costei, Papa Francesco, mettendole la destra sulla spalla le disse testualmente: “Dovresti fare tu il papa al posto mio”. Niente di strano, solo che sarebbe stata una Papessa e siccome si chiamava anche Giovanna….
Quanto alla domanda: “tu pensi che il trattamento medico a lui riservato- nella medesima , o analoga situazione- sia paragonabile a quello adoperato per un comune pensionato?”.
No certamente! Perbacco! Ogni “figura” papale è un valore da spendere in mano altrui, ma certamente non per gli “ultimi”. Lo impediscono proprio le stanze del Tesoro del grande Tempio del Dio. Così van le cose, la Storia la facciamo noi col nostro personale Dio.
Ah, caro Rolando,
come fai a sapere che la frase detta dal Papa a tua zia missionaria fosse sincera e non dettata da una forma di piaggeria “piaciona”, utile a pubblicizzare il proprio interesse per la presenza dei popoli dell’Africa e- contemporaneamente- la propria apertura ai così detti pari diritti (maschile-femminile) nell’ambito della Chiesa?…Nessuno può saperlo. Nessuno può sapere se- al vedere la tua venerabile zia- egli non fosse stato preso da una forma di ammirata nostalgia, o di “santa” invidia, nei confronti di una vita faticosa, ma libera da ogni impegno politico e curiale. Il “guazzabuglio del cuore umano” ( cit. Manzoni ) è difficile da disaggrovigliare, e la Fede sicura di lei non è detto abbia avuta la proprietà transitiva di passare a lui ( per quanto augurabile sia ).
Giustamente hai parlato della “figura” del Papa. E’ su quella, mi pare, che vertevano gli attuali dibattiti, non sull’uomo-Papa. Ma che vuoi? Dapprima venne venduta la tiara e tutte le insegne papali si restrinsero prudentemente alla più sobria mitria… in parallelo, per uno strana forma di picacismo, rimasti senza tiara, i Papi fecero a gara nell’ indossare i copricapi esotici più pittoreschi o, comunque, su di loro, i più francamente grotteschi.
E ora, con il recente Bergoglio, siamo rimasti senza tiara, senza mitria e pure senza papalina. In cambio, la sedia gestatoria, mandata- temporibus illis- al robivecchi, è stata sostituita dalla sedia per “Para- camminanti” paralimpici… Non traballare, seguendo le vie del Signore mi sembra una faccenda sempre più complessa…
Cara Adriana1, io non so se fossero sincere o meno e soprattutto cosa volesse esprimere papa Francesco con quelle parole rivolte a mia zia.
Ho parlato infatti di un grande punto interrogativo circa questo papa.
Forse, leggendo anche in questo sito, del suo desiderio fin dall’inizio della sua carriera sacerdotale di fare il missionario, ci si potrebbe leggere il programma di fare del papa stesso il primo effettivo missionario.
In fondo, se non erro, non alloggia neppure in territorio Vaticano ed è stato il primo papa ad andare in Manciuria!
Quot capita tot sententiae! D’altronde verba volant e nessuno sa dove vadano a parare. Un pensiero è condivisibile col grande Orazio, se non erro: “Non armis sed verbis”. Parole e gesti hanno forza rivoluzionaria….
Soprattutto nell’oggi delle post verità!
Ti ricordi Benedetto XVI col camauro?
E Paolo VI con la tiara?
Nostalgia canaglia!
Caro Rolando,—continua-
…perchè sai…i copricapi comprati in saldo sono tanto pesanti da mettere in forse l’equilibrio dell’andatura di una creatura (più o meno) di stirpe europoide. Il cervello non regge.
Caro Rolando,
dalle interviste con il quasi-esotico personaggio escono peculiari informazioni: a 10 anni sognava di fare il macellaio ( che, da bimbo, ammirava come
uomo di potere ), mentre, da adolescente, aveva verificato che il mestiere del “buttafuori” era stato- tra quelli praticati- il mestiere più utile ed “istruttivo” per conoscere le natura umana!
Oggettivamente ed in precisi contesti, queste, appena citate, sono manifeste realtà. Missionario in Manciuria?…possibile! Sarebbe stata faccenda di grande impatto pubblico, visto il clima nefando del luogo…
Se ricordo la vecchia Tiara dismessa? Certamente, ma senza troppa nostalgia, bensì con quel rispetto che mancò ai seminaristi dell’epoca, intenti a lanciare il proprio Saturnio nelle acque del Tevere. Con rispetto, ma con dolore ancora maggiore, ricordo come Papa Montini avesse ritenuto indispensabile e, -sembrava-, obbligatorio(?) restituire alla Turchia bandiere e trofei conquistati a Lepanto dalla flotta cristiana. Un modo -angelicizzante- per disprezzare- in buona sostanza- entrambe le schiere e gli uomini che ivi combatterono, trattandoli come fossero personaggi di un attuale gioco di ruolo. Una fortuna che Montini non si fosse affrettato a restituire al Governo turco anche la pelle di Marcantonio Bragadin. Qualcuno ( forse) deve averlo fermato a tempo…
Carissima e stimatissima Adriana1, questo tuo pensiero, mi ha profondamente commosso:
“…perchè sai…i copricapi comprati in saldo sono tanto pesanti da mettere in forse l’equilibrio dell’andatura di una creatura (più o meno) di stirpe europoide. Il cervello non regge.”
…. pertanto anche le gambe (“Euntes ergo…” Mt28,19) non ce la fanno più!
MI PIACE ! Non sai quanto. Proprio tanto…
///Premetto che in questo momento sono sorpresa -quasi cadessi dalle nuvole- per vari motivi ma, onde evitare un racconto prolisso, mi fermo su quello che più mi sta a cuore. Sai cara Benedetta, mi sono risvegliata ed ho certezza di darti del ‘tu’ da molto tempo con una tale naturalezza che mi obbliga ad, interrogarmi sul perchè si sia creata tale confidenza spontanea . Orbene, permettimi di aggiungere la spiegazione racchiusa in uno dei tanti proverbi popolani che da sempre, da anni accompagnano -come una fissazione- la mia esistenza. Eccomi a te con la spegazione tramite proverbio : “La confidenza (la troppa familiarità) non fa perdere la riverenza (il sincero rispetto)” Sperando nella tua benevola comprensione permettimi di proseguire poichè mi facilita in sincerità e schiettezza….///