Alan J. Kuperman è un professore presso l’Università del Texas ad Austin, dove insegna corsi di strategia militare e gestione dei conflitti. Tutto si può dire tranne che sia un fanatico trumpiano o un simpatizzante MAGA. Eppure, come come la maggioranza degli americani che, indipendentemente dall’appartenenza politica, mostrano forte fiducia nella capacità di Trump di trovare una soluzione alla guerra in Ucraina – con un margine del +16% (53-37%) che crede in una sua risoluzione del conflitto, secondo YouGov – anche Kuperman ritiene che il presidente Usa sia sulla strada giusta e che abbia ragione a dialogare con Vladimir Putin per porre fine alla guerra.
L’occidente ha distorto i fatti per un decennio
Kuperman, in un recente scritto pubblicato su The Hill, sostiene che le responsabilità della guerra in Ucraina non siano solo di Vladimir Putin e di Mosca, ma anche dell’Ucraina e dell’ex presidente Usa Joe Biden. “Raramente sono d’accordo con il presidente Trump, ma le sue recenti dichiarazioni controverse sull’Ucraina sono in gran parte vere”, scrive Kuperman, spiegando che la narrazione occidentale ha distorto la realtà sul conflitto nell’ex Paese sovietico per oltre un decennio. Secondo Kuperman, il conflitto iniziò nel 2014, quando “militanti di destra ucraini” aprirono il fuoco su polizia e manifestanti a Maidan, accusando falsamente il governo di un massacro. Questo portò alla fuga del presidente filorusso Viktor Yanukovych, eletto nel 2010, e alla reazione di Putin, che inviò truppe in Crimea e armi nel Donbas per proteggere gli etnici russi, un’azione che “non giustifica l’invasione russa, ma dimostra che non fu ‘non provocata”, sottolinea Kuperman.
A riprova di questo, come ha sottolineato il direttore Fulvio Scaglione su questa testata, a supporto di questa tesi, Ivan Katchanovski, docente di Scienze politiche all’Università di Ottawa, ha analizzato materiali ufficiali dell’inchiesta ucraina, testimonianze e centinaia di ore di video, concludendo che, sebbene la polizia anti-sommossa abbia compiuto violenze, parte delle morti sia attribuibile ai militanti di ultradestra, intenzionati a impedire qualsiasi soluzione negoziata della crisi.
Le responsabilità di Zelensky
Kuperman punta il dito anche contro il presidente Volodymyr Zelensky, che “contribuì a una guerra più ampia violando gli accordi di pace con la Russia e cercando aiuti militari e l’adesione alla NATO”. Gli accordi di Minsk 1 e 2, negoziati nel 2014 e 2015, prevedevano autonomia per il Donbas entro il 2015, un passo che Putin riteneva sufficiente per impedire all’Ucraina di entrare nella NATO. Tuttavia, “l’Ucraina si rifiutò per sette anni di adempiere a quell’impegno”, e Zelensky, pur eletto nel 2019 con la promessa di implementarli, “fece marcia indietro, apparentemente meno preoccupato di rischiare la guerra che di apparire debole con la Russia”. La sua scelta di aumentare le importazioni di armi dalla NATO fu “l’ultima goccia” per Putin, che il 24 febbraio 2022 lanciò un’offensiva su larga scala. Nei giorni scorsi, l’ex premier britannico Boris Johnson, uno dei piùà accaniti sostenitori di Kiev, ha inoltre ammesso che i nazionalisti ucraini non permisero a Zelensky di attuare l’accordo di pace nel 2019.
Le responsabilità di Joe Biden
Anche l’ex presidente Usa Joe Biden ha un ruolo cruciale, secondo Kuperman: “Biden contribuì in modo determinante all’escalation e alla perpetuazione dei combattimenti”. Nel 2021, con Putin che mobilitava truppe al confine ucraino, Biden lasciò a Zelensky la decisione di rispettare gli accordi di Minsk, promettendo una risposta “rapida e decisa” in caso di invasione, un segnale che Zelensky interpretò come un via libera a sfidare Putin.
“Se Trump fosse stato presidente, non avrebbe fornito un assegno in bianco, e Zelensky avrebbe avuto poche scelte se non implementare gli accordi di Minsk per evitare la guerra”, scrive Kuperman. Inoltre, Biden “dichiarò ‘non c’è nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina’, dando a Zelensky un veto sui negoziati di pace”, alimentando false speranze di aiuti militari decisivi che non arrivarono, prolungando un conflitto che ha causato centinaia di migliaia di vittime in due anni.
Insomma, la ricostruzione di Kuperman si aggiunge a quella di tanti studiosi e politologi americani – da John J. Mearsheimer passando per il docente di Harvard Stephen Walt passando per l’ex ambasciatore Usa Jack Matlock – che attribuiscono all’occidente – e agli Usa – una fetta di responsabilità rispetto alla guerra in Ucraina. E se c’è qualcuno che ora prova a rimediare a tre anni di guerra devastante, che ha contribuito peraltro a impoverire l’Europa oltre a cancellare una generazione di ucraini e di russi – come sta facendo il presidente Usa, è solamente una bella notizia.
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Gentile Tosatti, un OT.
Qualcosa non funziona nel meccanismo: non solo i difetti già segnalati, ma anche la riproduzione per due o tre volte della medesima “puntata” rendendo difficoltoso il proseguire. Non so se accade solo a me, ma tutto ciò è molto strano.