Romania, Turchia, Europa. Interferenze, Silenzi e le Proteste Selettive di Bruxelles. Vincenzo Fedele.
26 Marzo 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su quanto sta accadendo a Bruxelles, in Turchia e in Romania. Buona lettura e diffusione.
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Romania – Turchia – Europa
L’Unione Europea ha fatto sentire la propria voce a difesa della Democrazia in Turchia, della Libertà di parola e di Manifestazione, dopo l’arresto del Sindaco di Istanbul, principale competitor di Erdogan, con queste poche ma sentite parole, come si dice ai funerali:
“L’arresto del Sindaco Imamoglu e dei manifestanti solleva interrogativi sull’adesione della Turchia alla sua lunga tradizione democratica. In quanto membro del Consiglio d’Europa e candidato all’UE la Turchia deve rispettare i valori democratici. Questi diritti, i diritti dei funzionari eletti e il diritto di manifestare pacificamente, devono essere pienamente rispettati.”
Anzitutto, per chi ci legge, occorre chiarire che la Turchia fa parte del Consiglio d’Europa, NON del Consiglio dell’Unione europea o Consiglio europeo.
Evitiamo, quindi, fraintendimenti del quadro istituzionale dell’Unione europea anche se rimane il dubbio se questi accostamenti lessicali siano casuali o voluti per creare confusione.
L’UE sottolinea, quindi, che la Turchia, che fa parte del Consiglio d’Europa ed è candidata a far parte della stessa UE, deve garantire i diritti degli eletti e quello di libera manifestazione.
Il ruggito del coniglio.
L’UE non dimostra la stessa attenzione per uno dei paesi, la Romania, che oltre a far parte del Consiglio d’Europa, come la Turchia, fa già parte della stessa UE.
Quando, lo scorso Novembre, l’Alta Corte rumena aveva annullato le elezioni presidenziali, che pochi giorni prima aveva dichiarato regolari, e che vedevano il candidato di destra, Georgescu, contrapposto all’altra candidata comunque di centra-destra per il ballottaggio, nessuna voce si è alzata da Bruxelles per redarguire la Corte.
Neanche quando sono stati bocciati i ricorsi di Georgescu a tanto scempio.
Neanche quando Georgescu è stato arrestato, e poi rilasciato, trovandosi imputato per molti dei reati contemplati dal codice penale:da azioni contrarie all’ordine costituzionale alla detenzione di armi e munizioni, dall’incitamento all’odio a derive fasciste ed a falsificazione dei finanziamenti elettorali oltre a razzismo, xenofobia, antisemitismo fino a un potenziale tentativo di colpo di Stato forse finanziato da Mosca e chi più ne ha più ne immagini.
Certo che un candidato che stava vincendo le elezioni e che stava raccogliendo le firme per ricandidarsi sapendo di essere in testa nei sondaggi non pensa ad altro che ad un colpo di Stato. Di trame (rosse e nere), di tentativi di colpi di Stato, di stragi tuttora irrisolte con seguito di occultamenti, depistaggi e arresti eccellenti noi italiani abbiamo un po’ di esperienza.
Comunque l’Unione europea non ha profferito verbo neanche quando diverse agenzie locali rumene hanno riferito che erano in corso decine di perquisizioni presso sedi di partito ed abitazioni locali di collaboratori di Georgescu in almeno 5 diverse province che avrebbero portato alla luce contanti per diversi milioni in Dollari ed altre valute con il corredo di armi e munizioni. Di tali attentati alla democrazia (da parte di Georgescu) si dovrebbero mostrare prove con vasta eco sul giornali e telegiornali italiani ed europei. Invece nulla di tutto ciò.
Neanche a fronte delle motivazioni della Corte Costituzionale rumena che, semplifico andando al nocciolo, ritiene il pronunciamento del Consiglio elettorale inappellabile e ritiene non applicabili i criteri delle garanzie politiche in quanto trattasi di elezioni Presidenziali e non politiche c’è stato alcun pronunciamento UE.
Neanche quando Georgescu si è visto rifiutare la nuova candidatura per le future elezioni, intanto riprogrammate per i prossimo 4 Maggio.
Neanche dopo che l’Alta Corte ha nuovamente respinto i ricorsi di Georgescu contro questa nuova esclusione.
Neanche dopo che anche la CEDU, (Corte Europea per i Diritti dell’Uomo), ha analogamente respinto il ricorso di Georgescu che si è rivolto alle istituzioni comunitarie per vedere riconosciuto il proprio diritto a candidarsi, con la scusa, ripresa dalla Corte rumena, che le elezioni sono Presidenziali, quindi non sono contemplabili i diritti politici.
Analogamente NON POLITICA è anche la decisione della Corte europea in risposta all’altro ricorso avanzato da Georgescu in cui sosteneva che il voto elettorale era stato annullato a causa di interferenze politiche. La CEDU ha ritenuto il ricorso “Manifestamente infondato” in quanto l’annullamento è frutto di una decisione autonoma della Corte Costituzionale rumena.
L’Unione europea tace anche di fronte alla constatazione che sia il Consiglio elettorale rumeno che la sua Corte Costituzionale sono di esclusiva nomina politica e non di estrazione giudiziaria così come tace quando la Corte europea ritiene che i fatti (annullamento delle elezioni e divieto a Georgescu di ricandidarsi) non abbiano risvolti politici.
Non stiamo parlando solo del fatto che vengono così calpestati i “diritti dell’Uomo” per cui la Corte europea è stata costituita, ma anche che questa sentenza balzana sarà destinata a creare giurisprudenza visto che non si hanno precedenti in merito ed un caso simile non si era mai presentato.
In sintesi ripeto che la Corte europea, composta da tre giudici, ha sentenziato che per l’elezione di un Capo dello Stato i trattati internazionali “NON si applicano” perché gli obblighi degli Stati, secondo i trattati, sono volti a garantire libere elezioni “in condizioni che garantiscano la libera espressione dell’opinione del popolo nella scelta del corpo legislativo”.
Non si applicano perché, secondo la Corte europea, il Capo dello Stato NON E’ UN ORGANO LEGISLATIVO.
Il paravento di una interpretazione letterale dei trattati camuffa solo la volontà di annullare il voto degli elettori che, evidentemente, non è politico.
A questo punto sorge il forte dubbio che l’unica azione politica sia stata svolta dalle “Corti”: la CEDU europea oltre alla Corte Costituzionale rumena ed alla sua Commissione elettorale.
Ben prima di questo scandaloso pronunciamento in realtà la UE aveva già parlato tramite il Commissario Europeo Thierry Breton, adesso ex perché non più nella nuova commissione della Von der Pfitzer, che si era pronunciato in merito ed in modo molto chiaro.
In una famosa intervista alla TV dopo capodanno, parlando delle elezioni che di li a poco si sarebbero svolte in Germania, aveva affermato che “Dobbiamo impedire le interferenze e far sì che le nostre leggi siano applicate” e, perché fosse ben chiaro cosa intendesse dire visto il “pericolo” rappresentato da AfD, estrema destra tedesca, aveva anche aggiunto che altrimenti si sarebbe dovuto fare una mossa estrema “esattamente come è stato fatto in Romania”.
Tump e Musk sostengono Georgescu, come lo stesso Musk aveva fatto apertamente appoggiando AfD in Germania. Penso che anche la Russia lo sostenga, ma rimane in silenzio visto che ogni eventuale pronunciamento di Putin o del suo staff sarebbe la riprova, sia per Bucarest che per l’UE, delle ingerenze russe nel voto e nelle elezioni.
In ogni caso penso veramente che si stia cercando di fare di tutto per spingere la Romania verso una potenziale guerra civile o comunque a cruenti scontri nelle piazze da qui a Maggio.
Al netto delle prove che non si hanno sulle interferenze UE in Romania, questa dichiarazione potrebbe essere considerata la pistola fumante del potenziale colpo di Stato operato dalla Commissione europea contro i risultati del primo turno delle presidenziali rumene ed il successivo annullamento del ballottaggio, oltre al divieto di ricandidatura di Georgescu.
Del resto le dichiarazioni dell’ex “uomo forte” di Macron poi spodestato dalla Commissione, non sono state le uniche interferenze e non hanno operato soltanto in Germania, in Austria, Ungheria, ecc.
Anche nelle elezioni italiane, e pochi ormai lo ricordano, le stesse interferenze si erano sentite con notevole sonorità per condizionare il voto. Il Centrodestra ha comunque vinto, ma anche dopo la vittoria del centrodestra gli attacchi erano continuati con una “sorveglianza” sul governo italiano che, senza dubbio, aveva bisogno di badanti europei per essere monitorato. Il nostro capo dello Stato solo dopo diversi mesi e numerose dichiarazioni irrispettose della nostra sovranità nazionale, in particolare da parte francese, si decise a dire alcune parole a difesa del nostro diritto ed al rispetto del voto del nostro popolo. Poi di nuovo silenzio.
L’ipocrisia è comunque il tratto distintivo di tutta l’azione europea con sforzi immani per piegare la realtà ai desiderata di Bruxelles e solo la complicità totale e continua dei media asserviti vieta ai popoli europei, compresi noi, di rendersi conto delle menzogne e dei voltafaccia di politici e burocrati nell’impunità totale.
Torniamo alla Romania per rimarcare che manifestazioni analoghe a quelle che avvengono a Instambul e in tutta la Turchia, mobilitano centinaia di migliaia di manifestanti anche a Bucarest e in tutta la Romania.
L’unica differenza è che i primi occupano qualche minuto nei telegiornali e nei titoli dei giornaloni mentre dei secondi non ne parla nessuno.
C’è da dire, per rincuorare i veri amanti della Democrazia, che i rumeni non si stanno comunque perdendo d’animo e, pur compressi e tartassati con centinaia di perquisizioni, arresti e notizie inventate, che parlano di scoperte di depositi di armi e di montagne di soldi scoperti durante le perquisizioni, di cui non si ha riscontro alcuno, si stanno riorganizzando e fa piacere sentire che vengono messe da parte le piccole discrepanze fra i vari gruppi contro il comune nemico sia che venga da Bucarest che da Bruxelles.
Intanto, bloccato Georgescu, è sceso in campo il nuovo Georgescu, cioè il leader di AUR (Alleanza per l’Unione dei Rumeni): George Simion.
Simion è sempre stato uno dei sostenitori di Georgescu ed è sceso in campo adesso, quando è stato chiaro che in nessun modo il Governo Ciolacu, con l’appoggio UE, avrebbe consentito a Georgescu di candidarsi.
E’ riuscito a coagulare intorno a se, con il consenso dello stesso Georgescu, oltre ad AUR, il suo partito, anche POT e altri sostenitori di Georgescu.
Dagli ultimi sondaggi risulta che Simion, finora quasi sconosciuto, è già al 29% delle preferenze, con un aumento del 4% nell’ultima settimana. Sono numeri nettamente inferiori a quelli che aveva Georgescu prima della sua esclusione, ma come detto il movimento è in forte crescita e Simion è già al primo posto nei sondaggi.
Al secondo posto, al momento, c’è Antonescu, sostenuto dai partiti al potere e con l’appoggio europeo. Al terzo e quarto posto ci sono altri due candidati liberal-progressisti, Dan (Sindaco di Bucarest) e Ponta, con il 18% e il 13%, e solo al quinto posto si colloca Elena Lasconi del centrodestra, (USR – Salvate la Romania) con il 12%, che alle elezioni di Novembre era seconda andando al ballottaggio per il voto poi annullato di cui si è detto.
Adesso c’è un vuoto di potere. Il vecchio Presidente, che sarebbe dovuto rimanere in carica sino a nuove elezioni, Iohannis, si è invece dimesso per evitare l’impeachment segno evidente di lotte all’interno dello stesso Governo filo-UE, al potere da oltre 30 anni. Si sta quindi coagulando tutta l’insofferenza per le indebite intrusioni UE oltre al malcontento verso il Governo non più rappresentativo e con una piazza che continua a protestare in modo sempre più convinto e con numeri crescenti.
Non so cosa altro si inventeranno a Bruxelles per fermare questa ulteriore ondata che spaventa non in quanto filo-russa, ma in quanto orientata al buon senso. Lo stesso Georgescu, ed adesso Simion, non chiedeva un affiancamento alla Russia, ma una semplice equidistanza tra UE e Russia, supportata ultimamente anche dalle azioni di Trump che, contrariamente ai guerrafondai eurocrati, cerca di trattare con Putin.
La repressione contro l’opposizione, nel silenzio dei media, sta andando avanti e continuano anche gli arresti, l’ultimo di tre giorni fa contro un influenzer di Tik Tok pro Georgescu.
In pratica l’UE si pronuncia contro le “repressioni” del regime di Erdogan ma tace e approva gli sconvolgimenti sociali e politici in uno Stato che dell’UE fa parte a pieno titolo.
La tensione in Romania sta salendo ogni giorno di più e non mi meraviglierei se venisse fuori un qualche attentato, da addebitare in false flag alla destra antagonista chi finora ha reagito in modo organizzato e fin troppo composto.
Del resto guardando a come l’Europa si sta comportando con Orban e con Fico si comprende meglio tutta la pochezza, oltre la malvagità e la stupidità di una classe dirigente incapace a dirigere alcunchè e buona solo ad obbedire ai comandi eterodiretti che vengono loro impartiti.
In un quadro che, in tre mesi, ha spiazzato completamente il racconto fasullo che ci era stato narrato per tre anni, un governo, come quello ungherese, che si era mostrato equilibrato in tempi non sospetti, avrebbe dovuto almeno essere valorizzato per far rientrare in gioco la UE, anche se dalla finestra, visto che la porta è sbarrata.
Invece niente. Orban rimane comunque emarginato e all’angolo e si cercano tutti i modi per forzare anche la carta fondativa UE che prevede l’unanimità dei consensi per il riarmo.
Si creano fantasiosi circoli di “volenterosi”, anche extra UE, contro gli interessi dei popoli UE.
Almeno un po’ di ragionamento, a parte il buon senso che latita, non sarebbe male.
Ad esempio, cosa ci sarebbe di meglio, anche per rispondere ai dazi di Trump, di un riavvicinamento tra Europa e Russia che porterebbe al ripristino normale dei commerci ed al gas a basso prezzo che avevamo prima.
Con la miopia di Bruxelles ed i suoi istinti tafazziani a battersi con forza sui testicoli, Trump e Putin faranno gli accordi di loro interesse, noi rimarremo emarginati e gli USA continueranno a venderci il loro Gas liquefatto a prezzi dieci volte quelli cui eravamo abituati quando Nord Stream funzionava insieme agli altri gasdotti chiusi da Zelensky girando i rubinetti.
Sperano di salvare le industrie automobilisitiche riconvertendole in produzioni di mezzi blindati, carri armati e obici, ma anche su questa strada falliranno dopo aver fallito sull’ecologia, sulle balle climatiche, le pale eoliche, le auto elettriche e la curvatura delle banane.
Non sono soltanto stupidi e malvagi, sono soprattutto obbedienti agli ordini che ricevono e che, adesso, prevedono solo ipotesi di guerra. Sono anche partiti i consigli televisivi di fare scorta di acqua e derrate alimentari. La guerra è alle porte.
In ogni caso le battaglie per la vera democrazia e lo smascheramento dei truffatori (politici e pennivendoli) dovrebbe essere la priorità perché questa è una delle cause degli altri guai.
Tutto il resto sono solo conseguenze dovute al continuare a seguire questi falsi profeti accettando tutto e non ponendosi domande su cosa ci propinano e ci vomitano addosso dagli schermi televisivi.
Vincenzo Fedele
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