Un Respiro Primaverile con uno Sguardo al Paese Origine del Sole. Il Matto.
25 Marzo 2025
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione questa boccata di aria di primavera. Buona lettura e meditazione…
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UN RESPIRO PRIMAVERILE CON UNO SGUARDO AL PAESE ORIGINE DEL SOLE
«[…]
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza».
Lorenzo de’ Medici
* * *
È giunta, ancora una volta, la Primavera: la nascita, la rinascita, una nuova vita; “prima” e “vera”, questa seconda parola derivando dalla radice sanscrita VAS: ardere, splendere, (che richiama la romana Vesta, dea del focolare domestico). Inoltre, c’è il latino classico primo vere, che significa “all’inizio della primavera”.
«È una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera».
Cesare Pavese
«Primavera dintorno
brilla nell’aria, e per li campi esulta,
sì ch’a mirarla intenerisce il core».
Giacomo Leopardi
«Vieni, primavera,
imprudente e audace amante della terra,
dai voce al cuore della foresta!
Vieni in raffiche irrequiete
dove i fiori sbocciano improvvisi,
fai spuntare nuove foglie!
Scoppia, come una rivolta di luce … ».
Rabindranath Tagore
«Ritorna primavera.
Ed è la terra come un bimbo che sa le poesie».
Rainer Marie Rilke
«Su, allocco mio,
muta la tua espressione!
Questa è pioggia di primavera».
Kobayashi Issa
«Giorno di primavera:
si perde lo sguardo in un giardino
largo tre piedi».
Masaoka Shiki
* * *
Wa wo motte tōtoshi to nasu
和以為貴
L’armonia è il valore più prezioso
Principe Shōtoku Taishi (574-622)
estensore della prima Costituzione giapponese (604)
Il concetto di Wa 和 è la pietra angolare della filosofia giapponese, che unisce tradizioni shintoiste e buddiste. Non è casuale che questo carattere rappresenti anche il Giappone stesso nell’antico nome Yamato 大和: “Grande armonia”, gradualmente sostituito con “Nihon” o “Nippon” 日本, ove日 Ni è Sole e 本 Hon è origine.
Si ritrova Wa 和 in Reiwa 令和: “Bella Armonia”, l’era secondo il calendario ufficiale del Giappone iniziata nel 2019, con la salita al trono del crisantemo dell’imperatore Naruhito.
In questo periodo di transizione stagionale, l’armonia si manifesta ovunque in Giappone:
° nei karesansui, i giardini zen, dove ogni pietra e pianta crea un equilibrio perfetto;
° nell’ikebana, dove fiori e rami esprimono l’armonia tra cielo, terra e uomo;
° nella cha no yu, la cerimonia del thè, rituale di pace e rispetto reciproco;
° nella Nihon kenchiku, l’architettura tradizionale, che si fonde con la natura circostante;
° nel wabi-sabi, che celebra la bellezza dell’imperfezione e della transitorietà.
Come insegnava il principe Shōtoku:
«Quando prevale l’armonia, ogni obiettivo diventa raggiungibile. Quando domina il disaccordo tutto fallisce».
Nella nostra vita quotidiana, possiamo applicare questa saggezza attraverso:
° il nemawashi, costruire consenso prima delle decisioni;
° l’omoiyari, anticipare empaticamente i bisogni altrui;
° il gaman, la paziente sopportazione delle difficoltà.
In questo inizio di primavera, mentre la natura si risveglia, riflettiamo: in quale aspetto della nostra vita cercheremo di portare più armonia oggi?
* * *
Asa no shizukesa ga mirai wa egaku
La quiete del mattino dipinge il futuro
Anche il guerriero più forte ha bisogno di momenti di quiete. Fai un passo indietro, fai un passo verso il tuo interno, respira profondamente e lascia che il silenzio ricarichi il tuo spirito. Il vero potere viene da un cuore tranquillo e una mente concentrata.
Saggezza samuraica
Importantissimo: «fai un passo verso il tuo interno»! Invece, sembra esser più allettante il passo in avanti, verso la distrazione, la dissipazione della coscienza.
* * *
shizuka
una parola preziosa da praticare
La parola 静か shizuka significa “silenzioso” o “tranquillo”. Questa parola coniuga una nozione di calma e serenità, frequentemente usata per descrivere ambienti pacifici o stati d’’animo sereni. L’utilizzo di shizuka è abbastanza comune in contesti sia informali che formali, diventando un’espressione versatile e essenziale nel vocabolario giapponese.
Etimologicamente, è composta dall’ideogramma 静 shizu, che da solo porta il significato di “silenzio” o “tranquillità”. Associato al radicale 氵che significa “acqua” e 青 che può essere tradotto come “blu” o “verde”, simboleggia la quiete di acque calme e riflettenti. La combinazione dei componenti dell’ideogramma dipinge un quadro armonioso di pace e silenzio, evocativo di ambienti naturali sereni, come ad esempio un lago tranquillo.
Originato nell’era classica della lingua giapponese, l’uso di shizuka può essere trovato in testi antichi, poesie e letteratura, dove si evidenzia l’apprezzamento per la pace e la bellezza naturale. Questa valorizzazione della serenità riflette una parte importante dell’estetica giapponese, che onora la semplicità e la pace interiore. Anche oggi, shizuka mantiene la sua rilevanza culturale, essendo applicata non solo in descrizioni di ambienti, ma anche per esprimere un desiderio o uno stato desiderabile di tranquillità mentale ed emotiva.
Nel vivere quotidiano può essere coniugata in diverse forme, adattandosi a contesti educativi, professionali e interpersonali. Nelle variazioni della parola, possiamo trovare la forma avverbiale 静かに shizuka ni, che significa “silenziosamente” o “quietamente”, ed è frequentemente usata per istruire o suggerire azioni in modo gentile. Ad esempio, in un’aula o in un ufficio, shizuka ni può essere utilizzata per chiedere silenzio in modo rispettoso e cortese.
In sintesi, shizuka è un’espressione che racchiude non solo una descrizione letterale di silenzio, ma anche un valore culturale più profondo di tranquillità e pace interiore. Il suo utilizzo diversificato nella lingua giapponese moderna attesta la sua importanza e versatilità, evidenziando il ruolo del silenzio e della calma nella valorizzazione dell’armonia quotidiana nella società nipponica.
* * *
Forse, dal Paese del Sol Levante c’è molto da imparare! Per tutti!
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Tag: giappone, matto, primavera
Categoria: Generale
Caro il Matto,
in cambio delle tue, un piccolo omaggio:
” La quercia chiese al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì! ”
Sembra un haiku…ma è di Nikos Kazantakis.
🙏
Avevo postato due risposte al tuo primo intervento ma non sono apparse, evidentemente per un disguido tecnico.
Comunque, di fronte alla quercia chiacchierona, che fece una domanda e si aspettava una risposta, il mandorlo si mostrò … apofatico. 😄
🤗🧡
Mi spiace per il disguido tecnico, a volte è più sicuro il messaggio nella bottiglia.
Caro il Matto,
queste suggestive citazioni mi hanno fatto ricordare un vecchio articolo dell’ “Osservatore Romano”, dove l’autore (un Gesuita) “osservava” con un certo dispregio che il popolo giapponese aveva la caratteristica di essere assai superficiale,- sia sotto il profilo culturale, sia sotto il profilo religioso- dal momento che era pronto ad accogliere culture e religioni differenti senza scandalizzarsi del sincretismo che ne risultava. Un popolo facile, perciò, ad essere plagiato mentalmente, e- con suo gaudio- dominato altrettanto facilmente…
Ricordo di aver pensato che poco della storia e della cultura di quel paese doveva conoscere l’autore di quell’articolo e nulla affatto della meritevole “missione” attuata con fatica da Okakura e Fenollosa per cercare di ridurre l’ignoranza occidentale nei riguardi della civiltà del Sol Levante.
La bandiera del Sol levante è la più bella.
E resterà sempre un tragico segno della realtà della stupidità umana di supposti detentori di Autorità e Potere la prima esplosione nucleare sul Sol levante.
Che dire? Personalmente, data la Disciplina che seguo da molti anni e per le varie occasioni che ho avuto di recarmi in Giappone, posso dire che il giudizio del Gesuita era completamente inadeguato e, non è escluso, influenzato dalla fondamentale refrattarietà della Terra del Sol Levante (Dai Nichi) alla diffusione del Cristianesimo.
D’altra parte, a proposito di Gesuiti di tutt’altra pasta cito il padre Ugo Enomiya Lassalle, maestro zen e autore, fra gli altri, di un testo intitolato “Vivere in una nuova Coscienza”, la cui letture, manco a dirlo, farebbe drizzare i capelli sulla testa ai dogmatici senza macchia.
Caro Matto,
interessante. Ma, chissà perchè, non stampato sull’Osservatore Romano.
Secondo il taoista, nell’arena filosofica ognuno “afferma quel che l’altro nega” e “nega quel che l’altro afferma “.
Quando il cielo ritorna sereno come l’occhio di una bambina, la primavera si sveglia.
E cammina per le mormoranti foreste, sfiorando appena con la sua vesta color del sole
I bei tappeti di borracina.
Ogni filo d’erba reca un diadema, ogni stilla trema.
Qualche gemma sboccia un po’ timorosa,
e porge la boccuccia color di rosa per bere una goccia di rugiada…
Nei casolari solitari i vecchi si fanno sulla soglia e guardano la terra che germoglia.
La capinera prova una canzonetta ricamata di trilli e poi cinguetta come una scolaretta.
I grilli bisbigliano maliziose parole alle margherite vestite di bianco.
Spuntano le viole…
A notte, le raganelle cantano la serenata per le piccole stelle.
I balconi si schiudono perché la notte è mite, e qualcuno si oblia
ad ascoltare quello che voi dite alle piccole stelle,
o raganelle
malate di malinconia!
Ugo Betti
Per ognuno la primavera arriva a modo proprio.
Zhuangzi dichiara: “Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione tra il vero e il falso?”.
Ognuno elabora profumo secondo gli atomi delle molecole delle cellule del proprio tessuto olfattivo in movimento. Ognuno chi?
Stupendi i versi di Betti . “Ognuno chi?” … chi dice “ognuno chi”?
Il desiderio di FIORE.
Neppure Salomone con tutta la sua sapienza e ricchezza e potere e autorità e e e e e……
Carissimo IL MIO MATTO, tu non sai quale rivoltante puzza mi fa ogni Autorità/Potere, ogni Onorevole deputato e senatore, ogni ministro, ogni servo dei servi. Il solo conforto è che anche sul più puzzolente letame può nascere un bel fiore col suo proprio profumo.
Rallegriamoci! Infatti il LAETAMINI latino in-segna chiaro.
A Pasqua si canterà: Regina Coeli, laetare, alleluja.
Infatti il fiore guarda il cielo e bacia il sole.