Un Popolo senza Difese. Israele Attacca il Papa. E Continua il Massacro Mirato di Giornalisti a Gaza: finora sono 208.
25 Marzo 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi di valutazione su quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania. Il primo è questa anteprima della newsletter di Alessandro Banfi (per iscriversi, cliccate su questo collegamento):
Papa Francesco torna in Vaticano ed è subito attaccato dal governo israeliano di Benjamin Netanyahu per quanto scritto nell’Angelus domenicale sulla situazione a Gaza. L’ambasciata di Israele presso la Santa Sede ieri ha pubblicato una durissima nota «in riferimento all’Angelus di domenica», (qui il testo del Papa) per replicare: «L’operazione israeliana è condotta in piena conformità con il diritto internazionale e mira a ridurre al minimo i danni ai civili». Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha risposto secco ai giornalisti che riferivano la nota con queste parole: «Speriamo. Speriamo che sia così. Perché noi siamo molto preoccupati per la violazione sistematica, ormai, del diritto internazionale». In effetti nell’ultimo attacco israeliano, che ha rotto la tregua col consenso di Donald Trump, sono stati uccisi almeno 400 palestinesi, di cui la metà bambini. In poco più di 72 ore l’Idf ha fatto più vittime civili che un intero anno di guerra in Ucraina. Padre Alex Zanotelli dice al Fatto stamattina: «Ho pianto molto per la Palestina in questi giorni. Sono profondamente esterrefatto nel vedere tanto silenzio di fronte a un povero popolo che nessuno difende. È mai possibile? Dietro l’ottica di Israele che vuole annullare i palestinesi c’è un supremo disprezzo per gli arabi. Lo si vede non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania dove i coloni agiscono con rabbia. Stiamo assistendo a questo spettacolo sotto gli occhi di tutti grazie ai media ma perché non si fa nulla? Di cosa abbiamo paura?». L’esercito israeliano ha arrestato Hamdan Ballal, coregista palestinese del film No Other Land che racconta della guerra tra i coloni israeliani e i contadini palestinesi, premiato poche settimane fa agli Oscar. Il fermo sarebbe avvenuto proprio dopo che decine di coloni hanno attaccato il giovane. Il portavoce dell’esercito israeliano ha fatto sapere che verrà verificato l’accaduto. Sul Manifesto Alberto Negri spiega: «Il complesso militar-industriale di Israele – e di conseguenza anche degli Usa – utilizza i Territori occupati palestinesi come banco di prova per le armi e le tecnologie di sorveglianza che esporta in tutto il mondo, a partire dall’intelligenza artificiale. L’adozione di tecnologie di IA è stata accelerata (…). Anche se comporta un maggior rischio di vittime tra i civili. Dalla proporzione di 1:1 del 2014 (un civile “sacrificabile” per colpire un membro di Hamas di alto livello) si è passati a 15:1 o persino 20:1 nel conflitto attuale, stando alle fonti del Washington Post. (…) Stati Uniti e Gran Bretagna sono direttamente impegnati nelle operazioni militari: il 70% dei voli di ricognizione sui bersagli da colpire a Gaza e in Libano nel 2024 sono stati compiuti da aerei americani e britannici. Ma soprattutto non c’è azienda europea importante che non abbia accordi con l’Israel Innovation Authority, agenzia governativa incaricata di finanziare progetti innovativi». Anche all’interno di Israele la tensione è altissima. Il tentativo di licenziare il capo dei servizi segreti e incriminare la Procuratrice che indagano sugli affari sporchi con il Qatar ha il sapore di un golpe. La storica Anna Foa oggi sulla Stampa critica la Conferenza internazionale sulla lotta all’antisemitismo, promossa dal ministero israeliano della Diaspora, che si terrà a Gerusalemme domani e dopodomani e alla quale sono stati invitati i leader sovranisti. Scrive infatti: «Siamo di fronte a qualcosa che assomiglia molto ad un’ulteriore svolta da parte delle destre israeliane: la messa in ombra della memoria stessa della Shoah, tranne a riesumarla all’occorrenza a scopo propagandistico, la creazione di un’alleanza di estrema destra netta e solidamente ancorata in principi e posizioni comuni: insomma, il rifiuto della democrazia e il razzismo che avanzano e riparano anche sotto il comodo striscione dell’antisemitismo». *** Poi c’è questo post di Giuseppe Salamone: L’ultimo messaggio di Hossam Shabat ucciso oggi dai terroristi isrl. Ho le lacrime agli occhi e una rabbia indescrivibile.
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E c’è questo post di InsideOver:
“Get up and report the news”, queste le parole (dette in arabo), l’urlo disperato del papà di Mohammed Mansour, giornalista di Palestine Today di 22 anni ucciso dall’esercito israeliano mentre lavorava a Gaza oggi, 24 marzo.
Un grido che diventa il nostro: contro l’indifferenza, contro la distorsione mediatica, contro le narrazioni che prevalgono sui fatti, facciamo nostro questo invito da giornalisti ma soprattutto da cittadini: lottare per un’informazione onesta e ricordare che davanti a quello a cui stiamo assistendo non si può restare impassibili e inerti.
“Get up and report the news” è un invito che deve svegliarci perchè ognuno di noi può alzarsi e far sì che le notizie girino e raggiungano sempre più persone.
Per questo abbiamo creati due ashtag #getup #getupreportnews. Usiamoli!
Da notare che l’esercito più morale del mondo – secondo la ridicola affermazione delle autorità israeliane – dall’inizio delle operazionia Gaza ha ucciso 208 giornalisti. Scomodi e presi di mira dalle forze di occupazione, perché testimoniano cosa accade. esattamente come Shireen Abu Akleh, uccisa nel 2020 da un cecchino israeliano, e decine di altri suoi colleghi. Ne parlano Giuseppe Salamone e Voce Ebraica per la Pace:
È vergognoso il silenzio reiterato che continuano ad avere davanti ai loro “colleghi” fatti a pezzi volutamente. Oggi ne sono stati ammazzati altri due: Mohammad Mansour di Palestine Today mentre era a casa assieme a sua moglie e Hossam Shabat, corrispondente di Al Jazeera la cui auto è stata presa di mira senza pietà.
Quando ci vengono a parlare di stampa libera diteglielo che sono solo dei maledetti conigli che hanno scelto di fare da scorta mediatica alla mattanza di giornalisti più grande della storia.
Questi ragazzi e queste ragazze così coraggiosi e con un senso del dovere e della verità fuori dal comune sono principalmente vittime di chi li dovrebbe difendere ma invece preferisce continuare a slinguazzare culi, sotterrando ogni briciolo di dignità!
E a questo proposito vi consigliamo la visione di questo reel su Mentana.
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Infine InsideOver ci racconta che cosa è realmente successo al co-regista di No Other Land:
Il coregista palestinese del documentario premio Oscar “No Other Land” Hamdan Ballal è stato arrestato dall’esercito israeliano dopo che alcuni coloni mascherati hanno attaccato la sua casa.
Hamdan Ballal, uno dei quattro registi del film che documenta la distruzione dei villaggi in Cisgiordania a opera di Israele, è stato circondato e aggredito da un gruppo di circa 15 coloni armati a Susya, nella zona di Masafer Yatta, a sud di Hebron.
“Un gruppo di coloni ha appena linciato Hamdan Ballal, co-regista del nostro film “No Other Land”. Lo hanno picchiato e ha ferite alla testa e allo stomaco, è sanguinante”, ha detto il suo collega co-regista israeliano Yuval Abraham in un post.
“I soldati hanno invaso l’ambulanza che aveva chiamato e lo hanno portato via. Da allora non c’è più traccia di lui”, ha aggiunto.
L’altro coregista, il palestinese Basel Adra, che ha assistito all’attacco a Susya, ha descritto la violenza come “orribile”. “C’erano decine di coloni insieme ai soldati israeliani e ci minacciavano con le armi”, ha detto. “La polizia era lì fin dall’inizio e non è intervenuta. Mentre i soldati puntavano le armi contro di noi, i coloni hanno iniziato ad attaccare le case dei palestinesi.”
Adra ha proseguito “Hamdan ha cercato di proteggere la sua famiglia e i coloni lo hanno attaccato. I soldati hanno iniziato a sparare in aria per impedire a chiunque di aiutare Hamdan. Lui gridava aiuto. Hanno lasciato che i coloni lo attaccassero e poi l’esercito lo ha rapito.”
Secondo Adra da quando il film è uscito i palestinesi del villaggio sono stati attaccati fisicamente dai coloni quasi ogni giorno. “La violenza dei coloni sta aumentando qui”, ha detto Adra. “Forse è una vendetta per il film e l’Oscar”.
#westbankunderattack #nootherland #palestine #israel #getupreportnews
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Tag: cisgiordania, gaza, no other land, regista
Categoria: Generale
Beh, che c’e di strano ? Lui li definisce fratelli maggiori e, si sa’, che i maggiori redarguiscono i ” fratelli ” minori….. Ubi maior minor cessat.
La stessa cosa fanno i nazi-ucraini…per non lasciar testimoni.