Washington, il Flop di McElroy. (E di Chi lo Ha Voluto Lì…). TFP, Julio Loredo.
21 Marzo 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Tradizione Famiglia Proprietà, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.
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Flop McElroy
By U.S. Institute of Peace – 9/24/2020 The Catholic Church and Peacebuilding,
CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=95739744
di Julio Loredo
Lo avevamo previsto.
In un video del canale Visto da Roma, pubblicato lo scorso 13 gennaio, abbiamo dato notizia della nomina come Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede di Brian Burch, un cattolico conservatore da tempo impegnato contro i dogmi del wokismo promulgati dalla sinistra, in particolare dalla “sinistra cattolica” iperpoliticizzata.
Poche settimane dopo, Papa Francesco ha nominato il cardinale ultraprogressista Robert McElroy, arcivescovo di San Diego, a nuovo arcivescovo di Washington D.C., facendolo così protagonista di primo piano nell’epicentro politico del mondo.
La stampa di ogni tendenza – cattolica o laica, favorevole o critica di Francesco – ha visto in questo un atto eminentemente politico, giacché il porporato è un aperto oppositore del presidente, soprattutto sull’argomento immigrazione e sull’agenda LGBT.
Capovolgendo completamente la condanna della sodomia presente nella Sacra Scrittura, il card. McElroy è arrivato a qualificare di “demoniaca” non l’attività della lobby LGBT bensì quella di alcuni fedeli che vi si oppongono.
A nessun osservatore lucido è sfuggito che il gesto del Papa era una scelta di campo ben definita, così come altrettanto ben definita era la mossa di Trump con il suo ambasciatore.
Ovviamente, tutta la sinistra ha esultato.
Il primo a stappare lo champagne è stato l’organo New Ways Ministry, portavoce della più grande lobby catto-LGBT di America, affermando che il movimento si è addirittura “deliziato” della sua nomina a Washington. Scrive il suo direttore: “Siamo fiduciosi che il cardinale McElroy possa fornire una forte voce cattolica che affermi la dignità umana delle persone LGBTQ+ e la necessità di leggi che le proteggano….”.
Tutti si domandavano se il Cardinale McElroy non sarebbe diventato un ariete della sinistra a Washington, una spina nel fianco dell’Amministrazione Trump e, allo stesso tempo, un punto di riferimento per la traballante sinistra religiosa americana.
Citando il noto intellettuale cattolico Robert Royal, che scrive su The Catholic Thing, abbiamo azzardato la previsione che McElroy avrebbe fallito sui due versanti – quello politico e quello religioso – sia perché Trump non si lascia affatto intimorire; sia perché clero e fedeli dell’area di Washington sono abbastanza tradizionali, niente a che fare con l’episcopato tedesco dove un McElroy troverebbe più facilmente un suo seguito.
La Messa di insediamento (Installation Mass) del nuovo arcivescovo della capitale americana, celebrata lo scorso 11 marzo, sembra darci ragione. La bellissima cattedrale di San Matteo Apostolo era per metà vuota…
Al netto della massiccia mobilitazione dei progressisti per accogliere il loro idolo, è chiaro che i fedeli veri e propri hanno disertato la cerimonia.
La grande domanda è: avrà il cardinale McElroy (e chi lo sostiene dall’alto) “antenne” per captare il mutato umore dei cattolici americani? Oppure continuerà cieco e sordo ai nuovi segni dei tempi, rischiando quindi di allontanarsi sempre di più dal suo gregge?
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Tag: loredo, mcelroy, tfp, washington
Categoria: Generale
Questi cosiddetti “pastori” sono degli apostati a pieno titolo, autentiche serpi in seno per portare alla rovina i poveri ingenui. Se ne vadano dalla Chiesa Cattolica, potranno così predicare le loro aberrazioni in tutta libertà. E soprattutto che non pretendano che le loro farneticazioni siano il Vangelo di Cristo.
Chi pensa che la decisione su Mc Elroy sia escogitata da Bergoglio potrebbe pensare che gli ultimi decreti firmati da un Joe Biden assente fossero frutto del suo acume politico…
Bergoglio non è il solo a spingere la Chiesa in una certa direzione e la sua attuale condizione permette ai suoi sceneggiatori di impadronirsi del palcoscenico con gli opportuni timbri.
Il non-papa Bergoglio nella versione ricoverata comatoso-vigile ci porta finalmente al redde rationem tra la deep church all’opera da un ventennio e il miracolo della resurrezione della vera Chiesa.
La cattedrale semivuota di Washington rappresenta bene il vuoto di potere surrogato dalle voglie di chi non potrà fare quel che vorrebbe.
Chi commenta non dovrebbe accontentarsi della superficie, altrimenti finirà con l’attendersi e l’accontentarsi di qualche candidato della segreteria di Stato, da tempo equivoca e sospetta.