Il Sogno Ventotenesco di Benigni e la Realtà. Vincenzo Fedele.

21 Marzo 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, commenta il pezzo di propaganda diffuso in TV dal Giullare di ogni sinistrorso potere forte, tal Benigni. Mi fermo qui e lascio a voi la lettura e la diffusione. 

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Il Sogno di Benigni e la realtà

Con un tempismo eccezionale ieri sera Roberto Benigni ci ha illustrato il suo “Sogno” che, in estrema sintesi consisterebbe in una Europa Federale costruita sulle idee del “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli.

Immediatamente prima la Meloni aveva letto (semplicemente letto senza alterare nulla) in Parlamento un passo di quel manifesto scatenando le ire dell’opposizione che non avendo idee da contrapporre, o avendone troppe e l’una contro l’altra armata, ha trovato finalmente un terreno su cui compattarsi. Un terreno fresco di 80 anni or sono, ma a questo siamo per stare al passo con i tempi.

La Meloni, con questa mossa apparentemente innocua, ha preso due piccioni con una fava: Ha distolto l’attenzione di quello su cui discutere a Bruxelles, e per il quale il Parlamento era convocato, ed ha evitato di entrare nel merito dei forti dissidi tra la Lega da un lato e FI e FdI dall’altro su cosa si intenda per difesa o per riarmo.

La sinistra ha inscenato la stessa bagarre usualmente in campo su argomenti attualissimi come fascismo-antifascismo che adesso,altrimenti, non potevano essere tirati in ballo per risolvere i problemi della gente che riguardano la ripresa dell’economia, bassi salari, sanità allo sfascio, alluvioni continui per territorio non curato, ed altro che solo l’antifascismo, come tutti sanno, può sanare.

La sinistra non si è neanche resa conto di quanto sia la Meloni a dettare l’agenda giocando sulle loro contraddizioni e scegliendo anche gli argomenti su cui dibattere per scansare i veri problemi.

Non si accorgono neanche che i monumenti storici, di cui fa parte il “Manifesto di Ventotene”, sono di solito ottimi ricettacoli per i bisogni dei passeri e degli uccelli in genere, fanno parte del paesaggio e, nella loro innocuità, fanno da testimonial di un’idea che pochi conoscono e che, proprio per questo, può essere manipolabile ed aggiornabile a piacimento secondo il momento storico e le necessità dialettiche immediate. Se si va a vedere cosa dicono, quindi a leggere quanto scritto, si vedrebbe che dice tutt’altro, come Meloni ha dimostrato sviando abilmente la discussione.

Ma la vera notizia su cui discutere, magnificandone la performance, è il Sogno di Benigni.

Con il suo solito fare istrionico è riuscito ad unire capra e cavoli parlando di qualcosa che non esiste (altrimenti che sogno è), ma senza dirlo, anzi dando per scontato che quello sarà lo sbocco finale al quale le splendide sorti e progressive ci portano: Il federalismo europeo.

Nel cocktail preparato ha inserito tutto e il suo contrario. Verità certe unite a falsità evidenti in un miscuglio velenoso, secondo suo solito, dove le verità palesi servono solo a far credere che le menzogne siano vere.

Il classico esempio del veleno messo in un bicchiere di acqua limpida e sana rende molto l’idea.

Entriamo nel merito per chi lo avesse perso:

Inizia parlando di Spinelli al confino di Ventotene dove, da comunista, esce dal PCI e viene emarginato anche dai suoi stessi compagni. Confino nel confino. Così nessuno può tacciarlo di partigianeria. Troverà anche modo di inserire, finalmente, anche il comunismo, insieme a fascismo e nazismo, nelle ideologie deleterie del XX secolo. Quanto è democratico e trasparente Benigni!

Chiarisce che lui è un patriota, ma non un nazionalista. Il nazionalismo è quello che ha portato le guerre permanenti nel nostro martoriato continente. Non chiarisce che il nazionalismo è, in fondo, l’esasperazione dell’amore per la propria terra, che in pratica si traduce nel patriottismo, senza per questo andare a stuzzicare o invadere lo Stato vicino. Quello è imperialismo e non dice che è quello che porta alle guerre, quando si vuole comandare a casa d’altri, non quando si è innamorati delle proprie tradizioni e si vogliono difendere. Ma questo, se venisse detto, porterebbe a riflette sulle guerre della Francia o dell’Inghilterra, nella nostra Europa, e degli inglesi, francesi, oltre agli Stati Uniti, in giro per il mondo.

Gli USA, invece, vengono magnificati perchè sono riusciti a trovare la sintesi tra autonomia degli Stati e collaborazione comune, cioè il federalismo. Con il federalismo gli USA hanno avuto, in 250 anni, solo una guerra interna, per liberare gli schiavi, poi solo e unicamente pace. A parte che la guerra civile americana ha avuto solo come innesco il problema della schiavitù, ma si è sviluppata su ben altri argomenti, tra cui l’industrialismo del nord contro il mondo agricolo del sud, ma questo ci porterebbe lontano e in altri ragionamenti.

Non ha detto che i 250 anni di pace interna USA hanno coinciso con 250 anni di guerre continue in giro per il mondo, a casa d’altri. Questo è imperialismo e non si dice. Meglio dissertare di patrioti e nazionalisti.

Torna a Ventotene per raccontarci come il testo riesca ad uscire dall’isola scritto a caratteri minuti in cartine di sigarette inserite dentro un pollo arrosto per sfuggire alla feroce polizia fascista e sottolinea quanto sia efficace la bontà delle idee rispetto al mezzo utilizzato. Oggi con Facebook, Instagran, X, Tik Tok ecc. si riesce a divulgare poco di costruttivo e utile mentre allora con un pollo arrosto si è cambiato il mondo.

A parte che poi sarà il pragmatismo di Adenauer, Schuman e De Gasperi a gettare i semi della futura Europa, ma per completare il discorso dei mezzi e delle idee, se era questo che voleva sottolineare, sarebbe bastato ricordare San Francesco che, dopo essersi spogliato di ogni bene terreno, compresi i propri abiti, si veste di sacco e va in giro a predicare e ad attuare il Vangelo. Dopo pochi anni, in un mondo senza social media, dove ci si spostava a piedi o sui muli e quasi nessuno sapeva leggere e scrivere, quando lancia l’appello per riunire intorno a sé i giovani che vogliono condividere la sua stessa esperienza, si ritrova 5.000 (cinquemila) giovani e meno giovani innamorati delle sue parole e desiderosi di seguire il suo insegnamento evangelico.

Queste sono le idee che si divulgano per la potenza del messaggio, non il Manifesto di Ventotene che verrà ripreso solo come icona ideale quando serve, senza leggerlo e senza neanche dire che è stato ampiamente tradito da chi lo usa per i propri interessi.

Ma andiamo avanti.

Magnifica Jean Monnet, politico francese che scrisse la bozza di quella che sarà la “Dichiarazione Schuman” e che porterà alla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) e che, oltre agli aspetti economici, ha il germe della condivisione delle risorse indispensabili alla guerra: acciaio ed energia.

Non ha tempo e voglia neanche di ricordare che a seguito di quell’accordo molti italiani emigrarono in Belgio dove nel 1956 avvenne la strage della miniera di Marcinelle in cui morirono 262 persone, tra cui ben 136 erano italiani.

A parte questo, Monnet e il Manifesto di Spinelli si basano su una idea federalista dell’Europa, che è proprio quella che è stata ampiamente tradita dall’attuale UE. Benigni, astutamente, non lo dice, ma cerca di dare più forza al suo ragionamento accennando che non tutto oggi vada bene e che il Parlamento Europeo, magnificato come espressione comune e suffragio universale, non ha alcun potere nell’ordinamento attuale. Il potere è delegato al Consiglio, non eletto ed espressione dei governi nazionali.

Tutto vero però, dopo aver fatto la dotta citazione, ci passa sopra e non lo commenta.

Forse avrebbe anche potuto ricordare che la stessa concezione dell’Italia ha seguito la medesima sorte.

Prima di Garibaldi l’idea di Italia (già intesa come tale a livello internazionale prima ancora che fosse una nazione unica sotto i Savoia), era pensata e stava per essere attuata come nazione federale. La stessa frase irriverente di Bismarck “L’Italia è un’espressione geografica”, si riferisce al degrado della penisola dopo l’unificazione, cosa ben diversa del rispetto che tutti avevano prima pur se era politicamente divisa, ma idealmente unita. Tutti, da Cattaneo al Beato Antonio Rosmini, pensavano ad una federazione di Stati e non ad una conquista della penisola da parte del più scalcinato Stato di allora, lo Stato di Sardegna, mentre le eccellenze erano nello Stato borbonico delle Due Sicilie e nel Lombardo-Veneto sotto le influenze asburgiche. Anche quell’idea fu tradita e la futura Italia non fu federalista, ma costruita depredando le eccellenze del sud, dalla siderurgia al tessile ed altro, per trasferirle al nord.

Ma anche questo ci porterebbe lontano e lo segnalo solo come ulteriore “dimenticanza” e stravolgimento del discorso per piegarlo all’idea europea da veicolare.

Qui si arriva ai giorni nostri con le menzogne più sfacciate per piegare la realtà all’ideologia da divulgare.

Fra i trionfi e i benefici portati dall’Europa cita l’Euro, la libera circolazione delle persone (sbagliando cita Maastricht invece di Schengen), la realizzazione di Erasmus ed il mutuo riconoscimento dei titoli di studio.

Sull’Euro sappiamo già tutto e conosciamo bene i vantaggi che ci ha portato, già magnificati a suo tempo da Prodi e sempre più ampliati sino al totale impoverimento attuale. Ci sfuggiva che fosse la seconda moneta al mondo e che, come lui certifica, stia facendo concorrenza al Dollaro. Lo Yuan, il Rublo, le Rupie e le altre monete non contano, ovviamente, nulla. Anche che la BCE sia privata e non soggetta alle scelte politiche, quindi non obbligata a favorire il benessere dei cittadini europei, non viene detto.

Sull’eliminazione delle frontiere interne sarebbe interessante spiegare a Benigni dove si trovi Ventimiglia e che controlli ci siano da parte francese. Anche dove si trova Bardonecchia e quali controlli sono venuti a fare i gendarmi francesi nella sua stazione ferroviaria, in territorio italiano, a caccia di potenziali profughi desiderosi di passare il confine, salvo poi subire le rampogne di Parigi per i nostri salvataggi in mare.

Tralascio Erasmus che ci porterebbe ancora più lontano mentre è, invece, importante un altro aspetto magnificato da Benigni fra i benefici portati dall’Unione Europea: l’eliminazione della pena di morte.

A parte che sono state le singole nazioni europee ad eliminare dal loro ordinamento la pena di morte, e poteva essere fatta, come è stata fatta, a prescindere dall’UE, ma è molto grave che Benigni confonda la fine del boia con la fine della pena di morte. L’odierna e luminosa civiltà europea ha solo sostituito le esecuzioni cruente in piazza con quelle ancora più cruente, ma silenziose, delle cliniche abortiste. Poche decine di mostri da segregare, invece che impiccare, perché non facciano ulteriori danni sono state sostituite da decine di migliaia di esecuzioni di innocenti incapaci di difendersi e triturati nel grembo della loro stessa madre per la sola colpa di essere stati concepiti e di voler vivere.

A queste esecuzioni di massa si aggiungono le “dolci morti” dell’eutanasia. La nuova civiltà codifica la vita come vita economica e, quando non produci più, è bene che la vita cessi. Benigni parla tanto di amore, quando conviene, ma non ricorda mai la mancanza di amore di figli, parenti o semplici amici, magari interessati alla probabile eredità piuttosto che perdere tempo nella vicinanza all’anziano o al “fragile”. Non parla dell’assenza di amore e di qualche carezza di ringraziamento a chi aveva tanto dato per far nascere e crescere coloro per cui adesso è solo un peso da eliminare.

Che la pena di morte non sia stata eliminata, ma solo mascherata, nascosta e diversamente denominata non lo dice. Non dice neanche che prima si ammazzavano i pochi probabili colpevoli mentre oggi si uccidono impunemente i molti innocenti. Lui non lo dice a noi e nessuno lo dice a lui.

L’appello finale al “volemose bene” è il più patetico e ipocrita.

Sogna un mondo dove le armi siano confinate nei musei e dove, un giorno, un figlio possa chiedere alla propria madre cosa fossero quelle cose li che si chiamavano carri armati, bombe o missili. 85 mila miliardi di spesa che potrebbero essere utilizzati per la scienza, le arti, l’amore, (qui lo nomina), e invece sono destinate alla distruzione, secondo ideologie nazionaliste. Anche qui l’imperialismo non viene nominato.

Riesce persino a coniugare il mondo, chiaramente sovrappopolato, con l’idea che solo la democrazia possa eliminare la guerra. A parte che le oligarchie sponsorizzano la guerra proprio per combattere la sovrappopolazione, quella della nostra singola nazione non è chiaramente sufficiente, occorre quella collettiva europea per garantirla.

Dal ragionamento non si è capito cosa fosse da garantire: la democrazia o la guerra?

Le oligarchie europee propendono per la guerra e boicottano i tentativi di pacificazione in atto, ma in compenso il discorso sconclusionato suonava bene e pochi avranno notato il dettaglio. Infatti non ha speso una parola sugli 800 miliardi all’anno per il riarmo mentre il guerrafondaio Trump cerca di negoziare la pace con l’altro cattivissimo russo Putin.

Il peana finale ai giovani che saranno coloro che completeranno il sogno finale del luminoso futuro europeo e non potranno essere fermati dalle frontiere, che non ci sono più, si sposa solo con la tristezza di Benigni per i poveri inglesi che, a causa della Brexit, non potranno partecipare a tanto splendore.

I saluti finali richiamano tre luminosi momenti storici da immortalare: il primo è la “Magna Charta” (me ne sono occupato nella prima puntata della City di Londra), il secondo è la rivoluzione francese con i fasti della ghigliottina e le stragi della Vandea che sono solo un fastidio collaterale.

Il terzo tocca a noi scriverlo, soprattutto ai giovani, ed è ineluttabile che sia il completamento del sogno europeo da lui sognato con queste premesse.

In fondo due ore di sproloquio dove ha magnificato tutto quello che non è stato attuato per la costruzione europea, ha stravolto quello che è stato fatto presentandoci come bene tutto il male realizzato tradendo le idee originarie di chi sperava, dalle macerie della guerra, di veder rinascere un continente libero, prospero e pacifico. Ha accennato di passaggio ai molti problemi che l’UE si porta dietro, ma solo per dare più forza alle sue idee balzane di democrazia che prevedono un Parlamento europeo senza poteri.

Ha anche accennato, come deleterio, al criterio di decisioni all’unanimità, anche se sono l’unica difesa contro le prevaricazioni in una Unione europea che non ha saputo neanche darsi una Costituzione, che prevede la possibilità di annullare le elezioni se il popolo non vota come il potere vuole (Romania), la possibilità di intervenire per indirizzare il consenso ove non possono essere annullate (Italia, Ungheria, Slovacchia), che interviene in altre nazioni (Ucraina, Georgia, Serbia, Kosovo) aizzando alla guerra popolazioni che vorrebbero convivere in pace con i propri vicini e al loro interno e, in definitiva, che decide di spendere miliardi per un riarmo inutile e deleterio ricercando la guerra invece che la pace.

Solo che, come tutti sanno: Dio aveva altri progetti

Vincenzo Fedele

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4 commenti

  • GIUSEPPE ha detto:

    Il passaggio dallo Stato nazionale fascista a quello liberal-progressista internazionale si comprende ancora meglio in tale passaggio.

    Non c’è più una classe dirigente che abbia a cuore gli interessi del Paese, ma ce n’è una composta da una spelonca di inguaribili banditi pronti a spolpare le viscere della nazione pur di compiacere il padrone che abita al di fuori dei confini nazionali.

    La democrazia liberale ha schiavizzato l’Italia e l’Europa perché essa non è stata fatta certo per la gioia delle masse, ma per quella di coloro che custodiscono i cordoni della borsa, aperti soltanto per quei “politici” che eseguono le direttive che piovono da Londra e Bruxelles. Alla fine, il “paradiso” democratico ha portato alla vera dittatura di una parassitaria élite mentre invece il tanto vilipeso fascismo aveva consentito, almeno fino alla sciagurata decisione di allearsi con il nazismo, ad un operaio o ad un panettiere di sfamare da solo famiglie di sette o otto persone.

    Ecco la “lezione” del federalismo europeo.

    Laddove è passata Ventotene non è più cresciuta l’erba e sarebbe ora di mettere definitivamente al bando la figura di Spinelli, che altro non era che un agente della libera muratoria e della famiglia Rockefeller che in nome di una falsa pace ha portato nel cuore dei Paesi europei dove c’era vera prosperità e crescita soltanto fame, miseria, malattia e disperazione.

    Il manifesto di Ventotene non appartiene alla storia d’Italia e dei suoi valori cristiani. Il tentativo di rievocarlo da parte della classe politica italiana dà soltanto la misura di quanto sia attaccata alla greppia questo spregevole ammasso di ladri e traditori.

    Ventotene appartiene alla massoneria e al suo satanico progetto di distruggere le patrie per instaurare la sua dittatura.

    L’Europa del futuro non è quella di Spinelli.

    E’ quella di San Tommaso, Dante, Giulio Cesare e Sant’Agostino.

    E’ quella delle radici greco – latine e cristiane dell’Italia.

    CESARE SACCHETTI.

    https://www.lacrunadellago.net/26587/

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Che gli Stati Uniti d’Europa porteranno la pace come gli Usa è una barzelletta che fa ridere solo chi gliel’ha scritta.
    https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/02/02/le-storia-militare-degli-stati-uniti-sembra-un-gioco-non-lo/
    123 in 245 anni. Tra cui
    https://www.ricognizioni.it/la-strage-di-gorla-quando-i-bravi-americani-bombardavano-gli-inermi-bambini-italiani/
    Gorla, 20/10/1944. 202 bambini, 14 maestre, 4 bidelli, un’infermiera, la preside, genitori accorsi e altri: oltre 600 civili.
    https://vitisvera.substack.com/p/il-genocidio-dimenticato
    «che almeno 1,4 milioni di persone siano state massacrate durante il genocidio nelle Filippine tra il 1899 e il 1905»

    Se due persone si picchiano è un regolamento di conti o un incontro di boxe o un dialogo franco e sincero tra cognate.
    Se a darsele sono gruppi organizzati, gravità e violenza tendono a crescere in misura proporzionale: una rissa da stadio o un litigio tra famiglie può avere conseguenze anche mortali; se ad affrontarsi sono clan, quasi certamente le avrà; se i clan si alleano ogni disputa sarà una piccola guerra con relativo bilancio di morti e feriti a decine; se le alleanze di clan si strutturano e stabilizzano avremo uno Stato nella sua forma primitiva, la Città, che allargherà la sua influenza fin dove potrà sottomettendo le rivali con le buone o radendole al suolo e cospargendole di sale; ecc.ecc.ecc. Ogni passaggio segnato dalle cifre, tutte, che aumentano di zeri. Fino alle decine di milioni degli imperi moderni.

    Poco e piccolo pochi morti. Grande molti-molti morti. Guerra giganti come rullo compressore su formicaio.
    Nucleare-batteriologico-chimica XXI secolo pelle sicura solo Grandissimi Suini in rifugi dentro montagne.
    A meno che zombi affamati spegnere tv e salsicce prima. Essere chiaro finanche per barzellettieri LaRaiMedia7, sì?

    https://www.maurizioblondet.it/2020-il-sogno-del-tiranno-realizzato/

  • Orso Garibozzi ha detto:

    Grazie sign. Fedele per l articolo che mette in fila le castronerie del caontaballe buono neppure a contare le balle di fieno nei campi. Pinocchio una volta, imparato il mestiere, redditizio, lo applicato spudoratamente negli ultimi venti anni. Costituzioni decaloghi e chisse li ricorda più . dopo stasera lo vedremo sporadicamente in giro ma astutamente non va in piazza, lui è un vate(r) terzo, e il vero Vate(r) dell Italia Democratica. Aspetta il prox governo ,( e si aspetta .. e spera… ) , democratico , e se non ci sarà, gli sarà comunque garantito il piatto di minestra, di quelli ricchi, come ieri sera. Sempre. Vuoi togliere la minestra al premio Nobel, pardon premio oscar?
    Buffone , si dice con rispetto, ma buffone resta.
    Alla fine come al solito il gioco giustamente è stato osservato è quello di non distinguere. Mescolare vero e falso e lasciare come ultima cosa il falso così che questo resta nella memoria.
    Anche tu caro buffonetto verrai giudica ahi se sarà dura … Ahi ahi.
    PS : la ringrazio nuovamente anche se non sono d accordo con tutti i suoi punti.

  • federico ha detto:

    Benigni è solo uno dei tanti giullari a gettone, altri erano in piazza del Popolo