Teste di Tavolo. Perché Entrare nella Testa dei Leader Europei è Inutile. Niente Leader, Niente Teste. Marco Travaglio.

15 Marzo 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo editoriale di Marco Travaglio, pubblicato su Il Fatto Quotidiano, che ringraziamo per la cortesia. Su molti argomenti dissentiamo da Travaglio, ma ci sembra che in questo caso descriva la situazione con grande precisione. Buona lettura e diffusione.

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C’è un solo modo per capire il tavolo negoziale sull’Ucraina: ignorare le parole dei protagonisti e cercare di infilarsi nelle loro teste per intuire ciò che pensano. Trump ha una testa da affarista imbroglione, convinto che per ottenere risultati serva un caos di minacce, ricatti, detti e contraddetti. Ma, al suo secondo e ultimo mandato, vuole passare alla storia come pacificatore del mondo in fiamme e salvatore dell’impero Usa al tramonto.

Perse tutte le guerre degli ultimi 70 anni, ha spostato lo scontro dal piano militare a quello commerciale: la Russia gli serve come partner per staccarla dalla Cina e dividere l’Europa (peraltro già spappolata di suo); l’Ucraina è un inutile impaccio, ma un’ottima riserva di materie prime.

Putin è un’ex spia del Kgb e un satrapo feroce, ma anche un politico vecchio stampo che, diversamente da Trump, misura le parole e di solito fa quello che dice. Prima di invadere l’Ucraina, avvertì per 15 anni che non le avrebbe consentito l’annessione alla Nato e il tradimento degli accordi di Minsk per un Donbass pacificato e autonomo, considerandoli due minacce esistenziali per la Russia; e a invocare una conferenza tipo Helsinki per la sicurezza di tutti, amici della Nato e della Russia.

La dottrina militare russa non cambia a ogni stormir di fronda, come quella Usa e Nato: è tutta scritta e muta di rado. Progetti di invasione dei Baltici, della Polonia o dell’intera Europa non ne risultano: è ridicolo evocarli come pericoli imminenti o certezze per giustificare il riarmo dei 27, che fra l’altro a Mosca non fa né caldo né freddo (la sua deterrenza è in 6-7 mila testate nucleari e 2 milioni di soldati). Il quadro potrebbe cambiare se Baltici, Polonia e Germania si dotassero di arsenali nucleari ritenuti minacce esistenziali da Mosca. Ma Putin ha sempre cercato il buon vicinato con l’Europa e i grandi del mondo: fino al 2022 lo ebbe e ora Trump glielo ridà.

La sua risposta sulla tregua ucraina era prevedibile: bastava studiare i negoziati di Istanbul del marzo-aprile 2022, sabotati dagli oltranzisti Nato. Il capo negoziatore ucraino David Arakhamia, fedelissimo di Zelensky, raccontò: “I russi erano pronti a porre fine alla guerra se avessimo accettato la neutralità: noi avremmo dovuto promettere di non aderire alla Nato. Questa era la cosa più importante per loro, il punto chiave. Tutto il resto era solo retorica: la denazificazione, la popolazione di lingua russa e altri blablabla”. Ma il 9 aprile “Johnson venne a Kiev e disse che non avremmo dovuto firmare nulla con i russi: solo combattere e basta”. Tre anni dopo, si torna alla casella di partenza, ma con centinaia di migliaia di morti in più. Infatti entrare nelle teste dei leader europei è inutile: per mancanza di leader, ma soprattutto di teste.

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5 commenti

  • Orso Garibozzi ha detto:

    .. e se le teste ci fossero e non si vedessero? Perché non può essere così? Della povertà della gente dei morti delle distruzioni a loro non importa. Cui prodest questo caos?

  • Davide Scarano ha detto:

    Che dire? Sarei curioso di conoscere la sincera opinione di Marco Travaglio sugli altri protagonisti della scena politica internazionale, che so da Biden alla Kallas, dalla Von der Leyen all’intera dell’opposizione nostrana. Non so perchè -sarò malizioso? Diffidente? Terrapiattista?- ma ho il dubbio che non si possa esprimere opinioni che risultino in qualche modo dissonanti se prima non si tira qualche bordata ai “cattivi” che, non sappiamo se animati da buone intenzioni o da mossi da crudo realismo, vogliono la pace ovvero temono che dall’attuale guerra possa uscire la scintilla che incendi il mondo.

  • andreottiano ha detto:

    Il dottor Travaglio evita di evocare lo spirito guida delle apparenti teste vuote. Ovviamente c’è un convitato di pietra oltre al legname che si vede.

    A Travaglio non manca intelligenza, come pure sì leader che sbeffeggia: tutti però recitano a fare lo gnorri se si tratta di spiegare perché .

    Il teatrino vede alcuni far la figura dei cretini e altri con il ruolo di dar loro dei cretini, dicendo qualche verità, però son tutti burattini.

    Il plutocrate finito nel mirino manda loro a far da bersaglio o a parlare di tiro a segno. Stavolta il plutocrate però sa di essere mirato da chi ha eserciti veri e anche due palle così…

    Nel teatrino le palle si dicono e basta, poi per il resto le armate sono quelle dei carri colorati ai pride dei nostri valori, che investono sul debito con somma cresta sui debitori.

    Capito mi hai?

    Questi i debiti non li rimettono, ma ormai fanno rimettere chi vomita la tiepidezza. La storia non è nelle mani del convitato di pietra, il sepolcro imbiancato.

  • giovanni ha detto:

    Articolo condivisibile per grandi linee, specialmente per quanto riguarda l’affermazione del fedelissimo di Zelensky. Veritiera e, chi studia le cose militari, sa benissimo che l’invasione Russa era del tutto dimostrativa, cioe’ non pianificata per rimanere sul terreno. Difatti non appena iniziati i negoziati fu parzialmente ritirata come gesto di buona volonta’ per ottenere la neutralita’ dell’ Ucraina e il buon trattamento delle popolazioni Russofone.

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Le teste, di paglia, legno o altro, si riconoscono infallibilmente negli spettacoli ad usum tacchinorum alla vigilia di Natale. Se avessi una mente machiavellica o leniniana e il pelo di un gorilla sullo stomaco, oggi andrei in piazza col più grosso nettapiedi blu che mi riuscisse di trovare. Canterei a squarciagola coi più entusiasti, catechizzerei i tiepidi sulla bellezza di essere figli di una grande Maastricht e di un Erasmus vagabondo, farei della ragione argilla e della retorica martello. Come e più di Demostene sosterrei l’imperativo di qualunque sacrificio, nudi e senza ciabatte alla meta, pur di salvare Libertà e Democrazia dal barbaro che vuol abbeverare i turisti ai bar di via Monte Napoleone, saccheggiare le corsie della Coop e porre l’assedio ai varchi delle ztl. Motus in fine dinamite, come dicono gli yankee quando stanno per spianare uno dei loro sgorbi irrecuperabili al di là del bene e del male.