London City, e i Suoi Misteri. Seconda Parte. Vincenzo Fedele.

12 Marzo 2025 Pubblicato da 5 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione la seconda parte del suo piccolo saggio sulla City londinese. La prima parte la trovate a questo collegamento. Buona lettura e condivisione.

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Londra e la City of London – Parte 2

Abbiamo visto la differenza tra Londra e la City of London con la “quasi” indipendenza totale della City rispetto alla Grande Londra ed al resto del Regno Unito.

Questo comporta vantaggi multipli a livello normativo e fiscale con esenzioni da far impallidire i paradisi fiscali esecrati dai media senza che nessuno si azzardi a citare quelli palesi della City.

La Corporazione che governa la City è la “The Crown Corporation”, cioè “La Corona”, la vera Corona inglese.

Il rapporto giuridico tra la City e il Regno Unito è volutamente poco chiaro.

Nel Parlamento inglese c’è una sedia apposita, quasi un trono, posta di fronte al Presidente della Camera, occupata dal rappresentante della City che, assistito in continuo da sei avvocati, è delegato a monitorare il Parlamento ed a vagliare le bozze di proposte di Legge per valutare preventivamente ogni possibile effetto sugli “interessi” della City e adottare “misure appropriate” nel caso si tocchino questi “interessi”.

Le “misure appropriate” portano inevitabilmente all’aborto della Legge proposta, ma quasi mai questo avviene con la forza, neanche quella giuridica. Molte proposte di Leggi sono state bloccate con azioni giudiziarie, sempre vinte, ma in genere non si arriva a tanto. Si opera con “attività di Lobbying”, qualche volta con l’estorsione, altre con pressione molto convincente sui politici inglesi.

Molti articoli di giornale, disponibili anche sul web, descrivono tipo ed entità delle pressioni esercitate dalla City per garantirsi da eventuali azioni del Parlamento del Regno Unito.

Queste pressioni hanno ripetutamente successo nel ridurre le tasse bancarie e assicurative, con risparmi di miliardi. Hanno anche avuto un notevole successo nell’eliminare la legislazione proposta per qualsiasi tipo di “controllo” che volesse controllare le attività bancarie, ma anche le società quotate alla Borsa di Londra.

Le attività sembra che ricalchino le prassi seguite da Epsteyn nella propria ascesa e gestione del potere.

In realtà è più corretto dire che è stato Epsteyn a seguire le orme della City, che data da ben prima di Epsteyn, e che comprendono favori per ascese carrieristiche poi soggette a ricatti e ritorsioni nonchè assecondare appetiti sessuali di qualsiasi tipo, truffe, riciclaggi oscuri e altro per poi, eventualmente, minacciare di metterli in piazza qualora gli interessati volessero divincolarsi dai propri guinzagli.

Oltre queste pratiche, che nel linguaggio dei gangster sarebbero “offerte che non si possono rifiutare”, gli ebrei della City fanno arrivare nelle tasche dei politici sono così tanti soldi che sono i politici stessi a fare pressioni contro qualsiasi regolamentazione che possa ostacolare i crimini finanziari della City.

Anche una Legge innocua che prevedeva un piano pensionistico per i lavoratori temporanei o sottopagati è stata scartata, anche se non si capisce bene come poteva ledere gli “interessi” della City.

Lo stesso Financial Times scrive: “… poiché la City ha diritto a speciali privilegi fiscali e legali, ciò la rende un’isola offshore all’interno della Gran Bretagna e un paradiso fiscale a sé stante, e conferisce a coloro che possiedono aziende all’interno dei suoi confini un netto vantaggio su tutti gli altri”.[1]

Spulciando nel Registro Ufficiale delle società del Regno Unito, almeno nella parte consultabile, si comprende molto del tipo di ambiente di cui stiamo parlando.

Il Registro è disseminato di nomi falsi, anche perché non sono richiesti controlli di identità. Esiste addirittura una società registrata a nome di “Santo Gesù Cristo”. L’attività dichiarata è “creatore”, la sua nazionalità è “Angelica” e il suo paese di residenza è registrato come “Paradiso”. Un’altra è a nome di “Adolf Tooth Fairy Hitler”, un’altra a nome di “Paperino”, e così via. Il governo del Regno Unito afferma di non avere risorse per controllare il registro delle società, ma la verità è che permettono alla City di continuare così tenendo sotto copertura l’illegalità.[2]

Ho già detto che nel 1990 si era discusso se privatizzare la Banca d’Inghilterra. Poi non se ne fece nulla o almeno nessuno ne parlò più. Tutt’oggi non si ha la certezza che la Banca d’Inghilterra sia ancora pubblica. Se è stata privatizzata è di proprietà dei Rothschild. In fondo la sostanza non cambia visito che alla guida ci sono comunque loro o persone da loro designate.

Per centinaia di anni la City, favorita anche dall’esenzione dalle tasse, è stata il deposito sicuro dei fondi ebraici ottenuti nei modi più disparati. Dalla tratta degli schiavi ai saccheggi al traffico di oppio e stupefacenti. E’ sempre stata, fra l’altro, anche il rifugio temporaneo per i fondi quando gli ebrei furono espulsi da vari paesi nel corso dei secoli.

Tra le maggiori banche ebraiche che hanno sede nella City c’è anche la HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari al mondo e primo istituto di credito europeo per capitalizzazione con oltre 157 miliardi di Euro.

HSBC sta per Hongkong & Shanghai Banking Corporation, banca fondata nel 1865, nove anni prima dello scioglimento della Compagnia delle Indie, da un finanziere scozzese e l’esagono del suo logo deriva proprio dalla bandiera scozzese. Ricordiamo che Hong Kong e Singapore furono fondate e sviluppate dalla Compagnia delle Indie. La fondazione della banca rispondeva alla necessità dei commercianti dei territori dell’Impero Britannico che si erano trasferiti a Hong Kong e necessitavano di finanziamenti e garanzie per i loro commerci in cui aveva un ruolo rilevante l’oppio indiano da importare in Cina e in Europa.

Nel 1997, in vista della restituzione di Hong Kong alla Cina, è stata fondata la HSBC Holding PLC, con sede nella City e quotazione alla borsa di Londra, New York e Parigi, ma anche a Hong Kong e Bermude.

Nel 2012 la HSBC è stata ufficialmente indagata negli USA per riciclaggio. Non solo per collegamenti con produttori ed esportatori di droga dal Messico ma anche per operazioni che eufemisticamente possiamo definire geopolitiche. Diverse aziende, ad esempio, utilizzavano la HSCB per aggirare le sanzioni contro l’Iran. Sarebbe ingenuo domandarsi come sia possibile che una struttura sionista, che ha fondato Israele, contribuisca sottobanco a favorire l’Iran. La destabilizzazione è il loro credo principale, oltre ai ritorni economici. Nel caos si può sempre maneggiare per esaltare o affossare. Le ideologie, così la sorte degli esseri umani coinvolti, sono altra cosa rispetto al potere. Anche alcune aziende collegate all’estremismo islamico hanno usato HSCB per penetrare il sistema finanziario USA. Leggendo il rapporto si scopre che i controlli della banca erano quasi inesistenti o inefficaci per evitare infiltrazioni criminali e che molte segnalazioni di dipendenti della banca su transazioni e operazioni sospette erano state ignorate e occultate dai dirigenti.

Un’indagine famosa, ma quasi sconosciuta, denominata Swisse Leaks, pubblicata nel 2015 dal “Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi”, rivelava un gigantesco schema di evasione fiscale della HSBC britannica, tramite la controllata svizzera HSBC di Ginevra. Nel periodo tra Novembre 2006 e Marzo 2007 (in soli 4 mesi) dai conti aperti da oltre 100.000 clienti e 20.000 società offshore erano transitati 180,6 miliardi di Euro provenienti in gran parte da evasori fiscali, narcotrafficanti ed altre intestazioni oscure.

Dopo la pubblicazione e gli sdegnati commenti iniziali, nessuno ne parlò più. Il potere è anche questo.

Non è, quindi, un segreto che richieda un distinguo dubbioso che buona parte di tutto il denaro del traffico di stupefacenti del mondo transita nella City per essere riciclato dalle banche ebraiche, in particolare dalla HSBC, ma anche da altre e per fantasie finanziarie e lucrative in altri settori e per altri motivi.

In un mio articolo sul LIBOR del 28 settembre 2024 (vedi qui) ho raccontato come la Barclays, seconda banca inglese per asset, venne sorpresa con le mani nella marmellata a manipolare gli indici. Dovette patteggiare una multa di 290 milioni di Sterline (oltre 450 milioni di Dollari dell’epoca). Già diversi anni prima (2008) la FED aveva informato la Banca d’Inghilterra dei raggiri, ma le autorità inglesi non fecero nulla per indagare e bloccare la situazione. Non intervennero neanche gli USA compresa la stessa FED da cui era partita la segnalazione. Nello scandalo sono coinvolte almeno altre 12 banche, tra cui Deutsche Bank, Citigroup e UBS, ma tuttora, a distanza di anni, non si è approdato a nulla e tutto è sospeso nel limbo.

Allo stesso modo è ampiamente riconosciuto che dittatori, oligarchi, trafficanti di armi (legali e illegali) o di gioielli, boss della schiavitù sessuale e criminali in genere incanalano il loro denaro nelle banche ebraiche della City per il riciclaggio, l’anonimato, la privacy e la sicurezza.

Un piccolo aneddoto personale che posso inserire a questo punto riguarda un mio conoscente che, molti anni fa, mi confidò che una volta, adeguatamente presentato, era stato accolto in una delle sedi dei “gioiellieri” della City. Voleva comperare diamanti per investimento. Gli erano stati esposti decine di contenitori ricolmi di pietre preziose di qualsiasi tipo. Lui, su consiglio dei venditori, ne scelse alcune decine che gli vennero consegnate al momento e senza contropartita in denaro. Ritornato a Milano li consegnò a sua madre dicendole che qualcuno sarebbe poi venuto per il pagamento. Il “qualcuno” andò 2 (due) anni dopo a casa della madre richiedendo un prezzo irrisorio rispetto al reale valore dei gioielli.

Nulla si dimentica e tutto si agevola in quell’ambiente.

Questo circolo chiuso ed autoreferenziale in pratica accetta i residenti solo per discendenza. Seleziona a proprio insindacabile giudizio le aziende che possono avere sede all’interno del perimetro, con costi stellari per affitti o acquisti di pochi metri quadrati, ma quasi esenti da tasse e, ancor meglio, da controlli.

Questa è la City di Londra.

Oltre le maggiori Banche e Assicurazioni mondiali, molte delle più grandi società e Gruppi del mondo hanno la loro sede centrale nella City, così come parecchi tra gli studi legali mondiali più grandi e importanti.

Questa colossale concentrazione ha molti motivi. Quello lampante, e da tutti accettato, ha motivazioni fiscali e si può dire ufficialmente che la City di Londra è un “paradiso fiscale”. Sottovoce si può anche affermare, ma con minor sicurezza perché non c’è traccia evidente, che opera in collaborazione e collegamento con tutti i paradisi fiscali del mondo. Sui media, e nell’immaginario collettivo, compaiono gli esotici paradisi fiscali, da esecrare e combattere, poi giù giù sino alla Svizzera o a Montecarlo, passando per il Vaticano, ma nessuno si sogna di nominare Londra. Noi ci preoccupiamo dello scontrino al bar.

Eppure Larry Romanoff non ha timore a dare per scontato che nei labirinti delle banche ebraiche della City scorrono fiumi di denaro e di fondi di cui non si conosce la provenienza nè la destinazione.

Gli ebrei della City di Londra si sono fatti le ossa nel traffico di stupefacenti visto che i Khazar sono sempre stati tra i più grandi spacciatori di droga del mondo. Questo spiegherebbe persino perché la HSBC viene ripetutamente multata così pesantemente negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro sporco, ma mai commissariata, destrutturata o ne venga imposto lo scioglimento.

Non dimentichiamo, come ho ricordato sopra, che proprio per questo è stata creata la HSBC 150 anni fa, come emanazione della Compagnie delle Indie che aveva fondato Hong Kong e per questo motivo la sua sede centrale è stata spostata nella City quando si è deciso, nel 1997, che Hong Kong sarebbe tornato alla Cina. Anche i piccoli pezzi si incastrano perfettamente.

E’ già tanto poter affermare che NON TUTTO il denaro che scorre nella City proviene da attività criminali o illegali anche perché le transazioni lecite servono a coprire il flusso di quelle illecite.

Londra è il più grande mercato valutario del mondo e gran parte delle transazioni sono condotte all’interno del magico Miglio Quadrato. La Borsa di Londra è la quarta più grande al mondo. Questa transazione è legittima quindi è una buona copertura per occultare, nel saldo, la parte da tenere lontana da occhi indiscreti. Nel 2009 è stato valutato che ogni giorno su 3.980 miliardi di Dollari di transazioni giornaliere mondiali, comprese le Borse, quasi la metà, il 46,7%, cioè 1.850 miliardi di Dollari era negoziato nella City. Cioè su 4 Trilioni di Dollari di transazioni mondiali, quasi la metà, 2 trilioni, era negoziato nella City.

In realtà non c’è modo di conoscere i reali flussi di capitali che circolano nelle banche ebraiche della City che si stimano, giornalmente, in decine di trilioni.

Per capire l’enormità della cosa, assolutamente illegale, sottolineo ancora che i flussi oscuri stimati in transito nella City, e non comprese nella finanza ufficiale, anche non fossero “decine”, sono comunque più del doppio dei 4 (quattro) trilioni delle transazioni mondiali ufficiali e, ufficialmente, sono meno di due.

Questi flussi e transazioni oscure sembrano pensati e attuati appositamente a beneficio della criminalità organizzata di qualsiasi natura e paese.

Parlavo in altri articoli della scalata di Unicredit a Commezbank, degli intrecci BPM, Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Generali, ecc. In realtà sono poca cosa sul totale, ma nulla si muove che la City non voglia. Basterebbe chiedersi come abbiano fatto BlackRock o Vanguard, in meno di 30 anni dalla fondazione, a primeggiare a livello mondiale ed a gestire centinaia di trilioni di Dollari in giro per il mondo.

Tutto ha origine nella City che non compare mai, ma è dietro a tutto.

Abbiamo già visto che il potere degli ebrei all’interno della City ha reso impossibile qualsiasi efficace regolamentazione e anche aziende americane come AIG e Lehman Brothers si sono trasferite nella City di Londra per portare a termine le loro macchinazioni che hanno portato alla bancarotta così tante persone.

Molte altre aziende americane e di altri paesi sono state accolte e accettate nella City di cui hanno poi utilizzato i “servizi” per eludere le leggi finanziarie dei loro governi tanto che qualcuno si spinge a dire apertamente che la City è, in realtà, una vasta impresa criminale gestita da gangster.

Tutti ricordano il crac finanziario del 2008 che destabilizzò il mondo intero. Pochi sanno che subito prima del suo crollo finanziario Lehman stava vendendo le sue obbligazioni aziendali “sostenute dalla piena fiducia e dal merito di Lehman Brothers”, a investitori ignari che non avevano idea che la bancarotta fosse già virtualmente in corso. Non si sa dove siano state vendute tutte queste obbligazioni, ma si sa che miliardi di dollari sono stati smaltiti a Hong Kong, guarda tu le coincidenze, e il denaro ricavato da queste vendite è scomparso nelle viscere della City di Londra.

George Monbiot, giornalista, accademico e saggista inglese, che tiene una rubrica settimanale su The Guardian, ha scritto un articolo eccellente dicendo che “[La City è] il cuore oscuro della Gran Bretagna, il luogo in cui la democrazia va a morire, immensamente potente, ugualmente irresponsabile”. Continua affermando che “la Corporation esiste al di fuori di molte delle leggi e dei controlli democratici che governano il resto del Regno Unito” e che “la Corporation agisce come organismo superiore” (rispetto al Parlamento del Regno Unito).

Clement Attlee, che ho già citato, è stato un militare e poi Primo Ministro inglese dopo che vinse nelle prime elezioni inglesi dopo la seconda guerra mondiale, mandando a casa Winston Churchill. Fu lui che, come detto nella parte 1, ebbe il coraggio di nazionalizzare la Banca d’Inghilterra sottraendola ai Rothschild. Ebbene Attlee scriveva, ed è anche lui citato da Monbiot, che “abbiamo visto ripetutamente che in questo paese c’è un altro potere rispetto a quello che ha sede a Westminster”. Prosegue dicendo che “la City ha sfruttato questa posizione straordinaria per stabilirsi come una specie di stato offshore, una giurisdizione segreta che controlla la rete di paradisi fiscali ospitati nelle dipendenze della corona britannica e nei territori d’oltremare. Questo stato autonomo all’interno dei nostri confini è in grado di riciclare il denaro illecito di oligarchi, cleptocrati, gangster e baroni della droga”.

La City non poteva sopportare un tale Primo Ministro fuori controllo. Infatti alle successive elezioni del 1951 viene sconfitto da Churchill, che torna alla guida del Paese, e Attlee deve lasciare a metà l’opera iniziata pur continuando a far parte della Camera dei Lord sino alla sua morte, nel 1967.

Un parlamentare britannico fuori controllo ha affermato che la City di Londra è “una calamita per denaro sporco”.[3]

Quasi in contemporanea il ministro anti-frode del governo si è dimesso perché gli ebrei della City avevano ancora una volta fatto abortire una proposta di Legge per combattere la criminalità economica della City, affermando che “nessuno [nel governo del Regno Unito] si preoccupava di fermare cleptocrati, oligarchi e signori del crimine organizzato che nascondevano il loro bottino nel Regno Unito”. Inutile dire che entrambi hanno chiuso quasi subito la loro carriera politica.

Anche Joseph Stiglitz, economista e saggista statunitense, vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2001, si è scagliato contro i legislatori del Regno Unito dicendo, riferito agli ebrei della City: “… queste persone stanno solo usando il vostro stato di diritto per proteggere il denaro che hanno rubato in altri paesi… Da un punto di vista globale, state aiutando e favorendo il furto”.[4]

Un articolo dell’Eurasia Review ha definito la City di Londra “Un paradiso per parassiti, o il miglior rifugio per criminali che il denaro possa comprare”.[5] “Londra è diventata il centro del capitale finanziario globale impegnandosi in una collaborazione attiva su larga scala e a lungo termine con cartelli multimiliardari di droga, armi, contrabbando di persone e schiavi del sesso. Gli [ebrei nella City] sono specializzati nel riciclaggio di fondi dai narco messicani, colombiani, peruviani, russi, polacchi, cechi e nigeriani… gli schiavisti bianchi hanno i loro “banchieri privati” presso prestigiose banche della City… cleptocrati, evasori fiscali da miliardi di dollari per tutta la vita, in fuga dalla loro patria saccheggiata”. Prosegue affermando che “The City Boys” accoglie “ogni gangster/oligarca”. Continua affermando: “Il Santuario di Londra per i più ricchi saccheggiatori e parassiti del mondo offre servizi senza precedenti, in particolare protezione dall’estradizione e dall’azione penale sul luogo dei loro crimini”.

“Oggigiorno, . . . la City di Londra è un anacronismo del peggior tipo. La Corporation, che gestisce la City come un mini-stato monopartitico, è una rete di vecchietti la cui sfarzosità medievale camuffa il potere e la ricchezza molto reali che detiene. La City di Londra Corporation è classificata come una potenza politica senza rivali in Gran Bretagna, forse nel mondo. Ha usato il suo potere per esercitare un’enorme influenza politica per resistere alla regolamentazione ed estrarre l’esenzione fiscale. Ha fomentato la criminalità assicurandosi che la City si classifichi tra i centri finanziari meno responsabili sulla faccia della terra”.

Il sito web TaxJustice definisce la City di Londra “Uno stato all’interno di uno stato; la più potente lobby politica egoistica del mondo”.[6]

Un blog dedicato alle piraterie della City dedica un intero dossier a queste malefatte e dedica l’intero capitolo 10 ai paradisi fiscali della City di Londra definendola come “Una ragnatela di inganni globale”.[7]

Queste attività illegali datano da ben prima del XX secolo, durante il quale si sono solo consolidate e ampliate sfruttando anche le due guerre mondiali che loro hanno visto solo come una ulteriore forma di guadagno e di incremento del potere. E’ anche per questo che sponsorizzano la terza guerra mondiale.

Non dimentichiamo mai che i Rothschild furono coloro che finanziarono e assicurarono, anche tramite i Lloyd’s, le campagne di Napoleone e, contemporaneamente, anche quelle inglesi del duca di Wellington che portarono alla battaglia di Waterloo. Chiunque avesse vinto i Rothschild ne sarebbero usciti vincitori.

Anche in quel caso i “media” dell’epoca ebbero una parte importante nello stravolgere l’economia a vantaggio dei Rothschild. Tramite la loro catena di informatori riuscirono a sapere della sconfitta di Napoleone quando tutti gli altri ne erano ancora all’oscuro. La borsa era depressa perché le notizie fatte filtrare parlavano di sconfitta inglese. I Rothschild comprarono tutto il possibile a prezzi stracciati, acquisendo anche aziende strategiche e rivendendo dal giorno dopo, a prezzi decuplicati, tutto quello che non era di loro interesse.

La storia, purtroppo, non insegna mai nulla.

(Continua)

Vincenzo Fedele

NOTE

[1] Come la città di Londra crea davvero le proprie regole

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[2] Il Regno Unito potrebbe abbandonare i piani per fermare i truffatori che utilizzano nomi falsi per gestire le aziende

https://www.opendemocracy.net/en/opendemocracyuk/uk-may-ditch-plans-to-stop-fraudsters-using-fake-names-to-run-businesses/

[3] Londra è una “calamita per denaro sporco”, afferma lo zar anti-corruzione del governo britannico

https://www.opendemocracy.net/en/opendemocracyuk/london-magnet-for-dirty-money-says-john-penrose-governments-anti-corruption-tsar/

[4] Stiglitz al paradiso fiscale del Regno Unito: stai favorendo e favorendo il furto

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[5] Londra: il paradiso dei parassiti (o il miglior rifugio criminale che il denaro possa comprare) – OpEd

https://www.eurasiareview.com/HYPERLINK “https://www.eurasiareview.com/11102012-london-parasites-paradise-or-the-best-criminal-sanctuary-money-can-buy-oped/”11102012HYPERLINK “https://www.eurasiareview.com/11102012-london-parasites-paradise-or-the-best-criminal-sanctuary-money-can-buy-oped/-london-parasites-paradise-or-the-best-criminal-sanctuary-money-can-buy-oped/

[6] La City of London Corporation: lo Stato nello Stato

http://taxjustice.blogspot.com/HYPERLINK “http://taxjustice.blogspot.com/2009/02/corporation-of-london-state-within.html”2009HYPERLINK “http://taxjustice.blogspot.com/2009/02/corporation-of-london-state-within.html”/HYPERLINK “http://taxjustice.blogspot.com/2009/02/corporation-of-london-state-within.html”02HYPERLINK “http://taxjustice.blogspot.com/2009/02/corporation-of-london-state-within.html/corporation-of-london-state-within.html

[7] Capitolo 10 – I paradisi fiscali della City di Londra: la ragnatela globale dell’inganno

https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html”2016HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html”/HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html”06HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html”/chapter-HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html”10HYPERLINK “https://banking-pirates-london-city.blogspot.com/2016/06/chapter-10-city-of-london-tax-havens.html-city-of-london-tax-havens.html

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5 commenti

  • maria loretta ha detto:

    Nei commenti “critici” non vedo dibattito sul contenuto, eccetto uno, che cita un presunto errore di nome. Non è onesto criticare la persona senza descrivere l’oggetto.

  • Mario ha detto:

    Un articolo ambizioso in cui l’autore si è impegnato a fare ricerche sui blog, come dimostrano le note, ma ha verificato le notizie riportate andando alle fonti?
    Qua e là si notano errori vistosi, che lasciano perplessi e che spandono dubbi su tutto l’impianto, come il seguente:

    “La Corporazione che governa la City è la “The Crown Corporation”, cioè “La Corona”, la vera Corona inglese.”

    In realtà, il vero nome non è “The Crown Corporation” ma “City of London Corporation”.
    CF https://en.wikipedia.org/wiki/City_of_London_Corporation

    Crown corporations sono degli enti statali nei paesi del Commonwealth, in primis in Canada, dunque formalmente “della Corona”, ma niente a che vedere con la City. E la City of London non ha niente a che vedere con la Corona, che risiede infatti nella City of Westminster.

  • andreottiano ha detto:

    In teoria viviamo in una democrazia. In realtà a comandare è una ristretta oligarchia con parvenze democratiche, ma le istituzioni sono al soldo di chi conta più dei popoli: chiamiamola plutocrazia.

    Ultimamente si parla molto del deep state che governerebbe davvero gli stati, ma non si tratta di blocchi di potere corporativo, ma di un sistema coercitivo forte di capacità di corruzione, ricatto e violenza, godendo di una sorta di immunità di fatto, extra, sottratta ai pesi e contrappesi delle società complesse, confini inclusi.

    La potenza dei plutocrati è la ricchezza, manovrata attraverso lo strumento della finanza e difeso manipolando l’informazione, in un propagandismo globale non precluso all’occorrenza al paramilitare.

    Nel mondo, si dice, siamo troppi: ma chi lo dice tace sul fatto che la ricchezza disponibile sta concentrandosi in un numero ristrettissimo di soggetti.

    Il debito pubblico globale (escluso quello privato) ha superato i 300 mila miliardi di dollari e chi gestisce il debito non ha che da innescare i processi più adatti a movimentare i tassi, sapendo prima come investire.

    Questo sistema non vale solo con i titoli di debito, ma anche con i mercati, il valore delle merci e le azioni: diversamente da come sarebbe logico l’economia dipende dalla borsa (dai mercati) e non viceversa.

    Il potere plutocratico, libero da vincoli ed extragiudiziale, può utilizzare i cosiddetti sistemi democratici fino a metterti le mani in tasca o chiuderti in casa tramite le leggi speciali di governi asserviti alle narrazioni propalate dalla propaganda, che serve anche a demonizzare i rari che provano a dire qualcosa che disturba.

    Si criminalizza l’incauto, gli si affibbiano epiteti volgari per bocca di paludati esponenti dell’istituzione, in spregio a ogni diplomazia, lo si isola e se non basta c’è la ricchezza per agire con il paramilitare, con violenza.

    Fondamentale è il martellamento del mainstream che ipnotizza ripetendo i suoi mantra acritici, agendo esattamente al contrario di come dice di agire: contro la democrazia, la libertà, il diritto e la verità.

    Non è più nemmeno oligarchia: è plutocrazia, la fase terminale del cancro della finanziarizzazione globalista.
    Così invasivo da avere metastasi spirituali nel falso profeta.

  • Josphine ha detto:

    La mia impressione è che la sua conoscenza delle banche si limiti ad avere un conto corrente …

  • Banker ha detto:

    Temo caro amico che lei legga molto e sintetizzi poi ciò che le piace di più . Trovo in ciò che scrive alcune cose vere , ma non dimostrabili da lei, alcune cose di pura fantasia . Ma perché non tira anche conclusioni ?

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