Il Piano di Netanyahu per Cacciare 5000 Palestinesi al Giorno da Gaza. E inoltre: Torture, Vessazioni, Arresti Arbitrari.
12 Marzo 2025
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento di conoscenza e valutazione della situazione a Gaza e nei territori occupati da Israele. Buona lettura e condivisione.
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Il primo è questo post pubblicato su Instagram:
Martedì 11 marzo per la seconda volta in un mese, la polizia israeliana ha fatto irruzione nella libreria palestinese The Educational Bookshop, a Gerusalemme Est, arrestando uno dei proprietari, Imad Muna per interrogarlo.
La famiglia di Muna, che gestisce il negozio, ha dichiarato che la polizia ha confiscato i libri e ordinato la chiusura del negozio senza presentare un mandato di perquisizione o di arresto. In una dichiarazione, la polizia israeliana ha affermato che una persona ha segnalato la presenza nel negozio di “libri con contenuti incitanti”, cosa che ha portato al sequestro di libri e all’arresto temporaneo del proprietario.
Come racconta suo figlio Ahmad, arrestato un mese fa e oggi libero, in un video postato su X: gli agenti hanno sequestrato libri di Noam Chomsky, Ilan Pappé e Rashid Khalidi, tra gli altri. Il negozio è stato poi chiuso dalle forze di polizie stesse.
La polizia “ha avviato un controllo dei libri contabili e, in base ai risultati, deciderà se deferire la questione all’ufficio del Procuratore di Stato per ulteriori indagini sulla presunta vendita di materiale incitante”, si legge nella dichiarazione. La polizia israeliana ha ribadito di essere “impegnata a condurre un esame approfondito e professionale del caso”.
Il mese scorso, la polizia ha arrestato il figlio di Imad, Ahmad, e suo fratello Mahmoud. I due sono stati trattenuti per due giorni nonostante la polizia non avesse ricevuto l’approvazione dall’ufficio del procuratore di Stato israeliano per avviare un’indagine per istigazione. Il vice procuratore distrettuale ha criticato il raid della polizia, affermando che erano state avviate comunicazioni con alti funzionari di polizia “per garantire che incidenti simili non si ripetano”.
Neanche un mese dopo l’episodio si è ripetuto tale e quale.
The Educational Bookshop è specializzato in libri relativi al conflitto israelo-palestinese e alla storia di Gerusalemme ed è ben noto nella comunità internazionale, in particolare tra giornalisti, ricercatori e diplomatici.
#bookstore #jerusalem #Munabookstore #raid #idf #israel
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Poi c’è questo post pubblicato su Instagram:
Mentre preparano il 17 esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e spendono 800 miliardi per fare la guerra, dall’altra parte il loro alleato isrl ha appena staccato la corrente e automaticamente anche l’acqua potabile ai Palestinesi. Ma gliene frega nulla. Non sia mai sanzionare i terroristi isrl. Però tranquilli, stanno difendendo la democrazia. Come? Riempiendo le tasche alle lobby delle armi, annullando elezioni, proteggendo i peggiori terroristi della storia e censurando le voci che parlano di pace o gente che non ha perso il senso d’umanità come Francesca Albanese. Dal “mondo libero”, anche per oggi, è tutto!
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E ancora: questo post pubblicato su Instagram:
sraele ha trovato la strada per risolvere quello che considera il “problema” Gaza: l’esodo controllato di tutti i palestinesi della Striscia attraverso un progetto di pulizia etnica ben elaborato e programmato.
Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich afferma che il governo, sotto la guida di Netanyahu e del ministro della Difesa Israel Katz, sta lavorando per istituire un’“amministrazione per le migrazioni” che supervisionerà l’esodo dei residenti palestinesi dalla Striscia di Gaza in modo “controllato e cadenzato”.
“Il processo di emigrazione da Gaza inizierà nelle prossime settimane,” ha dichiarato Smotric. Il piano prevede “l’espulsione di 5mila residenti palestinesi al giorno”, per “svuotare la Striscia in poco più di un anno”.
Smotrich ha sottolineato che si tratta di “un’operazione enorme”, anche in termini economici, aggiungendo che “le questioni di bilancio non influenzeranno la fattibilità del piano”.
Inizierebbe così la politica di non ritorno per i palestinesi che negli ambienti dell’estrema destra israeliana aleggia già da un po’, e che è stata recentemente presentata come disegno di legge. “Stiamo lavorando per programmare ogni aspetto: il trasporto dei gazawi e la loro destinazione finale”, ha aggiunto Smotrich.
Leggi l’articolo di @claudiacarpi_ al link nelle stories.
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E questo post pubblicato su Instagram:
Una testimonianza rivela che il detenuto palestinese Musab Haniyah è morto in seguito a ripetuti stupri e torture nella detenzione israeliana
Un ex prigioniero ha rivelato dettagli raccapriccianti sulle torture e gli stupri ripetuti che hanno portato alla morte di Musab Haniyah, un prigioniero 35enne di Gaza, in una prigione israeliana. La sua testimonianza evidenzia il trattamento brutale dei prigionieri palestinesi.
L’ex detenuto, che ha parlato ad Al Jazeera, ha descritto come gli interrogatori israeliani hanno ripetutamente violentato Haniyah e gli hanno inserito una barra nel corpo, spingendolo fino ad attraversare l’addome. “Gli è uscito dallo stomaco”, ha detto il testimone. Ha aggiunto che molti prigionieri sono stati uccisi in questo modo. “L’hanno lasciato nel sangue senza cure mediche. “Poi hanno affermato che è morto di cancro”, ha detto.
Ha poi descritto le brutali condizioni di detenzione in Israele. “Ci legano per giorni, a volte per mesi. Alcuni detenuti sono stati legati per più di 400 giorni”, ha detto. “Usano i cani per attaccarci. Cani grandi e feroci. Ogni giorno ce li lanciano contro”.
Il testimone ha anche raccontato come la salute di Haniyah sia peggiorata rapidamente a causa della tortura. “Era in perfetta salute quando l’hanno accolto. Pesava circa 150 libbre. Pesava solo 40 libbre quando è morto”, ha detto. “L’hanno torturato e poi hanno detto che aveva il cancro”. Poi lo hanno messo in un sacchetto di plastica nero e lo hanno portato via. »
Haniyah è stato rapito il 3 marzo 2024 nella città di Hamad, Gaza. La sua famiglia ha detto che non aveva problemi di salute prima della detenzione. Era sposato e aveva un figlio di nove anni. Il 5 gennaio 2025, le autorità israeliane hanno informato i funzionari palestinesi della sua morte, dovuta a gravi violenze sessuali e torture che aveva subito.
Gruppi per i diritti umani hanno affermato che Israele nasconde dettagli sui detenuti morti in custodia.
Affermano che le autorità israeliane stanno ritardando o manipolando i rapporti ufficiali e si rifiutano di restituire i corpi. In molti casi, solo dichiarazioni militari confermano i decessi senza fornire ulteriori prove.
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Tag: albanese, gaza, genocidio, israele, libreria, torture
Categoria: Generale