Una Sfilza di Domande…se non è Peccato Porre Domande. Il Matto.

11 Marzo 2025 Pubblicato da 42 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione una serie di riflessioni provocatorie. Buona lettura e diffusione.

§§§

UNA SFILZA DI DOMANDE

DOMANDA PRELIMINARE

È PECCATO PORRE DOMANDE?

*

Le domande che seguono sono sorte da una reiterata lettura e di una riflessione libere dall’influenza tanto di qualsiasi inquadramento prestabilito che non ammette nessun “se” e nessun “ma”, quanto da qualsiasi altra interpretazione. Lettura e riflessione dirette, come per la prima volta con i propri occhi, che così si trovano davanti le asperità eluse dall’interpretazione ufficiale istituzionale, ma anche, dev’esser chiaro, nell’assenza di qualsiasi intenzione competitiva con la medesima, e ciò per un solo motivo: cosciente o meno che ne sia, ognuno va per la strada che sceglie seguendo la propria fede e/o ispirazione, ciò che rende assurda tanto la competizione quanto l’apologia che è necessariamente di parte.

 

 

Infatti, se è vero che «le vie del Signore sono infinite» è vero che lo sono anche le possibilità spirituali delle anime, cui nessun umano può arrogarsi il diritto di mettere paletti (altro è un pacato confronto) abbandonandosi a giudizi temerari infarciti di “verità”.

 

Da parte mia non ho fatto altro che attenermi al testo e fruire della libera facoltà di riflettere, la quale, se veramente libera, non può essere costretta in alcuna carreggiata già predisposta da altri, al modo stesso del contemplare un panorama in silenzio e solitudine prescindendo da ciò che ne dicono  o ne hanno già detto gli altri,  “esperti” o meno che siano. Piaccia o meno, lo si ammetta o meno, lo si comprenda o meno, c’è la possibilità di pensare senza dipendere dal pensiero altrui, insomma senza rifarsi al dèjà vu, affidandosi direttamente al Grande Silenzio che non è proprietà di alcun essere umano. Ciò non togliendo il riconoscere nel pensiero altrui quelle “oasi” in cui sostare poiché vi si trovano coincidenze con la libera riflessione personale e contribuiscono alla formazione degli altrettanto liberi sillogismi personali.

 

Cercar di vedere onestamente con i propri occhi e non con quelli degli altri non può costituire un grave delitto, anzi è onorare il dono di tale libertà, perché, evidentemente, di dono si tratta. Ed è difficile negare quanto afferma Ludwuig Feuerbach: «il dogma è nient’altro che un esplicito divieto di pensare», fermo restando il rispetto per chi ritiene di doversi attenere a questo divieto improntando il proprio pensare unicamente al già pensato da altri, a patto, però, che non lo pretendano per tutti. Ed è da precisare che qui non sto inneggiando al “libero pensiero” bensì, con differenza abissale, al pensiero libero dal pensiero altrui (argomento gigantesco!), poiché altro è la libertà “di” e altro è la libertà “da”.

Pertanto, si avvertono i farisei già santi e giudici infallibili, che hanno una risposta già pronta per ogni domanda, nelle cui viscere è sempre pronto ad erompere l’infiammato “dagli all’untore!”, epigoni di un giudeo-cristianesimo che si pretende israeliticamente esclusivo ma invece è palesemente obsoleto, che questo articolo romano non fa per loro ed è bene che non proseguano nella lettura, affinché non diventi l’ennesima occasione per sfoggiare la loro superba, legalistica, stantìa e dannosa “elezione”, nella dimenticanza del prezioso detto che in romanesco suona così: «Er più pulito c’ha la rogna», e che richiama immediatamente la famosa trave nell’occhio. Comica, se non fosse tragica, la parata delle Schiere degli Eletti, ciascuno dei quali avanza imperterrito con una trave nell’occhio e al “rompete le righe” si da ad individuare diligentemente le pagliuzze negli occhi altrui. «Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro», dice Seneca.

 

Del resto, non è escluso che il drammatico cambiamento planetario in atto,  non solo ecclesiatico, conduca finalmente alla morte del farisaismo sia religioso sia laicista ed alla nascita di una rinnovata Coscienza che badi più a se stessa per liberarsi dalla rogna che la condiziona, e che immancabilmente contamina l’esteriorità, piuttosto che proiettarsi puntualmente fuori di sé per stigmatizzare le rogne degli altri: faccia della medaglia, quest’ultima, che fa il paio con il suo rovescio: l’indifferenza “misericordiosa”, “accogliente” e incondizionata verso le rogne d’ogni specie («todos, todos, todos»). Infatti, gli è che l’equilibrio di cui abbisogna l’umanità non sta né su una faccia né sull’altra della medaglia, bensì sul suo bordo. E l’equilibrio, come il cambiamento, parte dal singolo, che non dev’essere è nemmeno sfiorato dall’idea di essere un eletto, dacché l’elezione di sé comporta il ripudio dell’altro, e nessun essere umano può arrogarsi il diritto di ripudiare altri esseri umani.

Chi vuole cambiare il mondo deve prima cambiare in profondità se stesso, giacché, sostando in un’oasi romano-stoica con Epitteto: “Nessuno è libero se non è padrone di se stesso», impresa facile a dirsi ma assai meno a compiersi; processo ben diverso tanto dal monotono e anestetico spiattellare la dottrina acquisita e accompagnata da un legalismo asfissiante e fallimentare, quanto dal «tutto va bene, madama la marchesa» (si legga il testo di questa canzonetta del 1934, metafora tragicomica della situazione generale).

 

* * * * * * *

All’inizio della Genesi è descritta la causa dell’immane tragedia che vede il malcapitato essere umano piombare in questo Lazzaretto di Afflizione che è la terra a causa dell’assaggio del famoso frutto proibito.

Ed ecco già le prime domande:

1) perché mettere al mondo figli già peccatori, cioè marchiati dal peccato originale i cui effetti psico-fisici prima o poi si manifesteranno non di rado in maniera orripilante?

 

2) si deve credere che il Lazzaretto di Afflizione sia un passaggio obbligato e quindi si deve nascere perché si deve soffrire perché questa è la volontà del Creatore?

 

Per l’essere umano appena nato sulla terra comincia il conto alla rovescia: esso è già pasto preparato per la morte, e, come se non bastasse, soggetto alle amare sorprese di una sorte spietata che, è bene ribadirlo, non di rado fanno accapponare la pelle. E qui un’altra domanda:

 

3) perché non basta la morte per vecchiaia come duro castigo per il non poter mangiare dell’albero della vita e si deve subire l’orrore dello scempio psico-fisico? Orrore che chiama orrore: quello che ha dovuto subire il Cristo, cosicché l’orrore è assurto a beatificante condizione per la redenzione. 

Si constata come la maledizione del Creatore nei confronti della sua Creatura PIÙ INTIMA poiché a SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE! sia stata perfetta nella sua spietatezza: l’IMMAGINE SOMIGLIANTE del Creatore ha da essere afflitta, deturpata e annientata, e ciò per volontà del Creatore stesso, giacché le leggi della vita, della malattia e della morte non possono essere che una sua creazione. È infatti certissimo che se il Creatore è l’unico legislatore, non esiste alcuna legge che possa darsi da altri legislatori. Dunque il Creatore è autore delle leggi, in interrotto vigore, della vita, della malattia e della morte.

Per inciso: il Creatore del Vecchio Testamento rimanda inequivocabilmente all’induista Trimūrti: «il Dotato di tre aspetti»: Brahmā, Viṣṇu e Śiva, ovvero l’unica Divinità nelle sue tre funzioni: creatrice, conservatrice, distruttrice. È evidente come in questo Lazzaretto di Afflizione che è la terra, il Creatore/Śiva imperversi per darsi a distruggere ciò che il Creatore/Brahmā crea e il Creatore/Viṣṇu conserva (provvisoriamente).

Senza possibilità di appello e applicando una ferrea GIUSTIZIA PRIVA DI MISERICORDIA, il Creatore maledice, caccia via e condanna al Lazzaretto di Afflizione la SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE! Il Creatore dapprima si specchia nella sua Creatura e poi infrange lo specchio, cosicché la Creatura scompare dal suo cospetto e viene esiliata nel Lazzaretto di Afflizione.

Davvero sfortunati i Progenitori: nell’Eden il Creatore non ha previsto la misericordia, quindi né il pentimento né la penitenza né l’assoluzione, emergendo qui un’altra domanda:

4)  perché nell’Eden no e nel Lazzaretto di Afflizione sì?

 

e ancora:

5) perché l’IMMAGINE SOMIGLIANTE del Creatore deve sperimentare l’afflizione per potersi pentire ed essere assolta?

E non solo: «Il Signore si pentì (paenituit) d’aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo (tactus dolore cordis intrinsecus)», da cui un’altra domanda:

6) perché il Creatore ha riservato per sé gli umanissimi pentirsi e addolorarsi e lo ha negato alla SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE nell’Eden per poi pretenderlo nel Lazzaretto di Afflizione?

«Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: […] «dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Qui altre due domande:

7) perché il Creatore conosceva il bene e il male e la sua Creatura non avrebbe dovuto conoscerli, restando così un’IMMAGINE SOMIGLIANTE imperfetta?

 

8) perché conoscere il bene e il male fa morire? Di più, se l’essere umano non doveva conoscere il bene e il male, ovvero restare a occhi chiusi, cioè cieco – e beato!? – non si comprende perché, in quanto religioso, laico o ecclesiatico che sia, ed anch’esso esiliato e impegolato nel Lazzaretto di Afflizione, pretenda di conoscere cos’è bene e cos’è male e a predicarlo e scriverlo, evidentemente continuando a trangugiare il frutto proibito.

 

Si legge che:

 

«Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: […] «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio (sicut Deus 3, 5), conoscendo il bene e il male».

 

Qui il Creatore assegna non ad uno scoiattolo o ad una farfalla bensì ad un serpente il compito di tentare la donna, ossia si serve dell’astuzia del serpente, quindi … di Se stesso, dacché il serpente è astuto per conferimento creativo dell’astuzia da parte del Creatore. Il Creatore “non induce in tentazione” direttamente ma commissiona l’impresa al serpente. Il serpente fa le veci del Creatore, inducendo in tentazione la donna per conto del Creatore.

 

Ragion per cui il tradizionale «non ci indurre in tentazione» conferma che il mandante della tentazione è il Creatore, mentre il recente «non abbandonarci alla tentazione» vuol recuperare la figura di un Creatore estraneo alla tentazione ed anzi protettore da essa, ciò che è impossibile poiché l’astuzia e la tentazione non possono essere che concezioni del Creatore stesso e quindi tali facoltà il serpente non se le è date da sé, altrimenti occorrerebbe ammettere che vi sono creature di origine autonoma rispetto al potere del Creatore.

 

«Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche!»

Qui un punto oltremodo ostico: il serpente obbedisce al Creatore, e non solo tenta i Progenitori ma lo fa non mentendo poiché i loro occhi si aprono davvero, e il Creatore che fa? Maledice (tanto per cambiare) il serpente che ha riferito ai Progenitori ciò che anche il Creatore sapeva circa l’apertura degli occhi. Qui la domanda:

 

9) perché invece di gratificarlo quale fedele esecutore del compito assegnatogli il Creatore lo maledice?

 

«Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture». Qui ancora due domande:

 

10-11) “aprire gli occhi” significa svegliarsi: dov’è il “peccato”? Se il Creatore è sveglio, perché non dovrebbe esserlo anche la SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE?

E v’è un fatto singolare: è scritto che la prima cosa di cui si accorgono Adamo ed Eva appena aprono gli occhi è di essere nudi. Guarda caso, non rimangono estasiati contemplando la magnificenza del Giardino in cui si trovano; no, si accorgono di essere nudi, e subito, evidentemente per un senso di pudore, si coprono. E qui altre due domande:

12-13) la nudità è spudorata e perciò maliziosa di per se stessa? Perché il Creatore ha instillato nella SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE la spudoratezza e la malizia della nudità?

«Il Signore Dio disse allora: “Ecco l’uomo è diventato come uno di noi (unus ex nobis 3, 22), per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!”».

E qui un altro punto oltremodo ostico e scottante. Più sopra e in seguito abbiamo incontrato «come Dio» e «il Signore» al singolare, ora, invece, ci imbattiamo in «uno di noi» al plurale, perciò le domande:

14-15) v’è un consesso di “gestori in nome e per conto” gelosi dell’albero della vita di cui si riservano i frutti? Par di sentirli: “noi soli abbiamo gli occhi aperti, siamo svegli, conosciamo il bene e il male e viviamo eternamente, mentre tu, scricciolo umano, statti buono a occhi chiusi, resta a dormire nella tua ignoranza altrimenti ti stanghiamo!”. Non è che l’oligarchia degli eletti ha origini mitiche e che dopo la cacciata dall’Eden il loro  potere ha continuato a trasmettersi seppur in maniera imperfetta? «Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza (clavem scientiae). Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito».

 

16) Cos’è il luogo della «scienza in cui quelli volevano entrare»? Dice «chiavi della scienza», non della fede, perciò la legge e la fede non sono la scienza. Dunque l’oligarchia degli eletti è decaduta dalla scienza alla legge e alla fede?

 

E come se non bastasse, dopo la maledizione senza appello e la cacciata  dall’Eden, il perfezionamento della condanna:

«Il Signore Dio […] pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita», che ha lasua corrispondenza nella “porta stretta” (angusta portam).

 

Provvedimento che non lascia dubbi sulla volontà del Creatore e dell’oligarchia circa l’impedimento definitivo posto alla SUA IMMAGINE SOMIGLIANTE, di mangiare dell’albero della vita.

 

Fatta eccezione per quell’IMMAGINE SOMIGLIANTE che volesse combattere e sconfiggere quei temibili schermidori con la spada di fuoco. Ovvero di combattere e sconfiggere … la volontà del Signore.

 

17) O la volontà di lor Signori i cui discendenti senza scienza si dan da fare sulla terra per spingere le mandrie su di un unico tratturo già tracciato?

 

Alla domanda preliminare fa eco la domanda conclusiva:

 

LE DOMANDE SOPRA ESPOSTE SONO PECCAMINOSE PERCHÉ NON RISPETTANO L’«ESPLICITO DIVIETO DI PENSARE»?

§§§

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42 commenti

  • il Matto ha detto:

    Adriana, la tua ultima ciliegina sulla torta farà prendere un coccolone a Fritz e Signora, vessilliferi delle Schiere degli Eletti che marciano trionfalmente con gli occhi fissi al “foglietto illustrativo”. Intanto il pubblicano …

    • Adriana 1 ha detto:

      😁😅😆
      sono tra quelli che attraversano i binari col foglietto stampato sul cellulare…per non mancare il treno.

  • Lasciamoci guidare da Dio ha detto:

    Rispondo ai signori Matto e Giuseppina :
    I veri cristiani obbediscono ai papi stabiliti da Cristo.
    Ma, dalle vostre risposte, mi rendo conto che chi è scismatico o fuori della chiesa, non solo si permette di “giudicare” Cristo, giudicando i papi che con Cristo formavano un unico Capo della Chiesa Cattolica…
    E pertanto non è in grado di capire che, se il mondo va verso la sua auto-distruzione, è perché sono troppo pochi i veri fedeli, sacerdoti e soprattutto ZERO CARDINALI CRISTIANI che riconoscono e obbediscono all’ ultimo vero papa stabilito da Cristo: Benedetto XVI.

    • il Matto ha detto:

      Allora sia il primo lei ad obbedire all”ultimo papa:

      “Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!”.

  • il Matto ha detto:

    Gentile E.A.,

    la ringrazio dei suoi contributi, anche se constato che non è entrato nel merito di nessuna delle MIE LIBERE domande, se la libertà è integrale o non condizionata da checchessia.

    Lei non è intervenuto con la SUA testa bensì citando la dottrina già predisposta, con ciò rendendo impossibile un pacato e civile interloquire.

    Il suo fondamentalismo (malizioso) si evince con chiarezza da ciò che afferma con un po’ troppa sicumera: «In effetti la “raffica” di domande sembra, nel loro porsi, contenere già una risposta pre-concetta, pre-venuta ed ostile, che a fatica o malvolentieri darebbe spazio ad altre risposte». Come se dicesse: «a me le domande scomode non garbano». Paura di affacciarsi fuori del recinto?

    Poiché non voglio tediarla oltre, concludo con un’altre due sole osservazioni:

    1) lei riferisce a me il famoso detto “il potere logora chi non ce l’ha”: affermazione fuori luogo poiché se c’è uno a cui del potere di ogni specie importa meno di niente (ciò risultando innegabilmente dai miei articoli) è proprio il Matto, altrimenti … non sarebbe Matto. Di poi, visto l’andazzo attuale e nonostante le apparenze … il potere logora chi ce l’ha.

    2) il suo intervento “apologetico” nei confronti di Benedetto XVI rivela anch’esso uno scantonare dalla verità incontrovertibile di un papa Ratzinger ecumenico, e che pertanto guardava alle altre religioni, capaci anch’esse – legga bene – di «portare sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!».

    Cordialmente.

    • E.A. ha detto:

      Come all’origine l’uomo, per sua scelta, insiste con il preferire il “metodo sperimentale”, ma ostinatamente continua ad ignorare, a rigettare e a calpestare l’Etichetta, con il foglietto illustrativo delle indicazioni e delle istruzioni, per un giusto e corretto “uso”, il tutto Detto e Scritto FORTE e CHIARO! D’altronde “provare per credere”, finché però viene in tempo!

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Un saluto fugace agli amici e fratelli in Cristo.
    @ FRITZ. È vero, il matto può ingannare ancora le brave persone che non lo conoscono a fondo ma il blog lo conosce bene e sa che le risposte ai suoi articoli e ai suoi continui non vengono mai analizzate da lui. Èd è vero: tutto il suo articolo è capzioso ed è un invito alla ribellione contro Dio, a parte l’autocompiacimento sulle proprie cattiverie contro il suo Creatore:
    “Creatore è autore delle leggi, in interrotto vigore, della vita, della malattia e della morte.”
    “il Creatore ha INSTILLATO […]la spudoratezza e la malizia della nudità?”
    “il serpente OBBEDISCE al Creatore, e non solo tenta i Progenitori ma lo fa NON MENTENDO”.
    “invece di gratificarlo quale FEDELE ESECUTORE del compito assegnatogli il Creatore lo maledice”.
    Lei fa bene Fritz, il male va denunciato e con lui ogni serpe che gli fa da compagna, chiamata a dare manforte alla menzogna.
    @ GABRIELA. Cara amica ottima risposta e ottima la tua domanda alla quale il Diavolo stesso non può rispondere. Infatti poichè se apparentemente non si rende conto del senso delle sue domande tendenziose, tutti sappiamo che ingannano con affermazioni ingiuste ed è evidente che non ha e non avrà alcuna risposta dai lettori che non cadono più nella sua falsa dialettica.
    @ MATTO. Ti conosciamo mascherina!

    • il Matto ha detto:

      Ohilà! Riecco la signora (per fortuna non di tutti i popoli) che si si mette in piedi e avanti per ostentare il suo passaporto convalidato per il paradiso: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano … e neppure come questo Matto”.

  • E.A. ha detto:

    Continuando a riflettere… tutta la “questione “ fa venire in mente la famosa frase “il potere logora chi non ce l’ha” (!), che attraverso i secoli si è fatta largo nelle menti per puntare sempre più in alto…direttamente all’ “onnipotenza”!!! Ecco allora che la “questione divina” si fa e diventa un “problema” non tanto per chi non Crede, piuttosto per chi, nel suo rifiuto a Credere, lo considera un vero e proprio rivale da combattere, da sconfiggere e da vincere(!), cercando di innescare ed infarcire una continua “diatriba”, in cui le domande, sempre più autoreferenziali, si aggrovigliano in una marcata logica prettamente umana, non Illuminata dalla Fede, per cui sempre più contraffatta e contaminata dal peccato e dal proprio “io” [che si fa (d)io], e che partorisce tutta una serie di risposte, sulla scia di un interminabile, cervellotico e farraginoso filone, e che nell’insieme risultano molto più ristrette e “limitate” di quanto invece soltanto una mente “libera” ( non in “guerra”, ma “pacifica”, “disinteressata”, “obbiettiva”…) riesce a pensare e ad immaginare, nel suo essere unico ed irripetibile di Creatura ( e non Creatore!!!). In aggiunta, a sorreggere l’intera impalcatura, “artificiosamente” costruita, si accompagna e si materializza tutto un carico ( mi verrebbe da dire macigno!) di imprevedibili, quanto dannose e funeste conseguenze, a proprio danno e a discapito dell’intera piattaforma su cui vanno ad impattare (!), e che ad oggi , nella loro gigantesca mole, sono diventate super-visibili e tangibili a tutti! E guarda caso il loro apice va proprio a confluire, richiamare e condurre alla più attuale e scottante di tutte le “questioni”, ossia quella incentrata sulle parole pronunciate dall’ultimo legittimo Pontefice sulla Terra, BXVI!!!

  • E.A. ha detto:

    (Avevo già postato un commento che per un errore di programma non è comparso. Qualora venisse dalla pagina incanalato si tratterà pressappoco di una riproposizione di quest’ultimo.)
    In effetti la “raffica” di domande sembra, nel loro porsi, contenere già una risposta pre-concetta, pre-venuta ed ostile, che a fatica o malvolentieri darebbe spazio ad altre risposte…comunque ci provo!
    All’uomo Creatura viene fatto Dono di assoluta libertà di scelta e viene subito “posto” nel Giardino dell’Eden, con a disposizione “ogni bene” ed un unico divieto quello di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. Perché?!!! Perché ne morirebbe!!!
    Infatti il mangiarne comporta la “scoperta”, quindi l’attuazione del peccato, essendo l’uomo dotato di piena libertà, da quell’istante in poi si innesca anche la facoltà di compierlo in qualsiasi modo, occasione e momento! ( e così è andata!). Impedire al serpente la tentazione, oppure porre quell’albero non alla “portata” umana, avrebbe di per sé costituito un “paletto” alla stessa libertà di scegliere a lui donata, la quale da subito sarebbe invece stata una libertà “vigilata”! La morte diventa quindi il giusto “castigo”, e al contempo il giusto “rimedio” per l’uomo disobbediente che per sua scelta si ritrova fuori dai “beni”, dalle “meraviglie” , “dall’estasi” … dell’Eden, si scopre nudo in compagnia del suo peccato, per finire nella desolante “valle di lacrime” in una continua scelta tra il compiere il bene o il male”scoperto”, e dove la morte fisica, anch’essa corrosiva come il peccato, diventa il “rimedio” per porre fine al suo pellegrinaggio terreno. Morte che sarà Vinta da NSGC, che nella Sua Infinita Misericordia e Bontà, con la Sua Opera Redentrice sulla Terra e la Sua Resurrezione “riapre” di nuovo all’uomo le porte del Paradiso( che aveva perduto!)
    Il divieto di mangiare dell’albero della Vita è consequenziale al peccato commesso, non originario!
    L’uomo era da subito stato “destinato” alla vita eterna! Ma immaginiamo se all’ uomo dopo il peccato originale fosse stato concesso di mangiare dell’albero della vita e di vivere così in eterno su questa Terra!!! NSGC diventa per l’uomo il Nuovo Albero di Vita Eterna, l’Unica Via, Verità e Vita!
    Ci si è chiesti da dove nasce questo forsennato desiderio e ambizione umana di diventare immortali su questa Terra?!!! La parola trans-umanesimo non ambisce forse a questo?!!!
    La Fede procede con la ragione umana in uno scambio reciproco e fruttuoso, al contempo la Fede, in quanto pilastro, la sostiene/regge dove la ragione “annaspa”, attraverso un umile Atto di piena Fiducia nei confronti del proprio Creatore, inoltre “trattiene” la ragione da possibili “fughe” e “ derive” dominate dall’ assoluta libertà di scelta e dalle continue “smanie” e brame umane di “ onniscienza” e di “onnipotenza”, proprio quelle a cui è oggi arrivata l’umanità!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Non è peccato porre domande anzi è cosa utile allo sviluppo della conoscenza. Non mi dilungo in spiegazioni in merito perché la cosa è di per sé evidente.
    Quello che è peccato è porre la domanda con una premessa che suggerisca la risposta attesa, o porla in modo che ammetta una sola risposta. Porre le domande in tal modo è contrario alla creatività, al libero arbitrio, che in fondo pone la libertà di coscienza e di scelta volontaria persino della propria condanna.
    Sulla necessità di demitizzare la Bibbia per andare al messaggio (kerigma) ormai sono state dette miliardi di parole e scritti milioni di libri. Tanti saluti da un esimio rappresentante della tribù dei sani di mente.

  • Giampiero ha detto:

    Caro “il Matto”, le sue “terribili domande” sono state (e sono) anche le mie di una bella fetta di vita. Non so a quali conclusioni sia lei arrivato ma le mie di conclusioni, almeno fino ad oggi, mi hanno permesso di rimanere convintamente ancorato alla dottrina cristiano-cattolica, magari attraverso l’ausilio illuminante di gran parte della teologia della Chiesa d’Oriente, soprattutto russa. Potrei passare al vaglio di una mia pur modesta critica i numerosi punti da lei toccati, ma ciò richiederebbe un certo impegno e tempo a disposizione (sempre meglio incontrarsi col pretesto di un buon thè 😀). Solo una domanda però, quanto rimane di cattolico in lei in questo suo lodevole sforzo di sondare i vari sentieri della coscienza alla ricerca della Dimensione Assoluta? Con rinnovata stima la saluto cordialmente.

    • il Matto ha detto:

      Gentile Giampiero,
      innanzitutto piacere di risentirla.

      Ora le scrivo da Matto, e non potrei fare altrimenti perché lo sono (almeno agli occhi dei Sani di mente). Come ebbi a precisare in passato lo pseudonimo “Matto” non l’ho assunto per una sorta di eccentricità o che altro; esso corrisponde esattamente al mio modo di pormi di fronte al mondo, a TUTTO il mondo, senza eccezioni.

      Col passare degli anni sono diventato uno che vive – e sottolineo VIVE – di sole domande (dovrei dire di una sola domanda!), mentre le risposte mi interessano sempre meno ed anzi quasi niente. Alla mia Mattitudine le domande aprono finestre su un’orizzonte infinito verso cui spiccare il volo in piena libertà, mentre le risposte chiudono le finestre e annichiliscono qualsiasi possibilità di INSPIRAZIONE dell’aria aperta e, di conseguenza, qualsiasi possibilità di ISPIRAZIONE.
      Per questo non trovo soddisfazione nelle risposte (a partire dalle mie), specialmente se pre-confezionate e funzionali a domande pre-disposte, poiché questo questo è il metodo della religione (la finestra chiusa), mentre da Matto sento connaturale a me la spiritualità (la finestra aperta). Certo che religione e spiritualità non si escludono a vicenda, ma è altrettanto certo che la prima non può condizionare la seconda che “sconfina” nella mistica ed è incatalogabile per definizione.

      Quanto rimane di cattolico in me? Dipende dall’accezione che si dà al termine “cattolico” che, se non sbaglio, significa “olistico”, “universale”. La mia PRASSI mi permette di affermare che, seppur lodevole, nessuna religione può dirsi universale, mentre lo è la spiritualità e quindi la mistica (compresa l’arte!) che inspirano l’aria aperta e perciò fruiscono dell’ispirazione.

      Un cordialissimo saluto.

      P.S. Tenga presente che quanto sopra è una … risposta!😄

    • giovanni ha detto:

      Scusi Giampiero, chiosa il suo intervento chiedendo quanto rimane, al Matto, d’una passata Cattolicita’. La cosa, francamente, mi lascia di stucco, credo non abbia letto l’articolo e nemmeno tuti gli altri che ha proposto. Se li avesse letti non porrebbe la domanda.

      • il Matto ha detto:

        Quanto “rimane” o quanto sopravanza?

        • giovanni ha detto:

          Che fa’ domanda a me’ quali sono i suoi indirizzi religiosi ?

          • il Matto ha detto:

            Mi sembra che lei abbia detto a Giampiero che era inutile di porre la domanda, quindi si evince che per lei in me di cattolico non è rimasto niente, visti anche tutti i miei scritti. Padrone lei di pensarla così. Ma anche padrone io di dire che la mia cattolicità sopravanza quella fondamentalista.

          • Adriana 1 ha detto:

            Dei indirizzi religiosi de Il Matto non so nulla… al contrario, degli indirizzi dei suoi apostrofi so che sono tutti sbagliati.

          • Adriana 1 ha detto:

            e.c.: “degli” indirizzi.

  • Fritz ha detto:

    Per esperienza mia e di altri, le nostre risposte ai tuoi (falsi) quesiti non sono state MAI prese in considerazione da te. Dalle domande e dalle affermazioni che le precedono si capisce che hai per la Scrittura presunzione e malanimo, che addirittura sei prevenuto contro Dio che ti permetti di sminuire, di disprezzare e addirittura criticare.
    Le tue domande saccenti e offensive della nostra fede, benchè povere di intelletto sono capziose e grondano veleno. Sembrano interpretare fatti biblici di cui apparentemente sembra tu non abbia conoscenza della relativa morale, mentre tu la conosci bene ma solo la rigetti e cerchi di spingere noi al rifiuto.
    Le tue domande osano mettere il peccato e la spinta a peccare nella bocca, nel volere e nelle azioni di Dio e subdolamente incitano chi ti legge alla ribellione e al rifiuto di un Dio che secondo te avrebbe creato il Serpente con lo scopo di tentare e far perdere l’uomo e neghi il libero arbitrio di Lucifero e quello di Eva e Adamo. E vorresti comodamente negare, le tue scelte di vita, il tuo libero arbitrio accollando i tuoi peccati alla responsabilità del tuo Demone Custode, che non può obbligarti al male che invece volontariamente tu scegli di compiere.
    Risponderti:
    – è inutile per la presunzione che ha riscontro nella tua miseria spirituale;
    – è darti importanza che non hai e non meriti;
    – è concedere ulteriore tempo al tuo subdolo gioco, levandolo alla giustizia che ti aspetta per procrastinarla o eluderla con un verdetto di dispossenza mentale mentre la tua malattia è solo di ordine morale.
    Una cosa, una frase però ti appartiene e di fatto ce la riproponi col tuo biforcuto articolo, un inganno preso dal tuo demone interiore, poichè è regola che l’omicida torni anche solo figurativamente sul luogo del delitto:
    ‘Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio’.
    Invece a seguire te, noi moriremo per sempre!
    Liberamente cioé senza costrizione, ossequieremo i Dommi, la Legge di Dio, aderiremo ai Comandamenti non tanto per obbligo ma come giusti inviti al bene e con la Grazia respingiamo te e il tuo sulfureo amico perchè, liberi di amare, noi vogliamo amare Dio al di sopra di tutto.
    Vade retro falso matto!

    • Adriana 1 ha detto:

      Toh! un altro che si crede Dio, ma che, nell’affannarsi a portare fascine al rogo del condannato, rischia di ustionarsi con quello che è il peccato peggiore: quello di superbia!

      • Fritz ha detto:

        Se è peccato denunciare chi offende Dio e insinua che voglia il Male delle Sue creature cosa ti sarà addebitato a te, aspide del blog, che appoggi la sua bestemmia? Il rogo non è per questa vita ma per quella eterna e non io ma tu Adrianella lo alimenti giustificando chi denigra l’Altissimo.

    • il Matto ha detto:

      Eppure avevo avvertito i farisei che l’articolo non faceva per loro. Ah … l’irresistibile impulso dei ciecati dalla trave!

  • Adriana 1 ha detto:

    Ma, infatti, carissimo il Matto,
    hai sviscerato punto per punto le contraddizioni insite nel Genesi. Hai trascurato soltanto la “stranezza” data dalla presenza dell’albero della vita al centro dell’Eden- quindi, dovrebbe supporsi, nella posizione più importante-. Quello della conoscenza- che invece, a motivo della proibizione appare il più importante- non si sa dove sia collocato-; come appendice a questa “stranezza”- si rileva il fatto che la proibizione- a priori- di mangiare i frutti dell’albero della vita NON ESISTE proprio. L’Elohà si era distratto? Soffriva di smemoratezza? Era stanco per il troppo lavoro? Si era confuso? Fatto sta che se ne preoccupa in ritardo…appena in tempo per evitare che la coppia (con i suoi futuri eredi) faccia concorrenza alla vita privilegiata degli Elohim. (Tanti? Pochi? Uno?).
    Né li uccide subito- come da minaccia- li lascia vivere per centinaia di anni…MA, cerchiamo di essere giudiziosi: se Adamo ed Eva avessero mangiato i frutti dell’albero della vita, trasmettendo la loro eternità ai discendenti, la sfera terracquea, oggi, sarebbe zeppa di umani vecchi e vecchissimi, ma ancora in grado di prolificare- come i progenitori e i patriarchi- : una vera tragedia!
    Ma per fortuna, nella Bibbia di Gerusalemme esiste la nota che avvisa che tale racconto deve essere considerato mitico e non realistico. Insomma, da considerarsi pari all’Atrahasis e all’Enuma Elish ( Sumeri, Assiri, Babilonesi ). Ultima “consolazione”: in nota alla Torah (Pentateuco) ebraico, viene specificato che Adamo ed Eva sono da ritenersi i progenitori solamente ed esclusivamente della casa di Israele. E gli altri? Che siano trascurabili Goym…ci sarebbe ancora tanto da scrivere sugli argomenti da te evidenziati: sarà per la prossima volta, riconoscendoti la benemerenza di aver introdotto in questa sede il problema della teodicea. Era ora.

    • il Matto ha detto:

      Bell’intervento. Temo, però, che questa “introduzione” non avrà seguito visto che “il dogma è un esplicito divieto di pensare” e la speculazione del Mito fa rizzare il pelo ai farisei.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Il Matto…OK.,
        ma lasciami almeno aggiungere un’ultima ciliegina sulla torta che si mangiava nell’Eden.
        Vediamo che lo/ gli Elohim
        decidono di estromettere l’Ish e la Ishà ( il maschio e la femmina ) dall’Eden affinchè non venga loro l’illuminazione di mangiare del frutto dell’Albero della Vita perchè allora- afferma il Signore- diverrebbero “come noi Elohim”: immortali! Questo, per me, significa chiaramente che Adamo ed Eva NON erano stati fabbricati immortali, ma mortali: quindi la morte non è dovuta al peccato originale dell’uomo,( come verrà a sostenere Saulo/Paolo ) bensì era già contemplata nella fabbricazione originale dei progenitori da parte del/ degli Elohim stessi.

    • giovanni ha detto:

      Adamo ed Eva erano immortali prima che mangiassero dall’ albero della conoscenza. Il peccato e’ di orgoglio generante disubbidienza ( come lucifero ) per cui la punizione fu la mortalita’ loro e della progenie.

      • il Matto ha detto:

        Scusi, Giovanni, ma allora l’Albero della Vita che ci stava a fare nell’Eden?

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Il Matto,
          doveva trattarsi di una pianta ornamentale che serviva a rendere più gradevole alla vista (e, si spera, anche all’olfatto) quell’eccentrico zoo forzatamente ammassato nel Gan Eden (= luogo recintato e protetto)!… Ma tutti questi pasticci di stampo manicheo su Lucifero da una parte e Elyòn dall’altra (nonostante Is.: 45-7) sono il frutto della lunga, faticata, complessa e contradditoria costruzione cui dedicarono le proprie energie intellettuali numerosi teologi cristiani nel tentativo di “razionalizzare” il SACRO.
          Infatti, cosa c’è di più incongruo del definire la “caduta” di Adamo una “felix culpa” (Ambrogio e Agostino) in quanto, solo essa, avrebbe “costretto” Dio a “indurre” suo Figlio ad incarnarsi- nonchè a morire sulla croce- in favore di una umanità che- però d’altra parte-. si merita tutti i mali possibili perchè costituita da un turpe insieme di “massa dannata” (Agostino)? E perchè mai la crocifissione doveva teologicamente rigenerare tutti gli abitanti della terra quando più volte lo Yeshua dei vangeli afferma di esser stato mandato soltanto per le pecore sperdute del popolo di Israele?(Mt. 15:24-25)?
          In netta contraddizione con quanto sopra riportato si esprime invece lo stesso Yeshua nel vangelo di Marco (16:15-18):
          ” Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura; chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto sarà condannato.” Peccato che questi versetti appartengano al Vangelo “lungo” di Marco; rappresentino quindi una aggiunta redazionale successiva. Già da questi pochi esempi si potrebbe concludere che i misteri della teologia -diventata Dottrina- superano di gran lunga quelli della Fede.

        • Giovanni ha detto:

          Girerò la domanda a Colui che l’ ha piantato.

  • Gabriela ha detto:

    Caro Matto,
    Secondo quanto insegnato dal Catechismo della Dottrina Cristiana i veri cristiani non hanno opinioni personali. Ma semplicemente PROFESSANO LA DOTTRINA DI CRISTO.⬇️
    CAPO VI
    Chiesa Cattolica – Comunione dei Santi.
    *105. Che cos’è la Chiesa?

    La Chiesa è la società dei VERI CRISTIANI cioè dei battezzati che PROFESSANO LA FEDE E DOTTRINA DI GESÙ CRISTO, partecipano a’ suoi sacramenti e UBBIDISCONO AI PASTORI STABILITI DA LUI.

    https://www.museosanpiox.it/sanpiox/catechismodottrinacristiana3.html

    ORA, pongo io una domanda:
    se il mondo va verso la sua auto-distruzione, non è forse perché sono troppo pochi i veri cristiani che riconoscono e obbediscono all’ ultimo vero papa stabilito da Cristo: Benedetto XVI?

    Il quale, da legittimo ultimo Capo della Chiesa, di fronte alla quaresima della grande impostura massonica in corso, ci ha indicato col suo esempio, la giusta via per far risorgere la Chiesa e il mondo….e cioè celebrando fuori delle strutture occupate dai nemici scismatici seguaci dell’antipapa jmb?

    • il Matto ha detto:

      Gentile Gabriela,

      prendo atto del suo sorvolare sulle sfilza di domande che ho proposto, dato che la dottrina glielo impedisce.

      E non mi dica che non l’avevo avvertita! 😊

      Lei si attiene al divieto esplicito di pensare, ed io la rispetto in tutto e per tutto (e non sto scherzando).

      Di conseguenza, mi sentirei autorizzato a non rispondere alla sua domanda circa i “pochi veri cristiani”, ma lo faccio volentieri con un’altra domanda inevitabile:

      non sarà che i veri cristiani sono pochi, e saranno sempre più pochi, perché la modalità con cui viene proposta (o imposta?) la dottrina è ormai obsoleta?

      Lei è convinta che ferreo dogmatismo e implacabile legalismo siano le chiavi per aprire i cuori? Io proprio no!

      In ultimo, voglia perdonare la mia impertinenza:

      questo idolatrare Benedetto XVI (non solo da lei) non le sembra un po’ esagerato? E ciò senza tenere conto dell’indubitabile ecumenismo che traspare dagli scritti assai raffinati del medesimo, e confermati dalla sua partecipazione all’incontro ecumenico di Assisi dell’ottobre del 2011. Certo lei ricorderà il famoso messaggio conclusivo:

      “Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!”.

      Cordialmente.

    • giuseppina ha detto:

      Il quale Ratzinger in combutta con Wojtyla, non si fece alcuno scrupolo a cancellare il Limbo dei bambini nel catechismo da lui promulgato. In sfregio di 2000 anni di TRADIZIONE, di S.Agostino e del Catechismo di Pio X. Viva la tradizione (?).

      • Gabriela ha detto:

        Matto e Giuseppina :
        I veri cristiani obbediscono ai papi stabiliti da Cristo.
        Ma, dalle vostre risposte, mi rendo conto che chi è scismatico o fuori della chiesa, non solo si permette di “giudicare” Cristo, giudicando il Papa che con Cristo forma un unico Capo della Chiesa Cattolica…

        Ma sopratutto. non è in grado di capire che, se il mondo va verso la sua auto-distruzione, è perché sono troppo pochi i veri SACERDOTI e fedeli cristiani che riconoscono e obbediscono all’ ultimo vero papa stabilito da Cristo: Benedetto XVI.

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