L’Immenso – e Ben Celato – Potere della City of London nella Politica Mondiale. Vincenzo Fedele.

11 Marzo 2025 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione un piccolo saggio sul cuore finanziario del mondo. Per comodità di lettura il lavoro è stato diviso in quattro parti. Buona lettura e condivisione.

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Londra e la City of London – Parte 1

Si parla, almeno ne parlo io, (vedi qui), degli gnomi della City di Londra, ma molti non sanno cosa siano.

La City of London è la capitale finanziaria del mondo, con circa 8 .000 abitanti.

Non è un errore di battitura. E’ solo un numero soggetto ad errori perché, in assenza di numeri ufficiali mai aggiornati, qualcuno dice che siano circa 7 mila mentre altri si spingono sino a 10 mila.

Non è un errore perché, contrariamente a quello che pensano coloro che hanno studiato, la “City of London” NON è la traduzione de “la Città di Londra”.

Sono due cose totalmente differenti e non hanno nulla da spartire, a parte nome e collocazione geografica.

La City of London è un insediamento di circa un miglio quadrato, posto al centro della Città chiamata “Londra”, zona del “ponte dei frati neri” dove venne trovato impiccato Roberto Calvi, e questa omonimia crea in effetti parecchia confusione.

Le due “Londra” hanno municipi separati, sindaci separati, tasse separate, polizie separate ed anche Leggi separate. La City of London, che nel seguito chiameremo semplicemente City, è quasi uno Stato nello Stato con una propria bandiera ed un proprio stemma. Quel “quasi” è la chiave di tutto, con una separazione ed un’integrazione che la rendono unica al mondo.

Qualcuno, invece di “City” la cita come “The Crown Corporation”, cioè “La Corona”, la vera Corona inglese, ma noi evitiamo confusione ulteriore e la chiameremo semplicemente City.

Quando si parla di “ The Lord Mayor of the City of London” non si parla del Sindaco di Londra, ma del capo esecutivo della City su cui il Sindaco di Londra, “Mayor of London”, che guida la “Grande Londra”, non ha giurisdizione.

La City ha una propria forza di polizia, la “City of London Police”, separata dalla “Metropol Police Service” che ha giurisdizione sul resto della Grande Londra.

La City of London è anche più vecchia, di qualche centinaio di anni, del Regno Unito.

La City possiede edifici e terreni, per centinaia di miliardi di Sterline, anche fuori dai confini della City, compreso il Tower Bridge, su cui c’è lo stemma della City, ma questa ricchezza, in miliardi di Sterline, è poca cosa rispetto al flusso giornaliero di fondi, al potere e all’immunità che la City dispiega con la “separazione”.

Questa “separazione” porta in dote i germi di tutto quello che oggi è pensabile rispetto al malaffare, partendo da esenzioni fiscali da paradiso fiscale a riciclaggi e molto ma molto altro.

La City, infatti, è il più grande e occulto, pur se conosciuto da tutti, paradiso fiscale del mondo, ma questa è solo la punta dell’iceberg perché ci sono sospetti fondati di molto peggio sia a livello finanziario (riciclaggio, traffici valutari di droga, traffico d’armi …) che di ricatti politici sino ad arrivare a delitti e istigazione a delinquere con omicidi di capi di Stato e di Governo in giro per il mondo.

E’ bene, quindi, dividere la nostra trattazione in parti distinte: Come si è arrivati a questo e come sia possibile che oggi continui nel silenzio generale; quali distorsioni provoca a livello economico, fiscale e finanziario; quali altri retroscena sconosciuti si sono consumati e si consumano all’ombra di tanta illegalità; quali sono gli intrecci politici che consentono e coprono tutto questo.

Per capire come sia possibile vediamo come si è arrivati ad avere due Londra, una all’interno dell’altra, legalmente separate e quasi indipendenti.

Quando i romani, oltre 2.000 anni fa, sbarcarono in Gran Bretagna, si scontrarono con un gruppo druidico vicino al Tamigi. Li sbaragliarono fondando un avamposto, che chiamarono Londonimium, sulle sponde del grande fiume. I romani, come sempre, imposero le loro Leggi e commerci e, oltre a costruire, strade, ponti, templi e bagni pubblici, a difesa e protezione dell’insediamento costruirono mura difficili da espugnare.

L’espansione portò i romani sino ai confini dell’attuale Scozia ed anche li, a difesa dei territori, costruirono un muro ben più possente che esiste tuttora: il Vallo Adriano.

Il muro di Londonimium non esiste più, ma fece egregiamente il proprio lavoro difendendo le popolazioni che doveva proteggere, permettendo loro di commerciare, espandersi e arricchirsi soprattutto da quando, più di mille anni fa, divenne il rifugio degli “ebrei” Khazar sfuggiti allo sterminio della Khazaria, che non è una zona della Palestina, ma dell’Asia centrale.

Sui Kazari si dovrebbe dire molto, sulla loro “conversione” all’ebraismo, pur lontani dalla Palestina e non avendo nulla in comune con gli ebrei, sino ad arrivare alla fondazione di Israele, ma non è questa la sede.

Quando Guglielmo il Conquistatore, mille anni dopo i romani e circa mille anni or sono, giunse in Gran Bretagna, dovette combattere i cittadini di Londonimium, diventati intanto ricchi, potenti e protetti dalle mura ancora attive. Guglielmo, non riuscendo a batterli, dovette accettare di riconoscere i privilegi cui erano abituati in cambio del loro riconoscimento come nuovo Re.

Fuori da Londonimium il Re costruì altre torri fortificate sia a difesa da azioni ostili dei “londinesi” sia per difendersi da attacchi esterni, non ultimi i Vichinghi.

La “City” divenne quindi un posto speciale, sempre più forte e ricca. I nuovi monarchi costruirono attorno una nuova città, Westminster, che è stata sempre più ampliata sperando che la sorgente ricchezza esterna, data dal Tamigi e dall’incremento dei commerci, potesse eguagliare e superare l’insediamento originario per incorporarlo, infine, in un’unica entità.

Westiminster crebbe a dismisura ed inizia così la nuova Londra che incorpora tutte le città vicine e circonda la City che pure rimane separata e cinta ancora dalle possenti mura.

Nel 1215 viene redatta quella che è tuttora conosciuta come “La Magna Charta”.

L’impopolare Re Giovanni, per fare la pace con i nobili che gli si sono rivoltati contro, deve sottoscrivere la “Magna Charta Libertatum” redatta dall’Arcivescovo di Canterbury, che limita i diritti della Corona, garantisce e tutela di diritti della Chiesa, protegge i civili dalla detenzione, limita di diritti di tassazione dei nobili, ecc. Nè il Re ne i nobili mantennero la loro parola ed iniziò la “Guerra dei Baroni”. Nei decenni successivi viene ripubblicata e ricontestata finchè, con il succedersi dei monarchi, nel 1297 Re Eduardo I la conferma come Legge statutaria dell’Inghilterra influenzando in seguito anche le colonie americane che ne adottarono i princìpi come base della Costituzione dei nascenti Stati Uniti nel XVIII secolo.

Già alla fine del 1300 diverse clausole della Charta non erano più utilizzate perché ininfluenti o sorpassate da nuove Leggi più moderne e nel XV secolo cessò di occupare un ruolo centrale nella vita politica inglese.

Nel XIX e XX secolo quasi tutte le clausole della Magna Carta furono abrogate (tasse, diritti di caccia, di pesca, di navigazione, gestione delle foreste,ecc.) e lo storico documento rimane idolatrato più come icona dei principi di libertà, calpestati sia dai Re che dai Baroni, che per reale valore applicabile ai giorni nostri.

Restano tuttora in vigore, anche nell’ultimo aggiornamento giuridico del 2022, tre sole clausole della versione finale del 1297: la 1, la 9 e la 29. E’ bene precisare che nelle clausole dalla 9 alla 11 veniva affrontata la questione dei debiti, con particolare riferimento alla disciplina verso gli usurai ebrei (Khazari) che molto preoccupavano i Baroni e che, per tradizione, erano sotto la protezione del Re.

La n. 1 garantisce la libertà della chiesa inglese, compresa la libertà di scegliere i propri Vescovi senza interferenze della corona.

La n. 29 garantisce che nessun uomo libero sarà arrestato, multato, esiliato o molestato …… se non per giudizio legale dei suoi pari.

La n. 9, quella che interessa noi, precisa che “La City di Londra abbia tutte le sue antiche libertà e le sue libere consuetudini sia per terre che per acque …….”.

Le prerogative della City, quindi, derivano da eredità storiche che, per quanto sembrino incongruenti e fuori dal tempo, sono attive e non rimovibili se non dopo modifica della clausola citata che, per essere modificata, deve ottenere l’approvazione della City stessa e che “pacificamente” non arriverà mai.

Chiarita la genesi storica, da cui derivano le anomalie odierne, vediamo come questa anomalia opera nel concreto e quali sono le conseguenze.

La gente, quindi, cominciò a chiamare “Londra” l’intera area urbana, compresa la City. Il muro fu eliminato e Westminster diventò uno dei quartieri londinesi. Il nome di “Londra” divenne ufficiale quando il Parlamento inglese unì le città in un unico municipio con un Sindaco che, come detto, non ha potere sulla City le cui regole e tradizioni differenziano l’enclave ebraica dal resto del Paese e sono uniche al mondo.

La City non è uno Stato indipendente, come ad esempio San Marino o la Città del Vaticano all’interno di Roma, ma vive questo rapporto ibrido di Stato nello Stato, non indipendente, ma separato da esso e governato da circa 800 anni dalla “The Crown Corporation” che ho già ricordato.

Nel web ci sono centinaia di articoli riferiti alla City, compreso Wikipedia, che in parte citerò nel seguito, con pareri scritti nero su bianco. Molti riferiti a fatti quasi mai verificabili con reali riscontri anche perché, se operi in modo professionalmente illegale, non lasci tracce e riscontri verificabili. Uno dei più interessanti è di Larry Romanoff che, con linguaggio colorito, illustra i fatti che descrivo e cita aneddoti interessanti.

Ad esempio dice che, mentre conduceva ricerche sulla City, si è imbattuto in un avviso che avvertiva che “La City di Londra non è uno stato sovrano”. Dopo è stato bombardato da una serie di siti di “verifica dei fatti” e di “lotta alla disinformazione” che lo rassicuravano che la City NON è un qualcosa di indipendente.

Il suo commento sarcastico è che non c’è segno più certo che siamo su qualcosa di importante di quando 25 siti web ebraici saltano fuori dal nulla per dirci “Non c’è niente da vedere qui”.

La City ha diversi poteri e controlli sui porti del Tamigi, ma non un proprio porto. Se l’avesse la City potrebbe importare ed esportare prodotti di qualsiasi tipo, compresi valuta, metalli preziosi, cocaina o persone, senza il permesso e persino senza la conoscenza della dogana, del Governo e dell’Immigrazione del Regno Unito. Può farlo tramite la supervisione degli altri porti, ma forse non ne ha neanche bisogno.

La City è la sede della Banca d’Inghilterra e delle principali banche mondiali, molte conosciute e altre di cui non si sente mai parlare. Sede delle principali società assicurative mondiali, ad iniziare dai Lloyd’s di Londra. E’ la sede della ex Compagnia britannica delle Indie che è sempre stata una società ebraica Khazara fino al suo scioglimento, nel 1874, ed i cui archivi, ad oltre 150 anni dal suo scioglimento, sono tuttora segreti ed ignoti al mondo.

Non è inutile ricordare che la “Compagnia delle Indie” è quella che gestì la potenza inglese in tutti i continenti, fondò Hong Kong e Singapore, gestì la prigionia di Napoleone a Sant’Elena ed anche la rivolta del Tea Party di Boston, che portò alle guerre d’indipendenza americane ed alla fondazione degli Stati Uniti.

La vera Corona inglese è sempre stata, fin dalla sua fondazione, oltre 800 anni or sono, la Corporazione della City e non il Re, o la Regina, d’Inghilterra che sono sempre stati figure rappresentative per conto della Corporazione che domina il Parlamento inglese ed ha autorità sui Primi Ministri.

Per garantirsi questa continuità sottotraccia, infatti quasi mai si parla del potere reale della “Crown Corporation”, la City ha creato al proprio interno oltre 100 diverse organizzazioni, quasi tutte “filantropiche”, e più di 1000 persone sono impegnate a garantire, oltre questa continuità, anche la segretezza e lo status esentasse per le attività della City che fanno risparmiare loro miliardi ogni anno.

Molti articoli giornalistici si sono interessati a questi aspetti, in particolare del “The Guardian”, e sembra che la City spenda annualmente oltre 100 milioni di Sterline per queste attività che, oltre ad inviti a pranzi e cene alla rinomata e opulenta Guildhall, comprendono corruzione e soddisfazioni sessuali di politici e portaborse del Regno Unito. Lo stesso edificio “Guildhall” è simbolo di potere e l’aria che si respira è descritta, anche dagli ospiti di alto rango, come “inebriante”.

In breve per quasi mille anni la City of London Corporation ha resistito ad ogni tentativo di Legislatori, Monarchi e Governi di limitare la loro influenza e frenare la loro ricchezza e potere, tanto che in molti dicono, sottovoce, che sia la Corporation a controllare lo Stato britannico, e non viceversa.

La City ha, quindi, uno status politico unico, retaggio medievale e del periodo anglosassone e divenne “quasi” uno Stato sovrano nel 1694 quando il Re Guglielmo III d’Orange accettò la Banca d’Inghilterra, fondata dai Rothschild, all’epoca già banchieri del Vaticano e che oggi governano il mondo.

L’Inghilterra era stata sconfitta dai francesi nella guerra della Lega di Augusta. Lo Stato doveva essere rifondato, compresa la flotta, ma il Re non aveva il credito per un prestito di oltre un milione di sterline dell’epoca. Il progetto di fondazione della banca prevedeva la gestione privata del bilancio dello Stato e del debito pubblico a fronte della concessione di stampa di carta moneta.

Solo nel Marzo del 1946 il primo Ministro Attlee, che citerò di nuovo nel seguito, nazionalizzò la banca che divenne proprietà del Tesoro inglese.

Durante gli anni ‘90 del secolo scorso si parlò molto di una nuova privatizzazione della banca, ma tuttora non si ha notizia certa se tale privatizzazione sia stata attuata o meno. Quello che è certo è che i vertici bancari sono comunque nominati dai Rothschild e che la Banca d’Inghilterra detiene la proprietà della Federal Reserve americana.

C’è una foto emblematica che mostra un giovanissimo principe Carlo, adesso Re Carlo III, che viene colpito al petto da Evelyn de Rothschild estremamente compiaciuto del proprio gesto da bullo. Rothschild che si permette di bullizzare il futuro Re d’Inghilterra con un gesto che si può accettare solo nei confronti di un proprio sottoposto trattato con disprezzo.

Rothschild sa bene che la famiglia reale è solo un accettabile fastidio ed un comodo paravento pubblico, ma niente di più. Il Re d’Inghilterra non può neanche accedere nella City, e nella zona di lavoro di Rothschild, senza un espresso permesso ufficiale emesso sotto forma di “invito”.

Il potere dei Rothschild supera di centinaia di volte quello del Re inglese, sia come ricchezza che come influenza politica e finanziaria, compresa quella sul Parlamento inglese e sulla stessa opinione pubblica del Regno Unito e del mondo intero.

Se pensiamo che oltre l’80% dei mass media mondiali sono di proprietà della City, per non dire dei Rothschild, si comprende meglio come anche l’opinione pubblica sia soggiogata alle decisioni della Corporation. Con gli stessi metodi e dalla stessa fonte sono soggiogati anche i politici di tutto il mondo.

Nei media sono compresi i social media, vale a dire i vari Facebook, Instagram, Google, Wikipedia ecc. e si comprende meglio la lotta intorno a Tik Tok o a Twitter, oggi “X”, di Musk vedendo chiaramente quanto sia di vitale importanza il controllo della narrazione standard della propaganda sugli avvenimenti.

Limitandoci, al momento, al solo Regno Unito non possiamo dimenticare le campagne devastanti sulla famiglia reale per squalificare Harry, che già lavora benissimo nel farsi male da sé, controbilanciato dalle campagne pro o contro il Principe William, Principe del Galles, e di sua moglie Kate, periodicamente mortificati o santificati, ultimamente utilizzando il tumore di Kate.

Queste campagne fanno il pari con le altrettanto incomprensibili campagne giornalistiche a favore dell’abolizione della monarchia che emergono all’improvviso senza motivi o causa apparente, per poi, altrettanto improvvisamente, sparire senza lasciare traccia.

Campagne che sfruttano tutti gli scandali e scandaletti con il contorno che ormai la monarchia è inconcepibile, la famiglia reale è una spesa inutile, una appendice superflua del Governo eletto, ecc. Queste campagne spariscono altrettanto misteriosamente come sono comparse e tutti i giornali, all’unisono, chiudono i propri attacchi.

Questi “incidenti” NON sono notizie o gossip e neanche prove di democrazia progressista o in qualsiasi altro modo si vogliano chiamare. Sono “avvertimenti” periodicamente lanciati dagli gnomi della City ai regnanti tramite i media controllati, un “promemoria” per ricordare a chi di dovere che loro possono manovrare a piacimento anche la cittadinanza, oltre ad avere l’influenza per far eventualmente approvare dal Parlamento una qualche Legge che abolirebbe o scioglierebbe la monarchia. La famiglia reale non finirebbe, in ogni caso, ghigliottinata, o fucilata come gli Zar, non rimarrebbe neanche nell’indigenza o costretta a vivere sotto i ponti. Verrebbe soltanto emarginata, disoccupata e resa innocua e impopolare con qualche scandalo, reale o costruito non ha importanza.

Al momento sembra che alla City faccia comodo la facciata di rispettabilità dei Windsor e, nonostante il decesso di Elisabetta e la salita al trono dell’insignificante Carlo III, o forse proprio per questo, anche gli scandali e i retroscena prospettati da Henry vengono messi a tacere.

Qualcuno si spinge, provocatoriamente ma non tanto, ad ipotizzare un assalto al miglio quadrato con missili ed artiglieria per demolire completamente la City senza lasciare pietra su pietra ed uccidere tutto quello che si muove all’interno, nella speranza che eliminando la testa anche il resto della piovra muoia.

Lo stesso “The Guardian” arriva, più sobriamente, ad affermare che “Ridurre le dimensioni della città è l’unico modo per impedire ai criminali mondiali di prosperare nel Regno Unito”.

In realtà una soluzione quasi indolore ci sarebbe, qualora Re Carlo III avesse gli attributi per attuarla, ed il terremoto arriverebbe immediatamente dopo.

Basterebbe che avesse la determinazione ed il coraggio di presentarsi davanti al proprio popolo ed al mondo intero in una dichiarazione alla TV, senza anticipare il contenuto dell’annuncio, altrimenti lo bloccherebbero, per spiegare tutto alla gente in modo semplice e comprensibile, ma questo è un sogno.

Forse, ma quasi sicuramente è una mia illusione, ci sta pensando qualcun altro: Donald Trump.

Riflettevo sui motivi veri (vedi qui) della sceneggiata alla Casa Bianca in mondovisione, visto che in fondo non era necessario zittire ed umiliare Zelensky a quel modo. Ho parlato, in quel contesto, del messaggio forte che, a mio parere, Trump ha inviato agli gnomi della City.

Ecco, penso che il discorso che Carlo III non fa, lo abbia fatto, tra le righe, Trump.

Questo potere immenso, che abbiamo solo sfiorato descrivendo la provenienza e la prassi attuale, ha notevoli conseguenze nel campo economico e politico che vedremo nelle parti successive.

(Continua)

Vincenzo Fedele

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3 commenti

  • andreottiano ha detto:

    Articolo molto coraggioso!

    C’è un’unica regia che ha interesse ad accendere le micce sperando che esplodano i candelotti accumulati negli arsenali.

    La regia spinge la propaganda e costringe, ricatta, minaccia e uccide. Ha i soldi per pagare i sicari di cui si serve.

    I soldi li fa perché gioca con la finanza, da tempo non più termometro dell’economia, ma leva di comando di ogni politica sociale o industriale.

    I famosi mercati…

    Sono una bolla colossale sul punto di esplodere. Vanno sgonfiati. Serve un miracolo, ma c’è chi conosce la valvola: aperta quella pffffffffffff… si sgonfia.

    Chi ha le idee chiare dispera gli abitatori delle nebbie e delle fumisterie. Basta un venticello leggero e costoro sono alla luce del sole. Finalmente identificabili e inequivocabilmente responsabili delle azioni dei loro burattini sacrificati da anni all’esecrazione e ai valori democratici delle campagne elettorali e dei programmi politici.

    Pfffffffffffffffff pure loro.

  • Mimma ha detto:

    Ben celato non direi.
    Tutti sanno che la testa del serpente sta lì. Ne hanno terrore e orrore.
    Non c’è il piede che possa schiacciarla.
    O meglio.
    C’è.. Non è di questo mondo. E lo vedremo in azione se avremo fede.

  • laura cadenasso ha detto:

    GRAZIE !!!

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