Trump, Zelensky, Chi lo Manovra, e i Guerrafondai Inglesi…Vincenzo Fedele.
6 Marzo 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo fedele, che ringraziamo di cuore, offre ala vostra attenzione queste riflessioni sulla situazione geopolitica con riferimento particolare all’Ucraina. Buona lettura e condivisione.
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Trump – Zelensky e i guerrafondai inglesi
La lotta dell’oligarchia londinese contro Trump sta arrivando al momento cruciale ed in quest’ottica deve essere inquadrata la sceneggiata in mondovisione di Trump e Zelensky.
Mi sono subito chiesto i motivi (quelli veri) della diatriba alla Casa Bianca. Cioè, cosa è veramente accaduto e perché, visto che non era necessario umiliare Zelensky a quel modo con Trump che, da uomo più potente del mondo, fa quasi la figura del bullo di quartiere.
Vorrei non essere frainteso: penso che Zelensky meriterebbe molto peggio per tutto quello che ha fatto come burattino di Biden, degli inglesi, di Macron e dei burattinai che hanno puntato, e continuano a puntare, tutto sulla guerra planetaria.
Una sceneggiata simile non era mai stata fatta, nella storia, a favore di telecamere e in diretta mondiale.
Sia Macron che Starmer sono stati presi a calci nel fondo schiena durante la loro visita alla Casa Bianca e rimandati a casa a mani vuote, ma non davanti alle telecamere.
Trump non era neanche andato ad accogliere Macron all’ingresso, al suo arrivo, come si conviene ad un Capo di Stato, e tutto il mondo ne aveva parlato. Ma gli schiaffi morali sono volati nelle stanze ovattate e nei segreti dello studio ovale.
Trump aveva invece accolto Zelensky all’ingresso e, dopo i colloqui, poteva rimandarlo a casa a mani vuote, lasciandogli anche spazio per una calata di braghe totali, ma con dignità.
Invece, caso praticamente unico, i colloqui sono iniziati alla presenza dei giornalisti ed a telecamere accese. Deve essere accaduto qualcosa che ci sfugge o che è talmente evidente da essere invisibile.
Inutile cercare indicazioni dai media prezzolati. Incensano o condannano a prescindere senza farsi domande che presumerebbero l’uso di un cervello autonomo in grado di ragionare. Se non ti fai domande e non cerchi risposte, ti limiti a fare il passacarte di veline delle agenzie.
Le ipotesi su cui ragionare partono dall’idea, largamente sponsorizzata, che Trump è un bullo che ha attirato Zelensky in una trappola. L’altra idea, anche questa avanzata da pensatori a pagamento, è di una pantomima preparata a tavolino fra i due.
Ritengo che nessuna delle due ipotesi sia realistica.
Trump non avrebbe interesse a bullizzare Zelensky, anzi, per i propri obiettivi gli serve uno Zelensky nel pieno dei poteri (scaduti da tempo) e riabilitato agli occhi del suo stesso popolo, che invece non lo stima proprio ed è esausto dopo tre anni di guerra e di patimenti.
Ancora meno credibile è l’ipotesi della sceneggiata costruita a tavolino ed offerta al mondo come reale. Non ha senso per nessuno dei due protagonisti. Trump non ha necessità di mostrarsi superiore, tanta è la sua superiorità reale, come uomo, istituzione e rapporto fra Stati. Zelensky non vuole essere messo in un angolo o alla berlina, quindi non si sarebbe prestato al teatrino.
Scartate queste due ipotesi occorre vedere l’intero incontro. Non si può valutare un dibattito di 50 minuti riducendolo ai 30 secondi che girano per il mondo scatenando i fan pro o contro.
Il colloquio inizia cordialmente con Trump che elogia Zelensky : “è un onore avere qui il Presidente Zelensky, ci conosciamo da molto tempo. Abbiamo lavorato bene in passato e continueremo a farlo. Apprezziamo il suo lavoro. Abbiamo parlato con Putin e siamo pronti a una negoziazione”.
Zelensky ricambia ma, pur elogiando Trump, dice che se riuscirà a fermare Putin quest’evento dovrebbe essere affisso sui muri della Casa Bianca.
Questo esordio già depone male e, oltre a svalutare l’azione di Trump, fa capire che crede poco nella riuscita dell’impresa pacificatoria. Se non si può fermare Putin rimane solo la guerra.
Zelensky prosegue mostrando a Trump, ma in realtà alle telecamere, foto di prigionieri ucraini per sottolineare la cattiveria di Putin, come se Trump conoscesse poco della guerra e della situazione locale. Poi rimprovererà anche Vance chiedendogli se sia mai stato in Ucraina. Come dire: cosa ne sapete voi dei nostri problemi.
Trump rimane sulla linea del “lavoreremo per il cessate il fuoco” mentre Zelensky insiste a dire che sarà impossibile, perché Putin non manterrà la parola. Trump ribadisce che Putin, con lui, la parola la manterrà.
Uno Zelensky collaborativo, e che avesse fatto i compiti a casa, a questo punto avrebbe ringraziato e avrebbe detto che si fidava dell’operato del Presidente USA ottenendo anche due piccioni con la classica fava. Avrebbe esaltato la fiducia nel padrone di casa e nell’America ed avrebbe potuto scaricare, in futuro, tutti i problemi che si dovessero frapporre o sacrifici da fare, anche territoriali, sulle spalle di Trump.
Purtroppo Zelensky continua sulla stessa riga e dice che anche con Trump, in passato, Putin non ha mantenuto la parola. Sottolinea che per ben 25 volte Putin ha firmato accordi senza rispettarli.
Prima di andare avanti fermiamoci un momento per capire cosa sta accadendo.
In passato Zelensky si era sempre presentato come vittima (foto dei prigionieri maltrattati), e Biden aveva sempre chiuso il discorso erogando altri miliardi di aiuti, altre armi e altre risorse di intelligenze. Stessa scena ha ripetuto su tutti i palcoscenici del mondo, dall’ONU all’Europa ai singoli Parlamenti nazionali ed alle sagre della porchetta dove è stato invitato, senza mai parlare di tregua o trattative, ma solo di vittoria e riconquista dei territori, di democrazia da difendere con altri aiuti. Sempre con il cappello in mano, mai ringraziando per quelli erogati e ricevuti, ma sempre chiedendone altri.
Il giochetto, con Trump, non ha funzionato. Il pragmatismo trumpiano prevede tregua, trattativa e pace duratura, non altre armi e altri aiuti. Se non ti fidi di Trump e dell’America, cosa sei venuto a fare qui? Gli accordi li conoscevi prima di partire. Se non ti vanno bene potevi rimanere a casa tua.
A mio parere i guerrafondai inglesi, supportati dai burattini di Bruxelles e Parigi (Berlino per ora è a parte), avevano inculcato nel comico ucraino la necessità di continuare sulla falsa riga di quanto fatto finora, provocando ancora di più Putin e sperando nell’escalation che finora non c’è stata.
Infatti l’incontro prosegue con un lungo sproloquio di Zelensky che accusa Putin di non volere la pace e che non rispetterà l’accordo con Trump.
Forse non si è neanche reso conto che sta dicendo, a tutta l’America e in diretta mondiale, che Trump verrà preso in giro dai russi. Arriva ad affermare che, siccome la guerra l’ha iniziata Putin, lui dovrà pagare tutti i danni di guerra.
Ricordo nuovamente che Zelensky è da Trump per firmare l’accordo di rimborso, agli USA, degli aiuti che finora Washington ha dato a Kiev in cambio dell’interessamento USA nelle trattative e delle sicurezze che l’America si impegna a dare all’Ucraina.
Già con quella sola frase il colloquio si sarebbe potuto ritenere concluso visto che, se deve pagare Putin, non abbiamo nulla da firmare e possiamo salutarci. Torna a casa ed ognuno per la propria strada.
Invece Trump ha optato per una squalifica ignominiosa, se guardata dal lato umano, ma comprensibile e minimale se intesa, come penso io, indirizzata ad altri non nominati e non nominabili: gli gnomi della City di Londra che, nonostante tutto, continuano a puntare sulla terza guerra mondiale usando come testa d’ariete le istituzioni europee, iniziando dalla Von der Pfitzer, Roberta Metsola, Kaja Kallis, Antonio Costa e giù fino ai vari Governi inglese, francese, polacco, estone, ecc.
Ritengo, cioè, che a questo punto Trump abbia capito bene che Zelensky non è li per trattare di pace e sicurezza, ma per aizzare gli animi, per conto terzi. Trump, a quel punto ha la sola alternativa di smascherarlo e dire chiaramente che punta al prosieguo della guerra, anzi, alla terza guerra mondiale.
E’ eccessivo che Trump, da uomo più potente del mondo, se la prenda con un burattino da quattro soldi e lo ridicolizzi come ha fatto, a meno che il messaggio, indirizzato ad altri debba essere forte e chiaro. Invece il messaggio che il mondo deve percepire, secondo i media prezzolati, è di un bullo che si approfitta del povero malcapitato di turno.
Totalmente diverso, ripeto, è se il messaggio era indirizzato ad altri e conteneva il fatto che tutto il gioco è cambiato, lo scontro è frontale, si smantelleranno gli altarini, non saranno fatti prigionieri.
In ogni caso da questo punto in poi, sono i giornalisti a provocare Zelensky, prendendolo in giro e chiedendogli, ad esempio, perché non indossa un vestito adatto all’evento. Trump addirittura lo difende, anche se sfrutta anche lui l’ironia, dicendo che a lui piace il vestito dell’ospite.
L’incontro si trasforma in “uno contro tutti”. Anche Vance interviene e fa presente che si sta cercando di mettere in campo la diplomazia e che è controproducente affermare che Trump non ci riuscirà. Qui Zelensky entra nel personale e la sua risposta è quella riportata sopra: “che ne sai tu dei nostri problemi”.
Da qui inizia la frana totale con Vance che gli ricorda il suo viaggio in America per fare campagna elettorale a favore di Biden. A questo punto interviene Trump e partono i 30 secondi fatali. Ricorda a Zelensky che sta giocando con la terza guerra mondiale e non ha le carte per giocare a questo gioco. Zelensky fa la sua uscita da guitto e ribatte orgoglioso che lui non è in America per giocare e da profeta fallito annuncia che “anche voi avrete dei problemi anche se avete un oceano …… Trump lo interrompe perché ormai non lo sopporta più : “Non dirci cosa avremo e come ci sentiremo, non sei nella posizione di saperlo”.
Quest’ultima è la parte che ha fatto il giro del mondo.
Due considerazioni finali sulla reazione dei media per influenzare la pubblica opinione occidentale e sulla reazione del mondo anglofono, dell’UE e degli Stati europei.
La reazione dei media, ancora ora a diversi giorni dall’evento, è reticente e sconcertante. Nessuno ha presentato il quadro completo sopra descritto per sommi capi. Quasi tutti hanno rinforzato il clichè di un Trump zotico, bullo e arrogante che tanto fa comodo alle oligarchie anglofone.
L’UE, il Regno Unito e gli Stati europei si sono allineati a questa narrazione e si sono allineati ancora di più al comando di continuare ad affiancare e sostenere il comico ucraino nella corsa verso la sperata terza guerra mondiale che sovverta la realtà odierna predisponendola ad una nuova ripartenza secondo i loro disegni.
Zelensky è stato vittima del ruolo che gli è stato imposto di interpretare e che lui ha accettato. Fare da testa d’ariete per separare l’Europa dalla Russia, sacrificando il proprio popolo e la propria terra, sperando in una reazione inconsulta di Mosca che finora non c’è stata e che, speriamo, non ci sarà in futuro.
E’ stato ingenuo? Arrogante? Presuntuoso? Forse le tre cose insieme e molto di più.
Quello che è certo è che le oligarchie occidentali non possono permettersi di cambiare la narrazione e neanche di cambiare cavallo in corsa.
Allora si inventano investimenti di centinaia di miliardi che l’Europa non ha, di aiuti militari che non possediamo, di invio di truppe di cui non disponiamo, di creazione di un esercito alternativo per cui, con costi economici enormi e che non possiamo permetterci, sarebbero necessari decine di anni, quando il mondo sarà totalmente diverso sa quello che è adesso e con tecnologie militari e da combattimento su cui Russia e Cina sono già adesso avanti di almeno un decennio.
Trump ha, ancora una volta, sparigliato le carte. Deve rimanere in gioco, perché la disperazione degli gnomi della guerra può ancora innescare qualche scintilla per infiammare gli scenari che porterebbero alla paventata terza guerra mondiale finora evitata. Potrebbe chiamarsi fuori e lasciare Ucraina ed Europa al proprio destino, ma fra pochi mesi gli USA sarebbero nuovamente tirati in ballo.
Sa bene ad esempio, come documentato anche da notizie pubblicate da Stilum Curiae, che le terre rare ucraine sono state già accaparrate dal Governo inglese, almeno quelle rimaste dopo le avanzate dei russi e dopo i furti legali di BlackRock, Vanguard e consorelle.
Il segnale chiaro che emerge sono due: che gli aiuti per continuare la guerra sono finiti ma che, comunque, l’America non si chiama fuori e vuole presidiare gli avvenimenti sino alla fine. Non lasciamoci ingannare neanche dalle frasi concilianti che Zelensky è costretto a scrivere sui social. Quella è diplomazia da avanspettacolo per i gonzi che credono ancora nei telegiornali. Non lasciamoci neanche ingannare dall’altra bufala che dice “Me ne vado se l’Ucraina entra nella NATO”. Il messaggio che i media veicolano è che si farà da parte quando l’Ucraina sarà al sicuro, in realtà anticipa la sua uscita di scena, ma confessa anche una verità reale: la sua missione era di far arrivare la NATO alle porte della Russia. Se l’Ucraina entrasse nella NATO sarebbe quasi certa la III guerra mondiale. Gli USA non lo vogliono. Missione non compiuta.
Gli gnomi anglofoni non hanno ancora capito che, nel tempo che rimane all’apertura ufficiale delle trattative, Putin cercherà di arrivare a Odessa e collegarsi alla Transnistria, cosa che finora aveva cercato di evitare lasciando all’Ucraina uno sbocco sul Mar Nero che in futuro non avrà più.
Non ricordano che in transnistria, presidiato da circa di 3.000 militari russi, c’è il più grosso concentramento di armi della storia. Li sono tuttora concentrate le armi pesanti che l’ex Unione Sovietica aveva dislocato fuori dalla Russia, nei paesi del vecchio Patto di Varsavia (Cecoslovacchia, Bulgaria, Polonia, Ungheria, ecc.) da cui sono state in gran prelevate e messe al sicuro li sotto controllo russo.
Non hanno capito che la corsa è finita e sperano ancora di poter cambiare le sorti di una partita già chiusa.
Soprattutto nella City di Londra si attendevano sviluppi che non sono arrivati e, a meno di imprevisti stravolgimenti, non arriveranno. Ma di questo aspetto, che è fondamentale, ne parleremo a parte.
Vincenzo Fedele
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Tag: fedele, trump, vincenzo fedele, zelensky
Categoria: Generale
Il povero Zelesky (si fa per dire, visto che secondo Fortune ha accumulato una ricchezza personale di 600 milioni di dollari, ed ha acquisito prestigiose proprietà in Occidente, non in Ucraina, tra cui un castello dei reali d’Inghilterra e la villa in Toscana di Sting) ha il destino già segnato dagli oligarchi della finanza londinese, suoi complici corrotti, che lo elimineranno per evitare ricatti e scandali. Ha insistito lui per farsi ricevere alla casa bianca, sostenuto da Macron e Starmer, perché Trump non voleva neanche riceverlo, con il pretesto che voleva solo firmare un accordo che avrebbe potuto dare a Trump la possibilità di difendere gli interessi USA in Ucraina, pur sapendo che Zelesky aveva già concesso tutte le risorse del Paese agli Inglesi.
L’incontrò e la foto, subito dopo, con il re d’Inghilterra – che non ha nessun ruolo politico – è un segnale chiaro dato dal capo della massoneria mondiale per sostenere Zelesky al fine di giustificare un piano di 800 miliardi pagato dai cittadini europei, per sostenere gli organismi corrotti – collusi con lo stato profondo democratico – che Trump sta combattendo: CIA, NATO e Pentagono.
Infatti l’Inghilterra sta rilevando in tutto il mondo le persone e le attività licenziate da Trump.
Di che cosa avete paura?
Della Verità.
Solo la Verità poteva dire di non avere paura.
Chi ha guardato bene il filmato dell’incontro ha visto che è stato il dittatore ucraino a provocare spavaldo lo sceriffo. Non c’è stata un’imboscata premeditata contro di lui, ma è lui che è stato mandato là a fare la sceneggiata costata fin qui 800000 vite tra gli ucraini.
Chi è il burattinaio sceneggiatore?
Starmer e Macron stanno facendo solo la parte di quelli apparentemente più importanti e forti di Zele, anche se rischiano di ucrainizzarsi, ucrainizzando i loro paesi. Anche senza le telecamere sono stati ridicolizzati anche loro dallo sceriffo, che non recita, ma è quello che è.
Zelensky è andato negli USA forte di una regia del deep state globale, che negli USA ha una base solida, pur imbottita di Maalox dopo l’insediamento di Trump.
Il mainstream prezzolato da questo potere ombra racconta una versione distorta e semplificata dalla prostituzione intellettuale con cui si mantiene.
I bulli sono solo nel deep state angloamericano e nell’ideologia che affonda nell’odio il proprio afflato. L’UE che non aveva soldi per la Grecia, quella del pareggio di bilancio in costituzione e della scarsità di denaro come credo, adesso avrebbe 800 miliardi per armarsi… Altro che bulli: degli schizofrenici non curati!
Gli facciamo la morale? Li mandiamo dallo psichiatra?
Ritornando alla realtà, è evidente che il deep state è una dittatura e che chi non fa nulla per uscirne ci resta dentro. L’UE e l’UK hanno di queste propensioni, utili a qualcuno che non si palesa, ma c’è. Per vederlo bisogna evitare le sintesi e gli spezzoni, avendo la pazienza non di guardare 50 minuti di filmato, ma una cinquantina di anni di storia, almeno dal 1980.
Anche le terre rare sono un pretesto per giustificare mosse che andrebbero fatte, ma vanno motivate con frasi spendibili, non potendo dire le altre, quelle vere.
L’Ucraina ne ha meno di altri e quelle che ha andrebbero estratte in aree non ancora attrezzate (con costi elevati di tecnologia e insicurezza ambientale).
Tutta colpa di Putin , ovviamente, per il mainstream e lo sceriffo scemo e bullo che non lo capisce: gli intelligentoni sono le marionette UE e UK!
Ci credete? Vi sembrano così filantropici la City, Wall Street, il WEF e la Von der Layen? Al confronto persino la dittatura cinese sembra essere più umana.
Hanno caricato Zele per provocare alla guerra, prima Putin e ora lo sceriffo. La guerra è l’unica via rimasta al deep state, alla dittatura. Il mainstream la indica come democrazia. Una diagnosi onesta la dice schizofrenia.
A firmare accordi senza rispettarli non è solo il banale furfante, ma ben di più chi ideologicamente considera lecita la doppia morale ed è incapace di misurarsi con la realtà: Putin ha vinto la guerra e l’UE-UK l’ha persa. I danni li paga chi perde. Come non pagarli? Dicendo la guerra non finita e facendo altri danni, sulla pelle degli ucraini e ucrainizzandone altri.
Una vipera estone non è stata nemmeno ricevuta dallo sceriffo, mentre in Estonia il 35% di cittadini di madre lingua russa vengono discriminati secondo i dettami folli della pulce che dice all’elefante di non farle più ombra.
Possiamo anche pensare alla terza guerra mondiale, ma sempre pulce ed elefante restano. E il bullo coincide con la pulce, secondo la sceneggiatura dell’innominabile. Allo sceriffo non prudono le dita ed è già qualcosa. L’elefante per ora fa spallucce.
Arriva il gerontofilo, quello con la moglie bella, con l’ombrello nucleare. E Starmer a vagheggiare di un Commonwealth che non c’è più: l’India è con i BRICS.
L’UE prende ordini da un’indagata a piede libero che ha la bronchite solo nei giorni delle udienze.
Il teatrino non riguarda il comico Zele.
La tragedia è la dittatura che si dice democrazia.
Noi siamo blackrochizzati, a-vanguardisti, lobotomizzati come i tedeschi al voto. Gente che e-Rutta vomitando odio, un bisogno in-NATO di avere nemici e che fa arrestare candidati sgraditi come in Romania o gli fa sparare come a Fico.
Per la pace, secondo i ben noti atti di amore.
Sono i nostri valori. Detto da schizofrenici…