Quaresima, Terza Meditazione di Investigatore Biblico. La Vergine Maria.

5 Marzo 2025 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Investigatore Biblico, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni quaresimali. Nuona lettura e meditazione.

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“ESERCIZI QUARESIMA III MEDITAZIONE: La Vergine Maria” di IB

Carissimi fratelli,

siamo all’inizio di questo tempo forte, il Mercoledì delle Ceneri, e vogliamo oggi meditare su Maria, la Madre di Dio, la Madre della Chiesa, la Madre nostra. Ma chi è veramente Maria? Cosa ci dice la sua vita oggi?

Fratelli, la Scrittura ci mostra che Maria è la donna dell’attesa. Dopo la caduta di Adamo ed Eva, Dio fa una promessa: verrà una donna, una Donna che schiaccerà la testa del serpente. Questa donna è Maria. Lei è la ‘figlia di Sion’, la povera di Israele, il resto d’Israele che, nel silenzio e nella notte della storia, ha aspettato con fiducia la salvezza di Dio. È colei che Dio ha scelto, non perché fosse potente, non perché fosse ricca, ma perché era umile. Maria non si appoggia su se stessa, ma si fida completamente del Signore.

Ed ecco che arriva l’angelo Gabriele e le dice: «Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te!». Immaginatevi questa ragazza, forse di 15 o 16 anni, che sente una parola così sconvolgente. Eppure, Maria non si esalta, non si riempie di sé stessa, ma si umilia. Maria è la povera, è la serva del Signore. E risponde con quella parola che cambia la storia dell’umanità: «Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola».

Fratelli, Maria è la prima credente, la prima discepola. Lei entra nel mistero di Dio senza capire tutto, senza controllare nulla. Oggi vogliamo avere tutto sotto controllo, vogliamo che la nostra vita sia senza difficoltà, vogliamo capire subito il senso di tutto quello che ci accade. Ma Maria ci mostra un’altra strada: la strada dell’abbandono, della fiducia, della fede. Maria vive la fede come una notte, come un cammino nel buio, affidandosi a Dio, sapendo che Lui è fedele.

E guardate cosa succede! Maria, dopo aver detto il suo ‘sì’, inizia un cammino di sofferenza. Va da Elisabetta e deve scappare a Betlemme per partorire in una stalla. Poi, appena nato il bambino, fugge in Egitto. E poi lo perde nel Tempio. E poi lo vede perseguitato. E infine, ai piedi della croce, Maria è lì. E non dice niente. Non si ribella. Non si dispera. Sta lì, nel dolore, nel buio, nella fede. Gesù le dice: «Donna, ecco tuo figlio». E Maria diventa Madre nostra.

Fratelli, questo è il cammino della Chiesa! Non una fede sentimentale, fatta solo di emozioni o devozioni, ma una fede concreta, che si affida a Dio nelle prove. Oggi il mondo ci dice che dobbiamo capire tutto, che dobbiamo essere forti, che dobbiamo avere il controllo. Ma Maria ci dice che la strada della vita è un’altra: è la strada della fiducia, dell’umiltà, della piccolezza. È la strada della fede.

Quanti di noi sono nella sofferenza? Quanti di noi non capiscono il perché di quello che stanno vivendo? Quanti di noi sentono il buio, la solitudine, la paura? Fratelli, Maria è segno per noi! Maria ci dice che Dio è fedele, che Dio mantiene la sua promessa. Maria ci dice che la morte non ha l’ultima parola. Maria ci dice che Dio ci ama, anche quando non lo sentiamo, anche quando tutto sembra crollare.

Oggi possiamo dire con tutto il cuore: Maria è nostra Madre, Maria è con noi nel nostro cammino. Chiediamole di aiutarci a dire il nostro ‘sì’ ogni giorno, anche quando non capiamo nulla. Chiediamole di sostenerci nella prova, di farci poveri e umili, perché Dio possa operare in noi.

Preghiamo insieme:

Maria, Madre nostra, aiutaci a fidarci di Dio, a dire il nostro sì, a non avere paura del futuro. Fa’ che, come te, possiamo essere poveri e umili, perché Dio possa fare in noi grandi cose.

AMEN!

 

«DONNA, ECCO TUO FIGLIO… ECCO TUA MADRE»

Maria, Madre della Chiesa

Il perdono implorato per gli uomini che, crocifiggendoLo, «non sanno quello che fanno», questo perdono capace di santificare in un istante coloro che, come il ladrone pentito, lo invocheranno con desiderio, Gesù, vedendoci così poco solleciti nel chiederlo e tutti sepolti nella fredda disattenzione dei nostri cuori, vuole almeno che sua Madre lo implori per noi. Affidandole Giovanni, è tutti noi che Le dona come figli, ed Ella diventa davanti a Lui la madre responsabile. Questo significa che Le promette, se non vi poniamo ostacoli, di esaudire meravigliosamente, come un tempo a Cana di Galilea, la preghiera che Ella Gli rivolgerà per noi.

Presso la Croce, le donne stavano in piedi. A cosa pensavano gli artisti che, dal Quattrocento, rappresenteranno la Vergine svenuta ai piedi della Croce? Non è una creatura svenuta che Gesù vede dalla Croce. È sua madre, spezzata senza dubbio in modo inenarrabile, ma pronta a portare, unita a Lui, tutto il peso di co-sofferenza che Le è riservato.

La parola, senza dubbio piena d’amore che Le rivolge, non ha l’effetto di ravvivare le sue forze vacillanti, ma di introdurLa, in quel momento solenne, nel cuore stesso del dramma della redenzione del mondo. “Con una sola oblazione”, quella della sua morte in croce, “porta alla perfezione per sempre coloro che sono santificati.”[1] Il peccato ferisce profondamente l’amore di Dio, un amore che merita di essere ricambiato senza limiti. Questa ferita non tocca Dio nella sua Essenza, dove rimane intoccabile, ma nel suo desiderio per noi, nel progetto di amore che aveva per l’umanità e che il nostro peccato ha compromesso. Solo Gesù, con la sua sofferenza e il dono della sua vita sulla Croce, può riparare questo male immenso. Lo fa per tutti noi, offrendoci anche l’amore di sua madre.

Chi è Maria per noi oggi? La Scrittura la presenta come la donna scelta da Dio per incarnare la promessa di redenzione, colei che, con il suo sì, porta al mondo il Salvatore. Umile e fedele, è l’immagine del popolo eletto che attende con fiducia la venuta del Messia.

Quando l’angelo Gabriele Le si rivolge, proclama: «Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te.»[2] Un annuncio che sconvolge, perché Maria, giovane e semplice, è chiamata a una missione immensa non per i propri meriti, ma per la sua totale apertura a Dio.

Ciò che la Vergine e il discepolo amato rappresentano prima di tutto, ai piedi della Croce, è il mistero della compassione corredentrice della Chiesa che è il Corpo. Essi sono uno con Cristo, trascinati con Lui nel suo dramma, avvolti dall’immensa supplica divino-umana, teandrica che sale dalla Croce verso il Cielo, e dall’immenso esaudimento che, dal Cielo, discende sulla Croce per il mondo: perché, dice la Scrittura, Cristo “è stato esaudito a causa della sua riverenza.”[3] Ed essi sono uno tutti e due uniti inseparabilmente dalla parola di Cristo che fa, ormai, della Madre di Dio ai piedi della Croce, la madre di ogni discepolo di Cristo; e di ogni discepolo di Cristo, il figlio della Madre del Dio redentore: «Ecco tuo figlio…  Ecco tua madre.»

Dicendo a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio», impedisce che il suo dolore si chiuda sulla più straziante delle tragedie private. Apre invece il suo cuore materno all’angoscia di tutta l’umanità, chiamandoLa a intercedere con Lui affinché, nel Sangue della sua Croce, ciascuno di noi possa rinascere puro, libero dal peccato, come Lui stesso nella semplicità della stalla.

Poi, dice al discepolo: «Ecco tua madre.» È una grande dolcezza di Gesù per sua madre – ma come la riceverà se non nelle lacrime? – di darLe come figli, nella persona del discepolo amato, coloro per i quali versa il Sangue della sua redenzione. Ed è ancora una grande dolcezza di Gesù per il discepolo amato, in cui sono raffigurati tutti coloro che, vicini o lontani, accoglieranno le prevenzioni del divino amore, di dar loro spiritualmente per madre, che ne siano consapevoli o inconsapevoli, la sua propria madre. Ecco che la tenerezza di cuore della Madre di Dio si riverserà sulla miseria dei figli di Adamo, ecco che diventeranno fratelli di Gesù, non solo perché avranno per adozione Dio come padre, ma anche perché avranno, per la sua universale compassione corredentrice, Maria per madre.

«Ecco tua madre.» Gesù, sei Tu che me la dai per madre. Ecco il tuo testamento per me. È dalla tua Croce da cui scorre il tuo Sangue e dalla quale mi inviti ad avvicinarmi, che sento, tutto tremante, venire questa promessa di una nuova madre e questa rivelazione di una tenerezza il cui senso mi supererà sempre.

Con il suo cuore materno abbraccia ogni uomo, Lei che ha saputo restare salda anche nell’oscurità della croce, fidandosi oltre ogni comprensione. Oggi ci invita a vivere una fede autentica, non basata su emozioni passeggere, ma radicata nell’affidamento a Dio, un cammino di speranza che supera il bisogno di certezze terrene.

Chi di noi non porta pesi, dolori, incertezze? Maria è un faro per noi: ci ricorda che Dio mantiene la sua Parola, che la vita trionfa sulla morte, che il suo amore ci sostiene anche nei momenti più bui. È vicina a noi nel cammino, Madre che ci guida a dire ogni giorno il nostro sì al Signore, sull’esempio della sua obbedienza.

Preghiamo col Salmo 33 (34)

2Su dunque ! sempre più esaltiamo con le lodi il di lui Nome, talché s’odi sin nelli Cieli su che quando Lo cercai, a risponder non fu lento, e salvommi dal spavento e da crudeli guai. 3In Lui chi riguardò, ebbe luce di splendore, e vergogna né rossore in faccia non provò. Povero, sospirai ben afflitto del cor mio, e da mal salvommi Dio appena che gridai. 4Chi tema di Lui ha, sia notte, sia giorno, dai suoi Angeli d’intorno difeso sempre sta. Gustate, vedete quant’è buon l’almo Signore. O beati! se di core in Lui spererete. 5Temete Dio, voi, o fedeli suoi Santi ! che di nulla son mancanti li servitori suoi: ben spesso soffrirà l’affamato leoncello, ma gran beni gode quello che Lui cercare sa.

[1] (Eb 10,14)

[2] (Lc 1,28)

[3] (Eb 5,7)

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2 commenti

  • Maria ha detto:

    Ringrazio di cuore l’ investigatore per questo richiamo a disporci davanti a Dio e a Sua Madre per farci rinnovare con la Grazia e cambiare il cuore dallo Spirito Santo .

    Assieme a tutti voi prego e medito .

    Grazie ,grazie Maria

  • R.S. ha detto:

    Mi ha fatto venire in mente questo…

    Maria diede tutto quello che aveva, per vivere.

    E’ il vangelo cosiddetto dell’obolo della vedova, ma facendo attenzione alla VIRGOLA.

    Dio non chiede l’assurdo e la fede non è una rinuncia all’intelligenza della quale siamo capaci.

    Non avrebbe senso che la vedova avesse dato tutto quel che aveva per vivere morendo di stenti.

    Invece ha dato tutto, (VIRGOLA) per vivere!

    Ha perso tutto, ma per salvare tutto, ridando una vita nuova.

    C’è tutta la densità del mistero della redenzione (e della corredenzione).

    Chi nel tesoro del tempio mette solo parte del proprio superfluo è tutto attaccato a cavarsela altrimenti.

    Quale è il tempio e quale il tesoro?

    Il tempio è l’anima dell’uomo, in cui c’è la gloria di Dio.

    In Cristo la gloria siede su un trono tutto speciale: la croce.

    L’anima si riempie di quella gloria e il tempio è ricchissimo di quel tesoro.

    A quel tesoro va aggiunto tutto e non una parte del superfluo, (VIRGOLA) per vivere.

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