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Ucraina, a dominare è il partito della guerra e a perderci l’Ue, genuflessa a Washington e contro gli interessi europei.
Sabotare la pace e tifare per il conflitto fine a se stesso, sulla pelle degli ucraini e degli europei, per mesi, un anno ancora, due, è l’alto obiettivo di poteri senza scrupoli, di cui politici insignificanti, pensate a Calenda o a Renzi, sono le grottesche forse inconsapevoli marionette.
di Elena Basile
*ex ambasciatrice italiana
Una strategia coerente impersonata da Trump (ci voleva un pazzo affinché parole di pace fossero pronunciate) sceglie la fine di una guerra insostenibile per Washington, che dilapida fondi essenziali per la rinascita industriale e economica del Paese. Trump è stato eletto con i fondi dei sionisti evangelici, la finanza dei petroliferi, dei settori produttivi delle start up che hanno bisogno di fondi. Protegge il trash bianco della rust belt penalizzato dalla crisi industriale. Comprende che gli Stati Uniti hanno bisogno di un cambiamento di rotta. Diminuire il debito che finanzia le guerre e armamenti, pacificare il fronte europeo e concentrarsi sul contenimento della Cina, su accordi economici capestro con i vicini e nell’artico per modificare il declino del Paese. Strategia discutibile soprattutto per la parte relativa alle tariffe imposte agli alleati ma che ha una sua comprensibile razionalità
Abbiamo visto come la classe dirigente in Ucraina, contro gli i interessi del suo popolo, abbia bisogno della continuazione del conflitto per restare al potere.
Paghiamo il gas statunitense quattro volte più di quello che ci forniva la Russia.
Dal punto di vista geopolitico la crisi dell’euroatlantismo causata dall’opposizione UE alla linea dettata da Washington è contraria ai pilastri che hanno retto la politica europea dal dopoguerra a oggi. Perché dunque le classi dirigenti europee hanno una postura così inusuale di contestazione del potere presidenziale statunitense, l’unico legittimato da una architettura istituzionale trasparente?
Guardiamo ai profitti della borsa e alle imprese delle armi. Vi sembra che abbiano sofferto in questi tre anni di guerra? Controllate i profitti in ascesa. Lo spettacolo offerto dal presidente di un piccolo Paese finanziato e alleato degli USA, ospite alla Casa Bianca, che assume di fronte alla stampa un atteggiamento di rivolta, insultando apertamente la diplomazia di Washington è abbastanza inusuale, per dirla con un eufemismo.
Tutti sanno che l’Ucraina sta perdendo ma un conflitto può essere redditizio anche se si perde.
Pensate a Kabul. Dopo decenni di occupazione abbiamo lasciato i Talebani al potere. Il nostro scopo non era la democrazia ma la guerra e l’occupazione in sè. La tattica prevale sulla strategia.
Ma credo che l’improvviso coraggio delle classi dominanti europee e di Zelensky sia dovuto alle direttive del mostro, del partito della guerra. Il deep State contro cui la nuova cupola trumpiana combatte è un potere radicato nelle burocrazie, nell’intelligence, nelle lobby delle armi e della finanza in Europa. Sabotare la pace e tifare per il conflitto fine a se stesso, sulla pelle degli ucraini e degli europei, per mesi, un anno ancora, due, è l’alto obiettivo di poteri senza scrupoli, di cui politici insignificanti, pensate a Calenda o a Renzi, sono le grottesche forse inconsapevoli marionette.
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QUELLO GIUSTO E’:
Analisi di profonda onestà intellettuale. Ora, sarà interessante seguire tramite la pervicace Diplomatica Basile le contorsioni e gli equilibrismi della nostra Premier. Sarà interessante vedere se ai sorrisi di Mar a Lago sceglierà di stare con un Presidente che sta dimostrando fermezza sulla volontà di pervenire alla Pace, Complimenti ancora dott.ssa Basile e continui ad offrirci le sue intelligenti osservazioni.
E’ pieno di pupazzi magniloquenti.Qualcuno inconsapevole? Mah, dubito molto, perche’ quello che succede e’ persino comprensibile ai bambini dell’asilo e con cio’ non e’ mia intenzione offenderli paragonandoli a costoro. Punterei decisamente pure io verso lo sterco del demonio, vero convincitore universale.
Il filosofo Aleksander Digin, in un illuminante articolo sulle elezioni americane (di poco precedente l’insediamento del turbocapitalista Donald) pubblicato dall’eccellente Blondet – con cui condivido la panca della messa ambrosiana antica – smentisce queste favole mettendo bene in evidenza come il trumpismo senza limitismo non sia affatto contrario al deep state, ma che sia il deep state ad aver cambiato orientamento (ovviamente per biechi calcoli economici) e ad aver mandato avanti una classe politica orientata diversamente da quella attualmente in auge in europa.
Come qualsiasi russo sa, non sono i politici a costruire la struttura economica, ma è la struttura economica a partorire i politici. In soldoni: che ce lo ha messo in quel posto sino ad ora, continua a mettercelo in quel posto ma con modalità e parole diverse.
Articolo lucido e condivisibile.