Percorsi di Santità Nascosta nella Chiese di Roma. Benedetta De Vito.

18 Febbraio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito vi offre questo mini-reportage di scoperta di un angolo di Roma appartato e sconosciuto ai più. Buona lettura e diffusione.

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Svetta color ghiaccio, imponente e bellissimo, davanti alla chiesa di San Luigi dei Francesi, Palazzo Patrizi, dove mi capitava, qualche tempo fa, di andare per cercare, (senza riuscirci e quanto mi è dispiaciuto…) di far ripubblicare il bel diario africano, di guerra, del marchese Filippo. Ieri sono passata, volando, per lasciare a donna S. una copia del mio Romaamor. Ed era questa, ieri, la piccola meta della mia passeggiata quotidiana, poi, libera dall’impegno, eccomi tornare la Benedetta Romana, instancabile viatrice lungo le strade dell’Urbs eterna. Sono, beata me, a Piazza Navona diretta al Museo romano, dove hanno prorogato la mostra sulle donne pittrici attive a Roma tra il Cinquecento e l’Ottocento. Arrivo, pimpante, ma è lunedì e i musei sono chiusi.

Il pippi mio giù per terra, ma voltandomi a mano sinistra m’accorgo d’una chiesiola, che ho sempre visto e dove mai sono entrata.

E’ intitolata, strana combinazione di Santi, a San Pantaleo e a San Giuseppe Calasanzio. Il primo, per me, tutto sardo perché ha dato il suo nome a un borgo bellissimo in Costa Smeralda, il secondo a me noto per la scuola romana detta “ilcalasanzio” tutto attaccato.

Chissà quanti genitori, che lì ancora oggi iscrivono i loro figlioli, quanti sanno chi era Giuseppe Calasanzio? Di certo non la mia ex collega C. che vi ha mandato il figliolo e Filippo anche lui come il marchese di sopra.

Don Calasanzio, un Don Bosco del Cinquecento, era spagnolo, aragonese, arrivò a Roma e vedendo le creature romane abbandonate a se stesse per le vie  e le piazze pontificie capì che educarli era la sua missione. Fondò a Trastevere la sua prima scuola gratuita per l’infanzia abbandonata e poi la trasferì a Palazzo Torres, proprio a fianco della chiesa a lui intitolata dove riposa. E dove sono io.

Entro e mi pongo per una manciata di quarti d’ora in preghiera per poi andare a trovare un altro santo, canonizzato da poco, San Faustino Miguez. In una cappellina nascosta c’è la statua che lo rappresenta insieme a due bimbi. Una bella statua che vi regalo in fotografia.

Sto per uscire quando m’accorgo che nella cappella di destra proprio sul fondo, c’è un gran crocefisso e sotto una donna con i capelli raccolti, sola. Mi sembra una sorella. Chiedo lumi allo scaccino ma non sa nulla ed a malapena parla italiano (mi pare). Sogno che sia la mia dolce Elisabetta Canori Mora. Ma chissà. Eccomi nel frastuono di Corso Vittorio diretta al giardino grande di Palazzo Venezia dove farò tappa nella mia personale panchina nascosta dal verde (dove nessuno arriva) e che è vecchia, un poco sghemba e si regge appena,  aiutata da un gradino di marmo.

 

Lì respiro nel silenzio mentre tutt’attorno s’agita la vita segreta degli uccellini che abitano tra il verde. In rapido zampettare, ecco un pettirosso curioso, poi un passeretto. Due colombi si inseguono forse in amore. C’è una merla grigia che becca la terra nuda. Ecco apparire il merlo maschio, nero come un carbonaio e con il suo bel becco giallo. Sono felice e non vorrei andare più via.  Alzo lo sguardo. La codina di un pappagallo verde s’affaccia dal cavo di un albero. E’ tornato a casa e devo tornare a casa anche io nella sera che imbruna,

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2 commenti

  • Amparo ha detto:

    Faustino Míguez sólo es Beato. Lo beatificó el Papa Juan Pablo II. La “canonización bergogliana” no tiene ninguna validez canónica.

  • Amparo ha detto:

    Usted, ilustre señora, nos ha recordado aquello que aún conserva la ROMA CRISTIANA, los SANTOS. Recuerdo haber leído un hermoso libro : LE DIMORE ROMANE DEI SANTI. El autor, Mario Escobar, escribe sobre ellos entre la seriedad y una pizca de humor. Llega incluso a reñir al severo Pontífice San Pío V, humorísticamente claro. Eran los tiempos del optimismo conciliar.
    En efecto, cuando el sol del ocaso, il tramonto, romano desciende sobre la Cúpula de San Pedro y la envuelve en un resplandor dorado y purpúreo, parece entonces que va a abrirse la Gloria Celeste y que todos los Santos que alumbraron una día la vida de la IGLESIA MILITANTE, vengan en auxilio de ésta -SUBVENITE, SANCTI DEI- para destruir el poder del infierno y remediar nuestra desolación.