In Cauda Venenum. Ma Prima Scempiaggini Politically Correct…Su Papi e Cardinali. Benedetta De Vito.
17 Febbraio 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione la storia delle sue sofferenze dinanzi alla televisione a un programma che per fortuna non ho visto. Eroica, Benedetta! Grazie! E a voi StilumCuriali buona lettura e diffusione.
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Per evitare di vedere ciò che appare nel mondo attraverso la tivvù (ad esempio il sabba canoro appena concluso), ho indossato un paio di occhiali con tendine incorporate e tappaorecchie in forma di pon pon, che mi permettono di restare in camera da pranzo (dove ancora c’è il televisore) senza dovermene, ogni tre per due, scappare in stanza a tirare il fiato.
Così, munita del suddetto apparecchio tappatutto, me ne sto serena seduta davanti al mostro parlante e non vedo e non sento un bel nulla, mantenendo lucido il cuore e ben temperato nella pace che viene da lassù. Tutto bene, quindi, finché però un giorno, cioè oggi, chi mi vuol bene mi propone di vedere il film “Conclave” che, a dire il vero, ero curiosa di guardare.
Così comincia (maluccio) la visione perché proprio all’inizio, in bocca ai cardinali nelle loro porpore, ecco due erroracci di latino, con verbi pronunciati all+a stracane, senza tener minimamente conto degli accenti che in latino, si sa, sono parte della lingua. Ohioi, cominciamo molto male. Ma andiamo avanti e il mio guardare, pian pianino, si trasforma nel verbo sopportare. Devo sopportare la caricatura assurda del cardinale tradizionalista, una macchietta più che un personaggio, un fumatore (anche durante il Conclave, ma non scherziamo, dai, cari signori americani…).
Poi devo sopportare la faccia inespressiva di un’attrice italiana arcinota che, per aver interpretato uno stoccafisso in abito religioso, ha avuto la candidatura a un premio. Poi ancora altri sfondoni in latino, sempre con accenti posati dove capita senza la conta delle sillabe. Ci vorrebbe proprio il mio dolce professor Michele Coccia…
E non è finita qui, perché il veleno (in cauda venenum) arriva proprio alla fine quando i cardinali, tutti felici (che gonzi sono, è mai possibile?), eleggono un tal cardinale “in pectore” (ma il Pontefice, che segretamente lo ha nominato tenendo il nome nel cuore, è già morto e quindi tale carica non è valida, almeno così so io…) di Kabul.
Vabbè licenza di scrittore e di regista. Fin da subito il tipetto mi era sembrato un queer, con quei capelli scalettati intorno al visetto smunto e l’aria da pittima incoronata di finta umiltà.
Ma che carino, proprio la fotografia del politicamente corretto anche quando duetta, pronunciando parole ecumeniche (credo perché sono andata di là per respirare) con la macchietta tradizionalista…
E mentre il twist finale (cioè lo strangolamento e rovesciamento completo del Cattolicesimo) mi fa scoprire che il nuovo “papa” Innocenzo numero taldeitali, è un esponente del terzo sesso (che naturalmente non esiste), immaginandolo senza panni capisco subito chi è il nuovo papa (finto) che è androgino, un po’ maschio e un poco femmina: ma certo, il signor Bafometto, quello che ha i capellini lunghi, due belle poppe e un dopo da maschio.
Sì Bafometto, altro nome per Lucifero. Sì, ecco il conclave prossimo venturo: l’intronizzazione dell’Anticristo in Vaticano. Ecco dove ci ha condotto il politicamente corretto.
Ma tutti zitti e mosca. Preghiamo, presto, presto, ora mi rimetto il mio tappatutto, è meglio, anche per i miei pochi lettori che forse si sono anche bell’e stufati delle mie tante (e inutili) parole e tanto solitarie.
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Tag: bdv, de vito, papi, televisione
Categoria: Generale
Gentile Benedetta,
Non ho visto il film ma il cardinale che fuma in conclave è sicuramente un gesuita che in gioventù ne ha ottenuto il permesso dal suo confessore chiedendogli se mentre si fuma è lecito pregare.
Perché se invece gli avesse chiesto se si poteva fumare mentre si prega…
Anche se mi stupisce tanta tolleranza per il fumo nella Chiesa di oggi votata toto corde alla turbo ecologia.
Cara Benedetta,
leggerti mi ha come immerso , tuffandomi.
Il tuffo è passione, emozione e sentimento.
La passione fa un po’ perdere il controllo e -se assecondata- può diventare un vizio (l’ira). Ti trascina, ma non sempre dove vorresti. L’emozione è effimera, svanisce, non la puoi custodire. Il sentimento invece custodisce me, che mi ci affido e lo custodisco perché mi fido (l’amore per una persona cara: non viene tutto da me, ma c’è).
In che cosa mi sono immerso tuffandomi?
Sotto il sole non c’è nulla di nuovo…
Sempre le solite manfrine e questo filmaccio (che non ho visto né vedrò ma me l’hanno raccontato) e’ una sorta di festival di Sanremo dei wishful thinking di chi vorrebbe rinnovare l’umanità. Le sparano grosse perchè così sanno che qualcuno accetterà il male minore, più piccola, ma sempre in quella direzione per sparare ancora più grossa la prossima.
Allora quando c’è qualcosa di veramente nuovo dev’essere necessariamente sopra il sole.
In Dio, provenendo da Lui.
In Dio però non c’è il tempo, ma l’eternita’.
Dunque c’è già.
In che cosa mi sono tuffato? Nella calma.
Come accadde ad Isaia che si accorge che Dio non era nella bufera o nel terremoto ma nel soffio delicato di un venticello discreto.
La calma non è di chi ha tutto sotto controllo, ma di chi si abbandona a Dio anche travolto dall’emergenza, pressato dall’incertezza della prova.
Calmo perché custodito dal sentimento che mi ha conquistato e non corro od affanno per conquistarlo, ma mi tuffo felice di immergermici.
Per sintetizzare: stare con i piedi in terra, ma battezzato… toccare il fondo della vasca e darsi slancio per risalire. Andare in profondità per vedere le cose da sopra… nella Chiesa da corpo mistico.
Un conclave ci sarà e regista e sceneggiatore non riceveranno fondi e direttive da Bafometto.
Anzi: il copione l’ha scritto la declaratio di Benedetto!