Carissimi lettori, il Dott. Marco Tosatti mi ha inoltrato una mail di un suo lettore (Padre N.M.) con un quesito su 1 Cor 2,14 molto interessante a cui ho dato la mia risposta.
“Ave Maria!
Caro Marco,
citando un testo di san Paolo mi sono imbattuto in un’altra traduzione che mi sembra problematica. Traduzione che ha cambiato una parola assai importante per far capire una delle più importanti antitesi paoline.
Per cui gentilmente vorrei chiedere nuovamente la sua mediazione per chiedere il parere e l’approfondimento dell’Investigatore biblico.
Io offro solo lo spunto e la mia mini ricerca:
Versione italiana del 1974 e attuale:
«noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.» (1Cor 2,12-14)
Bibbia Martini: “Ma l’uomo animale”
Vulgata Clementina: “Animàlis autem homo”.
Ciò che vorrei capire è se “animale”, in questo caso debba intendersi come “naturale”, ossia il non battezzato o anche e/o soprattutto come uomo carnale.
Allego anche il Commento del padre Sales alle parole “uomo animale”:
«L’uomo animale. L’Apostolo distingue nell’uomo due parti costitutive, il corpo e l’anima; alle quali però dà diversi nomi, a seconda dei diversi aspetti sotto cui le considera; e così le chiama, carne σάρξ (sare), corpo σῶμα (soma), anima ψυχή (fiuse), spirito πνεῦμα, mente νοῦς. La carne è spesso sinonimo di corpo (Rom. VI, 12; VII, 23, ecc.), talvolta però, quando è opposta a spirito, significa la parte inferiore del nostro essere, viziata dal peccato di origine, dominata dalla concupiscenza, ribelle allo spirito e schiava della legge del peccato (Rom. VII, 23, 25, ecc.). In conseguenza si dice che i peccati sono opere della carne (Gal. IlI, 19). Uomo carnale (gr. σάρκινος) è quindi colui che è schiavo della concupiscenza, o perché non è ancora stato rigenerato dalla grazia del Battesimo (Rom. VII, 14, ecc.), o perché quantunque rigenerato, tuttavia non agisce per un principio soprannaturale, ma si lascia dominare ancora dalla concupiscenza. Lo spirito è opposto alla carne, e col nome di spirito, in questo caso si deve intendere l’anima o, meglio, la parte superiore del nostro essere, in quanto è ornata della grazia santificante, illuminata e diretta dallo Spirito Santo, ed è principio delle opere buone soprannaturali. In questo senso si dice, che le virtù sono frutti dello Spirito (Gal. V, 22). Uomo spirituale (πνευματικός), viene quindi chiamato colui, che si lascia guidare dallo Spirito Santo abitante in lui. Questo titolo però non conviene a tutti nello stesso modo, ma l’uno è più e meno spirituale a seconda della grazia ricevuta e della docilità con cui si lascia dirigere dallo Spirito divino. L’anima è il principio della vita naturale, e significa ora la stessa vita (Rom. XI, 3, ecc.), ora l’uomo dotato di vita (Rom. II, 9, ecc.), e ora, in opposizione a spirito, l’uomo che vive della sola vita naturale e segue il solo lume di ragione, senza lasciarsi guidare da alcun principio soprannaturale dello spirito. Quest’uomo viene chiamato psichico ψυχιχός, ossia da anima animale. Talvolta però ψυχή, anima è sinonimo di σάρξ, carne, e uomo animale è sinonimo di uomo carnale. L’uomo animale (ψυχιχός), che cioè si guida coi soli lumi della sua ragione, non capisce (meglio, secondo il greco, non riceve, ossia ricusa di ammettere oύ δεχετάι) le cose dello Spirito di Dio, cioè
i grandi misteri che Dio, per mezzo del suo Spirito, ha rivelato agli Apostoli. La ragione si è perché subito, prima ancora di averli esaminati, egli li stima stoltezza (I, 18). Quand’anche però li esaminasse, non li potrebbe intendere, giacché a ben intendere le cose spirituali, è necessario nella mente un lume soprannaturale, cioè la fede, di cui egli è privo. Come il senso non può giudicare delle cose dell’intelletto, e il cieco non può giudicare dei colori, così l’uomo animale, privo dello spirito di Dio, non può giudicare de’ misteri rivelati dallo Spirito di Dio […] L’uomo animale manca di criterio per giudicare delle cose spirituali, che non comprende e deride.»[1].
[1] M. Sales, Prima l Lettera ai Corinti, in La Sacra Bibbia commentata dal P. Marco M. Sales, O. P., vol. II, Le Lettere degli Apostoli – L’Apocalisse, L.I.C.E.T., Torino 1925, p. 116-117.
In Corde Matris
Padre N.M.”
Ecco la mia risposta:
La distinzione tra “uomo animale” e “uomo naturale” nel contesto di 1 Corinzi 2,14 è fondamentale nella teologia paolina. Il termine greco ψυχικός (psychikós), usato da san Paolo, deriva da ψυχή (psyché), che può indicare l’anima, la vita umana o la dimensione razionale dell’uomo senza l’illuminazione dello Spirito Santo. La Bibbia di Martini e la Vulgata Clementina traducono ψυχικός con “uomo animale”, probabilmente per sottolineare che l’uomo senza la grazia vive secondo le sue sole facoltà naturali, analogamente agli animali, guidato dai sensi e dalla ragione, ma senza apertura al soprannaturale. Le traduzioni moderne preferiscono “uomo naturale”, mettendo in evidenza il fatto che si tratta di un individuo che non ha ricevuto la grazia e dunque ragiona solo con le sue capacità umane.
Esiste però una distinzione tra “uomo naturale” e “uomo carnale” (σάρκινος o σαρκικός). L’uomo naturale è colui che, pur non essendo necessariamente dominato dalle passioni, vive secondo la sola ragione e non accoglie le verità spirituali. L’uomo carnale, invece, è più legato ai desideri della carne e alle passioni disordinate. In questo senso, la traduzione “uomo animale” può portare a confusione, facendo pensare a un’esclusiva identificazione con la dimensione corporea, mentre l’intento di san Paolo sembra più ampio, riferendosi all’uomo che vive senza la luce dello Spirito.
Padre Sales nel suo commento offre un’interpretazione accurata e coerente con la teologia paolina. Egli distingue i vari aspetti dell’essere umano secondo il linguaggio biblico: carne, corpo, anima e spirito. Spiega bene che l’uomo ψυχικός è colui che si affida esclusivamente alla propria ragione, rifiutando la sapienza divina, e che per comprendere le cose dello Spirito è necessario un lume soprannaturale, cioè la fede. La sua lettura è valida e conforme alla tradizione esegetica, perché chiarisce che l’uomo animale non è semplicemente colui che pecca nei desideri della carne, ma chi manca della dimensione spirituale soprannaturale necessaria per accogliere i misteri divini.
La conclusione è che la traduzione “uomo naturale” risulta più chiara nel linguaggio moderno, mentre “uomo animale” conserva una sfumatura importante: l’idea di un’esistenza non elevata dalla grazia. Padre Sales ha ragione nel sottolineare che ψυχικός indica chi si lascia guidare solo dalla ragione senza la fede, e che senza lo Spirito Santo l’uomo non può accogliere la sapienza di Dio. Questo spiega perché la fede cristiana non è solo una questione intellettuale, ma un dono soprannaturale che trasforma l’uomo dall’interno.
§§§
IBAN: IT79N0 200805319000400690898
BIC/SWIFT: UNCRITM1E35
ATTENZIONE:
L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.
QUELLO GIUSTO E’:
Siamo tutti giustificati per il Sacrifico redentivo del Cristo, scrive Paolo di Tarso.
E purtroppo chi non ci crede si condanna da sé.
In realtà l’ultima decisione spetta al Dio, non all’opera od alla decisione del singolo soggetto umano pensante, così come anche insegna l’apocalittica enochica, sposata da Gesù ebreo.
Adesso bisogna stabilire se Cristo è pure Dio consustanziale “Patri”.
Ma su ciò, nonostante tre secoli abbondanti di riflessione su presunta rivelazione conclusasi con la morte dell’ultimo apostolo dei “dodeca”, più il tredicesimo superapostolo sopra citato, c’è voluto un Imperatore Romano, assassino dei suoi stessi familiari figli e moglie, per derimere la questione a Nicea, Iznik.
Non che all’Imperatore interessasse il credo per il credo, ma un credo per la politica imperiale unitaria che andasse per la maggiore e di valore imperiale romano universale. Che servisse da colla ad un potere scricchiolante. E la colla fu fabbricata.
Ecco il “simbolo niceno”: “Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili ed invisibili”.
Tutto il resto del credo è confutazione di altri credo cristiani che avevano per comun denominatore Gesù ebreo o meglio ciò che in quella stessa assemblea i 318 Padri firmarono. E che costituisce perennità evolutiva di rivelazione secondo il pensiero di neppure tutti gli abitanti dell’Universo del buon Dio Padre fino ad oggi e per tous aionas ton aionon. Amen.
Altro che lamentarsi di Divinità altre che penetrano in Vaticano! Contempliamo la bellezza del pensiero umano vivente senza etichette!
E…. Agimus tibi gratias, onmipotens Deus, pro universis beneficiis tuis!
Continua la tua finzione falsa.
Se parlassimo de visu di giudaismo e della stessa Chiesa e della funzione provvidenziale di Roma, ribatterei ogni tua amenità con cui crogiuoli te stesso.
Sacchi e Boccaccini li ho letti anche io, non reputare si sia tutti beoti ignoranti.
Costantino in sé non ha potuto dirimere un bel nulla ragazzo. Se sei un seguace della tiritera del platonismo dei padri della Chiesa palesi il tuo errore ancora una volta.
Per rispondere a quel che hai sostenuto più sotto:
a) mai negato il Cristo sia Ebreo o giudeo ed anche nazireo ( d’altronde ha fuso ed epurato tutti i vari giudaismi dell’epoca , in più Rivelando la Trinità CoEssente ) aprendo il cammino non dà accun ostacolo né è negato.
b) mai negato il ruolo del femminile. Il sottomettersi di Paolo è ribadito sempre e dovunque nelle lettere anche gli uni e gli altri, manchi il punto del femminile di DIO stesso probabilmente, ma in ciò sei in compagnia , pur sul versante opposto, di moltissimi cattolici che hanno virato verso l’eresia mariolatrica.
c) Paolo professa il Cristo adempiente la legge ergo sapeva benissimo fosse circonciso. La realizzazione delle promesse porta ad una legge che più che nuova è inedita come tutti i profeti indicavano.
d) quando parla di “mio vangelo” è perché egli lo ha divulgato e fondato tali Chiese che dirige ed andava ad edificare, Vangelo in consonanza col resto dell’ecumene e degli apostoli d’altronde.
Lascia perdere le sue visioni di cui poi neanche ha parlato, non abbiamo avuto inoltre o no, il pastore di Erma o lo scritto di Atanasio su Antonio il grande, meritevoli di grande attenzione?
e) La Santa Chiesa nello Spirito Santo fonda la scrittura da usarsi e la tradizione da insegnarsi secondo l’uso liturgico e la rispettiva decisione gerarchica. Facile a comprendersi. Le eresie e le epurazioni, come fu scritto, iniziarono subito, non c’entra nulla Costantino.
Le tue critiche guardacaso riecheggiano l’antica cospirazione pagana e giudaica che trovavano conveniente unirsi contro la Fede.
Stupendo, DAOUDA caro, quel …
” in più Rivelando la Trinità CoEssente ) aprendo…”
Non presumo di leggerti nella mente, ho tirato ad indovinare visto che pur un oggettivo studioso viene o seguito nelle sue opinioni non valorizzanti la pur ricerca encomiabile operò deviato dai suoi intenti a suffragio di tesi preconcette di chi legge. Accade spessissimo.
Ti ripeto: non suffragare il capovolgimento attuale con la Scrittura non perché non te ne devi fare forte, ma proprio perché anche io la leggo semmai, e guardacaso io sono cattolico però, e tu no.
Su Roma non parlo e tieni il giudizio puerile che hai.
Giusto perché non mi si metta addosso Sacchi e Boccaccini, che non so neanche se esistano o la “funzione provvidenziale di Roma”, carissimo DAOUDA, intervengo.
Innanzitutto quale presunzione hai che altri derivino le loro idee da fonti a te note? Forse perché ci sei abituato tu a bere?
Sai, vero, cosa dice Gesù secondo Matteo: “Ma non avete un cervello per ragionare autonomamente?”.
Di questo bisogna ringraziare il buon Dio; non inorgoglirsi, ma valutare tutto ed essere unusquisque faber fortunae suae!
Da tutti s’impara qualcosa: anche da colui che ha scritto (parola di Dio!) che negli ultimi tempi saranno i figli i profeti ed i maestri dei propri vecchi genitori!
Quanto alla funzione provvidenziale di Roma, mi fai proprio ridere! Sia Roma repubblicana, sia Roma imperiale, sia Roma cristiana, la Provvidenza l’hanno rubata agli altri. È vissuta di rendite altrui forzate o più o meno libere in cambio di presunta libertà nell’ecumene da lei conosciuto e dimostrato si ben poca cosa.
Salmo 24! Un po’ più di “libera” fede, DAOUDA carissimo. “Convertiti e credi nel mio messaggio” diceva e scriveva Giuseppe Flavio nell’Autobiografia. Esattamente come è stato messo in bocca a Gesù dalla penna di altri. Più campane cantano la melodia della Gloria Divina, una sola finisce col suonare a morto!
Si scires donum Dei, saresti più aperto. Cos’hai che non ti sia stato dato? Ma soprattutto Dio non cessa mai di essere Provvidenza che da Sé produce e alleva ogni cosa.
“Noi non abbiamo nulla in comune.”
Noi chi? Frase obbrobriosa
Io ho tutto in comune con te e con tutti: l’aria che respiro ed il pane che mangio.
Abbiamo in comune (cum numis): la vita; l’immortale Provvidenza; la Natura che da sola nutre e produce.
L’aria che respiriamo. Un credente, uno degli “oi katoikountes” del salmo 24 che la pensa così, sa di non pensare pensando.
Se a tanto porta un credo…..meglio una Fede senza dottrine! Esempio (non allegoria): il bambino non sa cosa pensa il padre; non ha un credo nel pensiero del padre. Ha Fiducia sic et simpliciter. Se non diventerete come uno di questi piccoli, non entrerete nel Regno dei Cieli.
Il guaio è che la realtà del bambino è realtà. L’allegoria ad altro… è quantomeno equivoca. “Una ha detto YHWH due ne ha inteso l’uomo”.
intendevo che non abbiamo in comune la Fede e la spiritualità, di cui tu assieme ( peggio, dacché Tosatti lo fa scrivere come articolista ) al Matto con le vostre sofisticazioni.
Perché non c’è cosa peggiore che saper rintuzzare ed approfondire gli ignobili dogmatici della Chiesa ( i tradizionalisti ad esempio ) per poi negare la Rivelazione come fate voi contro i piccoli.
Chiaramente mi risponderai di no, avrei dovuto registrarvi commenti ed articoli e rinfacciarveli.
Caro DAUDA, credi che non avessi intuito bene?
Più che bene. Sei tu che usi male ed equivocamente le parole come fa il profeta Ezichiele col corpo di Dio e la moglie bambina Gerusalemme! Come fanno i supposti credenti con la Bibbia e come dimostrava già Origene.
Tu scrivi adesso:
“intendevo che non abbiamo in comune la Fede e la spiritualità, di cui tu assieme ( peggio, dacché Tosatti lo fa scrivere come articolista ) al Matto con le vostre sofisticazioni.”
No! No! Il “peggio” ( uso il tuo termine e ti chiedo perdono!) sono ancora le tue stesse, medesime, parole, il tuo supposto pensiero purificato ed illuminato dalla grazia santificante.
Guarda che Fede (anche se la scrivi con la superba lettera F maiuscola!) e spiritualità sono pure doti comuni a tutti noi poveri mortali. Inutile equivocare con maiuscole da superdotati!
Casomai è il “credo” che è diverso. Mi sa che di San Paolo forse ( dico forse! ), del “suo” vangelo, tu hai capito …. (come tutti) quel che “ti conviene”, ti fa piacere, ti gusta.
Certamente, anch’io non diversamente! Ma fede, credo, speranza ….. passeranno.
L’amore, mai! E non equivoquiamo con la grafìa!
“Quello che vuoi” tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto osa. E Dio è felice di tutta la sua perpetua creazione.
Vale.
NO.
Per realtà e natura la gnosi è naturale ergo puoi anche inesgnarmi ed istruirmi su metodi utili ed adeguati da esperto, conoscenze simboliche e riguardanti il reale nascosto e causale, ma rimani nell’ambito del tradizionale e religioso in senso proprio e di spiritualità solo in senso indiretto giacché lo Spirito certo soffia dove vuole e tutti ne hanno comunque contatto.
Ma la Fede è solo la Rivelazione Trinitaria, che coinvolge i giudei e Roma ( ma su Roma non è opportuno parlarne ) e gli spirituali sono coloro che hanno la gnosi e l’affidamento nel patto d’alleanza e la fiducia personale, ma in realtà basta l’affidamento e seguire DIO senza alcuna edulcorazione gnostica ( ascetica od allegorica o ritualistico-culturale ) anche se queste agevolano come nell’Athos per esempio.
Però si se vuoi indirettamente posso anche dirti di sì ma ha correlazione con il battesimo di passione o desiderio, non con le tue sciempiaggini.
E Paolo scrive che neanche il credere e lo sperare passerano, semplicemente che la Xaritas è più perfetta e totale.
A me non me ne frega niente de esse dotato o no, anche se certo, ci battaglio parecchio con tale retrovoglia.
Inoltre la Fede e la spiritualità sono dei doni, non delle doti
Io ti ho solo scritto come scrivo a quell’altro lecchino: perché volete isegnare il cristianesimo a noi altri se infondo non vi interesssa. Perché altrimenti chi vi manda? E che gioco gioca realmente Tosatti?
Sì. È come dici tu, ma non ti credo. Perciò non posso impegnarvi fiducia alcuna.
Anche il demonio conferma, ma non vi pone fiducia alcuna. Ogni Dio vuol essere Unico, rivelato o meno.
Così come unico è ciascuno di noi poveri cristi pensanti sul calvario di Vilnius.
Caro Daouda,
Dio si fa sentire sicuramente solo soggettivamente non attraverso dottrine di salvezza rivelate a supposti individui di supposti popoli delle varie storie.
Dio conosce il singolo, e ride degli astrattismi umani supposti comuni.
È geloso di ogni singola opera delle sue mani.
Sa numerare all’infinito senza confondersi.
Questa è la “firma fides” non “praeter ordinem” rerum come sognava Tommaso.
E poi, carissimo DAOUDA, stando “ad ordinem rerum” e non “praeter ordinem rerum” tommasiano, il Dio è dappertutto anche all’inferno. Non solo perché è infinito, qualunque realtà Egli è, ma soprattutto perché anche le dottrine religiose sue vicarie umane [e vicarie postulano una funzione in sua assenza: pensiero empio!], ma soprattutto perché è Padre e la paternità neppure Dio può levarsela di dosso! Le dottrine religiose di rivelazione sono la cattiva applicazione del Dio di Crizia con faccia buonista da parte di chi ha interesse a fregarti: interesse soggettivo egocentrico dolosamente sociale.
Factum infectum fieri nequit. Anche per Dio. Ma è Lui che conosce le profondità e le altezze del suo essere Amore.
Ben strano tu sappia, a meno che tu non sia DIO giust’appunto, di cosa rida DIO stesso.
Di per sé non ho molto da controbatterti se non che IDDIO tuttè Agape tripersonale ( anche biforme volendo laddove la tripersonalità abbia una polarità anche femminea giustamente, cosa che si risolse secoli e secoli fa ma quanto pare…) il resto è la tua pretesa solipsistica e relativista tipica di chi non accetta la Rivelazione che è Una ed Unica chiaramente, operata attuata e vivibile solo in Gesù Cristo.
Per capirci: che l’infereno sia “all’interno” ed/od “all’eterno” di DIO la cosa in sé né fa difetto né dovrebbe giammai impressionare alcuno…ma mica hai da credere e sperare in me d’altronde, personalmente non ti conosco ed auspico tu stia bene trovando la tua via e realizzazione nel Signore, però se vuoi fare il gaggio distorcendo la Fede, è qui che non va bene né per te né per gli altri che o ti danno creedito o vengono sedotti dalle tue amenità.
La prima professione di Fede in ogni caso è stata fatta dai diavoli in effetti a conferma del detto”non chi dice Signore Signore” quando discepoli esorcisti, filatropi, zelanti e devoti vengano sbarrati all’entrata secondo le parole del Teantropo stesso.
Non discuto io sia più o meglio di te. Discuto le tue distorsioni.
Caro DAOUDA, ho visto giusto ieri pomeriggio, in un luogo di sofferenza, una signora anziana totalmente cambiata in seguito ad altre sopraggiunte ischemie.
Giorni prima sembrava riprendersi dalla prima e vedendo i suoi tre figli diceva con incerta fonìa vocale, ma che ascoltata attentamente si lasciava comprendere : “Siete tre angeli”.
Mi sono commosso. Il giorno dopo le ho portato una rosa bianca. Non ti dico il sorriso mostratomi ed i borbottamenti tra le tenaglie della sofferenza!
Ieri invece ho provato un profondo dolore. Certo, si era aggravata, ma vedendo la moglie dell’unico figlio sposato gridava in continuazione: “Via, via, via… Va via…via”. Hanno dovuto sedarla e chiedere alla nuora di uscire.
Io non giudico. Ma continuo a chiedermi: come si fa a non perdonare? Come si può essere sul punto di morte con tanto rancore?
Non capisco. Ripeto: non giudico. Parlo per me: un Dio senza amore, che dico?, che non sia lo stesso AMORE non mi interessa. Non solo la sofferenza mi fa strappare un perché angoscioso, ma l’incapacità di perdonare nella sofferenza!
Tempo fa, questo papa Francesco, tra le tante battute, ne ha avuto una riguardante “il diritto al perdono”.
Sinceramente, non l’ho capita bene bene!
Che diritti può reclamare mai una creatura?
Se un mio simile non mi concede il perdono, anche se mi umilio davanti a lui con lacrime amare, che posso fare se non sperarlo dal Dio, che ci ha creati entrambi?
Certo neppure Dio ha obblighi e doveri nei miei riguardi…. Ma!? Se Lui non condede al disperato e contrito questo dono-perfetto [semantica della parola] che me ne faccio della sua Paternità eterna? Anzi divento prova della sua crudeltà! Un Dio così anche se esistesse va combattuto! Ma dove lo posso trovare se non proprio nelle dottrine di rivelazione!? Per combatterlo. Ma Dio è amore… quell’ “Amor ch’a nullo amato amar perdona”. L’inferno, i diavoli sono frutti della mala pianta umana che non sa trovare la porta santa della comune speranza, la porta del dono perfetto, che è il Padre/Madre, Principio Assoluto del Tutto. La paternità non se la può levare di dosso nessuno, neppure Dio. È come dire se Dio può annientare Dio. Certo ci sono le dottrine e le loro storie che dovrebbero servire all’uomo non dico per amarsi ma almeno per non graffiarsi il muso a vicenda. Invece proprio in nome di un “Vero” dio, costantemente lo hanno fatto e lo fanno e si versano il sangue a vicenda nel “Tevèl” [=Universo, in ebraico] del salmo 24 di cui è il Principio Assoluto del Tutto, katoikountes [=abitanti, cattolici, nel greco della LXX] compresi.
Mi risulta che Paolo non sia al corrente neppure dell’unico tratto fisico di Gesù, documentato dal vangelo secondo Luca: che il pene di Gesù era circonciso fin dell’ottavo giorno della sua vita.
La cosa è importante perché non proprio tutti gli ebrei venivano corconcisi. Qualcuno vi sfuggiva. Le ragioni sono molte e soprattutto dal tempo dei Maccabei in poi.
Tanti maschi ebrei – e lo documenta anche Giuseppe Flavio – cercavano di nascondere i segni di questa menomazione, soprattutto i giovani. E questo è molto significativo….
La qual cosa sarebbe impossibile per un fariseo zelante che professa l’adempimento della legge da parte di chi gli apparve e si attestò come Messia.
Dai porca miseria su
Caro DAUDA , tu scrivi:
“La qual cosa sarebbe impossibile per un fariseo zelante che professa l’adempimento della legge da parte di chi gli apparve e si attestò come Messia.”
E concludi:
“Dai porca miseria su”.
Dai che?
Capisco bene che per il Gesù ebreo, galileo e nazoreo NZR, sia stata dura finir in croce per mano dei Romani supportati da Sacerdoti Sadducei collaborazionisti e Caifa in primis che comperava annualmente la licenza della sacra carica dal Prefetto di Roma a fior di oro prelevato dal tempio di YHWH.
Capisco molto bene l’eroico grido in croce di Gesù secondo quanto sta scritto nel salmo 78 versetto 35, più antico del 22 che a quello si rifà.
Ma non certo Saulo di Tarso. Collaborazionista di cittadinanza romana del Sommo Sacerdote sadduceo. Non certo di uno che ha servito due Padroni e di cui Gesù stesso pare averci già messo in guardia. Non certo di uno che ha “visioni” private e con queste entra in campo con un suo proprio “κατὰ τὸ ευαγγέλιόν μου”(secundum evangelium meum). Non certo di uno che proclama che se anche venisse un Angelo ad insegnare un vangelo diverso dal suo, non ci si deve credere. Non certo di uno che confessa d’essere addirittura stato in visita al terzo Cielo senza rendersi neppure conto se col corpo di carne o senza!
Paolo è credibile solo quando ed in quanto scrive alcuni ben noti assiomi sull’Amore.
“L’Amore tutto copre, tutto crede, tutto spera e tutto osa!” Cioè l’amore umano è la sorgente della Fiducia, non una dottrina, per buon annuncio che sia o si presenti.
E: “Se non avessi l’amore, anche conoscessi tutte le lingue degli Angeli [ tutte le teologie dogmatiche e morali? Tutte le professioni di fede? Tutte le rivelazioni avute? Tutti i viaggi in Cielo? Ecc… ] sarei solo una campana stonata”.
Come è credibile uno che non sa niente dell’aspetto fisico di Gesù, neppure l’unica cosa che dell’aspetto fisico di Gesù, un solo vangelo narra? Cioè Gesù ha il pene circonciso.
Dice : “Imitatores mei estote”. Mentre Gesù indica il solo Padre, il solo Buono, il solo Perfetto. Quello della “casa del Padre di me”, cioè il Tempio di Gerusalemme.
E poi Gesù amava le donne, soprattutto la Maddalena. In nessun passo Gesù dice che devono sottostare ai mariti. Anzi ad una che ne aveva avuti sette dice di non preoccuparsi; di non mettersi anzitempo “il velo in testa a motivo degli angeli” perché la donna è e sarà come loro.
Sta di fatto che gli scritti di Paolo entrano nel canone con soli quattro Vangeli e poco altro a fondare la Chiesa romana con Costantino imperatore a Costantinopoli.
È un circolo vizioso: la “vera” Chiesa di Cristo fonda se stessa su testi da lei scelti che, a loro volta, la fondano.
Questione di scuole cioè di eresie. Agostino ne elenca 88 da perseguire!
Dico sempre che un “credo” è altro dalla Fede. Anche Paolo tradisce (cioè tramanda) questa differenziazione.
Agimus tibi gratias omnipotens Deus pro universis beneficiis tuis.
Quis quid per alium dixit sibi dixisse putatur
È più che ovvio, realistico e saggio concludere che delle caratteristiche somatiche della persona fisica di Gesù, niente ci è stato tramandato da chi ha scritto per Lui azioni e pensieri [QUID PER ALIUM DIXIT SIBI DIXISSE PUTATUR] eccetto una cosa soltanto: che il suo pene era circonciso.
Refuso della mia delle 19;30 di oggi.
Marana-tha.
Secondo il mio parere con ψυχικός δε ἃνθρωπος (1 Cor 2,14) Paolo intende l’uomo che possiede solo la sapienza di questo mondo.
Pertanto la sottigliezza ( la pagliuzza direbbe il Gesù evangelico!) con l’uomo animale ( “animalis autem homo” della Vulgata latina) è solo una deviante conseguenza dell’inevitabile “tradimento” del tradurre ( tradĕre = tramandare in altra lingua) dal greco alla-nella lingua dei latini romani.
“Nos autem non spiritum (pneuma) mundi accepimus” (2,14).
La dimostrazione la suggerisce lo stesso greco dell’apostolo, là dove dice: ” Nessuno dei Dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; SE L’AVESSERO CONOSCIUTA NON AVREBBERO CROCIFISSO IL SIGNORE DELLA GLORIA” (2, 8 Noto nell’AT il Signore della Gloria è YHWH).
Qui è chiara l’allusione all’incarnazione della Sapienza di Dio: e il Verbo si è fatto carne. Mistero nascosto agli Angeli, secondo la primitiva speculazione giudeo-cristiana (Ef 3, 10-12).
Pertanto Paolo al v16 decreta: “Noi infatti abbiamo il pensiero (νοῦν) di Cristo.
E questo tipo di “sapienza” NON È la sapienza del mondo che è poi quella dei suoi dominatori (v.8)
Siamo in piena gnosi cristiana.
Non va dimenticato che Paolo in Rm 2, 16 e 16, 25 e 2Tm 2, dichiara κατὰ τὸ ευαγγέλιόν μου (secundum evangelium meum).
E non va dimenticato mai che Paolo stesso dichiara anche e non solo di non saper niente del “fatto” fisico di Gesù, ma di saper solo di Lui, e Lui crocifisso.
Crocifisso dai Dominatori (2, 8). Perché la realtà e che questo Paolo conosce solo Cristo Risorto, il Maratha-na: vieni Re Signore. Un’invocazione che fa sua e la tramanda. E ben documentata.
Due distinte e nobili sapienze. O si crede o si ragiona. La fiducia, alias Fede, è altra cosa.
Paolo quando parla di uomo animale ossia psichico intende il CORPO omnicomprensivo.
il carnale può essere anche soggetto alla superbia della vita che è una delle concupiscenze, e gli gnostici ( che quando vogliono fare gli asceti hanno sempre battuto tutti i grandi santi in comprensione, filosofia, dominio di sé, ascesi mortificatoria ) anch’essi possono essere carnali quando tale ricerca esoterica rimane autoreferenziale.
Nel concilio Costantinopolitano IV è sancita la dualità anima-corpo. Il problema è che per Paolo la parte corporea è la tricotomia soma-psiche-nous, e la parte intesa come anima è lo pneuma individuale chiamato più sovente kardia ossia la scintilla della coscienza.
Il fatto stesso che usi il termine psichico e non noetico fa il paio con la centralità della psiche ossia il sangue rispetto alla periferia somatica e la più precipua interiorità nervosa del nous eterico, rispetto al kardia ( d’altronde il cuore pulsa il sangue o no) che è li ove poi comunica lo Spirito Santo.
l’uomo naturale/animale senza preclusioni può combattere contro la carnalità dell’integrità dell’umano ma vi rimarrà comunque invischiato. Il diritto naturale sarà un faro comunque non usufruibile a pieno, ma può esser giusto e buono secondo le ispirazioni di DIO.
Il carnale è invece opposto allo Spirito ergo non neutro od in bilico od aperto, ma chiuso e sedotto nel male sia esso intellettivo o sensorio.
usare il termine uomo animale/psichico/naturale reimmette al fatto che Paolo canti ed annunci l’Agape di DIO, non la sua essenzialità o conoscenza infinite che riguardano guardacaso tutti i devianti contro cristiani.
E l’Agape illumina il cuore e si dipana nel sangue, giust’appunto come anticamente si usa suggerire riguardo la fisiologia del pneuma secondo gli stoici.
Già! Pneuma! Gv3,5-8.
Se non c’è l’aria è come voler far funzionare un motore senza il carburante! Similmente il cuore.
Quando poi la temperatura esterna dell’aria è più fredda, vedi anche dal tubo di scappamento, qual è il naso, l’inqinante gas di scarto!
Noi non abbiamo nulla in comune.
Lo Pneuma non è aria ossia gas, che sai bene è un elemento fra i 5, ma è fuoco, respiro ed alito, vento nel senso di Forza, non di aria giacché è semmai mossa.
Studia la fisiologia stoica ed ippocratica più che altro e dismetti il tuo naturalismo olista eretico.