Summit dei Diritti dei Bambini. Mastro Titta: Bergoglio Parla di Eventi Marginali, non dei Drammi Epocali.

8 Febbraio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Mastro Titta, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su una recente esternazione di Jorge Mario Bergoglio. Buona lettura e diffusione.

§§§

MASTRO TITTA: BERGOGLIO FA COSE CHE NON SA E NON FA QUELLE CHE SA

 

“Da parte mia, per dare continuità a questo impegno e promuoverlo in tutta la Chiesa, ho intenzione di preparare una Lettera, un’Esortazione, non so, dedicata ai bambini”.

Con questo vagulo auspicio, Francis il papa parlante conclude il Summit sui diritti dei bambini. Se in una dichiarazione pontificia si parla di “infanzia negata”, il più allocco dei cattolici – il cattallocco – si aspetterebbe anche un timido cenno, un sussulto, un’occhiata al genocidio dell’aborto, o a quello nella nota località rivierasca di Gaza. Macché. Parla dei piccoli Rohinghya e dei sans papier al confine fra Messico e Stati Uniti. Frecciatina al puzzone di Trump che li reimpatria a casa loro.

Parla della cultura dello scarto “in cui tutto si compra e si vende”: non una parola sull’aberrazione dell’utero in affitto, asetticamente definito Gestazione per Altri. Pur di non parlare di cose attuali, evoca il nonno che davanti al fuoco gli raccontava l’orrore delle guerra. La guerra è brutta.

Francis esibisce nel medesimo tratto un’acribia patologica – cita i Rohinghya – e il consueto scancherare svampito quando si tratta di questioni macroscopiche ma, egli crede, divisive. Punta il dito verso una sparuta minoranza cambogiana di cui, diciamocelo, nulla cale a nessuno e sorvola scientemente su questioni gigantesche ma sulle quali l’opinione pubblica si è già schierata. L’uomo del resto è così: va in fibrillazione per il gattino sull’albero, e moccola sui miliardi di moscerini stampati sul parafango che non vengono più via. Bergoglio è un uomo, nonostante tutto.

È quel “non so” finale che confesso mi disturba. Basta digitare su un motore di ricerca qualsiasi l’interrogazione “prete pedofilo” ed appare un diluvio di notizie su preti cattolici che abusano di bambini. Magari al Giubileo della Comunicazione una piccola annotazione su questa gravissima stortura Bergoglio poteva farla: l’uomo medio, tendente al pecoreccio, potrebbe pensare che la pedofilia sia un affare da preti e dunque un abuso, mentre se lo fa un laico, magari transomosessuale, è una forma di amore. I bambini non sono soltanto vittime della guerra e della schiavitù, come non sono soltanto migranti che muoiono nel deserto o in mare.

Anche qui: Bergoglio, si badi bene, predilige i fenomeni accidentali, che sono per definizione straordinari, comunque circoscritti da condizioni particolari. Il problema della vita del cristiano – e in generale di qualsiasi uomo – per ciò che attiene la sua ascesi personale, o anche in senso più piatto la sua crescita, è l’ordinario, mai lo straordinario. È l’ordinario che forgia lo spirito preparando allo straordinario.

L’annoiato Bergoglio non sa, qualcosa scriverà appena si riprende dalla fatica letteraria della sua autobiografia in articulo mortis. Egli vive di emozioni forti. Predilige i quadri a tinte vivide, persino caricaturali. L’aborto è ordinario, la pedofilia non ne parliamo nemmeno. Sono fatterelli che lo deprimono.

Ma state tranquilli: butterà giù due idee, una minuta, un brogliaccio, un trattamento nei ritagli di tempo. Lo deve agli allocchi.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , , ,

Categoria:

2 commenti

  • laura cadenasso ha detto:

    Sinceramente gli consiglierei di dedicarsi all’ arte del dipingere nella quale non serve parlare ma usare le mani che sembrano mobili e sane (sperando che una grave artrosi non colpisca le articolazioni superiori). In merito alle gambe esse non mi appaiono indispensabili…se sbaglio mi scuso in anticipo ma -in caso avessi indovinato- penso che i futuri capolavori resterebbero nella Storia : sia di madre terra che della sua nuova chiesa. Come il lungo vicariato romano: nel bene fatto o nel male perpetrato. Aspettiamo il dopo. Oremus

  • R.S. ha detto:

    Vangelo odierno: Gesù ebbe compassione vedendo la folla, perchè erano come pecore senza pastore.
    Gesù a quel bisogno offre l’insegnamento di molte cose.

    Da ormai 12 anni mi sento privo di pastore. Ho capito quello che hanno fatto al legittimo insegnante che guidava il mio peregrinare nella folla di pecore. Disprezzato lui, mi sono sentito solo anche in questa consapevolezza, anche qui su Stilum Curiae.

    Però quel pastore fu molto premuroso, spiegando l’hilasterion, il coperchio dell’arca, lo strumento di espiazione. Kaporett in ebraico che per assonanza evoca la Caporetto della chiesa cattolica.

    Oggi ascoltiamo la lettera agli Ebrei: Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
    Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
    Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi. Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. Parola di Dio.

    Il Pastore grande resuscita dai morti in virtù del sangue della nuova ed eterna alleanza, versato per molti.
    Dobbiamo compiere la Sua volontà!

    La sventura che deriva da questo tempo di prova non è taciuta. Viene accennata da Gesù in modo misterioso e tuttavia inequivocabile, con una parola che riprende l’antica tradizione profetica. Geremia, di fronte al cattivo comportamento nel tempio, proclamò un oracolo di Dio: «Ho abbandonato la mia casa, ho ripudiato la mia eredità» (12,7). Proprio la stessa cosa annuncia Gesù: «La vostra casa vi sarà lasciata deserta» (Mt 23, 38).

    Dio se ne va di lì. Il tempio di Gerusalemme non è più il luogo dove Egli ha posto il suo nome. Sarà vuoto; ora è soltanto -per gli uomini- la “vostra casa”.
    Così finché i tempi dei pagani siano compiuti…

    Roma ricevette la sede petrina. Anche lì c’è il vuoto.
    Caporetto. Lo “strumento di espiazione”, in greco hilasterion, il coperchio dell’arca dell’alleanza è il luogo sul quale, in una nube, appare YHWH. Nel giorno dell’Espiazione questo luogo sacro viene asperso con il sangue del giovenco immolato come vittima di espiazione, la cui vita viene così offerta a Dio al posto di quella degli uomini peccatori meritevoli di morte, il sangue del sacrificio, nel quale sono stati assorbiti tutti i peccati degli uomini, toccando la divinità stessa viene purificato e così, mediante il contatto con Dio, anche gli uomini rappresentati da questo sangue vengono resi mondi: un pensiero, questo, che nella sua grandezza e, insieme, nella sua insufficienza è commovente, un pensiero che non poteva rimanere l’ultima parola della storia delle religioni, né l’ultima parola nella storia della fede di Israele.

    L’hilasterion è Gesù, il coperchio dell’arca dell’alleanza e la presenza del Dio vivente. L’intera teologia veterotestamentaria del culto (e con essa le teologie del culto di tutta la storia delle religioni) viene «abolita» ed insieme innalzata ad un’elevatezza totalmente nuova.

    Gesù stesso è la presenza del Dio vivente. In Lui Dio e uomo, Dio e il mondo sono in contatto. In Lui si realizza ciò che il rito del giorno dell’Espiazione intendeva esprimere: nella donazione di sé sulla croce, Gesù depone, per così dire, tutto il peccato del mondo nell’amore di Dio e lo scioglie in esso. Accostarsi alla croce, entrare in comunione con Cristo significa entrare nell’ambito della trasformazione e dell’espiazione.

    Siamo dopo Caporetto, pecore senza pastore.
    Ci resta l’insegnamento.