Musk Smantella la Burocrazia Statale USA col Plauso di Dugin. Matteo Castagna.

8 Febbraio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su quanto sta accadendo negli Stati Uniti, e a Washington in particolare. Buona lettura e diffusione.

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di Matteo Castagna

I reporter Simon Shuster e Brian Bennett hanno scritto un articolo di approfondimento sul TIME, relativo alla potente figura di Elon Musk e titolato: “Dentro la guerra di E.M. a Washington”.

Premesso che per chi scrive, la controversa figura dell’uomo più ricco del mondo è, sostanzialmente, identica a quella del Prof. Matteo Orlando, che l’ha definito “un cristiano “culturale”, eticamente ambiguo”. Nel corso della primavera dell’anno scorso, duettando con lo psicologo Jordan Peterson sulla sua piattaforma social X ha scritto: “anche se non sono una persona particolarmente religiosa, credo che gli insegnamenti di Gesù siano buoni e saggi…direi che sono un cristiano culturale”. A distanza di qualche mese, Musk ha scritto, sempre su X: “se non ci sarà più coraggio di dire ciò che è giusto e opportuno, il cristianesimo perirà”. Non è Mons. Viganò, è Musk…

Sul piano un po’ visionario e un po’ eccentrico dell’imprenditoria sembrerebbe, invece, avere posizioni progressiste, molto lontane da una visione conservatrice, ed anche cristiana del rapporto “uomo-macchina”, uomo-uomo” e “uomo-Dio”.  Tutto questo lo rende un personaggio, a tratti lodevole per la sua opposizione alle ideologie gender e woke, a tratti lontano anni luce quando parla del trasferimento su Marte e del primato dell’intelligenza artificiale, a tratti inquietante quando vorrebbe integrare i cervelli umani con Neuralink. Per ora, ci si può limitare a definirlo controverso, attendendolo alla prova dei fatti.

Il primo giorno di febbraio, una manciata di uomini che lavoravano per Elon Musk si erano recati all’Agenzia statunitense per lo sviluppo Internazionale (USAID), a pochi isolati dalla Casa Bianca, chiedendo pieno accesso alla sede centrale. Lo staff dell’agenzia si è rifiutato. Non sono state tirate fuori le pistole. Non sono stati lanciati pugni. Nessuno ha coinvolto la polizia. Ma in questi primi giorni dell’amministrazione Trump, forse nessun’altra scena ha rivelato più chiaramente le forze che stanno rimodellando il governo americano, sostiene il Time.

Da una parte c’era un’istituzione con 64 anni di storia, un budget di 35 miliardi di dollari e una missione sancita dalla legge federale. Dall’altra c’era la squadra di demolitori politici di Musk, identificati come membri del Department of Government Efficiency (DOGE), che la prestigiosa rivista americana definisce “un gruppo di dipendenti temporanei senza statuto, senza sito web e senza una chiara autorità legale”. E aggiunge: “il suo potere deriva da Musk, la persona più ricca del pianeta, che è stato incaricato di smantellare vaste fasce della burocrazia federale, tagliando i budget, svuotando il servizio civile e privando le agenzie indipendenti della capacità di ostacolare gli obiettivi del Presidente”.

Quando l’ispezione volle arrivare alle strutture sensibili progettate per conservare informazioni classificate, i dirigenti dell’USAID si sono rifiutati di collaborare, scatenando i ragazzi del nuovo ministero. “L’USAID è un’organizzazione criminale”, ha scritto Musk ai suoi 215 milioni di follower, sulla sua piattaforma di social media, X, subito dopo. “È ora che muoia”. Nel giro di una settimana, quasi tutto il suo personale è stato messo in congedo e i suoi uffici in tutto il mondo sono stati chiusi.

DOGE ha indirizzato tutte le domande del Time sul suo operato alla Casa Bianca, che ha rifiutato di commentare, scrivono i due reporter.

Questi sono solo i primi effetti di una massiccia ondata anti-statalista. “I bilanci saranno hackerati. Programmi preziosi saranno eliminati. I dipendenti pubblici di carriera saranno epurati, sostituiti con altri di nomina politica, la cui qualifica principale è l’apparente fedeltà al Presidente”, denuncia preoccupato il Time.

Questa è la strada scelta dall’elettorato. “E per molti – sottolinea la rivista americana – l’idea di uno degli imprenditori più affermati al mondo che attacca una burocrazia federale tentacolare e sclerotica con la stessa velocità e determinazione che ha portato alla sua startup automobilistica o alla sua azienda di razzi è motivo di festa, non di allarme”.

“Il governo federale è così grande che ci sono sicuramente significative opportunità di risparmio ed efficienza”, afferma Robert Doar, presidente dell’American Enterprise Institute, un think tank di centro-destra. “Il fatto che il Presidente e il suo team stiano dando a questo molta attenzione è una buona cosa”.  Il 28 gennaio, milioni di dipendenti pubblici hanno ricevuto un’e-mail con oggetto: “Fork in the road”, che ha offerto loro otto mesi di paga in cambio delle loro dimissioni.

Immaginate cosa accadrebbe qui da noi se un potenziale ministro alla semplificazione burocratica facesse lo stesso, ad esempio coi forestali in Calabria o con gli impiegati del catasto?

Musk non ha mai nascosto le sue intenzioni. Due settimane dopo le elezioni, ha co-scritto un articolo sul Wall Street Journal in cui prometteva che DOGE avrebbe aiutato Trump ad “assumere un team snello di crociati del governo di piccole dimensioni”, che avrebbero lavorato per portare “riduzioni di massa del personale in tutta la burocrazia federale”. Quella campagna di reclutamento è iniziata subito dopo le elezioni, attingendo dagli accoliti di Musk nella Silicon Valley, alcuni appena usciti dal college, e preparandoli a girare tutta Washington.

Musk ha anche inviato un team all’ OPM. L’ufficio detiene i dati di 2,1 milioni di lavoratori, l’indirizzo e-mail di quasi tutti i dipendenti federali e tiene traccia di 59 miliardi di dollari all’anno in premi sanitari federali e di 88 miliardi di dollari all’anno in pagamenti ai pensionati federali. L’ offerta di buyout di massa ai dipendenti pubblici è nata all’interno del team di Musk all’ OPM, secondo una fonte a conoscenza di tali azioni. (Sia DOGE che la Casa Bianca hanno rifiutato di commentare)

Poi, “il team DOGE si è messo a far morire di fame l’ OPM stesso”, riferisce il Time. Brian Bjelde, che ha lavorato di recente come vicepresidente delle risorse umane presso l’azienda aerospaziale di Musk, ha detto ai supervisori di carriera dell’OPM che l’obiettivo era di tagliare il 70% del suo personale, una mossa che avrebbe ostacolato i suoi team di benefit sanitari e di pianificazione pensionistica, afferma un attuale funzionario dell’OPM.

Alcuni dirigenti senior dell’OPM sono stati esclusi dai database chiave, afferma il funzionario, e i nominati politici hanno accesso ai sistemi, tra cui l’Enterprise Human Resources Integration, senza le procedure di salvaguardia standard progettate per mantenere riservate tali informazioni. Quel sistema include informazioni come livelli di retribuzione, anzianità di servizio, numeri di previdenza sociale, date di nascita e indirizzi di casa. Praticamente, come smantellare INPS e INAIL, in un giorno solo, nel Belpaese.

Alcune cause legali hanno funzionato. La Casa Bianca ha rispettato gli ordini del tribunale che bloccavano il suo tentativo di congelare trilioni di dollari di spesa federale. La sentenza di un giudice del 6 febbraio ha ritardato la scadenza per l’offerta di buyout ai dipendenti pubblici. I sindacati hanno intentato cause a DOGE per conto dei dipendenti federali. “Le cause legali stanno già volando”, ha osservato un editoriale del Wall Street Journal del 4 febbraio , “e i tribunali faranno deragliare il progetto di Musk, prima ancora che decolli, se non sta attento”.

Il noto filosofo russo Alexandr Dugin vede lo smantellamento dell’USAID da parte di Trump e Musk come un colpo critico al globalismo e al dominio liberale guidato dagli Stati Uniti. Ed ha scritto che “quando l’Unione Sovietica ha abolito il Comintern (Terza Internazionale) e successivamente il Cominform, strutture che sostenevano gli interessi ideologici dell’URSS su scala globale, ha segnato l’inizio della fine del sistema internazionale sovietico. Sebbene il Consiglio di mutua assistenza economica (COMECON) e l’Organizzazione del Patto di Varsavia siano esistiti fino al 1991, la loro fine era stata sostanzialmente predeterminata ai tempi di Kruscev.

Qualcosa di simile sta accadendo oggi in America, dove l’USAID era la principale struttura operativa per l’attuazione dei progetti globalisti. In sostanza, è stata la principale cinghia di trasmissione del globalismo come ideologia volta a imporre a livello mondiale la democrazia liberale, l’economia di mercato e i diritti umani, smantellando al contempo gli Stati sovrani e rovesciando i regimi in grado di resistere su scala globale”.

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