Pulizia Etnica a Gaza, Trump la Vuole Ufficialmente. Shireen Abu Akleh e la Mattanza Straordinaria di Giornalisti.

5 Febbraio 2025 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione alcuni elementi sul Medio oriente, Gaza e la Cisgiordania. Buona lettura e diffusione.

Il primo è un post di Inside Over. Da notare che i giornaloni criticano Trump su tutto, compresi figli e anatre lagunari, ma non riescono a trovare una parola sul fatto che riceve in pompa magna un criminale di guerra. 

 

“Possederemo Gaza e ci occuperemo di smantellare tutte le bombe inesplose e le armi pericolose, spianeremo il sito ed elimineremo gli edifici distrutti, creando uno sviluppo economico che fornirà un numero illimitato di posti di lavoro”.

Durante la conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu hanno discusso del futuro della Striscia di Gaza e della cooperazione tra i due Paesi.

Trump ha annunciato che gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, occupandosi della rimozione di bombe inesplose e altre armi pericolose, demolendo le strutture distrutte e promuovendo uno sviluppo economico che, a suo dire, garantirà “un numero illimitato di posti di lavoro”, ma non per i palestinesi.

Trump ha ribadito la sua visione secondo cui Gaza non dovrebbe essere ricostruita, amministrata e abitata da coloro che, a suo dire, hanno vissuto in condizioni di miseria. Ha anche suggerito che i palestinesi dovrebbero trasferirsi in altri Paesi, pur senza specificarne alcuno, sostenendo che la loro volontà di tornare nella Striscia sia dovuta alla mancanza di alternative.

Netanyahu ha elogiato il piano di Trump, affermando che potrebbe “cambiare la storia” e lodando la decisione degli Stati Uniti di interrompere i finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, accusata di sostenere il terrorismo.

Ha inoltre sottolineato che “Israele porrà fine alla guerra vincendola” e che la vittoria israeliana sarà anche una vittoria per l’America.

Nel corso dell’incontro, Trump ha definito Netanyahu il “giusto leader di Israele”, lodando la loro lunga amicizia e affermando che insieme formano una “combinazione imbattibile”. Netanyahu ha ricambiato le parole di stima, definendo Trump “il miglior amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”.

#gazaethniccleansing #gazagenocide #trump #netanyahu

***

Il secondo è questo post di Voce Ebraica per la Pace:

voceebraicaperlapace

Israele viola di nuovo il cessate il fuoco, uccidendo due palestinesi a Gaza, tra cui una bambina di 5 anni
Israele ha violato il cessate il fuoco a Gaza 62 volte in 17 giorni.

***

Il terzo è questo post di Jewish Voice for Peace che critica la dichiarazione di un membro del Consiglio del Memoriale dell’Olocausto USA che parlava di colpa collettiva della popolazione di Gaza. 

Come ebrei impegnati nella liberazione collettiva, riteniamo le nostre comunità responsabili mentre lavoriamo per costruire un futuro in cui tutti siano al sicuro e tutti siano liberi.

Come ebrei antisionisti, siamo contro il sionismo, l’ideologia che utilizza la strategia del genocidio, della pulizia etnica e dell’apartheid per mantenere uno stato nazione-unica ebraico in terra palestinese. Opporsi al sionismo include sfidarlo – e tutte le forme di supremazia – ovunque li vediamo.

Mentre continuiamo a fare il lavoro necessario per costruire comunità ebraiche prospere oltre il sionismo, dobbiamo anche assumerci il necessario lavoro di smantellamento del razzismo antipalestinese prevalente all’interno degli spazi ebraici, sia nelle organizzazioni ebraiche che nelle sinagoghe locali.

***

Poi c’è questo post di Inside Over, che ricorda che sono passati mille giorni dall’assassinio a sangue freddo di una giornalista, Shireen Abu Akleh, a Jenin. Una morte che ci tocca da vicino, anche perché fu occasione di una rottura con molti amici ebrei. Stilum Curiae pubblicò la notizia, prevedendo che non ci sarebbe stata nessuna assunzione di responsabilità per quello che appariva come un omicidio, e questo provocò la reazione piccata di persone della Comunità. Nessuna di loro, vista la giustezza della nostra previsione, come si può leggere a questo collegamento, ha sentito il bisogno e l’onestà intellettuale di scusarsi. Ma quando i sentimenti tribali prevalgono, ogni civiltà muore.

Sono passati 1.000 giorni dall’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh, corrispondente di Al Jazeera da parte delle forze israeliane.

Nonostante gli sforzi da parte di agenzie di stampa, gruppi per i diritti umani e le Nazioni Unite per ottenere giustizia, nessuno è stato ritenuto responsabile.

Shireen Abu Akleh è stata uccisa l’11 maggio 2022 mentre documentava un raid israeliano nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata.

La sua morte ha sconvolto il mondo e ha attirato l’attenzione internazionale sugli omicidi di giornalisti palestinesi da parte di Israele.

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), Israele non ha ritenuto responsabile nessuno dei suoi soldati per l’uccisione di 20 giornalisti palestinesi nei 22 anni precedenti la morte di Abu Akleh.

Nei 15 mesi di genocidio a Gaza, sono stati uccisi 217 giornalisti e operatori dei media. Tutti attualmente senza colpevoli.

#pressunderattack #israelimpunity

***

Infine vi invitiamo a visitare questo collegamento. Ci sono le foto e i nomi dei 205 giornalisti uccisi a Gaza mentre facevano il loro lavoro da Israele, che non ama testimoni per il suo sterminio. Una cifra enorme, c’è chi dice che neanche in tutta la seconda guerra mondiale ne sono morti così tanti. 

 

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , ,

Categoria:

5 commenti

  • giovanni ha detto:

    L’ ipotesi delle due massonerie sioyankees sta prendendo sostanza. Percorsi diversi ma obiettivo finale del tutto sovrapponibile. Ordo ab chao recita il motto. Ora si sta spargendo il chao e dopo vi sara’ l’ordo ?

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Articoli molto, molto coraggiosi

    • Fritz ha detto:

      Il coraggio è così sporadico, tanto che non si sa cosa più cosa sia in Italia, poichè un articolo veritiero può essere pubblicato senza sortire alcun effetto nelle coscienze.
      Vedo lo stesso trattamento per chi ha il coraggio di dichiarare, (e lo dimostra) che Bergoglio è un papa NON legittimo. A conferma che chi parla di coraggio, di “molto coraggio”, ben si guarda dal dimostrare il suo contro l’antipapa.

      • Davide Scarano ha detto:

        A mio parere si esercita il coraggio anzitutto per essere in pace con la propria coscienza. Esso si esplica non solo con i post su un blog ma soprattutto con scelte di vita coerenti alle proprie idee. Osservo inoltre che anche se l’articolo “coraggioso” non smuovesse alcuna coscienza sicuramente farebbe danno all’autore mettendolo in luce per le proprie idee controcorrente. Nei miei interventi cerco di temperare il coraggio con la prudenza, che significa tante cose, ad esempio adeguarsi all’interlocutore, meglio alla crescente distanza culturale ed antropologica tra i simpatizzanti di questo blog ed il epnsiero dominante, e talvolta anche al contesto. Detto ciò mi sembra ingeneroso criticare un lettore per la mancanza di coraggio utilizzando uno pseudonimo.

        • Fritz ha detto:

          La generosità è un moto del cuore che può capire, rispettare, accettare e se del caso perdonare proprio quel coraggio che manca in qualcuno, ma tacere no, non fa parte della generosità, ma del negare la verità.
          E l’argomento ‘papa della Chiesa cattolica’ non ammette acquiescenze nè comodi silenzi sugli impostori, specie per chi si dice difensore di Cristo e del Vangelo. Ma ognuno si definisce come crede, come si può notare.
          La signora romana in questione però può ribattere, argomentando naturalmente, su quel suo coraggio selettivo che stranamente trascura l’antipapato e spiegare le sue ragioni. Fino a quel momento chiarificatorio è destinataria di interlocuzioni e di conclusioni logiche e conseguenziali, non tanto di ‘critiche’.
          Quanto ai nomi espressi o meno, sia del lettore che di chi lo ‘critica’ (termine poco azzeccato al posto di ‘constatazione’), peraltro entrambi pseudonimi, poco conta: la verità è stata espressa? Allora i nomi veri è meglio tacerli e questo, Davide, si chiama ‘carità’, poichè mi sono ben guardato dal tradurre il nick nel nome vero, che ben conosco.
          Quanto al discorso sulla ‘prudenza’ posso accettarlo specie, se può significare tante cose, purchè non serva a ‘glissare’ su certe verità che non si possono tacere, quali la illeggittimità di Bergoglio. Nel qual caso sarebbe sinomimo di complicità di fatto e di menzogna.