L’Europa Immobile Guarda Trump, che Ha Cambiato le Regole del Gioco. Vincenzo Fedele.

28 Gennaio 2025 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sugli scenari che si aprono in Europa dopo la vittoria di Trump. Buona lettura e diffusione.

§§§

Trump e l’Europa

L’Europa sembra quasi indifferente all’elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti.

E’ solo un modo dolce di introdurre alla tragedia visto che, a parte noi italiani infervorati dal tifo da stadio per la presenza del nostro leader, unico europeo invitato all’insediamento, non si registrano reazioni significative dalle capitali europee.

Prendiamo spunto da un argomento a caso, il riscaldamento globale, che non è neanche tra quelli prioritari, ma emblematico del nostro vivere in un mondo di fantasia svincolato dalla realtà.

Il discorso della Von der Pfitzer a Davos, quasi parallelo all’insediamento di Trump, è suonato come nulla fosse accaduto: “Continueremo a lavorare per fermare il riscaldamento globale”.

Al netto dei discorsi scientifici, quello della Von der Pfitzer rassicura che sull’emergenza climatica e le politiche verdi “l’Europa manterrà la rotta”. Non si sa quale sia la rotta e con quali risorse la manterrà, ma lo farà perché:

  • E’ impossibile ignorare il suo impatto;

  • L’accordo di Parigi rappresenta la migliore speranza per l’umanità;

  • Tutti i continenti devono fare i conti con il cambiamento climatico e noi lavoreremo con tutte le nazioni che voglio fermare il riscaldamento globale;

  • I prossimi anni saranno decisivi per restare nella corsa alle tecnologie pulite.

Ha anche accusato la Russia di aver innescato la crisi energetica ed usando il gas come arma per piegare l’Europa. Neanchela memoria è il suo forte e stranamente si è dimenticata di citare alcuni fatti non marginali:

I gasdotti nordstream sono stati fatti saltare in aria (licenza poetica visto che sono condotte sottomarine) dagli USA o, nella migliore delle ipotesi, dagli ucraini, a danno nostro e di Putin;

A inizio anno Zelensky ha chiuso i rubinetti del gasdotto che manda gas a 4 nazioni europee isolando totalmente la Slovacchia e riducendo fortemente gli arrivi in Europa;

Putin ha sempre detto che lui è disponibile a fornire il gas se noi lo chiediamo;

La Russia continua a venderci il suo petrolio ed il suo gas, che noi comperiamo dopo che è transitato dall’India, dal Qatar o da altri, a prezzo maggiorato rispetto alla Russia.

A fronte delle parole della Von der Pfitzer, sopra elencate per punti, è bene vedere, per estratto, le parole spese da Trump per contestare l’emergenza climatica:

Dobbiamo sconfiggere in modo decisivo i responsabili delle narrazioni false sul clima. L’allarmismo sul clima sta distruggendo l’economia americana, sta indebolendo la nostra società e sta sventrando la nostra classe media. Uno dei compiti più urgenti è finirla con la bufala dell’isteria climatica. Si è voluto confondere l’inquinamento con gli effetti dell’anidride carbonica. La Cina inquina molto e anche l’India, ma anche il Giappone e la Russia. Dobbiamo combattere l’inquinamento, ma questo fanatismo per le attività umane che producono anidride carbonica ci sta davvero danneggiando e non ha nulla a che fare con l’energia verde. L’accordo di Parigi sul clima è un bluff e ci è costato trilioni, trilioni e trilioni di Dollari. Il Green Deal è una ferita economica enorme, auto inflitta e contribuisce ad alimentare l’inflazione incontrollata.

Questo è lo stato dell’arte.

Una UE che volesse almeno guardarsi intorno per vedere come sta cambiando il mondo, cercherebbe di prendere in considerazione queste dichiarazioni. Per controbatterle, se ritenute sbagliate, o adeguare la linea finora seguita.

Invece neanche una parola.

Qui sta la tragedia vera di quello che stiamo vivendo noi europei.

L’Europa trema, ma senza neanche aprire bocca, all’ipotesi dei dazi mirati che ci cadranno addosso mentre sono quasi certo che Trump non farà nulla in merito. Non sono necessari dazi.

Gli basta stare fermo ed attendere il cadavere dello schiavo-alleato sulla sponda del fiume.

Noi acquistavamo il gas dalla Russia a 5 Euro Megawattora, adesso in bolletta il costo è di 50 e dobbiamo ancora dire grazie perché nel 2023 era arrivato ad oltre 80 e la lungimiranza di Draghi proponeva di mettere un tetto a 100 per calmierarlo, ma neanche su questo si era giunti ad un accordo, comunque inconcludente.

Le alternative, come dico da oltre due anni, c’erano e ci sono, ma non sono considerate.

I prezzi finali, sulle nostre bollette, sono calcolati sul prezzo di scambio del gas alla borsa olandese (TTF). Borsa asfittica che scambia meno dell’1% del gas compravenduto in Europa ed è oggetto di feroci speculazioni alle nostre spalle.

Basterebbe modificare la Legge adottando, ad esempio, gli indici di borsa americani e il 95% dei nostri problemi sarebbe risolto. Alla borsa USA il gas, quotato 50 Euro al TTF, viene scambiato a 10. A noi, viene venduto a 40 oltre i costi di compressione, trasporto e rigasificazione. Le aziende importatrici, in primis ENI, che godono di contratti pluriennali con Libia, Tunisia, Algeria, Qatar, lo fatturano a noi a 50 ma forse lo pagano meno di 10.

Altra anomalia è la correlazione del prezzo dell’elettricità a quello del gas che poteva avere un senso, comunque limitato, quando i prezzi erano costanti nel tempo e l’elettricità veniva quasi totalmente prodotta da centrali a gas. Adesso questa correlazione non ha più senso. Purtroppo continua a rimanere così perché non si vuole cambiare il codicillo del regolamento che dovrebbe toccare, ripeto, solo due punti: svincolare il prezzo di vendita dalla quotazione fittizia olandese e troncare la correlazione elettricità-gas. Troppo semplice. Meglio, a fine anno, polemizzare sulla tassazione dei super utili delle aziende energetiche che tanto ci hanno deliziato nel 2023 e 2024.

Ma tornando all’impatto trumpiano che, ripeto, vincerà stando fermo, oltre alla distruzione del tessuto economico europeo provocato dagli alti costi energetici, insostenibili per aziende che vogliano rimanere competitive, ci sono i sintomi evidenti della situazione attuale:

Molte aziende, iniziando da quelle tedesche, hanno traslocato negli Stati USA attratte dai loro incentivi e dalle alte tassazioni europee. Con gli incentivi economici annunciati da Trump per gli USA, oltre agli ulteriori sgravi fiscali previsti, la delocalizzazione negli USA si amplierà condannando allo sfacelo l’industria nostrana;

Trump sventola il deficit commerciale di 230 miliardi di Dollari, da pareggiare, da cui sarebbe afflitta l’economia americana nei confronti dell’Europa. La Germania è in testa con un attivo di 80 miliardi e noi siamo al secondo posto con 43 miliardi di attivo. Si chiama commercio, ma siamo spaventati già dal solo fatto che Trump pone il problema.

Con le crisi aziendali europee e l’incremento di importazione di prodotti energetici dagli USA i conti si ripianeranno automaticamente e Trump non avrà alcun interesse ad una guerra dei dazi che vedrebbe solo perdenti ed aumenterebbe l’inflazione USA che, invece, è il primo nemico che vuole combattere. Aspetterà, a breve, il cadavere del nemico sulla riva del fiume.

Il problema, ripeto, siamo noi europei.

C’è qualcuno che teme una frammentazione dell’UE. Quale frammentazione?

Si opera per frammentare qualcosa che è unito e si vuole dividere. Già adesso il nostro continente è dilaniato e in ordine sparso con Nazioni una contro l’altra armata e senza alcuna guida al vertice. Si va avanti per inerzia secondo gli ordini che arrivano da Davos.

Una UE che impiega oltre 2 (due) anni ad autorizzare l’accordo tra Lufthansa e ITA (ex Alitalia), che è incrostata di divieti e vincoli ad ogni piè sospinto e non si rende neanche conto delle sfide che si prospettano, non ha un futuro.

Non ci saranno dazi. Il tessuto economico verrà scardinato alla base, oltre quanto non lo sia già.

Se qualcosa ci unisce è lo sfacelo. La politica green, che imperterriti proseguiamo, oltre ad obbligarci ad usare tecnologie, (eolico e fotovoltaico), ormai da tempo in mano ai cinesi, ci obbliga all’adeguamento energetico delle nostre case.

Fra un po’, già adesso, non saremo più autorizzati a compravendere le nostre abitazioni se non rispondono a criteri energetici che solo le nuove costruzioni possono rispettare, con aumenti di costi significativi. Le multinazionali finanziarie, iniziando da Black Rock e Vanguard compereranno a prezzi di saldo il nostro patrimonio immobiliare che non avrà mercato se non dopo profonde e costose ristrutturazioni.

Quando l’Europa parla lo fa con mille voci diverse e tutte stonate:

Trump parla di MAGA (Make America Great Again) e la Von der Pfitzer replica constatando “una spietata rivalità strategica”, che fino a ieri era una unione indissolubile con gli USA, ma senza dare una risposta.

Si sventola il famoso e fumoso piano Draghi per l’innovazione da 800 miliardi di Euro, che l’Europa non sa dove prendere ed in quali settori investirli, senza dire che fatichiamo a spendere quelli da anni sul tavolo del PNRR.

La situazione idrogeologica è catastrofica e noi spendiamo miliardi per le piste ciclabili, per finanziare la chiusura di aziende agroalimentari ed evitare i peti delle mucche destinando i terreni coltivabile a deserti fotovoltaici proponendo in sostituzione proteine ricavate da vermi e cavallette.

Discutiamo se utilizzare starlink di Musk senza neanche proporre una sola alternativa credibile e tacendo che Musk ha oltre 6.000 (seimila) satelliti attivi e che la stessa NASA deve affidarsi a lui, ben da prima che appoggiasse Trump, mentre l’intera Unione Europea ne ha circa 250 e non c’è alcun piano di incremento, con la nostra industria aerospaziale che sarebbe all’avanguardia. Potrebbe essere la prima al mondo se solo avesse i finanziamenti per essere competitiva.

La politica estera ci viene dettata da una ministressa lituana che rappresenta un Paese che non raggiunge la popolazione di Roma o Milano ed ha l’unica fissazione di abbattere la Russia appoggiando l’Ucraina a qualsiasi costo (a nostro carico);

Trump non ha alcun interesse a continuare la guerra in Ucraina. Ha già bloccato tutte le forniture, anche quelle in corso decise da Biden nei suoi ultimi giorni da zombi. Noi sostituiremo gli USA pagando il continuo e mortifero riarmo ucraino a vantaggio dei guerrafondai americani. Trump parla di negoziati mentre da noi, tuttora, nessuno ha mai usato questa parola, a parte Orban e Fico. Continuiamo a discutere solo di quali e quanti armi continuare a fornire per la vittoria impossibile di Zelensky.

Rutte, il nuovo segretario NATO, appoggia Trump nel pretendere di portare al 5% i contributi nazionali alla NATO sapendo che gli Stati non sono in grado di arrivare al 2%. Gli intenti utopistici di Rutte sono mirati maggior gloria dell’Alleanza Atlantica, quelli di Trump al suo affossamento e sepoltura, con o senza onore, ma neanche questo si capisce.

La Von der Pfitzer non sa neanche qual è la maggioranza che la appoggia, ma continua imperterrita verso il baratro in cui ci trascinerà.

La mancata leadership europea non è neanche bilanciata da qualche forte personalità europea. La Meloni vorrebbe fare da cerniera tra Washington e Bruxelles senza considerare che per Trump le relazioni personali sono importanti, ma l’America viene prima.

Trump ha cambiato le regole del gioco. Noi non abbiamo ancora neanche capito quali siano ma siamo illusi di controbatterle rimanendo fermi ed annichiliti dal terrore del nuovo.

Della situazione dei singoli Stati, peggiore dell’insieme europeo, ne parleremo dopo.

Vincenzo Fedele

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

ATTENZIONE:

L’IBAN INDICATO NELLA FOTO A DESTRA E’ OBSOLETO.

QUELLO GIUSTO E’:

IBAN: IT79N0200805319000400690898

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

1 commento

Lascia un commento