Informazioni sullo Sterminio Finalizzato alla Pulizia Etnica in Corso a Gaza. Morta la Madre del dott. Abu Safiya.

8 Gennaio 2025 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento relativo allo sterminio in corso a Gaza. Il primo è un articolo de Il Fatto Quotidiano, che ringraziamo per la cortesia.

La distruzione di Gaza è un affare di famiglia: “Sfollare i palestinesi e radere al suolo le loro proprietà”, inchiesta sui fratelli israeliani Vach

La distruzione di Gaza è un affare di famiglia: “Sfollare i palestinesi e radere al suolo le loro proprietà”, inchiesta sui fratelli israeliani Vach
Soldati delle Idf hanno raccontato a Haaretz le azioni spregiudicate e violente dei due militari che hanno messo in pericolo anche le loro vite

È un uomo spietato, negligente e considera tutti gli abitanti della Striscia di Gaza come terroristi, senza distinzione alcuna. Il fratello ha la sua stessa tendenza al sadismo nei confronti dei palestinesi, impegnato com’è a radere al suolo qualsiasi cosa sia di loro proprietà. Queste le accuse mosse nei confronti di Yehuda Vach, generale capo della 252esima divisione dell’Esercito israeliano, e del fratello Golan, riservista, da una serie di soldati al loro servizio nelle Forze di Difesa Israeliane (Idf) e che hanno raccontato al quotidiano Haaretz ciò che hanno visto e sentito durante i periodi trascorsi nei loro reparti. Molti hanno deciso di esporsi perché ritengono che il generale abbia messo in pericolo la vita dei soldati non rispettando i protocolli di sicurezza e non tenendo conto della scarsa preparazione delle truppe. I vertici dell’esercito però, rispondendo alle accuse, li proteggono e hanno evidenziato come Vach sia invece un uomo professionale, pratico e moralmente rispettabile.

Nel rapporto della testata israeliana, i soldati fanno riferimento a una serie di operazioni condotte tra il 17 e il 28 agosto 2024 a Zeitoun, un quartiere a sud di Gaza City dove sono morti 8 militari israeliani. “Solo perdendo territori i palestinesi potranno imparare la lezione”, diceva Yehuda Vach ai soldati per incoraggiarli durante le operazioni. “Vach continuava a spingere gli uomini più a nord senza essersi assicurato che non ci fossero bombe o trappole lungo la via”. L’obiettivo? Ampliare la zona cuscinetto attorno al Corridoio di Netzarim. Fino a quel momento, infatti, la 252esima divisione ha operato proprio per la messa in sicurezza del corridoio che divide in due la Striscia, rappresentando una via strategica per la mobilità dell’esercito.

Dopo Zeitoun, la 252esima divisione è stata sostituita dalla Brigata Armata della Riserva Harel della 99esima divisione che tutt’ora – assieme alla 551esima Brigata Paratroopers della Riserva – ne controlla l’accesso. Ma niente è cambiato, la politica di gestione del corridoio è sempre la stessa: chi si avvicina alla zona “messa in sicurezza” da Israele lungo i 7 chilometri di Netzarim finisce nel mirino dei cecchini. Il motivo lo ha spiegato lo stesso generale in una riunione con i principali ufficiali della divisione, a dicembre: è importante raggiungere quanto prima l’obiettivo di “sfollare con la forza i palestinesi che vivono nel Nord di Gaza”. Prima di lasciare il corridoio, alcuni dei soldati hanno riferito di aver visto alcuni coloni – tra cui Daniella Weiss che qualche mese fa ha tenuto un importante conferenza sul reinsediamento di Gaza a cui hanno partecipato esponenti del Likud – studiare possibili soluzioni per occupare la Striscia proprio da Netzarim, nonostante la comunità internazionale condanni le attività di insediamento illegali.

Come detto, il generale non è l’unico militare in famiglia: ha un fratello minore di nome Golan Vach, anch’egli citato nel rapporto. È lui, in qualche modo, ad aver portato avanti in parallelo il lavoro del fratello. Fino a gennaio 2024 pare che il colonnello Vach fosse a capo dell’Unità di Ricerca e Soccorso Nazionale come riservista, ma alcuni dei comandanti della 252esima divisione hanno riferito a Haaretz che da quando è iniziata l’offensiva dopo il 7 ottobre 2023 Golan Vach abbia diretto una piccola unità dell’esercito – nota come Pladot Heavy Engineering Equipment – con il compito di “livellare Gaza il prima possibile” distruggendo l’assetto urbano e agricolo di ciò che rimane. “L’unità ha operato con obiettivi propri”, come un battaglione fantasma, nonostante le Idf abbiano affermato di averne autorizzato la formazione. Per mesi, però, nessuno ne ha parlato e ancora oggi si hanno poche informazioni sia in merito a come ha agito sulla sua composizione. Non è chiaro, ad esempio, se nel progetto siano stati inclusi anche civili. Ciò che viene riportato da Haaretz è che uno dei comandanti ha descritto alcuni dei membri come “la gioventù in cima alla collina”, espressione che spesso viene utilizzata per indicare i coloni estremisti della Cisgiordania. Secondo le informazioni, l’unità è stata sciolta dopo che il 10 settembre alcuni dei soldati della divisione hanno trovato l’ingresso di un tunnel e Golan, senza rispettare le procedure richieste, vi è entrato rimanendo intrappolato per ore e mettendo a rischio la truppa. L’esercito israeliano non ha smentito, né confermato lo scioglimento.

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Il secondo è un post pubblicato su Instagram da Jewish Voice for Peace, un gruppo di coraggiosi ebrei americani che si battono per la fine dello sterminio:

Dall’ottobre 2023, gli Stati Uniti hanno inviato almeno 17 miliardi di dollari in finanziamenti militari e oltre 50.000 tonnellate di armi ed equipaggiamenti militari al governo israeliano, che porta avanti la sua campagna genocida contro i palestinesi di Gaza. E proprio questa settimana, in uno dei suoi ultimi atti da presidente, Biden ha approvato altri 8 miliardi di dollari di vendite di armi all’esercito israeliano.

Il 2024 ha visto la più grande quantità di finanziamenti che gli Stati Uniti abbiano mai inviato al governo israeliano in un solo anno. E ha visto anche profitti da record per le aziende della difesa con sede negli Stati Uniti. L’economia di guerra statunitense sta facendo il pieno di profitti grazie agli attacchi dell’esercito israeliano alle vite dei palestinesi.

Ogni anno, gli Stati Uniti inviano 3,8 miliardi di dollari in finanziamenti militari al governo israeliano. Lo scorso aprile, Biden e il Congresso hanno approvato un finanziamento militare supplementare di 14 miliardi di dollari. Ad agosto, Biden ha approvato la vendita di 20 miliardi di dollari in armi, che l’esercito israeliano ha acquistato utilizzando i fondi statunitensi.

Ogni ulteriore vendita di armi è una garanzia che gli Stati Uniti continueranno a inviare un flusso ininterrotto di armi letali alle forze armate israeliane per gli anni a venire, anche mentre queste praticano l’apartheid, la pulizia etnica e il genocidio.

Biden e il Congresso avrebbero potuto porre fine alla campagna genocida del governo israeliano in qualsiasi momento, ma invece hanno messo al primo posto i produttori di armi. L’unico modo per porre fine agli orrori è che gli Stati Uniti smettano di armare Israele.

Embargo sulle armi ora.

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Il terzo elemento è la notizia della morte per arresto cardiaco della madre del dott. Ussam Abu Safiya, Direttore dell’ospedale Kamal Adwan preso d’assalto e distrutto dall’esercito israeliano.

 

Qui sotto trovate qualche notizia sul medico, attualmente detenuto (forse) nel famigerato campo di prigionia di Sde Teiman nel deserto del Negev. Il post è di Valigia Blu, che ringraziamo per la cortesia. 

La storia di Hussam Abu Safiya, il medico palestinese arrestato dall’esercito israeliano a Gaza, racconta il dramma umano di un popolo sotto assedio. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahiya, ha perso suo figlio Ibrahim, ucciso da un drone israeliano all’ingresso del centro sanitario. Lui stesso ha guidato la preghiera al funerale, indossando il camice bianco.

Dopo mesi di assedio e bombardamenti sull’ospedale, Hussam Abu Safiya è stato arrestato dalle forze israeliane. Un video lo mostra inerpicarsi tra le macerie, indossando lo stesso camice bianco, e salire su un carro armato per negoziare l’evacuazione. Da quel momento, di lui non si sa più nulla.

Dopo la sua scomparsa, di lui si sanno notizie di seconda, terza mano. È stato arrestato assieme a decine di altri medici, personale sanitario, civili che si trovavano nell’ospedale Kamal Adwan. Forse condotto a Sde Teiman, il famigerato centro di detenzione militare su cui si addensano le accuse pesantissime di torture, violazioni, sodomizzazioni dei detenuti, morti per negligenza e pestaggi.

Solo, dopo giorni, l’ammissione delle autorità militari che dicono, Hussam Abu Safiya “è in questo momento sotto interrogatorio delle forze di sicurezza israeliane”, senza però aggiungere accuse specifiche, se non il sospetto che sia un terrorista. Organizzazioni come Physicians for Human Rights–Israel (PHRI) denunciano l’arresto di Abu Safiya e chiedono risposte, mentre l’OMS conferma che le accuse israeliane contro i medici palestinesi mancano di prove circostanziate.

Il caso di Abu Safiya è simbolico: da ottobre 2023, più di 1.000 medici e operatori sanitari sono stati uccisi a Gaza. La distruzione sistematica degli ospedali ha reso il sistema sanitario quasi completamente inattivo.

L’assalto agli ospedali e ai medici di Gaza è una violazione del diritto internazionale umanitario. Secondo molti analisti, mira a cancellare la vita civile e costringere la popolazione alla fuga o all’annientamento.

L’articolo di @paolacaridi_ nel link in bio e nelle storie.

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2 commenti

  • Maria Carmela ha detto:

    Perché non facciamo una petizione per chiedere la liberazione di Abu Safiya dal carcere israeliano,se lo dimentichiamo è la fine per lui.

  • Adriana 1 ha detto:

    Gentile Tosatti: grazie! Sono talmente pochi quelli che hanno l’audacia di denunciare questi orrori disumani!

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