Cecilia Sala, i Giornalisti Ammazzati in M.O., la Semi-Libertà di Stampa dei Giornali Italiani. Marco Travaglio.

31 Dicembre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo commento pubblicato da Info Sannio, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Semilibertà di stampa

L’inaudito arresto di Cecilia Sala a Teheran – non per i suoi scritti, ma come ostaggio da scambiare con un imprenditore iraniano catturato in Italia su ordine Usa per fumosissime accuse – ha finalmente messo d’accordo l’intera stampa: non si arrestano i giornalisti. Si dirà: in quale Paese si potrebbe mai affermare il contrario? In Italia.

Sei mesi fa Julian Assange fu costretto dagli Usa a patteggiare una pena per evitare 170 anni di galera e riavere la libertà dopo 12 anni trascorsi fra una stanzetta d’ambasciata e un carcere di massima sicurezza a Londra. La colpa era aver pubblicato notizie e documenti veri, dunque sgraditi agli Usa e ai loro complici, che lo accusavano di spionaggio.

Ma molti giornalisti appesi per anni alle sue labbra per assicurarsene gli scoop non spesero una parola in sua difesa, anzi dissero che stava bene dov’era. Johnny Riotta, che sta alle notizie come Rocco Siffredi all’illibatezza, squalificò le sue come “raid di spionaggio e cyberwar russa”; e quando, come nei processi staliniani e maoisti, Assange ridotto a larva fu costretto a barattare la libertà con l’ammissione di reati inesistenti, fece lo gnorri: “Assange confessa il reato Wikileaks alla giustizia Usa e viene di conseguenza liberato. Bene così”.

Repubblica deplorò “l’enorme clamore mediatico e dei fan di Assange” e s’interrogò: “Eroe? Criminale? Martire della libertà? Giornalista? Agente al soldo altrui?”.

Il Giornale di Ballusti lo definì “ladro di segreti di Stato” e “spione” con la “pancetta da abbrutito”.

La Stampa “hacker” forse “putiniano” che ha “favorito Trump e autocrati”.

Giuliano Ferrara, vera spia (della Cia), raccomandò sul Foglio: “Niente monumenti per Assange, colpevole e libero” perché “se l’è cavata” (recluso come un sorcio per 12 anni: che sarà mai).

Per Libero, l’ingrato Assange avrebbe dovuto ringraziare i suoi persecutori perché “i nemici degli Usa non muoiono in cella”.

Nel senso che gli amici degli Usa i giornalisti li ammazzano direttamente sul campo. Le truppe ucraine ne fecero fuori 40 negli 8 anni di guerra civile in Donbass, fra cui l’italiano Andy Rocchelli.

Quelle israeliane negli ultimi 15 mesi ne hanno eliminati almeno 138 fra Gaza, Cisgiordania e Libano, oltre la metà di tutti quelli assassinati nel mondo (in Ucraina sono 21 in tre anni).

Gli ultimi cinque, palestinesi, erano su un furgone di fronte all’ospedale Al-Awda, in un campo profughi della Striscia, con la scritta Press grande come una casa: l’Idf li ha fatti saltare in aria spacciandoli per “cellula terroristica”.

E nessun giornale italiano, a parte un paio fra cui il Fatto, ha ritenuto la notizia degna della prima pagina.

Poi, purtroppo, è stata arrestata Cecilia a Teheran.

E, per fortuna, l’amore per la stampa libera è risbocciato ovunque.

Furbi et orbi.

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5 commenti

  • Paolo ha detto:

    Settanta anni fa compariva la lettera di A. Solzenitsin “VIVERE SENZA MENZOGNA”.
    Grande lezione dalla Russia e da un Russo con ascendenze ucraine, purtroppo dimenticata dall’Occidente che di dichiara “liberale” solo a parole.

    • Fritz ha detto:

      Come tutti i suoi scritti, bello e spaventoso è il testo citato di Solzenicyn, vero uomo e grande credente, pressocchè sconosciuto alla cultura occidentale contemporanea: chissà perchè!
      Tutti noi, soprattutto i giornalisti dovremmo leggere questo umile testimone della follia staliniana, sempre più attuale perchè simile a quei tempi è diventato modo di pensare – e di agire – di ogni governo mondiale, nessuno escluso, compreso il nostro esempio.

      Se niente però ci aspettiamo dagli uomini, quasi tutti della stessa risma, di questi tempi, senza vita interiore e dignità umana, perchè dovremmo aspettarci che i giornalisti si battano contro la menzogna e la violenza di cui ci parla Solzenicyn? Sono invece l’esempio attuale della corruzione morale, dell’indifferenza alla sofferenza umana e alle azioni del Male e peggio ancora: dimentichi del dovere della verità e complici della menzogna.
      Escludendo qualche mosca bianca, gli esseri più ignoranti, venduti ai regimi e ai più forti, sono i giornalisti. Non conosco la tizia ma basta poco vedere se sotto il covid è stata capace di dire no alla menzogna, alla violenza contro la gente o se ha messo a 90° geometrici la sua etica professionale a disposizione della Governance.
      Niente mi meraviglia, neanche l’aver constatato che il giornalismo è un modo di usare la propria dignità verso i potenti della terra come danno il piacere a pagamento le puttane.
      Che muoiano o meno, che siano merce di scambio, o provino le efferatezze dei loro padroni, per il Padrone più in alto tutto conta in modo ben diverso da come la pensa il mondo. A Lui importa come hanno l’anima nel momento della prova e in che stato spirituale muoiono, molto meno se il modo sia naturale o violento.
      Non ci commoviamo troppo neanche per questa razza che si chiami giornalista, idraulico o prete. La morte bella o brutta verrà ‘democraticamente’, come per tutti, ma la vita di quei uomini a quale ‘regime’ è stata donata?

  • Enrico Nippo ha detto:

    Cecilia Sala è quella che voleva lasciare in India i due marò:
    “salvare due persone, giocandosi la propria affidabilità, significa metterne in percolo molte di più”.

  • nuccioviglietti ha detto:

    Semilibertà… vigilata!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Davide Scarano ha detto:

    Una piccola noterella: “reato wikileaks” è una grigia invenzione lessicale. Evidentemente quando serve le parole divengono simili al colore nel pennello di un pittore astrattista, così da dare spazio ai critici che potranno trovare un tot di significati, più o meno ” a piacere”.