Come può passare inosservata una simile omissione?
Queste sono parole che i sacerdoti pronunciano ogni giorno, ogni volta che celebrano l’Eucaristia. Come è possibile che i traduttori della CEI, sia nella versione del 1974 che in quella del 2008, abbiano scelto di sacrificare queste espressioni in modo così evidente?
Nella Prima Lettera ai Corinzi (11,24), San Paolo riporta le parole della Consacrazione Eucaristica. Non sarebbe stato più importante essere scrupolosi, mantenendo intatte le parole originali, piuttosto che lasciarsi andare a un “taglia e cuci” interpretativo? Questa è, ovviamente, una mia opinione personale. Esporrò i fatti, lasciando a ciascuno di voi il giudizio.
Andiamo subito a esaminare i testi:
- CEI 1974 e 2008: «e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio Corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”» (1 Cor 11,24)
- Vulgata: «et gratias agens fregit, et dixit: Accipite, et manducate: hoc est Corpus meum, quod pro vobis tradetur: hoc facite in meam commemorationem» (1 Cor 11,24)
- Martini: «E rendute le grazie, lo spezzò, e disse: prendete, e mangiate: questo è il Corpo mio, il quale sarà dato per voi: fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24)
- Ricciotti: «e dopo rese grazie a Dio, lo spezzò e disse: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che sarà immolato per voi; fate questo in ricordo mio”» (1 Cor 11,24)
Come si può notare, le versioni CEI 1974 e 2008 omettono proprio quelle parole di Gesù sull’Eucaristia, “prendete e mangiate”, che sono fondamentali nella Consacrazione Eucaristica. Personalmente, trovo che questa omissione contribuisca a far somigliare l’Eucaristia più al concetto protestante di “rappresentazione” della Cena del Signore che al Santo Sacrificio Cattolico.
Se togliamo il comando di Gesù – “prendete e mangiate” – che cosa resta dell’Eucaristia? È ancora il mistero vivo della nostra fede, o diventa una semplice commemorazione simbolica, come un teatro?
Va detto che queste parole sono presenti solo in alcuni manoscritti: il papiro P30 (III secolo), il Codex Athous Lavrensis (Ψ, IX secolo, ritoccato più volte) e il Codice di Efrem (C 03, V secolo). Tuttavia, sono riportate anche in Matteo 26,26, e sembra evidente che siano state la fonte principale di San Girolamo per la Vulgata.
La domanda rimane: “Prendete e mangiate” prima del 1974 era Parola di Dio, e adesso non lo è più? Perché è stato rimosso? Non era forse essenziale mantenerlo, visto che sono proprio queste le parole che ogni sacerdote cattolico pronuncia durante la Consacrazione?
Anzi, sottolineo che sono parole imprescindibili: senza il “prendete e mangiate”, la Consacrazione non è valida. Se un sacerdote omettesse queste parole durante la Messa, non si realizzerebbe il mistero della transustanziazione. Sono le stesse parole che Gesù ha pronunciato durante l’Ultima Cena.
E allora, perché toglierle? Quale motivazione poteva giustificare una scelta così drastica?
La domanda resta aperta, ma la sua importanza non può essere ignorata. Perché un’assenza così cruciale pesa, come un’ombra, su ogni Eucaristia celebrata con quelle traduzioni. Forse, è il momento di tornare all’essenziale, con lo stesso rispetto e scrupolo che animava i primi testimoni della nostra fede.
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QUELLO GIUSTO E’:
Trovo questa rubrica molto “divertente”. Mi ricorda il Carosello di Don (ex Dom) Bairo: ” Cimabue, Cimabue, fai una cosa e ne sbagli due! “.
Si trattava di un Amaro…come oggi! E il vispo fra’ Cimabue rispondeva: ” Ma che cagnara! Sbagliando si impara! “…come oggi!
Il testo recita:
QUI PRO VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDETUR….
perché continuano a recitare :PER TUTTI?
Eppure il comando di Paolo VI imponeva il PRO MULTIS.
Lo stesso Benedetto XVI scrisse alla Conferenza Episcopale Tedesca invitando tutti all’unità.
1. Purtroppo caro I.B. non è possibile accettare la tua affermazione:
‘prendete e mangiate’ la Consacrazione non è valida.”
e se te lo spiega GABRIELE in modo esaustivo, tuttavia non ha saputo comprendere a fondo la tua preoccupazione, come dirò al punto 2.
Dunque la transustanziazione avviene anche senza il ‘prendete e mangiate’, ammesso che il ministro non celebri richiamando, in una Comunione Ecclesiale irrealizzabile, Bergoglio, antipapa scismatico: l’argomento della ‘nullità’ è stato trattato ampiamente in passato. Aggiungo che nella Messa, come è noto, e in ogni altro Sacramento, aggiungere una parola, un elemento lessicale non previsto, al posto di altro ritenuto indispensabile (ad es. il nome vero del papa) ed essenziale dalla Liturgia, come nominare ‘Francesco’ (da Bergoglio, falso papa), impedisce la Comunione Ecclesiale. Cioè si INTACCA una frase essenziale prevista ( ‘in unione con Benedetto’, papa non dimissionario o “in unione con la Chiesa’, per sede vacante) con l’aggiunta di un elemento estraneo di rottura e la consacrazione stessa, così da renderla invalida.
2. Però, pur nel grave errore dell’ I.B. si può accettare la frase precedente:
“prendete e mangiate”, che sono FONDAMENTALI nella Consacrazione Eucaristica’.
Il ‘Fondamentale’ sta nella prevista funzione di dare al Sacramento (pur valido) la sua integrale missione operativa, salvifica cioè rendenolo lecitamente fruibile, fruttuoso.
Infatti la volontaria omissione di queste parole o delle altre espressamente previste dalla Liturgia (riprese dalla bocca di Cristo) pur nell’avvenimento transustanziale, rendono illecita l’azione del ministro che se, appunto, volontariamente le omette, compie un peccato grave e grave disobbedienza. Il fedele che si renda conto di questo abuso non deve partecipare alla Comunione che è illecita ed infruttuosa.
Come al solito questo investigatore ignora la filologia : solo la Vulgata Clementina riporta le parole : prendete, mangiate, i più antichi ed importanti codici della Vulgata non hanno questa lezione.
Ignora la filologia, perché lui è fermo all’Ottocento, rifiuta a priori il metodo storico-critico nello studio della Bibbia: crede sia una roba da protestanti (verso i quali nutre infondati ostili pregiudizi, mentre i cattolici avrebbero da loro su questo tema solo da imparare), non sa o finge di non sapere che tale metodo è stato sdoganato anche nella Chiesa Cattolica da Pio XII con l’enciclica Divino Afflante Spiritu 🤷
Vero, grazie Gabriele.
Mi piacerebbe conoscere qual era il canone ossia la consacrazione usata prima dello scisma con gli ortodossi .e prima di Martin l’utero.
Il commento precedente è stato inviato incompleto. Lo vorrei sostituire con il presente
Capisco bene la segnalazione: nel “Nuovo testamento interlineare ed. San Paolo 2014, né il testo greco né quello italiano, riportano le parole Prendete e Mangiate, mentre sono presenti nel testo Latino (Vulgata). Tuttavia, nella celebrazione della Messa il sacerdote legge il canone e non il vangelo (e tutte le preghiere eucaristiche le riportano).
I vangeli, però, sono datati alcuni anni dopo la risurrezione di Gesù, per cui non si possono usare i Vangeli per il testo della consacrazione. I Vangeli in questo caso, possono aver riportato solo in parte il testo della consacrazione (a noi pervenuto dalla Tradizione orale della Chiesa), per motivi che non conosco.
Quindi l’accento andrebbe messo sulla domanda: perché le parole Prendete e Mangiate non sono riportate da tutti i manoscritti greci?
Vorrei modificarlo, perché probabilmente partito per errore!
Non mi pare che mancando quelle parole, seppur importanti, non avvenga la transustanziazione per la Quale si danno invece necessarie le parole: QUESTO È IL MIO CORPO, QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE.
Per quello che so è al termine di queste parole, non di altre, avviene il miracolo.
Il nostro stimato Investigatore scrive: “Sottolineo che sono parole imprescindibili: senza il “prendete e mangiate”, la Consacrazione non è valida. Se un sacerdote omettesse queste parole durante la Messa, non si realizzerebbe il mistero della transustanziazione”.
Non è esatto. Come insegnava già il Catechismo di san Pio X, le parole necessarie (la cosiddetta “forma”, che insieme alla “materia” è uno dei due elementi essenziali del sacramento) per la Consacrazione eucaristica sono: “questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”.
Ci sono varie versioni del Catechismo di Pio X in rete e cambia il numero della domanda, che comunque recita: “Qual è la forma del sacramento dell’Eucaristia?” Risposta: “Forma dell’Eucaristia sono le parole di Gesù Cristo “Questo é il Corpo mio; questo é il Calice del Sangue mio… sparso per voi e per molti a remissione dei peccati”. Altra versione: “La forma del sacramento dell’ Eucaristia consiste nelle parole usate da Gesù Cristo: questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”. (Ciò era reso evidente nella grafica del Messale tridentino, dove a caratteri cubitali era scritto solo “Hoc est enim corpus meus” e non il precedente “accipite ecc”, scritto a grandezza normale).
Il Catechismo di Giovanni Paolo II conferma al numero 1412: “I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l’ultima Cena: « Questo è il mio Corpo dato per voi. […] Questo è il calice del mio Sangue »”.
Errata corrige: corpus meum🙂