La Sacra Scrittura Ignorata. Il Matto.

21 Novembre 2024 Pubblicato da 68 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla Sacra Scrittura, sulla sua lettura e sulle parti più problematiche. Buona lettura e meditazione.

§§§

 

SACRA SCRITTURA IGNORATA

Ad eccezione dei Salmi e del Cantico dei cantici, non ho mai dedicato troppo tempo alla lettura del Vecchio Testamento, e ciò per un istintivo disinteresse, forse dovuto al fatto che sono un Gentile e per di più Romano, e quindi, almeno per me, il Vangelo – la Buona Novella, la Nuova ed Eterna Allenza – basta e avanza per improntare ad una santa rettitudine la vita terrena, senza necessità del retroterra israelitico. Roma caput mundi, «quella Roma onde Cristo è Romano» dice il Poeta: ogni obiezione non m’interessa minimamente, anche perché il Sacerdozio cattolico, a partire da Cristo, è secondo l’Ordine di Melchidesech, senza padre né madre, quindi non ebraico. Melchidesech-Roma è l’Asse Verticale Universale.

 

In ogni caso, qualche sbirciata qua e là non ho mancato di darla, e così mi sono imbattuto in brani, né brevi né sporadici, che non hanno mancato di destare in me atroci perplessità circa il Dio veterotestamentario – non Romano – ed i personaggi – non Romani – che ne hanno scrupolosamente eseguito gli ordini. Brani che, pur essendo parte integrante della Sacra Scrittura, non sono mai stati (e tuttora non sono) oggetto delle centinaia di omelie che ho ascoltato in vari decenni da predicatori tanto preconciliari vetus ordo quanto post-conciliari novus ordo. Ugualmente dicasi per qualsiasi film o trasmissione radiofonica e televisiva: si pensi all’appuntamento televisivo domenicale “A Sua Immagine”, da cui   straripano curatissime ondate tsunamiche di gioia e di positività, olezzanti di entusiamo per papa Francesco. Di più, tali brani nessun papa li ha mai presi in considerazione: “ermeneutica della continuità” nel … lasciare nel dimenticatotio lo scabroso? Epurazione o negazione della Sacra Scrittura per mezzo dell’oblio? O che altro?

 

In quest’occasione, essendoci l’imbarazzo della scelta, mi limito a citare il Libro dei Numeri e il Deuteronomio, due dei cinque libri della Torah, da cui emerge un binomio Dio/Mosè decisamente inquietante per non dire di peggio: un Dio preda del proprio io burrascoso, guerrafondaio, irascibile, vendicativo, sanguinario, predatore e maledicente che Mosè non esita a servire incarnandone scrupolosamente gli istinti passionali; un Dio esagitato che somiglia troppo all’uomo per non dare adito al sospetto di un rovesciamento dell’evento creatore: un Dio fatto (scritto) dall’uomo a propria immagine e somiglianza, quindi un Dio passionale e conquistatore bellico tutt’altro che trascendente, lontano le mille miglia dall’Assoluto, il Libero per eccellenza.

 

 

* * *

Numeri 31, 1-20:

 

Il Signore disse a Mosè:  «Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti, poi sarai riunito ai tuoi antenati».  Mosè disse al popolo: «Mobilitate fra di voi uomini per la guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del Signore su Madian.  Manderete in guerra mille uomini per tribù di tutte le tribù d’Israele».  Così furono forniti, dalle migliaia d’Israele, mille uomini per tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra.

 

Mosè mandò in guerra quei mille uomini per tribù e con loro Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe dell’acclamazione.  Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i  maschi.  Uccisero anche, oltre i loro caduti, i re di Madian Evi, Rekem, Sur, Ur e Reba, cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam figlio di Beor.

 

Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene;  appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a tutti i loro attendamenti  e presero tutto il bottino e tutta la preda, gente e bestiame. Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino a Mosè, al sacerdote Eleazaro e alla comunità degli Israeliti, accampati nelle steppe di Moab, presso il Giordano di fronte a Gerico.

 

Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità uscirono loro incontro fuori dell’accampamento. Mosè si adirò contro i comandanti dell’esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra.

 

Mosè disse loro: «Avete lasciato in vita tutte le femmine? Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi. Voi poi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha ucciso qualcuno e chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo e il settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri. Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni lavoro di pelo di capra e ogni oggetto di legno».

 

Nel Deuteronomio Dio ordina a Mosè che fedelmente esegue:

 

7, 16 – Distruggi dunque tutti i popoli che il Signore, Iddio tuo mette in tua balìa, non si impietosisca l’occhio tuo su di loro.

 

7, 24 – Egli (il Signore) ti darà nelle mani i loro re, e tu farai perire i loro nomi di sotto il cielo: nessuno potrà starti a fronte, finché tu non li abbia distrutti.

Nota: “farai perire i loro nomi”: cioè ordirai una damnatio memoriae per mezzo di accuse infamanti inventate. Una delizia.

20, 13 – Il Signore Iddio tuo, te la darà nelle mani (la città conquistata) e allora metti a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e tutto ciò che sarà nella città, tutto quanto il suo bottino, portalo via con te  e goditi il bottino dei tuoi nemici, che il Signore, Iddio tuo, ti avrà dato.

20, 16 – Nelle città di questi popoli non ci lascerai anima viva.

28, 15 –  Ma se tu non obbedisci alla voce del Signore, non curandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le leggi che io oggi io ti do, tutte le seguenti maledizioni cadranno su di te e ti raggiungeranno. Tu sarai maledetto in città e maledetto nei campi. Maledetto sarà il tuo paniere e la tua madia. Maledetto sarà il frutto del tuo ventre e il frutto della tua terra … sarai maledetto quando entri e quando esci.

Nota: segue un lunghissima sfilza di maledizioni, di malattie: ulcera, peste carbonchio, tumori e così via (versi 16-46).

Domanda: “mettere in pratica tutti i suoi comandamenti” compresi i Dieci (Esodo 20, 2-17) che sono in totale contraddizione?

Per concludere, un’altra amenità, questa volta riguardante Giosuè, il successore di Mosè e, neanche a dirlo, scrupoloso esecutore degli ordini divini:

Giosuè 8, 24 – Quando ebbero terminato di uccidere gli abitanti di Ai a colpi di spada, per la campagna e il deserto dove li avevano inseguiti, tutti gli Israeliti si rivolsero contro la città e quella pure fu passata a fil di spada. Il numero delle vittime di Ai, tra uomini e donne, salì quel giorno a dodicimila persone.  Giosuè non abbassò la mano che teneva alto il giavellotto, fino a che non furono totalmente sterminati tutti gli uomini di Ai.

* * *

 

Curiosità tragicomica:

 

una volta l’anno, nelle sinagoghe si svolge una celebrazione ebraica chiamata Simchat Torah che significa “Gioia della Torah”. Si tratta di un giorno di grande festa in cui ha inizio il ciclo annuale delle letture della Torah.

Ora, si concederà che dopo le molteplici truci gesta ordinate da Dio ed eseguite a puntino dai suoi ispirati, risulti alquanto difficile, ovviamente salvo che per gli Israeliti, individuare quali siano i motivi di “gioia” e di festeggiamento.

Invece, la violenza sanguinaria e predatrice del “popolo eletto” – i “fratelli maggiori”! – straripante dai brani citati ed al palese scopo d’instaurare un dominio sulla terra (argomento tutt’ora rovente), non può non ripugnare ad una coscienza che non sia completamente corrotta. Per questo non ho il minimo scrupolo nell’affermare che un Dio ed un Mosè del genere non possono in alcun modo essere punti di riferimento per la mia anima gentile e romana. E ciò me lo conferma il fatto che, nonostante siano Sacra Scrittura, tale brani ed altri numerosi simili per l’orrendo contenuto stragista continuano ad esser tenuti accuratamente nel dimenticatoio.

Vero è che, dopo essere emersi dal mare di sangue raccontato nelle obliate Sacre Pagine, la comprensione del famoso passo del Vangelo di  Matteo risulta alquanto problematica:

«Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire (solvere), ma per dare compimento (adimplere). In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto».

Sono davvero parole del Cristo? O sono dovute allo zelo dell’evangelista che da buon ebreo non si fa scrupolo di confermare la persistenza dell’Antica Legge nella Nuova ed Eterna (e Romana) Alleanza?

Che significa “dare compimento”, cioè adempire, riempire interamente, colmare, integrare la Legge? Una sorta di un colpo al cerchio e una alla botte? Una sorta di indelebile timbro ebraico sulla Romanità della Nuova Alleanza?

E come si concilia questo passo con il seguente ma non coerente: «avete inteso che … ma io vi dico …»?

Se, per esempio, mi trovo davanti un pagano o un ateo che non si converte, lo posso, anzi lo devo! uccidere seguendo l’esempio di Mosè e Giosuè o devo osservare il quinto Comandamento di cui nell’Esodo?

Probabilissimo o addirittura certo che il presente articolo sarà altrettanto accuratamente snobbato e dimenticato. Non sia mai che gli scheletri (non Romani) nell’armadio dello statu quo vengano alla luce del sole!

Ma intanto, qualcosa d’inimmaginabile sta maturando …

§§§

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68 commenti

  • il Matto ha detto:

    Ma poi, caro S.E.,

    la genealogia in Matteo è quella che termina con Giuseppe, padre putativo e non di sangue di Gesù, che quindi non c’entra nulla con Abramo.

    Stessa cosa in Luca che riparte da Giuseppe sino ad Adamo che non c’entra niente con Gesù.

    Ma davvero si vuol forzare ciò che è scritto leggendovi ciò che non è scritto?

    E poi, dell’Immacolata Concezione che ne facciamo?

  • il Matto ha detto:

    Caro S.E.,
    a proposito di genealogie: chi è il padre di Gesù?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    E per concludere questo post pieno di insulti al Dio della Bibbia e in particolare al Dio dell’AT, copio e incollo a beneficio di tutti il Salmo più breve (il 116 (117) ) come invito al rispetto e alla lode del Signore:
    Salmo Capitolo 117 – Invito alla lode
    [1]Alleluia.

    Lodate il Signore, popoli tutti,
    voi tutte, nazioni, dategli gloria;

    [2]perché forte è il suo amore per noi
    e la fedeltà del Signore dura in eterno.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Quindi leggere la Bibbia e portare alla luce gli scempi compiuti per ordine del Dio dell’A.t. significa insultare?

    • Adriana 1 ha detto:

      Se Allelu-Ya ha da significare: “Vieni Ya (hwè)” e se quel
      dio invocato è quello- violento- dell’A.T., spero proprio che non venga.

  • Adriana 1 ha detto:

    …” di guerra interiore.”.. Infatti, ogni singolo uomo, qualora sia appena minimamente consapevole, non può esimersi dal problema della Teodicea, del male e della giustizia da parte di una divinità creatrice data per onnipotente, onnisciente e buona.

  • il Matto ha detto:

    guerra INTERIORE

  • il Matto ha detto:

    Adriana,

    il Salmo 90 è di guerra INTERORE) e consolatorio insieme.

    Argomento su cui Stilumcuriale Emerito glissa regolarmente dandomi del blaterante 😂

  • Adriana 1 ha detto:

    Sempre rivolgendomi a Stilumcuriale Emerito,
    ritengo che
    sarebbe opportuno considerare le due genealogie di Gesù non nel loro significato storico, bensì in quello simbolico. Matteo parte da Abramo ( saltando gli antenati durante la deportazione babilonese ); Luca retrocede da Gesù ad Adamo ( figlio di Dio ).
    Il numero di generazioni, pur diverso nelle 2 genealogie, è in entrambe multiplo di 7- numero importante nella letteratura semitica-.
    Lo scopo fideistico di Luca è quello di indicare in Gesù il compimento dell’ Umanità.
    Lo scopo fideistico di Matteo è di vedere in Lui il compimento della storia del popolo ebraico.
    Il fatto che Giuseppe è un padre non biologico, ma adottivo, serve a sottolineare il legame del Messia con la storia ebraica e la sua discendenza “legale” da Davide per giustificare in tal modo la profezia di Isaia di un Messia:
    ” germoglio dell’albero di Jesse ” (Is. 11, 1-2).
    Per altre specificazioni, dare almeno una indispensabile occhiata a Wiki.
    it.wikipedia.org/wiki/Genealogia_di_Gesù./

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Più che corretto, ma per me non è assolutamente una novità. Grazie comunque per la tua cortesia.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Stilum,
        non c’è di che…
        ma, allora, perchè ti riferisci alle due genealogie come se tu fossi un esperto di Araldica? Questo modo di fare si chiama- semplicemente-: ” imbrogliare le carte in tavola “.

  • Adriana 1 ha detto:

    Poichè però “devo” supporre che il cattolico Stilum non si appoggi esclusivamente sul soggettivismo personale nell’esternare le sue convinzioni, bensì si appoggi al secolare lavoro dei teologi, faccio presente che- per me-
    l’attività teologica è estremamente interessante e degna di considerazione dal punto di vista speculativo, anche se non non consente di approdare alla Verità con la V maiuscola ( sia essa oggettiva o metafisica ).
    Il teologo cattolico parte da un testo culturale (A.T.) irriducibile ai contesti culturali occidentali. A differenza del filosofo che può costruire il suo sistema e spaziare nel campo sterminato del pensiero, il teologo cammina su un campo minato- la presenza dei vincoli religiosi rende il suo lavoro estremamente complesso ma anche affascinante sul piano speculativo-.
    Storicamente il primo lavoro di teologizzazione revisionista dell’A.T. risale al VI sec. (Ritorno dalla “cattività babilonese), segue la Bibbia dei 70, mutuata dalla filosofia e metafisica greca (infedele al dettato originario dei testi, quella che dagli Ebrei verrà definita “Una sciagura per l’umanità”). Poniamo accanto a tali documenti la teologia Paolina e Giovannea e avremo un sommario elenco degli apporti a quella che sarà la religione cristiana che si ancora(va) fondamentalmente alla Bibbia dei 70: un complesso sommario che
    aprirà la via alla teologia Scolastica (fondamentale espressione del pensiero occidentale, difforme da quello veterotestamentario).
    Da far notare che quando la Teologia, come quella Scolastica, non si riduce a uno ” sdilinquimento sentimentalistico “, né difende una qualche categoria sociale, ma rimane ancorata ad un “metodo di pensiero”, essa, – in buona sostanza- apre la via della libertà a tutte i possibili contradditorii, lasciando libero campo alle obiezioni,( teoricamente per la sua stessa natura, anche se non frequentemente applicata nella storia ) e, quindi, si apre ad un autentico dialogo.
    E’ un vero autogol della Chiesa attuale aver messo da parte la ricerca metafisica della Scolastica, preferendo il canone masoretico dove l’autenticità di molti passi dell’A.T. (versione 70) vengono derubricati ad errori di traduzione- si veda per tutti la “profezia” della nascita da una Vergine di un Messia-. Diciamo: un guaio per la Chiesa cattolica confinare i teologi tra gli “astratti” e inutili logorroici. Come tagliare il ramo su cui la Chiesa stava accovacciata. Essi meriterebbero invece, a parer mio, un grande rispetto per il loro sforzo umano e intellettuale.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      La verità con la V maiuscola, come dici tu, è la meta di un processo euristico che ha avuto inizio da Adamo e durerà finchè durerà il mondo. La verità esiste certamente ma noi non la conosciamo. Abbiamo solo dei criteri per cercare di raggiungerla . Come dire che se nel buio più completo, voglio raggiungere la cima di un monte l’unico criterio che posso adottare è che ogni passo che faccio sia in salita. Quando arrivo ad un punto in cui ogni passo, in qualsiasi direzione è in discesa, allora sono arrivato ad una cima.
      Dopodichè Stilumcuriale ritorna nella sua cuccia e sta tranquillo. Ignorante, ma arguto.

      • Adriana 1 ha detto:

        …”ad UNA cima…” ma non è detto che sia LA cima, specialmente se la scalata si svolge al buio: né ritengo questo modo di contrabbandare la “docta ignorantia”
        particolarmente “arguto”; ( nonostante tutta la simpatia umana suscitatami da Stilumcuriale Emerito, preferirei uno Stilum che entrasse nel Merito ).

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          La definizione del sottoscritto come ignorante ma arguto mi è stata appioppata da te qualche anno fa, poco dopo la mia prima entrata in Stilum Curiae.
          In quanto all’euristica, se non sai che cosa è vai a studiartela su Wikipedia. E non offenderti se uno ti da della erudita.

          • Adriana 1 ha detto:

            Ah. però…faccio scuola. Non lo sapevo! 😃. Grazie.
            Probabilmente era una battuta risalente al tempo del
            “potta” (o pota). 😄

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      La Verità con la V maiuscola certamente esiste, ma noi non la conosciamo. Essa è la meta di un processo euristico che ha avuto inizio con Adamo e dura tuttora. Non la conosciamo ma possiamo definire un criterio per raggiungerla. Come dire che nel buio più completo posso raggiungere una cima soltanto applicando il criterio che ogni passo che faccio sia in salita. Quando raggiungessi un punto in cui ogni passo, in qualsiasi direzione, è in discesa, lì sono sicuro di aver raggiunto la cima. Così nella ricerca della verità se ogni passo che faccio è più vero del precedente (questo è lo scopo della ricerca, di ogni ricerca) so di non essere ancora giunto alla vetta, ma di essermi mosso nella giusta direzione. Dopodichè Stilumcuriale se ne torna alla sua cuccia tranquillo. Ignorante sì, ma arguto.

  • Giampiero ha detto:

    Eccoci a noi come promesso. Dunque, per quel che concerne Mt 5, 18 penso che la comprensione e interpretazione di tale versetto non possa prescindere da due fattori : 1) il linguaggio usato da Gesù, un linguaggio che mira a scandirsi nella memoria del suo uditorio, discepoli in primis. Un tale linguaggio è per tal motivo ricco di iperboli, proprio per l’ottenimento di questo risultato; ad es. la pagliuzza e la trave, il 70 volte 7, lo strapparsi l’occhio per evitare scandali, la fune che passa dalla cruna di un ago, e via elencando. Relativamente al nostro versetto penso che anche qui ci troviamo di fronte ad una iperbole. Affermare che non perirà neppure uno iota o un apice dalla legge e dai Profeti non sfugge a una tale strategia linguistica. Insomma, una maniera per dire che l’essenziale deve e dovrà essere trattenuto e salvaguardato pur traendolo da tutto il resto. Di fatto Gesù di cose ne ha cambiate parecchie (avete udito che fu detto… Ma io vi dico…), e ciò depone a favore di quel tipo di interpretazione anche per il versetto in questione.2) Passando adesso all’A.T. In questi “Libri” possiamo trovare e trarre un pò di tutto. Quanto sia poi pregno di antropomorfismi mi pare risulti evidente a tutti. Eppure , nonostante tutto, si tratta sempre di letteratura cosiddetta “ispirata”. Ma, appunto, “ispirata”, non “dettata”. La Bibbia non è la fotocopia di un originale che risiede in Cielo. Si rende comunque necessaria un’ulteriore riflessione concernente questo concetto, quello, appunto, di “ispirazione”. Sono convinto, come ho già accennato, che un tale “impulso ispirante” proveniente da Dio debba fare i conti sia col tempo che con il “troppo umano” di una condizione di fatto. Questi passaggi obbligati, come li ho definiti nel precedente commento, sono però condizione necessaria di un progresso che sia anche umano, lo sviluppo di un processo che potremmo definire come progressiva incarnazione del Logos di Dio nel mondo. Processo che trova il suo culmine e punto centrale nella incarnazione del Verbo in Gesù di Nazareth. Trattasi però di un processo che come un fiume carsico attraversa tutta la storia in generale e del popolo di Israele in particolare. Essendo inoltre una progressiva incarnazione trascina con se i risultati troppo spesso aberranti che l’incontro tra il divino e l’umano (una umanità poi decaduta e segnata), non possono non comportare. I sacrifici umani legati ai culti religiosi di certi popoli, pur con tutte le loro aberrazioni prefigurano a suo modo una verità, una verità che otterrà piena luce nella passione e morte di Gesù Cristo relativamente al suo significato teologico e soteriologico. Detto questo tante narrazioni bibliche che ci fanno inorridire e accapponare la pelle trovano la loro giusta coloritura e collocazione. Lei ha evidenziato come tali stralci biblici vengano come occultati pudicamente, quasi rimossi. Eppure stanno lì a testimoniare le vicende umane di un popolo, un popolo convinto di aver ricevuto una speciale elezione da Dio in Persona. Come uscirne? Penso che se la Chiesa si sia concentrata soprattutto su determinati libri o versetti dell’A.T. lo abbia fatto soprattutto per far risaltare quelle parti dove le vestigia cristiane erano presenti come sue prefigurazioni. Lei però dirà: ok, ma c’è anche dell’altro, e quest’altro mal si addice a scritti ritenuti comunque ispirati. Però, tornando a prima, i risultati di questa ispirazione si diversificano. Non sono, come dire, equipollenti. Ci sono “momenti di forte ispirazione”, insieme ad altri dove l’ispirazione deve fare i conti con un canale che , nel veicolare un tale impulso, può giungere a un risultato, come dire, adulterato e/o aberrante. Una visione complessiva della Bibbia non può non evidenziarne questo chiaro scuro, queste luci e ombre. Tornando a Mt 5,18 possiamo allora ben dire che Gesù abbia saputo coglierne l’essenza, e questa essenza riassume in fondo tutta la legge e i Profeti. Concludo dicendo che Colui che pianse sulle sorti di Gerusalemme fu Colui che disse “il mio regno NON È di questo mondo”. E che l’ebreo Paolo ha potuto dire che non ci sono più né ebrei né pagani… e che tutti abbiamo ricevuto l’elezione a figli nel Figlio. In tale appartenenza o meno si giocano anche le sorti del mondo intero.
    Un caro saluto sig.Matto. a risentirci.

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Giampiero,
      “un’umanità decaduta e segnata” da che? Se lo è dal peccato originale deve riguardare, al massimo la tribù di GIacobbe/Israele. E tutte quelle popolazioni- all’esterno dell’Eden- di cui Caino temeva l’aggressione- che c’entrano?

      • Giampiero ha detto:

        Proprio così, da quel cataclisma metafisico che chiamiamo “peccato originale”. Se a questo aggiungiamo un altro cataclisma, quello denominato come “peccato degli angeli” …. Un caro saluto.

        • Adriana 1 ha detto:

          Un caro saluto a te, caro Giampiero,
          e quindi ritroviamoci da Enoch che sul peccato degli Angeli sapeva sicuramente molte cose.

    • il Matto ha detto:

      Apprezzo questo suo intervento e la ringrazio.

      Mi viene da sottolineare la differenza da lei evidenziata fra “dettatura” e “ispirazione” che, mi sembra, spalanchi la possibilità di varie … possibilità interpretative. Ma l’inter-pretazione, come dice la parola, è un porsi di mezzo dell’inter-prete che, se è anch’esso soltanto ispirato (nel migliore dei casi), non può essere esente da una soggettività più o meno limitante.

      Le confesso una mia ulteriore perplessità riguardo al contrasto, fortissimo, tra “il mio regno non è di questo mondo” della Nuova ed Eterna Alleanza ed il guerresco e stragista impulso degli Israeliti a formarsene uno in questo mondo. Ma, di nuovo, i racconti ispirati (e non dettati) ci porgono un mito o una storia? Se si tratta di un mito, la Terra Promessa simboleggia il Regno dei Cieli, e allora la guerra è tutta interiore poiché “il Regno è dentro di voi”; se si tratta di una storia, il discorso cambia radicalmente.

      Ritengo che un argomento de genere non si possa trattare efficacemente su un blog, per cui … la dispenso volentieri dal rispondermi 😊.

      Alla prossima.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    In conclusione.
    E’ meglio illuminare che risplendere.
    Con quello che qui hanno scritto Il Matto e Adriana 1 hanno creduto di risplendere, ma non hanno certamente illuminato nessuno. Di gente che fa confusione e fa di tutto per minare le basi della fede dei cattolici ce n’è già abbastanza fuori e dentro la chiesa. Non si sentiva proprio il bisogno di questo attacco all’immagine del Dio della Bibbia, come lo chiama il Matto. Speriamo che abbia pietà di loro : si iniquitates observaveris Domine, Domine quis substinebit ?

    • Enrico Nippo ha detto:

      La pietà del Dio veterotestamentario? Dove l’hai trovata?

      Che Dio me ne scampi!

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Qui, per esempio:
        [3] Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
        nella tua grande bontà cancella il mio peccato.

        [4] Lavami da tutte le mie colpe,
        mondami dal mio peccato.

        [5] Riconosco la mia colpa,
        il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

        [6] Contro di te, contro te solo ho peccato,
        quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto;
        perciò sei giusto quando parli,
        retto nel tuo giudizio.

        Salmo 50 (51) , 3-6

        • Adriana 1 ha detto:

          Carissimo Stilum,
          quando preghi e ti poni in contatto con Yahwè, cioè con il tuo Dio, come ai tempi biblici.
          Secondo il 783 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
          ” Gesù Cristo è colui che il Padre ha unto con lo Spirito Santo e ha costituito Sacerdote, Profeta e Re “, per cui
          – specialmente dopo il Battesimo- l’intero popolo di Dio partecipa a queste tre funzioni di Cristo. Quindi tu espliciti, pregando questo antico testo, la tua vocazione sacerdotale…
          Spero che tu non sia cieco, zoppo o gobbo, non abbia mutilazioni o deformità, né difetto nelle mani, né che abbia una malattia agli occhi, né scabbia, né soffra di piaghe, né che tu abbia testicoli difettosi. (Lev. 21: 16-23), altrimenti, come puoi realizzare questa tua funzione tanto “misericordiosa”?

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Stilum,
            ” nel libro di Giobbe, come prova…” (con chi?). Sarebbe opportuno ricordare che in quel libro il “Diavolo” fa parte della Corte celeste. E poi c’è sempre Isaia, 45,7.
            Oppure vogliamo preferire la tesi zoroastriana?

        • il Matto ha detto:

          Se hai letto bene il mio articolo, ho premesso “ad eccezione dei Salmi e del Cantico dei Cantici”, che sono in aperto, apertissimo contrasto con le storie di cui ho proposto uno scampolo e che mostrano indubbiamente un Dio irascibile e sanguinario. Altro che “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia”!

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Matto,
            permetti…Almeno del Salmo 136 (135) non si può sicuramente affermare che è un testo che magnifica la pietà, la misericordia, l’amore per “tutte” le genti da parte del “Dio degli dei” o “Signore dei signori”, Yahwè.

          • il Matto ha detto:

            Permetto … permetto …

            Anche i Salmi, evidentemente, non sfuggono all’ispirazione israelitica del fare piazza pulita di tutti quelli che non fanno parte del “popolo eletto.

            Comunque, per me, il Salmo 90 è quello che chiarissimamente suggerisce il combattimento interiore, senza del quale si rimane nel Campo delle Chiacchiere.

            Lo trovo eccezionale lo medito ogni giorno per alimentare l’impresa non facile:

            QUI HABITAT IN ADJUTORIO ALTISSIMI, IN PROTECTIONE DEI CAELI COMMORABITUR …

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Ma il Libro dei Salmi è un Libro dell’AT non del NT. E con quello dei Salmi c’è anche il Libro di Giobbe ed è lì che c’è la vera rottura fra la visione della sofferenza umana come castigo alla visione della sofferenza come prova.
            Leggi, Matto, leggi prima di blaterare.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Matto,
            quindi tu preferisci i Salmi “consolatori” al posto di quelli di “guerra”. Non posso darti torto. Sono stati scritti da tanti e hanno un’origine antica… il bisogno della protezione divina, per esempio, lo troviamo nella Teodicea Babilonese.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Questo commento è una specie di lettera aperta diretta ad Enrico Nippo altrimenti detto Il Matto.
    Il tuo articolo e i tuoi commenti sono sì citazioni della Sacra Scrittura, ma manca lo spirito di religioso ascolto necessario perché possa produrre i suoi benefici effetti.
    Anzitutto già dal titolo parti da un tuo pregiudizio e cioè che le pericopi da te citate siano “ignorate”.
    Ignorate dove, da chi ?
    La Teologia Biblica è <> (G. Segalla ).
    La teologia biblica (termine usato per la prima volta nel 1629 da W.J.Christmann ) non ha alcunché a vedere col pietismo (lettura della Bibbia col cuore) né con l’ormai proverbiale “sola scriptura” di fondazione luterana.
    Con l’illuminismo la teologia biblica si propone come scienza critica della teologia sistematica sulla base di due premesse. La prima : ultimo giudice della verità è la ragione; la seconda: alla Bibbia va applicata la critica storica avvalendosi della filologia e della ricerca storica. Partendo dalla convinzione che le verità della ragione erano contenute nella Bibbia si tendeva a far accettare i Sacri Testi agli uomini di cultura, tendenzialmente razionalisti. Non bastava quindi riportare i testi biblici, ma bisognava interpretarli. Pertanto si doveva dimenticare il sistema dottrinale della chiesa e attraverso un attento studio di tutta la Scrittura si doveva cercare da noi stessi di determinare le dottrine teologiche in essa contenute.
    Tralasciando per la necessaria brevità e concisione di un commento gli sviluppi successivi ( compresi non brevi periodi di crisi ) vengo alla conclusione. Quali sono gli orientamenti più recenti nella ricerca riguardante l’AT?
    Anzitutto è da notare che vi sono diversi approcci metodologici. Già anni fa, Antonio Bonora, professore di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà teologica dell’Italia settentrionale ne individuava quattro:
    il metodo descrittivo, il metodo dogmatico-didattico, il metodo diacronico, il metodo selettivo del centro tematico. Tralascio le definizioni di ciascuno dei quattro metodi e delle critiche fatte a ciascuno di essi per giungere alla mia personale conclusione.
    Chi vuole parlare della Bibbia anzitutto deve averla letta tutta e più volte. La prima volta, velocemente, per afferrarne il contenuto nel suo insieme. Una seconda volta, lentamente , assaporandola versetto per versetto, parola per parola, meditandola. E poi, ogni giorno può nutrirsene, leggendo un brano consono al suo momentaneo stato d’animo. La lettura che ne hai fatto tu nel tuo articolo è una lettura tendenziosa e diabolica. La tua affermazione che i brani sono sconosciuti, può essere vera per il cattolico medio che al massimo conosce i brani riportati nella liturgia della Parola della Santa Messa, o i misteri del rosario. Ma non è vera in generale.
    Sono stato chiaro?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      E/C .
      Per un misterioso intervento di non si sa quale intelligenza artificiale le parole tra non sono state riportate. Le riscrivo qui :
      La Teologia Biblica è la comprensione unitaria espressa in una sintesi dottrinale, critica, organica e progressiva della rivelazione storica della Bibbia (oppure dell’AT e del NT) attorno a categorie proprie, alla luce della fede personale ed ecclesiale .

    • Enrico Nippo ha detto:

      No. Piuttosto confuso.

      Un carosello di parole per giustificare la dimenticanza degli orrori commessi dai tuoi “fratelli maggiori”.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        E’ inutile fare dell’ironia, sfottendo il prossimo.
        Le Sacre Scritture, prima che Sacre sono Scritture. Anche se ispirate da Dio, come ritiene la dottrina cristiana cattolica, sono state scritte da uomini, per gli uomini, in determinati periodi storici, usando il linguaggio del tempo.
        Una ermeneutica che non tenga conto di questo fatto è una ermeneutica fasulla come la tua . Lasciamelo dire!

        • il Matto ha detto:

          Quale “ironia”? Non riconosci gli Israeliti come tuoi “fratelli maggiori” come li ha definiti san Giovanni Paolo II?

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Due dei quattro Vangeli canonici riportano una genealogia di Gesù: una ( Mt 1,1-17 ) in senso discendente da Abramo a Gesù, l’altra (Lc 3, 23-38) in senso ascendente da Gesù ad Adamo.
            Mi pare che ce ne sia abbastanza per dichiarare gli Ebrei nostri fratelli maggiori. O no?

  • Mario ha detto:

    Questa è la stessa logica di chi ha cambiato il Padre Nostro, perché le parole originali non coincidevano con la sua ideologia… Per cui, con la scusa di una traduzione migliore (si sa, per i modernisti il ‘nuovo’ è sempre meglio del ‘vecchio’) si è cambiata la sostanza, adeguandola ad una supposta mentalità contemporanea.
    Rigettare passi della Sacra Scrittura è pure un vizio del Lezionario che si usa in chiesa. I trucchi sono molteplici: passi scomodi dell’AT o del NT sono censurati, frasi di Gesù Cristo sono tagliuzzate, lasciando fuori ciò che ad alcuni ecclesiastici non piace, parole forti di San Paolo sono annacquate da una traduzione zuccherosa e mistificante e così via. Gli esempi sono molteplici. Non li cito perché già qualcun altro si è divertito a produrne una compilation.

  • il Matto ha detto:

    Sospetto che l’argomento che ho proposto sia tabù per i cattolici duri e puri. Timore di una minacciare per … che cosa?

    Gli specialisti in esegesi che abbondano su questo blog tacciono, eppure non ho fatto che citare la Sacra Scrittura.

    E questo la dice lunga, mooooooolto lunga!

  • Giampiero ha detto:

    È il Verbo che si fa strada attraverso il troppo umano di certi “percorsi obbligati”. Ciò si evince anche al di là della cosiddetta “economia di salvezza” e nelle stesse Scritture di quel popolo persuaso di aver ricevuto una particolare elezione da Dio stesso. Lo si evince anche, per fare uno dei tanti possibili esempi, dai continui sacrifici umani che certi popoli pre-colombiani ( Aztechi, Inca..) offrivano alle loro divinità per placarle e propiziarsele. Mutatis mutandis, infatti, qualcosa di analogo, ma di ben altro respiro, ritroviamo nel sacrificio espiatorio di Cristo per la salvezza di tutti e di coloro chiamati ad aderirvi. Come dice san Paolo “sopporto nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo”. Insomma, anche in ciò che a noi risulta, e giustamente, al quanto aberrante e disumano, possiamo intravedere le vestigia di quella Verità che, previa epurazione dalle tante scorie e incrostazioni, nonostante tutto si fa strada attraverso percorsi in apparenza tortuosi e incomprensibili. Come confermano certi mistici Dio scrive dritto anche su righe storte.
    Un caro saluto mr. Matto

    • il Matto ha detto:

      🙏

      Stavolta sono io che mi permetto di attendere una risposta: come vede il passo di Matteo che ho citato a proposito della Legge non abolita ma compiuta?

      Un cordiale saluto.

      • Giampiero ha detto:

        Spero di non essere stato frainteso in questo mio commento buttato lì piuttosto “di getto”. Non escludo che ci poniamo in proposito nella stessa lunghezza d’onda. Ad ogni modo, le risponderò ma non è possibile prima di lunedì. Andrò a raccattare il suo provocatorio articolo. A presto.

        • il Matto ha detto:

          Volentieri attendo.

          Ma … perché “provocatorio”? Vi sono citazioni di Sacre Scrittura “provocatorie”? E per chi? Non vanno meditate come cibo per l’anima?

          Scherzo 😉 (ma non troppo).

          • Adriana 1 ha detto:

            C’è più “pietas” nell’Odissea, nell’Iliade e nell’Eneide di quanta se ne trovi nell’A.T….ma, per loro fortuna, non sono state definite opere “sacre” ( v. Lapis niger dove “sacro” significa: da mandare agli dei inferi ) e non sono divenute pascolo degli apologeti.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    @ Matto & Adriana 1.
    Facciamola breve : con tutta ‘sta diatriba (a parer mio inutile ) dove volete arrivare?

    • il Matto ha detto:

      Perché “diatriba”? Tutto ciò che esce dal conformismo provoca una “diatriba”?

      Perché “inutile”? Perché riesce fastidiosa al conformismo?

      Forse hai letto male o di corsa il mio articolo. Nelle prime undici righe e mezza c’è già la mia risposta alla tua domanda.

      Piuttosto, invece di restare sul generico, entra nel merito e contesta questa verità che certamente non m’invento io (da Gentile e Romano) :

      Roma caput mundi, «quella Roma onde Cristo è Romano» dice il Poeta […] il Sacerdozio cattolico, a partire da Cristo, è secondo l’Ordine di Melchidesech, senza padre né madre, quindi non ebraico. Melchidesech-Roma è l’Asse Verticale Universale.

  • il Matto ha detto:

    A proposito:

    ma lo sterminio dei palestinesi non vi dice proprio nulla?

    Non è che lo sterminio gli Israeliti/Israeliani ce l’hanno nel sangue per fedeltà al loro Dio? Netanyahu quale fedele seguace di Mosè e Giosuè?

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro il Matto,
      per cercare di rispondere alle tue ultime e fondamentali domande mi permetto di indicarti:
      https://www.limeoline.com/da-non-perdere/i-miti-ebraici-l-iran-e-le-ossessioni-di-netaniahu-14667023/.
      P.S. Da tener presente che il rav. Menachem Mendel Schneerson ( scomparso nel 1994 ) era un personaggio controverso, capo venerato del movimento Habad Lubavith (tuttora esistente e recente oggetto di attenzione da parte dell’FBI); era ritenuto un Messia, tanto che i suoi seguaci attesero a lungo prima di seppellirlo, fiduciosi nella sua resurrezione.
      Mi pare, inoltre, che stiamo tornando allo spirito dell’ “energico” fondatore della moderna Israele, ossia di Ben Gurion e dei gruppi a lui collegati: Haganah e Irgun che non usavano certo mezzi delicati neppure con i loro cosiddetti alleati…come il celebre attentato al Grand Hotel King David.

  • il Matto ha detto:

    Piccolissima, parzialissima integrazione:+

    Genesi 6, 5-6-7

    «Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti».

    Quello del Vecchio Testamento è un Dio che si pente? Un Dio che si addolora inaugurando subito … lo sterminio? E siamo soltanto agli della Sacra Scrittura! Lo sterminio (mitico?) come metodo di rieducazione e conquista puntualmente adottato a partire da Mosè (storico?). Ma poi, che c’entravano gli animali? Malvagi anche loro?

    Attendo qualcuno che m’illumini sollevandomi dalla lettera allo spirito.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Marcionista ?

  • il Matto ha detto:

    Se la lettera uccide lo spirito non vuol dire che lo spirito debba uccidere – leggi ignorare – la lettera.

    La Torah è un testo mitico o storico? Se è mitico, l’interpretazione (comunque soggettiva) ci può stare, ma se è storico, la lettera assume un’importanza basilare e contra factum non valet argumentum. E non c’entrano né il protestantesimo (MARIA CRISTINA) né Marcione (CARMELO).

    Riguardo ai Padri della Chiesa, sarei grato a ROLAND BARBAY se volesse citare quache brano di uno o più Padri della Chiesa che interpretano (giustificano?) spiritualmente le stragi (mitiche o storiche?) delle quali nell’articolo non c’è che uno scampolo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    La Bibbia fra le tante altre cose, racconta la storia di un popolo. Pertanto racconta anche la storia delle guerre che questo popolo ha dovuto affrontare. A parte la ruvidità del linguaggio, racconta le guerre come si combattevano e si concludevano ai tempi di Mosè . Il fatto che nella bibbia sia detto : Dio comandò a Mosè, Dio disse a Mosè è dovuto alla fede di chi scrisse tali racconti. Infatti dal punto di vista religioso gli antichi ebrei vedevano la guerra come punizione di Dio per gli infedeli che culminava nella vittoria schiacciante dei fedeli.
    Mi domando che cosa ci sia di tanto scandaloso in tutto questo.

    • il Matto ha detto:

      Forse è bene che continui a domandartelo.

    • il Matto ha detto:

      Ho riletto il tuo commento.

      “gli antichi ebrei vedevano la guerra come punizione di Dio per gli infedeli che culminava nella vittoria schiacciante dei fedeli”.

      Se questi sono i tuoi “fratelli maggiori” …

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Stilum,
      mi sembra che tu la prenda molto alla leggera, tranquillamente mischiando la “storia” (col plusvalore di venir considerata “sacra” e dogmatica), con la “frivola” mitologia.
      E poi,
      non è assolutamente vero che l’Elohim biblico se la prenda esclusivamente con gli “infedeli” nemici. Qualche piccolo esempio dal “mare magnum” delle sue efferatezze:
      Lev. 26:22 Dio ammonisce la popolazione che-qualora non lo avesse ascoltato- Egli avrebbe inviato loro le bestie feroci: “che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade rimarranno deserte.”;
      Lev. 26:27-29: ” E se, nonostante tutto questo, non volete darmi ascolto, ma con la vostra condotta mi resisterete- “anche Io vi resisterò con furore e vi castigherò 7 volte di più…”-“mangerete la carne dei vostri figli e delle vostre figlie.” ;
      Num. 16: 27-33: ” Gli uomini (suoi) si dimostrarono indocili, perciò Dio fece sì che la terra si aprisse e inghiottisse uomini, donne e bambini. “;
      Num. !5: 32-36 Un uomo raccolse della legna di sabato. Per ordine divino dato a Mosè ” tutta la comunità lo condusse fuori dal campo, lo lapidò e quello morì. ”
      L’A.T. è stato accettato e inglobato nella dottrina cattolica come “parola di Dio”. Un Dio che si irrita, si pente dei propri errori, ne commette altri, va a simpatie…evolve come la dottrina(?). E…perchè mai i sedicenti “tradizionalisti” non si scomodano a leggere quel testo che sta alla base della loro “tradizione”, per quanto la sua “traduzione addolcita e incivilita” in greco ( e poi in latino ) sia stata commentata dal Rav. Di Segni come: “Una disgrazia per l’umanità”.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Infatti io non ho detto infedeli nemici ho detto soltanto infedeli sottindendo “a Dio” . Pertanto gli infedeli in certi passi sono gli stessi ebrei.

        • Adriana 1 ha detto:

          Bene, bene… ma vedi, caro Stilum, certi vocaboli- come quello di “infedeli”,( tra l’altro al plurale )- sono stati talmente usati dai testi coranici da esser diventati,
          -nell’accezione comune- sinonimo di genti nemiche del popolo che milita sotto il comando del vero Dio (“cane di infedele”). Se volevi essere inequivocabile dovevi specificare a che genere di infedeltà ti riferivi, specie laddove si parla di combattimenti. Ma neppure in questo caso l’aggettivo sostantivato, “infedele”, era calzante, tanto è vero che in numerosi luoghi biblici, nessun ebreo “punito ed eliminato” da Jahwè si dimostra minimamente “infedele” a Dio ma, al contrario, fin troppo fedele. Basti pensare ai tre figli di Aronne, di cui uno tese la mano per evitare che cadesse l’arca posta su un carro traballante e agli altri due che credettero bene di onorare il divino Amante dei profumi portandogli dell’incenso ( ma forse non avevano pesato esattamente col bilancino da farmacista gli ingredienti necessari stabiliti da Jahwè in persona per comporre un incenso che a Lui fosse completamente grato ).

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Bravo !
    Consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti sono due delle 7 opere di misericordia spirituale.

    • il Matto ha detto:

      Ho citato le Sacre Scritture, come tu in passato suggeristi: “con la maiuscola”.

      I dubbiosi dovrebbero essere mantenuti opportunamente nei loro dubbi e gli ignoranti nella loro ignoranza per il mantenimento dello statu quo, che peraltro sta rovinando?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Questa era dedicata a Roland Barbay.

      • il Matto ha detto:

        Ah! Bene!
        Attendiamo che Roland Barbay fornisca qualche brano deli Padri della Chiesa con l’interpretazione spirituale degli stermini perpetrati dagli Israeliti a favore dei dubbiosi e degli ignoranti.

  • Maria Cristina ha detto:

    La frase ” la lettera uccide” e’ una frase da prendere …alla lettera! Tutti i fanatici, tutti i millenaristi , tutte le sette hanno questo in comune : prendono la Bibbia alla lettera . La sapienza e verita’ della Chiesa cattolica e’ che non si basa come i protestanti ” sola scrittura” . La Chiesa cattolica e’ Apostolica e romana . Il Magistero degli Apostoli e dei loro successori e’ piu’ importante della sola scrittura. La Bibbia presa alla lettera, soprattutto l’ Antico Testamento e’ un coacervo di leggende, violenze e atrocita’ .

  • Carmelo ha detto:

    Non entro nei particolari dell’articolo del Matto. Mi limito solo a una nota di carattere generale.
    Il vescovo scomunicato ed eretico Marcione (Sinope 85 – Roma 160) “rifiutava ogni interpretazione cristiana dell’Antico Testamento e asseriva l’opposizione totale tra questo e il Vangelo cristiano. Nel marcionismo Gesù, che ha assunto un corpo apparente, non è figlio del Dio dell’Antico Testamento, che è solo un demiurgo, ma di un’altra realtà divina assolutamente buona, il Dio sconosciuto che s. Paolo aveva annunciato all’agorà di Atene”. (Treccani)
    A Marcione risponde S. Agostino: “Il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico. L’Antico testamento è svelato nel Nuovo” (Novum in Vetere latet et in Novo Vetus patet).

  • Roland Barbay ha detto:

    Consiglio al Matto di leggere i Padri della Chiesa , per esempio incominciando dai commenti della Sacra Scrittura di Origene, per capire come la Chiesa Cattolica interpreta l’ Antico Testamento che come dice San Paolo è ombra , profezia velata , della realtà o della luce che è Cristo . I fondamentalisti Protestanti interpretano l’ Antico Testamento , come gli Ebrei , alla lettera , le Chiese Apostoliche interpretano i testi spiritualmente . La lettera uccide lo spirito da vita dice San Paolo.

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Roland Barbay,
      mi vuole dire come si può spiegare in maniera “spirituale”
      l’elenco dettagliatissimo di bestiame, ricchezze e “varie”
      ( tra cui “bambine”, non ragazze, né tantomeno romantiche “fanciulle” ) da riservare al totalmente “spirituale” Yahwè?
      Da ricordare che -nel caso dei Madianiti- ci troviamo di fronte a dei cugini di Israele, discendendo anch’essi da Abramo e da una delle sue donne: Keturah. Quindi Semiti anch’essi perchè originariamente discendenti da Sem.
      Mi insegna dove sta l’apologizzato Dio tutto pacifismo e misericordia? Siamo alle solite storie di beghe tra Parenti/Serpenti, enfatizzate fino all’estremo.
      A questo proposito, un recente articolo primaverile dell’Osservatore Romano fa il panegirico dell’Ebraismo e dell’Islamismo- le due “religioni di pace”, secondo Bergoglio-; si scopre facilmente perciò, che il panegirico è riservato- in buona sostanza- non alle “fedi sorelle”, bensì al Papa e alla semiverità che gli era scappata di bocca…Tenendo presente l’A.T. non si può negare che le due religioni si assomiglino… Ma, ora che i due principali, sedicenti “eredi” di Mosè sono stati additati al mondo come spietati criminali, a quale inverosimile sovrappiù di bulino retorico/spirituale dovranno dedicarsi i nostri moderni apologeti?

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