Le Politiche Fallimentari dei DEM che Hanno Portato alla Disfatta di Kamala. Matteo Castagna.
11 Novembre 2024
Pubblicato da Marco Tosatti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni su quanto sta accadendo oltre Oceano. Buona lettura e diffusione.
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di Matteo Castagna
L’FBI, negli atti desecretati, depositati alla corte federale di Manhattan, sostiene che un non meglio precisato dirigente della Guardia Rivoluzionaria iraniana incaricò, a settembre, un contatto, identificato come Farjad Shakeri, di elaborare un piano per sorvegliare e assassinare Donald Trump. “Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmaïl Baghaï – si legge in un comunicato – considera del tutto infondate e respinge le accuse, secondo cui l’Iran sarebbe coinvolto in un tentativo di omicidio contro ex o attuali funzionari americani”.
Shakeri, dopo il 7 ottobre avrebbe confessato di non aver fornito un piano entro la scadenza fornitagli e che, per questo motivo, l’attentato non ci sarebbe stato. Oggi risulta latitante, probabilmente tornato in Iran, secondo le autorità americane, per quanto appaia anomalo che una persona accusata di tentato terrorismo sia riuscita a sfuggire ai serrati controlli di sicurezza statunitensi.
Il Dipartimento di Giustizia ha comunicato di aver incriminato in tutto tre persone, per il coinvolgimento nel presunto complotto organizzato dall’Iran volto ad assassinare diverse persone negli Stati Uniti, oltre al presidente eletto. Le autorità statunitensi hanno anche arrestato altre due persone residenti a New York, Carlisle Rivera e Jonathon Loadholt, per il coinvolgimento in un complotto per assassinare un giornalista statunitense.
“Il dipartimento ha incriminato un associato del regime iraniano a cui è stato ordinato di coordinare una rete criminale per condurre omicidi su commissione contro diversi bersagli negli Stati Uniti, tra cui anche il presidente eletto Donald Trump”, ha detto il procuratore generale, Merrick Garland. Restano importanti le parole di Medvedev durante la campagna elettorale per le presidenziali statunitensi, che disse alla stampa che Trump, qualora avesse vinto le elezioni, avrebbe rischiato di fare la fine di JFK…
Evidentemente, il neo eletto Presidente ha ragione di temere per la sua incolumità, poiché la sua schiacciante vittoria gli ha procurato molti nemici, sia interni che esterni al suo Paese. La sua sicurezza rimane, oggi, di fondamentale importanza, perché possa lavorare ai dossier più delicati nel modo più sereno e attento possibile. Buona parte del mondo guarda a molte sue idee con favore ed ha la speranza che la pace sia presto realizzata, come il tycoon ha garantito, a più riprese, da mesi.
Intanto, Tanya Chutkan, il giudice che supervisiona il caso contro Trump per l’assalto a Capitol Hill, ha accolto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di sospendere le procedure in corso e ha annullato tutte le scadenze pendenti nella fase pre-processuale. Si tratta di un passo legato alla consolidata prassi del Dipartimento di Giustizia, secondo cui un presidente in carica non può essere perseguito.
Sul fronte dei Democratici la giornalista Alexa Moutevelis scrive su Fox News che Nancy Pelosi afferma che Biden avrebbe dovuto ritirarsi prima, in modo che si potessero tenere le primarie: “Sarebbe stato diverso”. “Viviamo con quello che è successo”, ha detto l’ex speaker della Camera al New York Times.
Pelosi ha detto alla conduttrice Lulu Garcia-Navarro sul podcast “The Interview” del Times: “Se il presidente si fosse ritirato prima, ci sarebbero potuti essere altri candidati in gara”. Come ha detto l’ex presidente, “L’aspettativa era che, se il presidente si fosse fatto da parte, ci sarebbero state delle primarie aperte”.
Pelosi era stata un elemento chiave nel far uscire di scena Biden dopo la sua famigerata performance nel dibattito. Invece, entro un’ora dall’annuncio del suo ritiro, il 21 luglio, Biden ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris. Meno di 36 ore dopo, ha annunciato di aver bloccato la nomina, ottenendo impegni di sostegno dalla maggioranza dei delegati del Democratic National Committee.
Al Times prosegue: “e poiché il presidente ha sostenuto Kamala Harris, immediatamente, ha reso quasi impossibile avere delle primarie in quel momento. Se fossero state molto prima, sarebbe stato diverso”.
Fox News Digital prosegue la narrazione: Pelosi aveva insistito più volte, dopo che Harris si era assicurata la nomination che c’era stato un confronto franco e aperto, ma nessun altro si era candidato per cogliere l’opportunità.”Molti di noi che erano preoccupati per le elezioni, volevano avere un confronto aperto a tutti. Chiunque avrebbe potuto partecipare”, ha detto Pelosi durante un’intervista con il Wall Street Journal ad agosto.
“[Harris] aveva l’appoggio del presidente, e lei, politicamente astuta, ne ha approfittato, ha chiuso la partita e vinto la nomination. Ma chiunque altro avrebbe potuto entrarvi. Nessuno si è fatto avanti”, ha continuato Pelosi.
Ha ribadito quei commenti su “The View” a settembre, e ha aggiunto, “Sono stata una delle prime sostenitrici di uno qualsiasi dei leader, giusto? Entro 24 ore”. C’era la necessità di fare in fretta. Queste recriminazioni hanno il sapore amaro della sconfitta più cocente che la galassia progressista americana e mondiale abbia mai subito. Fa quasi tenerezza sentire una signora, dal potere indiscusso come Nancy Pelosi, che si lamenta che nessuno si sia proposto alla nomination, quando neppure lei l’ha fatto, né ha spinto a correre un suo delfino.
Le politiche dei Dem si sono dimostrate fallimentari anche in Europa, ove i progressisti green e woke sono stati bastonati dagli elettori nei più importanti Stati, dove soffia forte il vento sovranista, conservatore, tradizionalista e pro-life. Le élite finanziarie di sinistra e le lobby ad esse vicine sono sotto choc. Il deep State ora trema, l’Agenda 2030 potrebbe essere messa in discussione, gli equilibri internazionali potrebbero cambiare, l’immigrazione potrebbe essere fermata e l’economia ripartire, di fronte ad un orizzonte multipolare, diplomatico e politico.
Persino l’egemonia culturale delle forze rosso/verdi stanno fibrillando perché si sono accorte di perdere terreno, grazie alla battaglia del pensiero e dell’azione di molte persone, associazioni, gruppi, movimenti, case editrici, riviste, giornali online, pagine social, sacerdoti e vescovi veri e coraggiosi, conferenze, partecipazioni televisive, lotta di piazza, presenza, agibilità territoriale, che, a “destra” stanno crescendo come funghi.
Comunicazione significa letteralmente “mettere in comune”. Ciò che viene messo in comune nella comunicazione non sono beni materiali ma “messaggi” che esprimono intenzioni, sensazioni, pensieri, sentimenti, informazioni.
“Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione” – scrive, a ragione, Zygmund Bauman.
La verità e la correttezza della relazione col popolo non cercano di manipolarlo, ma lo aiutano a riflettere, a tornare al senso del sacro, a rimettere al centro la Famiglia, ad abbandonare consumismo e liberalismo, per un comunitarismo tra simili, contro il mondialismo e la massificazione, una moneta di proprietà popolare, in un’economia a misura d’uomo, come la sognava il compianto Prof. Giacinto Auriti. Aiuta a riconoscere le follie del mondo al contrario, creato dalla Sovversione anticristiana e dà la forza per dissociarsi, restando chiaramente se stessi, cavalcando la tigre in un mondo di rovine, come direbbe Julius Evola.
Mentre l’establishment al caviale dimentica il lavoro, i pensionati, i fragili, la scuola, la sanità e pensa solo ai sedicenti diritti di minoranze con desideri e capricci assurdi ed a-morali, oltre alla bolsa propaganda antifascista, divenuta una macchietta per radical chic, chiamata “fasciofobia” da Alberto Busacca, caporedattore centrale di Libero, la militanza etico-culturale della “nuova contro-rivoluzione”, che guarda al presente e al futuro, solida nei suoi principi ancestrali, sgretola gradualmente il pensiero unico, tramite la ripresa di dottrine e di una vita identitarie, tradizionali, con basi spirituali e di buon senso.
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Categoria: Generale
Politiche fallimentari non perché i liro autori siano stati incapaci e imbranati, tutt’altro, sono stati invece abili ingannatori, depistatori, ipocriti, riuscendo ad ingannare tanta gente che ha dato loro voti e fiducia, specialmente i cattolici invitati a ciò davun clero anch’esso ipocrita ed ingannatore…
Ottimo Castagna. Un plauso!
Cara LAURA, ma si rende conto di ciò che ha scritto?
” MAI MAI MAI color arcobaleno ! “.
Ma non è il primo segno biblico a conferma del dono perfetto divino dopo il diluvio universale?
Non è la firma del ” mai più distruggerò la terra a causa dell’uomo” ?
Caro Rolando,
distinguiamo! L’arcobaleno della Pace ha 7 colori, quello
dei LGBTQ+ ne ha 6. Questa faccenda dell’arcobaleno anticotestamentario serve un po’ a tutti. Quando avevo la tv ricordo di esser rimasta colpita da una affermazione di Giovanni Paolo II affacciato al balcone: affermazione tesa a rassicurare i fedeli che tenevano aperti gli ombrelli sotto una pioggia di non forte entità. Egli garantì che Dio- con cui si sentiva in comunicazione- gli aveva assicurato che quella piova (e tutte le altre) non si sarebbe mai trasformata in diluvio distruttore. Non passarono neppure due settimane che in Indonesia si verificò un diluvio con uno tsunami disastroso. Nota: evidentemente Giovanni Paolo II era consapevole di quanto pochi fossero i fedeli usi a leggere l’A.T….ricordo ancora quegli ombrelli che andavano su e giù per testimoniare il sollievo della folla di fronte a questa improvvisa “rivelazione” papale.
L’arcobaleno in realtà è un fenomeno che in sè non ha nulla di soprannaturale, anche se la fantasia umana gli ha dato significati mirabolanti.
Speriamo sia una retro-marcia coi fiocchi…MAI MAI MAI color arcobaleno !